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Pisa Lecco : Il Racconto Del Match E La Lavagna Tattica

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Recupero amaro per il Pisa che non riesce a sfruttare a dovere la ghiotta occasione di ospitare all’Arena Garibaldi il Lecco fanalino di coda del campionato : ennesima sconfitta casalinga per 2 a 1 con le stesse modalità con le quali si erano perdute le gare disputate contro Parma e Cosenza e con l’ennesimo goal subito nei minuti di recupero, una costante in questo inizio di stagione dei neroazzurri vissuto costantemente sull’altalena dei risultati e delle prestazioni. Ma con una costante che non lascia propriamente tranquilli : ogniqualvolta c’è la possibilità di fare il salto di qualità il Pisa stecca clamorosamente … non proprio la situazione ideale per andare ad affrontare il Venezia in terra veneta domenica prossima.

L’UNDICI INIZIALE DEI NEROAZZURRI, FRA CONFERME E NOVITA’. Mister Alberto Aquilani decide di confermare lo schieramento tattico visto contro il Cittadella sabato scorso, Pisa quindi in campo con il 3-4-2-1 ma con interpreti diversi rispetto al vittorioso match contro i granata veneti. Non ci sono infatti Veloso e Torregrossa sostituiti rispettivamente da Barberis e Moreo mentre Nagy prende il posto di Marin in mezzo al campo ; tocca invece a Vignato iniziare la contesa al fianco di Piccinini immediatamente alle spalle dell’ex Brescia. Conferma per Esteves e Lisandru Tramoni sulle corsie laterali dopo l’ottima prestazione messa a referto contro gli uomini di mister Gorini.

POCHE SORPRESE IN CASA LECCO. Alla sua seconda recita sulla panchina bluceleste mister Emiliano Bonazzoli conferma il 4-2-3-1 adoperato sabato scorso contro l’Ascoli, con Melgrati che sostituisce fra i pali Saracco e con il veterano Lepore schierato nel ruolo di terzino destro ; in mezzo al campo quantità e qualità sono garantite da Crociata e dall’ex di turno Ionita mentre in attacco il gigante ex Frosinone Novakovich è sostenuto dalla linea dei trequartisti dove spicca l’ex primavera della Fiorentina – e quindi allievo di mister Aquilani – Di Stefano. Panchina per l’eroe di Foggia Umberto Eusepi.

IL CANOVACCIO DELLA GARA E’ BEN DEFINITO. Sin dalle prime battute di gioco è evidente quale sarà il tema tattico della contesa : Pisa in spinta costante alla ricerca del goal del vantaggio e Lecco tutto schierato a protezione della propria area di rigore e pronto a sfruttare qualche ripartenza appena se ne presenta l’occasione. Passano pochi minuti ed il piano tattico degli ospiti rischia di saltare quando il perfetto filtrante di Barberis premia l’inserimento in area di rigore lecchese di Piccinini che serve un assist d’oro all’accorrente Vignato il quale spreca una sorta di rigore in movimento calciando il pallone in curva Sud ; peccato, sarebbe stato l’episodio giusto per mettere immediatamente la gara sui binari più congeniali ai colori neroazzurri.

IL PISA GIOCA, IL LECCO SEGNA. Continua il possesso palla insistito da parte dei padroni di casa che però non riescono più a farsi davvero pericolosi dalle parti di Melgrati, il Lecco dopo una ventina di minuti trascorsi in apnea prende coraggio e prova ad affacciarsi nella metà campo avversaria e lo fa con risultati immediatamente importanti : Novakovich è infatti davvero bravo a lavorare un bel pallone sulla corsia di sinistra ed a mettere in area un cross con il contagiri per la testa di Bianconi in proiezione offensiva in area di rigore neroazzurra, il tocco del difensore ospite è sufficiente per beffare Nicolas in uscita e per portare a sopresa il Lecco in vantaggio.

AHI PISA : TANTO POSSESSO PALLA MA ZERO TIRI NELLO SPECCHIO DELLA PORTA AVVERSARIA. Il canovaccio della contesa, ben evidente sino dai primi istanti di gioco, se possibile si fa ancora più netto : i padroni di casa esercitano un possesso di palla anche piacevole e che raggiunge una percentuale bulgara al cospetto di un avversario che praticamente non supera più la linea di centrocampo, ma di vere e proprie conclusioni verso la porta difesa da Melgrati se ne contano assai poche. Anzi, nessuna che riesca ad inquadrare la porta bluceleste ; alla fine della fiera l’unica vera occasione è creata da Lisandru Tramoni che al termine di una travolgente azione personale si trova a tu per tu con il portiere avversario graziato da un qualcosa che è una via di mezzo assolutamente improduttiva fra un tiro ed un assist per l’accorrente Esteves. Davvero troppo poco in proporzione alla mole di gioco messa a referto dai padroni di casa.

Il GOAL DI LISANDRU TRAMONI SPEGNE IL PISA. Anche nella ripresa il tema tattico della gara non cambia ; con un Calabresi ed un Arena in più nel motore i neroazzurri attaccano l’area di rigore ospite in maniera perfino furioso ma Melgrati continua ad essere totalmente inoperoso. Il Lecco non riesce neanche ad alleggerire la pressione dei padroni di casa che riconquistano immediatamente la sfera ed attaccano gli ultimi sedici metri senza soluzione di continuità, ma non c’è nessuno che riesca a dare la giusta profondità all’azione di capitan Beruatto e compagni, con Moreo che è dappertutto tranne che in area di rigore ospite e che continua ad essere un oggetto misterioso nel momento che lo si vuole considerare un centravanti con il compito di mettere a referto goal importanti. Ecco allora che per pareggiarla serve la gran giocata del singolo : ci pensa Lisandru Tramoni a esibirsi in una sensazionale serpentina utile a scherzare mezzo Lecco ed a presentarsi a tu per tu con Melgrati, incolpevole sulla precisa rasoiata del calciatore francese. Sembra essere il preludio ad un finale glorioso, ed invece i neroazzurri sembrano sedersi e riescono a dare coraggio ad un avversario che praticamente non era più riuscito a ripartire dopo il goal del vantaggio.

