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L’Analisi Di Pisa Reggina

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Quarta sconfitta in cinque partite di campionato per un Pisa fragile e spaesato che stasera guarda la classifica e si ritrova mestamente solitario all’ultimo posto con un misero punticino nel carniere ; non riescono ad invertire il trend negativo di questo traumatico avvio di stagione i neroazzurri, ancora una volta puniti alla prima disattenzione da una Reggina tutt’altro che trascendentale, ancora una volta incapace di partorire una reazione degna di questo nome. Urgono riflessioni importanti in via Cesare Battisti, perché la serie B non è certo un torneo famoso per aspettare chi rimane troppo attardato per strada …

PRIMO TEMPO. Il Pisa perde in mattinata Gliozzi per un attacco febbrile e così mister Maran vara il tridente leggero composto da Morutan e Matteo Tramoni alle spalle di Sibilli, mentre in mezzo al campo c’è Marin al posto di Nagy in cabina di regia ed in difesa al fianco di Barba viene confermato Rus ; tutto come ci si aspettava alla vigilia in casa Reggina, con Menez ad illuminare la fase offensiva degli amaranto e con il pisano Camporese che sostituisce lo squalificato Cionek al centro della difesa. Partita sin dalle prime battute assai equilibrata, ricca di un buon agonismo ma povera di contenuti tecnici come dimostrano i molti errori di misura in fase di appoggio che inaridiscono la manovra offensiva delle due squadre.

Sono comunque gli ospiti a sembrare maggiormente determinati al cospetto di un avversario evidentemente impaurito ed incapace di pungere dalle parti di un inoperoso Colombi : prima è il giovane Fabbian a raccogliere di testa il bel cross dalla destra di Majer ma la sua deviazione aerea è troppo centrale per far male a Nicolas, quindi è Canotto a sfruttare al meglio il geniale tracciante di Menez dal cerchio di centrocampo e la marcatura assai distratta di Beruatto per presentarsi tutto solo davanti al portiere brasiliano e freddarlo con una precisa rasoiata all’angolino.

Reggina in vantaggio con il minimo sforzo, Pisa incapace di reagire e con nessun calciatore in maglia neroazzurra che si prende una qualche responsabilità : sintomatica a tale proposito la potenziale occasione che chiude i primi quarantacinque minuti di gioco, con Sibilli e Tramoni che vedono la porta amaranto ma che anziché provare la battuta a rete si perdono in una serie di inutili passaggi che permettono alla difesa ospite di allontanare la minaccia.

SECONDO TEMPO. Si riparte con Masucci in campo al posto di Rus, con Calabresi che scala al centro della difesa e con Marin sacrificato nel ruolo di terzino destro, e con conseguente passaggio al 4-2-3-1 ; Masucci che troverebbe dopo appena trenta secondi la via del goal – e che goal, un destro a giro che non lascia scampo a Colombi – ma il signor Serra viene richiamato dal VAR ed annulla tutto per un fantomatico fallo dello stesso Masucci ai danni di Camporese ad inizio azione. Poteva essere l’episodio utile ad accendere definitivamente la luce in casa neroazzurra, invece permane il buio e permarrà fino al fischio finale del direttore di gara.

Sì, perché neanche gli ingressi in campo di Jureskin, Cissé (al posto di uno sfortunatissimo Masucci vittima di un problema muscolare), Mastinu e Lisandru Tramoni riescono a cambiare le carte in tavola : Colombi deve impegnarsi soltanto su un destro estemporaneo di Matteo Tramoni e su un colpo di testa di Ionita ben imbeccato da Mastinu, due interventi comunque non certo miracolosi. Dall’altra parte invece il VAR toglie un rigore alla Reggina per la posizione di fuorigioco del neo entrato Cicerelli che era stato abbattuto in area di rigore neroazzurra da un fin troppo irruento Lisandru Tramoni.

Finisce con i fischi dell’Arena Garibaldi all’indirizzo di una squadra che sembra essere rimasta inchiodata a quel maledetto 29 maggio, nonostante i profondi cambiamenti decisi dalla proprietà nel corso dell’estate : quella sera malgrado la sconfitta i colori neroazzurri sembravano sgargianti agli occhi gonfi di lacrime di un popolo che aveva accarezzato fin troppo da vicino un sogno meraviglioso, oggi dopo un avvio di stagione da incubo quelli stessi colori appaiono tristemente sbiaditi.

POLLICE SU – Gaetano Masucci

Lo vedi entrare ad inizio ripresa, neanche il tempo di calpestare l’erba dell’Arena Garibaldi e lo ammiri disegnare uno splendido arcobaleno che lascia di sale Colombi e rimette in equilibrio quella che doveva essere la partita della svolta. E pensi che Dio esiste, perché se riscossa deve essere è giusto che passi dai piedi di colui che più di ogni altro ha i colori neroazzurri impressi a fuoco sulla pelle. Ma il demonio sottoforma di sordido mezzo tecnologico ci vuol mettere il solito beffardo zampino e cotanta bellezza è vanificata da un veniale incrocio di gambe con Camporese che cade a terra come se fosse stato colpito da un treno in corsa e induce così il VAR a cadere nella solita tentazione di mettere i bastoni fra le ruote al malcapitato Pisa. Ecco così che il sogno di vedere l’inerzia del match contro la Reggina – e forse dell’intera stagione, chissà … – cambiare di colpo svanisce ancor prima di prendere forma ; sogno che si trasforma addirittura in incubo quando lo stesso Masucci è costretto ad alzare bandiera bianca per un problema muscolare accusato da un fisico segnato da mille battaglie. Perché se lo spirito di Gaetano è quello di Peter Pan, beh, purtroppo devi rassegnarti all’idea che il fisico di Gaetano non riesce ad andare di pari passo con quelli che sono i suoi – ed i tuoi – desiderata. Non ti resta altro da fare che guardare il cronometro e constatare il fatto che Masucci è rimasto in campo per venti minuti, che gli sono bastati per fare molto di più di quello che hanno fatto tutti i suoi compagni messi insieme per l’intera durata della partita. Ed è al totem Masucci che il vostro umile scribacchino si aggrappa questa sera, perché che sia in campo o che sia in panchina il suo esempio ed il suo amore per i colori neroazzurri devono poter ricordare a tutti cosa significa avere la fortuna di tirare calci ad un pallone all’ombra della Torre Pendente.

POLLICE GIU’ – Matteo Tramoni

Prima da titolare per il talento scuola Cagliari che si dà effettivamente tanto da fare ma che alla fine della fiera combina ben poco dalle parti di Colombi, ad eccezione di un destro a giro dalla media distanza nella ripresa che impegna l’estremo difensore ospite in un intervento ai limiti dell’ordinario. Della sua partita desta perplessità la gestione di un paio di ripartenze, dove avrebbe avuto tutto lo spazio per concludere a rete e dove invece si attarda in dribbling controproducenti o in passaggi fuori luogo che vanificano occasioni da rete potenzialmente ghiotte ; e siccome si parla di un ragazzo che lo scorso anno a Brescia aveva il goal nelle proprie corde, questo modus operandi potrebbe essere quantomai indicativo del momento di difficoltà che sta attraversando la squadra neroazzurra.

H2o

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One Comment

  1. Luca

    11/09/2022 at 11:09

    Beruatto il peggiore in campo, per distacco. Irriconoscibile.

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