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Cambio di tattica di mister Bonacina, dal 4-3-3 ql 4-3-2-1 per dare più incisività al bomber Giovio.

Sarà una gara importante quella che il Foggia di Bonacina disputerà domenica prossima all’Arena

Garibaldi contro il Pisa. Al di là del sonante risultato di Ordona contro l’Ordona, Bonacina dovrà

certamente cambiare qualcosaa per rendere più incisivo il settore offensivo rossonero.E no solo,

non può continuare a chiedere ai suoi difensori di partire con lanci lunghi, che mettoni fuori causa

uomini come Venitucci, che potrebbero cambiare il volto di una partita dettando tempi giusti per

l’offensiva rossonera. Intanto sembra voler cambiare schema di gioco, ovvero passare dal 4-3-3

al 4-2-3-1.Intanto il mister deve sperare in un recupero del centrale difensivo il francese Gigliotti,

personaggio indispensabile per la difesa rossonera, che ancora accusato un dolore muscolare alla

coscia sinistra e ne rientro di Defrel, che potrebbe portare un po’ di luce nell’attacco foggiano.

Insomma una partita difficile, anche perché il Pisa è squadra diversa dalla mediocre, per non

dire, inconsistente Pro Vercelli.Defrel è stato provato assieme a Giovio, Lanteri e Agodirin. Una

soluzione che Bonacina sta studiando e che probabilmente sarà la formula da provare sul campo

della Torre pendente.

Da Stampasud.it 

Umore e morale opposti, Bonacina vuole eliminare le negatività, il Pisa proseguire nella striscia

positiva. “Meglio un morto in casa che un pisano all’uscio”. Lo dicono a Livorno e a Firenze.

Storia di campanilismi, regionalismi di sfottò e di antiche tradizioni. E comunque il senso è

chiaro. Di Pisa e nel nostro caso del Pisa non bisogna fidarsi.E con i tempi che corrono il concetto

viene irrimediabilmente amplificato. Significa che se il Foggia cercava uno sparring partner,

un avversario che accomodasse l’uscita dal momento delicato (è comunque presto per parlare

di crisi) il calendario non ha dato una mano ai rossoneri. Tutt’altro. In Toscana si vola sulle ali

dell’entusiasmo dopo il 3-0 tondo tondo all’Avellino preceduto dal buon pari esterno a Ferrara.

Si ha fame di risalire la china, si vuole riportare la creatura che fu cara al presidentissimo Romeo

Anconetani in palcoscenici più consoni al blasone. Quest’ultimo il blasone è forse l’unico comune

denominatore tra le due contendenti.Perché per il resto la contemporaneità dice che il Foggia è

quasi agli antipodi rispetto al Pisa. Un gol, attacco sterilino, una buona dose di scalogna (non

ultimo lo stop di Gigliotti) e molte cose ancora da decifrare.Pure dal punto di vista tattico con

Bonacina che sembra intenzionato ad un primo cambio di modulo. L’uomo di qualità ora il nocciolo

della questione pare essere questo. L’ultimo passaggio il filtro tra il centrocampo e l’attacco, chi

possa Consci del fatto che comunque la difesa regge e pure benone. E che le ombre ci sono ed è

innegabile ma le luci pure non mancano. La proliicità e l’entusiasmo del Pisa le polveri bagnate e

l’ansia da risultato (più che da prestazione) del Foggia. Le premesse insomma non sono granché.

Ma restano comunque solo premesse.L’Arena Garibadi non è il Silvio Piola con tutto il rispetto. Il

campo è grande, gli esterni avranno una pista più lunga e non ci sono alibi di questo genere. Serve

il miglior approccio mentale alla partita. Quasi considerarla una prima, un nuovo debutto. Azzerare

tutto, annullare le negatività come le ha deinite Bonacina. Lasciar perdere le premesse. Che restano

comunque sempre e solo premesse.

 

da Il Mattino di Foggia

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