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L’Analisi Di Sudtirol Pisa

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Non è certo da ricordare per i tifosi neroazzurri il primo storico incrocio fra Pisa e Sudtirol : i neroazzurri cadono inopinatamente in quel di Bolzano al cospetto di una squadra poco più che generosa ma già rivitalizzata dalla cura Bisoli, capace grazie a due penalty di ribaltare l’iniziale vantaggio della squadra ospite e di festeggiare così i primi punti conquistati in cadetteria in poco più di cinquant’anni di storia ; per capitan Marin e compagni invece c’è un mesto ritorno a casa farcito da mille dubbi e da mille domande oltre che un ultimo posto in classifica – in coabitazione con il Perugia – che di certo stride con le aspettative della piazza e con gli obbiettivi dichiarati in tempi non sospetti dalla proprietà.

PRIMO TEMPO. In casa Pisa c’è l’ultimo arrivato Barba al fianco di Rus al centro della difesa, con Hermannsson che trasloca sulla fascia destra al posto degli assenti Calabresi (squalifica) ed Esteves (infortunio), mentre in attacco tocca a Cissé fare il riferimento offensivo con Sibilli e Morutan che agiscono alle sue spalle ; mister Bisoli si affida invece ad un 4-4-2 lineare con l’ex Berra nell’inedita posizione di difensore centrale e con Rover e Davi a spingere sulle corsie laterali, mentre in attacco Mazzocchi agisce al fianco di Odogwu che sostituisce il grande ex Marconi fermato da un problema fisico accusato durante le fasi di riscaldamento. Ritmi non certo indiavolati e grande equilibrio la fanno da padrone nei primi minuti di gioco, spettacolo non certo memorabile per il pubblico presente al “Druso”.

Sono i neroazzurri a fare la partita, i padroni di casa aspettano l’avversario per poi ripartire in velocità come in occasione del cross dalla sinistra di Davi che innesca dalla parte opposta Rover il cui destro viene respinto non senza difficoltà da Nicolas ; Nicolas che poi ringrazia la posizione di fuorigioco di Odogwu che vanifica il tocco sottomisura di Zaro che era riuscito a risolvere nella maniera migliore una mischia furiosa in area di rigore ospite. Dall’altra parte invece è decisivo lo strappo per vie centrali di Nagy che arrivato ai venti metri si inventa un cross pennellato alla perfezione per la testa di Ionita che sovrasta Berra e non lascia scampo a Poluzzi con la sua perentoria incornata.

Il Sudtirol sembra accusare il colpo ma il solito errore di lettura della linea difensiva neroazzurra su un filtrante non irresistibile di Rover mette Odogwu nelle condizioni migliori per scappare via verso Nicolas con Rus che è troppo risoluto nell’intervento e che commette un fallo da rigore tanto evidente quanto ingenuo visto che il numero 90 in maglia biancorossa era ormai spalle alla porta ; dal dischetto va Rover che fulmina Nicolas con un destro tanto potente quanto preciso. Pisa nemmeno fortunato : prima dell’intervallo c’è giusto il tempo di ammirare il perfetto destro a giro di Marin dalla media distanza che supera Poluzzi ma che trova un clamoroso incrocio dei pali.

SECONDO TEMPO. Mister Maran getta subito nella mischia Gliozzi al posto di un impalpabile Cissé ma i neroazzurri sembrano entrare in campo con davvero poca convinzione, tanto che la contesa si trascina stancamente per una ventina di minuti visto che i padroni di casa si limitano a rintuzzare le poche e neanche troppo convinte trame offensive degli avversari. Ma è un altro svarione difensivo che condanna il Pisa : su un pallone assolutamente innocuo Morutan fa un errore di valutazione da matita blu e tocca il neo entrato Crociata che ormai aveva perso il controllo della sfera, con il VAR che riesce a cogliere un episodio che il signor Pezzuto non aveva ravvisato in presa diretta ; secondo calcio di rigore in favore del Sudtirol e seconda fucilata di Rover che manda in Paradiso la compagine altoatesina.

Tempo per rimediare ce ne sarebbe pure a sufficienza, il problema è che è il Pisa a non essere praticamente sceso in campo nella ripresa e neppure gli ingressi di Matteo Tramoni, Masucci, Touré e De Vitis (con il relativo passaggio ad un ultra offensivo 4-2-3-1) riescono a rianimare una squadra che appare sfiduciata e prigioniera dei propri dubbi e delle proprie paure e che lascia l’intera posta in palio ad un avversario che ha davvero prodotto il minimo sforzo per ottenere il bottino pieno. Ma tant’è, ed adesso il match di sabato prossimo contro la capolista Reggina assume davvero i contorni della partita da vincere a tutti i costi, pena entrare in un loop di negatività dal quale poi sarebbe incredibilmente complicato uscire.

POLLICE SU – Artur Ionita

Primo goal in maglia neroazzurra per l’ex Benevento che con un inserimento in area di rigore altoatesina degno del più consumato degli attaccanti e con un colpo di testa da centravanti vero sfrutta nel migliore dei modi il perfetto suggerimento di Nagy : neanche il tentativo di opposizione di Berra ed il tuffo disperato di Poluzzi riescono a vanificare la bella giocata del centrocampista moldavo che sin dalle prime battute di gioco appare uno dei più ispirati nelle fila della compagine ospite. Oltre al goal mette a referto una prestazione importante sulla linea mediana, condita da un ottimo dinamismo e da una fisicità spesso impossibile da contrastare per Pompetti e Belardinelli ; peccato che nel secondo tempo si trovi a dover predicare nel deserto, ed anche il suo rendimento cala vistosamente con il trascorrere dei minuti.

POLLICE GIU’ – Adrian Rus

Dopo il buon esordio in maglia neroazzurra messo a referto domenica scorsa nel match contro il Genoa il difensore rumeno non riesce a ripetersi in quel di Bolzano, anzi, incappa in una giornata storta della quale beneficia Odogwu che praticamente da solo riesce a reggere sulle proprie spalle tutto il peso dell’attacco dei padroni di casa. Soffre terribilmente la fisicità dell’attaccante del Sudtirol e spesso deve ricorrere alle maniere forti, come in occasione del primo calcio di rigore assegnato ai padroni di casa quando decide di strattonare vistosamente il numero 90 in maglia biancorossa ed invece sarebbe stato sufficiente temporeggiare ed accompagnare lontano dalla porta difesa da Nicolas un giocatore che era già spalle alla porta ; alla fine della fiera è l’errore che dà fiducia ad una squadra che in quel momento sembrava invece sull’orlo di una crisi di nervi, e quindi è un errore che pesa come un macigno nell’economia della contesa. Un po’ come quello commesso da Morutan nella ripresa, ma per lo meno il fantasista rumeno ha il merito di aver provato fino alla fine a combinare qualcosa dalle parti di Poluzzi …

H2o

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