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Contropiede – Il Pisa Alla Guerra dei Nervi

Contropiede

IL PISA ALLA GUERRA DEI NERVI

Il Pisa è lì’, tieni sotto tiro la capolista Ascoli, sulla carta ha molto tempo e tante occasioni per raggiungerlo e superarlo in classifica, a cominciare dallo scontro diretto che si giocherà all’Arena Garibaldi. Però la corsa sull’Ascoli sta assumendo i contorti di una lunga guerra di nervi, che negli ultimi tempi si è giocata anche fuori del campo. Entrambe le società si sono buttate sui gioielli del Pontedera, il Pisa su Arrighini I(che nel frattempo era andato all’Avellino) e i marchigiani su Grassi, che è uno dei migliori calciatori della Lega Pro. Un braccio di ferro che potrebbe divenire estenuante.

In questa situazione vincerà chi manterrà i nervi a posto. e da questo punto di vista, bisogna riconoscerlo, il Pisa ha il compito più difficile. La squadra fu accreditata, in estate, come l’ammazza-campionato.e si trascina dietro questa ingombrante etichetta. La prima parte del campionato ha detto qualcosa di leggermente diverso. La squadra era stata un po’ sopravvalutata perché un lotto di giocatori di buona fama non sempre fanno una compagine
vincente. L’asse Iori-Morrone è la croce e la delizia del Pisa, due centrocampisti di notevole spessore tecnico che però non rappresentano il massimo della vigorìa fisica ed atletica, come converrebbe in terza serie.

A dicembre la società si è trovata a gestire le dimissioni di Vitale, l’uomo che la squadra l’aveva pensata e disegnata a sua somiglianza: grandi giocatori per puntare dritto alla vittoria, il primo posto come una scommessa. Una sfida che è caduta interamente sulle spalle di Braglia. Il tecnico, sia in estate che alla riapertura delle liste di gennaio, ha chiesto giocatori che però non ha avuto. Ne ha avuti altri, di valore, ma non i suoi. Ed è risaputo che Braglia è uno di quegli allenatori che produce il meglio attraverso un vero e proprio
patto d’onore con i suoi calciatori.

In queste settimane un pensiero estremo ha attraversato la testa di qualcuno, quello di un ribaltone che avrebbe dovuto cambiare letteralmente i connotati del Pisa. Forse, dietro questo avventuroso progetto, c’è anche l’interesse privato di qualche procuratore che guadagna in virtù e in proporzione degli affari che conclude.Ma le
squadre si fanno a luglio e a gennaio, al massimo, si possono completare con pochi ritocchi Tomei, che è uomo di calcio e non di ufficio, è rifuggito finora da questa tentazione, ha concentrato le energie sulla cessione dei calciatori che non sarebbero stati utilizzati e ne ha preso qualcun altro in modo molto mirato. Che abbia
centrato tutti gli obbiettivi è ancora da dimostrare, ma si è mosso su un terreno realistico.

Il futuro del Pisa è nelle mani di Braglia e nella sua capacità di isolare la squadra dallo strisciante malessere che aleggia intorno alla squadra. Questo continuo “elastico” con la vetta della classifica, l’emergere di altre pretendenti alla vittoria finale (il Teramo, l’Aquila, la Reggiana) è indubbiamente un fattore di stress. L’allenatore predica fiducia e calma, parla del mese di marzo come della svolta decisiva, ma anche lui sa che forse non avrà tutto questo tempo per far emergere il valore del Pisa. Siamo nella condizioni, assai deprecabile, nella quale un qualsiasi rovescio potrebbe far saltare il tavolino e aprire una crisi tecnica ancor più devastante delle dimissioni di Vitale. D’altra parte la guerra di nervi di cui abbiamo già detto genera quelle ansie classiche che sono il vuoto tra il modo in cui le cose sono e il modo in cui si pensa dovrebbero essere. La cosa più auspicabile è la rimozione di quella etichetta da primi della classe che sta divenendo un vero fardello psicologico, qualcosa da dimostrare ora e subito. Ce se ne rende conto benissimo guardando le partite all’Arena, mischiati trai tifosi della tribuna: sembra di essere in una folla di Charlie Brown quando, in una sorta di autoanalisi, confessa che “anche le mie ansie hanno l’ansia”.

GIULIANO FONTANI

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One Comment

  1. andrea elbano

    27/01/2015 at 18:25

    Può anche darsi che in tribuna si respiri con molta ansia durante le partite del Pisa, oltretutto sarebbe comprensibile da parte del Presidente Battini& Famiglia visto il gravoso impegno economico profuso per vincere questo benedetto campionato di lega Pro,ma qualche errore nel formare la rosa è venuto a galla e prontamente( per la prima volta)lo staff tecnico ha provveduto a ingaggiare dei validi giocatori. Non conosco le richieste di Braglia in merito o a quali giocatori volesse arrivare, ma credo che quelli che gli hanno messo a disposizione siano il meglio di tutta la lega Pro e che quindi non condivido le perplessità di Giuliano Fontani nel suo articolo “la guerra dei nervi”…Piuttosto Braglia deve insistere sul miglior modulo da adattare alla rosa e non inventarsi nuovi ruoli cervellotici che ci penalizzano…deve “rischiare” sempre di vincere le partite specialmente quelle in casa perché ne ha i mezzi, non deve portarsi dietro le paure o le ansie della tribuna e di tutto lo stadio…solo lui può trasmettere questo nuovo “credo” alla squadra e scacciare tutti gli spettri( o meglio…le “seghe mentali”) che aleggiano nel clan neroazzurro…vedrete che il cielo tornerà sereno dopo qualche vittoria e i giocatori torneranno a credere in loro stessi e nella possibilità di vincere il campionato perché sono i più forti e non solo a parole….

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