Il Pisa Siamo Noi

L’Analisi Di Brescia Pisa

FotoGrid_20230509_205743891

TifoPisa_Logo

Finisce in parità il match del “Rigamonti” fra Brescia e Pisa, un pareggio che lascia incredibilmente vivo il sogno play off dei neroazzurri grazie ad una serie di risultati che consentono a capitan Caracciolo e compagni di continuare a sperare di raggiungere sul filo di lana gli spareggi promozione a patto ovviamente di superare la già retrocessa SPAL nell’ultimo atto della stagione regolare per poi aspettare buone nuove dagli altri campi. Non certo la miglior situazione possibile, ma un qualcosa da non disdegnare affatto dopo le difficoltà incontrate in questi ultimi mesi da una squadra che in terra lombarda ha saputo almeno fermare l’emorragia di sconfitte consecutive e conquistare un punto che significa speranza.

PRIMO TEMPO. Nel Pisa tocca ancora una volta ad Hermannsson interpretare il ruolo di terzino destro mentre a centrocampo c’è Zuelli e non Nagy a dettare i tempi della manovra, in avanti tocca ai due grandi ex Tramoni e Torregrossa supportare Gliozzi ; praticamente tutto confermato in casa Brescia rispetto a quelle che erano le indicazioni della vigilia, con Adryan che vince il ballottaggio con Ndoj e va ad affiancare sulla trequarti Rodriguez alle spalle dell’unica punta Ayé. Partono meglio i neroazzurri : Gliozzi scappa via a Cistana e da posizione defilata spara il destro ad incrociare che Andrenacci respinge con il piede ; l’estremo difensore di casa è poi provvidenziale quando vola a respingere la sassata mancina di Mastinu che aveva calciato davvero bene una punizione dai sedici metri in favore della compagine ospite.

Man mano che passano i minuti la gara si fa sempre più equilibrata, vissuta prevalentemente nella zona mediana del campo ; il Brescia ci prova ma sembra bloccato dalla paura, il Pisa vuole pungere in contropiede ma la misura delle giocate non è quasi mai quella giusta, e quando qualcuno trova il guizzo giusto – vedi Tramoni – le polveri dalle parti di Andrenacci sono inesorabilmente bagnate. Padroni di casa pericolosi con due conclusioni dai venti metri del play Labojko – la prima finisce fuori per una questione di centimetri, la seconda chiama Nicolas al non facile intervento per alzare la sfera sopra la traversa – mentre gli ospiti rispondono con un colpo di testa di Gliozzi su corner disegnato alla perfezione da Mastinu che Mangraviti intercetta sulla linea di porta.

Prima dell’intervallo c’è giusto il tempo per il cross di Huard dalla corsia sinistra che pesca Bisoli a pochi passi da Nicolas, ma il colpo di testa del capitano delle Rondinelle termina alto sopra la traversa della porta neroazzurra. E’ l’ultima emozione di un primo tempo tutto sommato equilibrato, caratterizzato da un inizio di marca neroazzurra e da una seconda parte ad appannaggio dei padroni di casa.

SECONDO TEMPO. La ripresa si apre come si erano chiuse le ostilità nella prima frazione di gioco : Brescia in spinta e Pisa che sembra aver smarrito le certezze di inizio gara. Ed alla prima vera occasione utile le Rondinelle passano : Nicolas pasticcia con un rinvio affrettato che mette in grande difficoltà Mastinu, pallone che Labojko riconquista ed allarga sulla corsia mancina per Bjorkengren il cui cross è un cioccolatino per l’accorrente Bisoli la cui conclusione di prima intenzione non particolarmente potente ma incredibilmente precisa non lascia scampo al portiere brasiliano.

Stavolta però il Pisa non si squaglia alla prima vera difficoltà e reagisce con rabbia : Tramoni approfitta di una distrazione clamorosa di Cistana e penetra in area di rigore lombarda per poi scaricare il pallone per Gliozzi che incredibilmente spara alto da posizione invidiabile, una sorta di calcio di rigore in movimento che l’ex attaccante del Como fallisce clamorosamente. Sembra la pietra tombale sulle speranze dei neroazzurri, con mister D’Angelo che prova a rimescolare le carte gettando nella mischia prima Masucci e Sibilli, poi Morutan e Gargiulo ; ma i risultati almeno inizialmente non sembrano essere apprezzabili.

Ma quando tutto sembra ormai perduto il Pisa si aggrappa al suo totem : dalla destra Morutan lavora un bel pallone, manda al bar Huard e mette in the box un cross con il contagiri che il solito Masucci trasforma in goal con un colpo di testa di rara potenza e precisione che supera un Andrenacci vanamente proteso in tuffo. E’ l’episodio che fa impazzire il finale di gara, con i neroazzurri che provano addirittura a vincere – la ripartenza di Sibilli è di quelle pericolose ma la conclusione a rete del calciatore napoletano trova il piede di Mangraviti che salva la porta bresciana – e con i padroni di casa che non riescono a capitalizzare al meglio un paio di accelerazioni potenzialmente pericolose del neo entrato Bianchi.

Finisce quindi con un pareggio che non risolve i problemi delle due squadre : Brescia costretto ad andare a fare risultato a Palermo per guardarsi dal ritorno di un Perugia che ospita il già retrocesso Benevento e che in caso di aggancio alle Rondinelle condannerebbe la compagine lombarda ad una dolorosa retrocessione in serie C, Pisa costretto a vincere contro la SPAL ed a sperare in una combinazione di risultati favorevoli ai colori neroazzurri. Non proprio il massimo della vita, ma essere usciti dal “Rigamonti” ancora in vita – sportivamente parlando, ovviamente – è già di per sé una notizia positiva dopo due mesi dove di notizie positive se ne sono contate davvero poche.

