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Mario Gianni: …e poi lo Chiamarono il Gatto Magico!

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Quarto appuntamento con la storia di Mario Gianni, uno dei portieri più forti nella storia del Pisa. Dopo la convocazione in Nazionale, per Mario arriva il secondo scudetto e, in Brasile, si conquista un fantastico soprannome.

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Dopo la gioia dell’azzurro Gianni torna a concentrarsi sulla fase finale del campionato dove, a quattro giornate dalla fine, il Torino, dell’amico e concittadino Colombari, si trova a 10 punti, tre in più del Bologna. Il Bologna vince contro il Genoa grazie ad una rete di Martelli; ma anche il Toro conquista la vittoria, battendo la Juve per 2 a 1 nel derby. Nella giornata successiva, il Toro cade a Marassi, dove viene sconfitto per 3 a 1, ma i felsinei non vanno oltre l’1 a 1 sul campo del Milan, perdendo così una ghiotta occasione per rimontare terreno. Nella penultima giornata, il Toro rifila un secco 3 a 0 al Milan, mentre il Bologna esce sconfitto per 1 a 0 dal match contro l’Internazionale, consegnando di fatto lo scudetto nelle mani dei granata e a poco servirà la magra soddisfazione di battere i neo-campioni d’Italia per 5 a 0 nell’ultima ed inutile partita di campionato.

Nonostante la mancata vittoria è stata un’ottima stagione per i rossoblu e il Presidente Graziani conferma sia l’allenatore che i principali elementi dell’organico, fra cui, Pozzi, Perin, Martelli, Schiavio e ovviamente, Mario Gianni, ormai diventato uno dei migliori portieri d’Italia.

La stagione 1927/28 si apre con una gran brutta tegola per tutto il calcio italiano: il caso Allemandi! Luigi Allemandi, terzino appena passato dalla Juventus all’Inter, viene accusato di aver incassato una cospicua somma, da un dirigente del Torino, per aggiustare il risultato del derby, vinto per 2 a 1 dai granata nella fase finale della scorsa stagione.

Allemandi si difende dicendo che è all’evidenza dei fatti che lui quel giorno fu uno dei migliori in campo e che per questo il dirigente del Torino non volle dargli le restanti 25.000 lire, ammettendo di fatto di essere stato quanto meno partecipe al tentativo di corruzione.

La sentenza emessa è rapida, dura e severa, anche se il caso presenta delle zone d’ombra; Allemandi viene squalificato a vita e al Torino viene revocato lo scudetto, che negli annali del calcio risulterà come non assegnato. Questa sarà la più grande novità di tutta la stagione, perché il campionato sarà l’esatta fotocopia del precedente. Bologna e Torino tagliano per prime il traguardo nei rispettivi gironi e le stesse due compagini saranno protagoniste del girone finale; che vedrà trionfare ancora una volta “Errichino” Colombari a dispetto di Mario Gianni ancora una volta arrivato ad un solo passo dal suo secondo titolo nazionale.

La società felsinea decide di confermare in blocco lo zoccolo duro della squadra, certa del fatto che, quelli che un tempo erano giovani di ottima prospettiva, sono ormai calciatori esperti e che sotto la guida dell’austriaco Felsner non possono far altro che migliorare ancora.

Intanto il calcio italiano si prepara ad un’altra rivoluzione: questa stagione dovrà essere preparatoria alla prossima, dove il campionato si svolgerà con il girone unico all’inglese, ci saranno ben 7 retrocessioni in seconda divisione da ogni girone e la fase finale non sarà un torneo all’italiana, ma una doppia finale da disputarsi fra le prime classificate dei due gironi.

I due gironi vengono dominati dalle due compagini protagoniste degli ultimi campionati: il Torino vince il girone A con 6 punti di vantaggio sul Milan e il Bologna domina letteralmente nel girone B chiudendo a più 8 su Juventus e Brescia, collezionando ben 22 vittorie su 30 incontri.

