Il Pisa Siamo Noi

Pisa…in Rosa: La Carovana e il Suo Condottiero

Pisa in Rosa

Dobbiamo essere sinceri e ammetterlo: Dino Pagliari è il vero vincitore di questa squadra che ritorna prima in classifica. Questo Pisa è plasmato a sua immagine e somiglianza e lo si vede nei momenti di maggior pressione, quando cioè le situazioni richiedono di tirare fuori il carattere e la grinta. Difatti prima a Perugia e poi nella gara casalinga contro la Paganese, alcune assenze importanti, si pensi a Pugliesi in porta oppure all’esterno Martella che ad oggi pareva imprescindibile alla causa nerazzurra, sono state opportunamente compensate dall’ingresso in campo di altri protagonisti che hanno saputo sfruttare l’occasione per rendersi utili e dimostrare così di essere pronti per giocare in categoria. Provedel e Bollino sono emblematici in questo senso perché non appena si è creata la giusta possibilità non si sono tirati indietro, ma anzi hanno con maturità e professionalità dimostrato di aver fame di mettersi in gioco e soprattutto di possedere una buona personalità. Stessa cosa per il giovane Forte che ritorna sotto la Torre dopo l’esperienza milanese nelle giovanili dell’Inter e si guadagna, con tanto impegno e dedizione negli allenamenti, la maglia da titolare, con esordio dal primo minuto proprio sotto gli occhi del pubblico amico al quale regala un goal fantastico nato da un tiro al volo perfetto. E che lo spirito di Pagliari sia entrato nella mentalità del gruppo si intuisce non solo dal fatto che tutti ci tengono a dare il massimo per contribuire alla buona riuscita di questo viaggio, ma soprattutto perché la carovana è compatta. Il termine “carovana” che usa abilmente e non a caso Mister Pagliari, è termine appropriatissimo quando si cerca di far trapelare all’esterno quello che ci sta alla base della sua filosofia di allenatore soprattutto quando hai a che fare con allievi molto giovani mescolati a giocatori ormai esperti. Difatti il significato preciso del termine scelto dal Mister evoca il senso di unione e se poi abbinato al concetto di “mutuo soccorso”, che spesso viene ribadito al momento dell’analisi post partita, ecco che ne esce un quadro completo di quello che sta dietro a questo gruppo: la volontà di creare un’organizzazione ossia un “insieme di persone e di mezzi che viaggiano uniti per motivi di sicurezza”. Questo spiegherebbe il perché qualsiasi sia l’interprete chiamato a recitare il suo ruolo in campo e qualsiasi sia la posizione che viene assegnata, i risultati sono apprezzabili in quanto il gioco è collettivo, e lo spirito di base è di vicendevole aiuto nei momenti di difficoltà, così come vicendevole è la gioia nel far festa quando un compagno ottiene un risultato apprezzabile per il gruppo. E su questa stessa lunghezza d’onda va letto anche l’abbraccio tra l’esperto Arma e il giovanissimo Forte al momento della sua sostituzione sul finale di gara, un saluto d’affetto carico di significato e anche di insegnamento per chi vuole leggere dai gesti l’affiatamento che ci deve essere in un gruppo coeso. Il concetto di carovana è un immagine suggestiva ricca di riferimenti cinematografici ad esempio se si pensa alle carovane nei film western dove pionieri avventurosi cercano la strada del successo e dell’oro, ma anche di riferimenti tradizionali se con tale termine evochiamo l’idea di popoli nomadi che senza patria vagano nel mondo alla ricerca di una efficace forma di sfruttamento delle risorse rinsaldando le proprie origini e tradizioni. Ma in una città ricca di storia come Pisa, impossibile non associare il termine al famoso Palazzo della Carovana, ai più noto come Palazzo dei Cavalieri, un tempo quartier generale dell’ordine dei Cavalieri di Santo Stefano e oggi invece sede della cultura e del sapere ospitando la Scuola Normale. Il Vasari lo ristrutturò a partire dal 1562 su richiesta del Granduca Cosimo I dei Medici e il nome deriva proprio dal fatto che fu sede del collegio che educava i Cavalieri dell’Ordine di Santo Stefano, istituzione militare e monastica fondata qualche anno prima dal Granduca stesso, per raccogliere la gloriosa eredità marinara dell’antica Repubblica Pisana e combattere le scorrerie di Turchi e infedeli sul Mediterraneo. Forse l’accostamento del termine utilizzato da Mister Pagliari ai tempi di massimo prestigio per la nostra città in epoca risorgimentale è azzardato, ma di sicuro mai termine fu più azzeccato per indicare un cammino periglioso ma ricco di buone intenzioni.

Buon viaggio!

Aurora Maltinti

Condividi questo articolo:
Facebook Twitter Email

Leave a Reply

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>