POLLICE SU – Gaetano Masucci

Ancora una volta mi ritrovo a scrivere di Gaetano Masucci. Sono ormai sette anni che scrivo di Gaetano Masucci. Un piccolo grande uomo che ha attraversato gli ultimi sette anni della storia del calcio pisano come una lama accecante. Mi accorgo che ogni momento di questi sette anni neroazzurri meritevole di essere ricordato ha come protagonista Gaetano Masucci. E dopo sette anni le parole, gli aggettivi, i vocaboli, beh, iniziano pericolosamente a scarseggiare. “Non starò più a cercare parole che non trovo per dirti cose vecchie con il vestito nuovo”. Forse questi versi immortali del maestro Francesco Guccini sono le parole che in questo momento descrivono al meglio il mio sentimento quando penso a Gaetano Masucci. Forse invece dovrei gettare l’ingombrante maschera dell’addetto ai lavori più o meno meritevole e far parlare Gabriele Bianchi. Scevro nella circostanza da ingombranti infrastrutture e da limitanti deontologie professionali. Che sin da subito ha provato un’empatia particolare per Gaetano Masucci. Probabilmente perché con Gaetano Masucci sente di avere diverse cose in comune. Lo schivare le luci della ribalta. Lo schernirsi davanti alle lodi ed ai complimenti. Il mandare avanti gli altri a prendersi gli onori e gli encomi. Il lavorare a testa bassa. Il provare a lasciare un segno ma senza per forza dover essere al centro dell’attenzione. Il mettersi a disposizione per il bene comune. Il voler dare sempre il meglio di sé stesso. Gaetano Masucci con il pallone fra i piedi. Il sottoscritto con la penna in mano. Ecco perché di tutti i calciatori transitati in questi anni all’ombra della Torre Pendente Gaetano Masucci è stato l’unico con il quale sono riuscito a costruire un rapporto che è riuscito ad andare oltre al “cinque” dato per circostanza dopo la partita. Campionato dopo campionato, pezzo dopo pezzo, ho sempre provato a fargli capire quanto fosse importante per me provare a romanzare le gesta di colui che in campo riusciva ad essere tutto quello che avrei voluto essere io se mai nella vita avessi potuto indossare la maglia neroazzurra. Una sorta di simbiosi sui generis, vissuta su due piani paralleli destinati a non incontrarsi mai. O forse sì. Fatto sta che qualche settimana fa, nel momento peggiore della stagione del Pisa, mi ritrovo a San Piero con Massimo Corsini ad intervistare proprio Gaetano Masucci per conto di Punto Radio. La solita chiacchierata che vorresti non finisse mai. Alla fine della quale l’amico Riccardo Silvestri scatta una foto a noi tre, Massimo ed io abbracciati a Gaetano Masucci. Quasi aggrappati, proprio come il Pisa tutto che in questi ultimi mesi è aggrappato al suo piccolo grande totem. Ed è una foto talmente bella che decido di ingrandirla, ma manca qualcosa per renderla per certi versi immortale. “Gaetano, senti, avrei da chiederti una cortesia, se è possibile ovviamente …”. Ma con Gaetano Masucci è perfino superfluo chiedere. Ed alla fine di Brescia – Pisa lo vedi arrivare in mix zone con la maglia in mano. La stessa maglia con la quale pochi minuti prima ha segnato l’ennesimo goal capolavoro della sua incredibile carriera. E solo adesso, mentre sto scrivendo queste righe con davanti agli occhi la maglia di Gaetano Masucci, riesco a mettere insieme i pezzi. Il cartellino giallo del signor Aureliano, la diffida pendente, la partita contro la SPAL da vivere dalla Tribuna, le parole colme di affetto di Antonio Caracciolo, l’investitura di mister D’Angelo, la carta di identità che non fa sconti neanche agli eroi. Solo adesso, alle due di notte, realizzo che davanti ai miei occhi potrei avere l’ultima maglia che Gaetano Masucci ha indossato nel corso della sua carriera in neroazzurro. Solo adesso capisco la portata immane del regalo che Gaetano Masucci ha voluto farmi. Solo adesso ho la certezza che venerdi prossimo il Pisa batterà la SPAL e conquisterà i play off. Perché Gaetano Masucci si merita almeno un’altra partita da giocare. E perché soprattutto Gabriele Bianchi non si merita di custodire un cimelio così importante.

POLLICE GIU’ – Matteo Tramoni

Uno degli ex più attesi, uno che a Brescia la scorsa stagione aveva fatto vedere cose mirabolanti e con giocate d’autore aveva contribuito non poco al campionato importante messo a referto dalle Rondinelle. Mister D’Angelo gli regala una maglia da titolare ma il calciatore corso non riesce a farsi rimpiangere dai suoi vecchi tifosi, accendendosi con il contagocce e non trovando mai lo spunto decisivo negli ultimi sedici metri. Della sua partita si ricorda soltanto il pallone regalatogli da uno svarione di Cistana che il buon Matteo recapita sui piedi di Gliozzi capace di sparare in curva il pallone dell’immediato pareggio ; un po’ poco per quello che gli addetti ai lavori in estate consideravano uno dei prospetti più interessanti dell’intera cadetteria.

H2o

Condividi questo articolo:
Facebook Twitter Email

Leave a Reply

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>