Le due squadre si trovano di nuovo a fronteggiarsi per il titolo italiano, ma stavolta in modo diretto, inequivocabile, come due pugili pronti a combattere fino all’ultimo round. Il primo round si disputa a Bologna e i felsinei, sospinti dal proprio pubblico, passano in vantaggio alla mezzora con Della Valle, dieci minuti più tardi è Schiavio a trafiggere ancora una volta Boisa ed il primo tempo si conclude con i rossoblu in vantaggio per 2 a 0. All’inizio della ripresa il Bologna parte in maniera veemente, deciso a portare le sorti dell’incontro definitivamente dalla sua parte e, al 13’, riesce ad andare ancora una volta in gol, ancora una volta con Schiavio alla sua trentesima rete stagionale; il Toro accorcerà le distanze a quattro minuti dalla fine con Libonatti, per quello che sarà il definitivo 3 a 1.

Al Bologna sarà sufficiente non perdere fra una settimana nell’incontro di ritorno per poter essere nuovamente Campione d’Italia. Il 30 Giugno 1929 il Bologna scende in campo a Torino deciso e determinato a non perdere, ma i suoi sogni di scudetto si infrangono a 25 minuti dalla fine quando Libonatti trafigge Gianni, mettendo a segno il gol che consente ai granata di restare ancora in partita e di giocarsi tutto nello spareggio.

La data fissata per lo spareggio è il 7 Luglio e verrà disputato a Roma; da Bologna partono numerosi treni di tifosi e la stessa cosa fanno i supporters granata. Al fischio d’inizio, lo stadio è gremito e 30.000 persone trepidano in attesa dell’esito di questa gara. Nessuna delle due squadre indossa la prima maglia, infatti il Toro è sceso in campo con la maglia bianca, mentre il Bologna con la sua abituale seconda maglia verde.

L’incontro è fin da subito tiratissimo e la qualità in campo è davvero molta; alle splendide giocate di Martelli, Della Valle e Schiavio, rispondono puntualmente quelle di Colombari, Libonatti e Baloncieri e i due portieri vengono più volte chiamati in causa ed entrambi rispondono sempre ottimamente, portando l’incontro all’intervallo sullo 0 a 0. Dopo soli 7 minuti della ripresa, il Bologna si trova in 10 uomini a causa dell’espulsione del mediano Pitto, ammonito per la seconda volta per un’entrata durissima su Rossetti. Da qui in poi il gioco inizia ad incattivirsi e solo due minuti dopo vengono allontanati dal campo anche Janni (Torino) e Martelli (Bologna) per reciproche scorrettezze. Nonostante la superiorità numerica, il Toro non riesce ad impadronirsi del gioco e quando, a causa dell’infortunio di Vezzani la parità numerica viene ristabilita, il Bologna diventa padrone del campo. A otto minuti dalla fine Schiavio si invola velocissimo sulla fascia, salta tre uomini e quando gli si presenta davanti Martin III lo fa cadere a terra con una finta e salta anche lui, quindi passa la palla a Muzzioli che lascia partire un bolide dall’altezza del dischetto del rigore che il portiere Boisa può solo guardare entrare in rete. Il Toro cerca di reagire, Baloncieri e Libonatti tentano un paio volte di riportare in parità l’incontro, ma Gianni dice loro di no. Dopo pochi minuti arriva il triplice fischio di chiusura e la gioia dei giocatori e dei tifosi rossoblu esplode. Mario Gianni è riuscito finalmente a battere “Errichino” Colombari, suo compagno di squadra al Pisa e pisano come lui e il Bologna ha conquistato il suo secondo scudetto.

I ragazzi di Felsner, al loro rientro in città, vengono accolti come dei veri e propri eroi e la società, per premiarli di questa impresa storica, organizza una tournee in Sudamerica, dove i rossoblu incontreranno le più importanti squadre e rappresentative di Argentina, Brasile e Uruguay, ma soprattutto potranno godersi una crociera di lusso a bordo del Conte Rosso, dove si fa la bella villa ed ogni tanto ci si allena. Durante la tournee a mettersi particolarmente in mostra sono Costantino e Mario Gianni che, autore di vere e proprie prodezze, viene soprannominato dai tifosi cariocas “gatto magico”, per il suo istinto felino e le sue parate al limite dell’impossibile. Il Bologna si toglie anche lo sfizio di battere per 1 a 0 l’Uruguay, per 3 a 1 la Rappresentativa Paulista e per 2 a 1 la Rappresentativa Argentina del Sud. Ora i rossoblu sono noti in tutto il mondo, ormai il Bologna è diventato la squadra che tremare il mondo fa! E Mario Gianni ha guadagnato il soprannome che lo accompagnerà per il resto dei suoi giorni.

Senio Calvetti

…continua…

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