QUELLE SOSTITUZIONI STRANAMENTE TARDIVE. Mano a mano che trascorrono i minuti l’azione del Pisa si fa sempre meno arrembante e giocoforza il Lecco inizia a mettere la testa fuori dal guscio, provando delle ripartenze che nella fase centrale della partita non era mai riuscito ad imbastire ; mister Aquilani avrebbe ancore tre sostituzioni a sua disposizione, ma stranamente decide di lasciare in campo calciatori che sembrano essere ormai sulle gambe – Vignato e Moreo su tutti – per poi tirarli fuori a meno di dieci minuti dal novantesimo – dentro Valoti e Torregrossa – con l’idea di provare un forcing finale che invece non ci sarà. Pisa che non va oltre ad un paio di conclusioni dalla distanza ampiamente fuori misura e ad una rasoiata di Esteves di facile lettura per Melgrati, Lecco che invece si accorge che l’avversario è sulle gambe e si fa pericoloso in contropiede con il sempre fastidioso Novakovich e con il neo entrato Tordini che in un paio di circostanze graziano Nicolas con soluzioni alle quali manca il crisma della precisione.

LA SOLITA BEFFA NEL RECUPERO, IL PIU’ FASTIDIOSO DEI REFRAIN. Quando tutto lascia ormai pensare ad un pareggio comunque deludente si materializza su un’Arena Garibaldi semi deserta uno scenario ancora peggiore : pasticcio a centrocampo e pallone che l’ultimo arrivato Tenkorang allarga sulla destra per Giudici il cui cross con il contagiri chiama Calabresi ad una difficile chiusura in scivolata che manda la sfera a sbattere sull’accorrente Tordini, ne viene fuori un lob mortifero per Nicolas ed il Lecco può così festeggiare la prima vittoria in campionato dopo aver conquistato un solo punto nelle sette gare fin qui disputate. Incredulità generalizzata nel vecchio catino di via Rindi : altro goal preso all’ultimo respiro, altro punto gettato al vento, altro match rimesso faticosamente in piedi e poi cestinato per una leggerezza commessa nei minuti di recupero. No, così si va davvero poco lontano e soprattutto si rischia di rendere vano quanto di buono fatto a livello di gioco e di manovra, alla quale però manca una dovuta finalizzazione per essere considerata produttiva e non fine a sé stessa.

IL FATTORE ARENA E’ DIVENTATO UNA LEGGENDA METROPOLITANA. Oltre a quello che ha raccontato il rettangolo verde e che abbiamo ampiamente trattato c’è un altro aspetto che non può essere più sottaciuto e che rischia di pesare come un macigno nell’economia della stagione dei neroazzurri. Inutile parlare di ruolino di marcia disastroso fra le mura amiche per capitan Beruatto e compagni quando tali mura sono amiche solamente per definizione. Perché un’Arena Garibaldi così vuota come quella nella quale si è giocato il match contro il Lecco il vostro umile scribacchino fa fatica a ricordarla. E non si tiri in ballo il maltempo : un Pisa – Santarcangelo di una quindicina di anni fa in serie D – ripeto, serie D – con i cartelloni pubblicitari che venivano divelti dal vento e con i due portieri sostituiti per ipotermia a causa della pioggia gelata contò più spettatori di Pisa – Lecco di questa sera. E non si tiri in ballo il giorno lavorativo o l’orario non particolarmente comodo : quante volte i neroazzurri hanno giocato in queste ultime stagioni nel medesimo giorno ed al medesimo orario e nel vecchio catino di via Rindi si contavano molte e molte più anime a soffrire per la propria squadra ? Prevengo l’osservazione circa i prezzi dei biglietti troppo alti : questo pomeriggio all’Arena mancavano pure molti abbonati, non siamo andati neanche vicini a contare i cinquemila e più tifosi che questa estate hanno sottoscritto la tessera stagionale. La spiacevole sensazione – che ad onor del vero il vostro umile scribacchino ha già dall’anno scorso – è che in troppi diano la serie B come un qualcosa di scontato, una sorta di atto dovuto perché ci si chiama Pisa ; peggio, ci si sente perfino declassati se non si riesce a lottare stabilmente per la promozione nella massima serie, colpevolmente dimentichi di tutta la merda ingoiata per trent’anni nelle categorie più infime dell’italico pallone e contro avversari che soltanto ricordarne il nome fa correre un brivido lungo la schiena. Poi è chiaro che il Pisa non vince e non perde in base a quanta gente popola i gradoni dell’Arena Garibaldi, questo va da sé … però fa sorridere il fatto di come si mettano in piedi ridicole corse al biglietto quando magari c’è da essere presenti ad una qualche gara decisiva, in un senso o in un altro. Ignari del fatto che bearsi di un risultato ottenuto dai propri beniamini quando nel corso della stagione si è giocato a fare i desaparecidos – accampando per questo le scuse più disparate – è un qualcosa di profondamente ridicolo e per certi versi perfino umiliante.

H2o

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