Il Pisa Siamo Noi

Contropiede – di Giuliano Fontani

Contropiede

LE PICCOLE PARTITE DEI TIFOSI DEL PISA

In uno slancio di franchezza, nel dopo partita di Ferrara, Piero Braglia si è lasciato andare a uno sfogo comprensibile. E’ infatti tornato sull’ondata critica che ha sommerso lui e la squadra dopo la sconfitta all’Arena ad opera della Carrarese e ha osservato: “Questo è un aspetto di Pisa che non conoscevo…”. Si è visto che fatto uno sforzo per fermarsi a questa affermazione. Alcuni hanno commentato con il solito astio: una vittoria e ha rialzato le orecchie.

Ora, sinceramente, non si capisce perché bisognerebbe gioire di un Braglia ad orecchie abbassate…La premessa è indispensabile per approfondire il discorso che il tecnico ha appena accennato. Ebbene, caro Braglia, lei ha ragione ma non deve meravigliarsi. La “piazza” pisana ne ha viste tante e di tutti i colori per rispondere sempre con razionalità. E poi certe frange irragionevoli e piccose fanno parte di noi. Le conosciamo, anche se si mischiano bene nel panorama di una tifoseria che della conflittualità interna fa un motivo di discussione
e qualche volta di autentico scontro. Ne vogliamo parlare?

Abbiamo un Centro di coordinamento dei clubs che non coordina assolutamente nessuno per colpe sue o per motivi che riguardano i clubs che dovrebbe associare, abbiamo un Club, molto battagliero e partecipativo, che si autodefinisce Autonomo e nel nome c’è l’essenza del suo modo di porsi. Ce ne è un altro, che si chiama Radioscalino perché è nato più di 50 anni fa sui gradoni dell’Arena Garibaldi e che il Pisa (si, proprio il Pisa) ha sfrattato dal suo luogo di origine formalmente perché lo stadio resta chiuso. A tutti. Poi ci sono i
gruppi che si ritrovano nella Curva Nord, genuini e fedeli fino a seguire la squadra anche in trasferte lontanissime pur sapendo di non poter varcare i cancelli degli stadi per la mancanza della tessera del
tifoso.

Questa piccola mappa, appena abbozzata, della tifoseria organizzata pisana non rende tuttavia completezza del quadro. All’interno degli stessi movimenti ci sono opinioni diverse e fin qui niente di male. Solo che il diverso modo di approcciarsi al tema, le visioni più ottimistiche o più pessimistiche, accompagnate da una visione polemica senza risparmio, finisce nel formare dei veri e propri partiti. Dunque ci sono i bragliani, i vitaliani e i battiniani. e se ci fosse qualche altro esponente, qualcuno indosserebbe sicuramente la sua casacca. Ci cadono in tanti in questo giochetto da piccola faida di paese L’ultimo – ma solo l’ultimo in ordine di tempo e di importanza – un azzeccagarbugli della Valdera per essere il procuratore di mezzi giocatori, che dopo la partita di venerdì a Ferrara si è lasciato andare a uno sconclusionato attacco al presidente Battini. Non ha capito che per captare la benevolenza di Braglia e Vitale non eranecessario invitare il presidente Battini a stare un po’ calmo.

Braglia, più coloritamente, avrebbe detto di non rompere le palle. Ma lui è un finisseur.. e questa ce l’ha risparmiata. Probabilmente basterà una battuta d’arresto (facciamo pure gli scongiuri) per scatenare analoghe reazioni contro Braglia o Vitale, come del resto è già avvenuto nel recente passato.

Nella Toscana dei mille campanili, dei guelfi e dei ghibellini e poi dei guelfi bianchi e quelli neri, c’è meravigliarsi? Un po’ si, perché al naturale spirito critico spesso si aggiungere una dose di protagonismo che non dovrebbe mai contagiare chi del calcio è solo spettatore. E’ colpa di molti se certi estremismi sono divenuti non dico la norma, ma un modo di contrapporsi quasi accettato. Colpa, in gran parte dei media, ma responsabilità anche di qualche protagonista vero, che si cala volentieri nei panni dell’idolo e del salvatore
della patria. Resta il fatto che Braglia ha ragione di lamentarsene, un po’ meno di stupirsene.

GIULIANO FONTANI

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One Comment

  1. Carlo

    03/12/2014 at 10:26

    incomprensibile che il centro di coordinamento se ne stia in tribuna e tutti gli altri in gradinata. qualcuno sa dirmi il perché?

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