Il Pisa Siamo Noi

L’Analisi Di Pisa SPAL

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Finisce come peggio non avrebbe potuto la stagione 2022-2023 del Pisa SC.
Un suicidio sportivo perfetto che per certi versi ha anche ricordato capitoli bui e dolorosi della storia più o meno recente del sodalizio neroazzurro – i match point falliti miseramente con Fidelis Andria nel 1994 e Brescia nel 2009, tanto per essere chiari … – ma che per fortuna non ha significato i danni inenarrabili perpetrati alla causa del calcio pisano nelle precedenti occasioni.
Sarà ancora serie B, questa è l’unica consolazione di una serata che è stata un’autentica pugnalata al cuore di ogni tifoso neroazzurro degno di tale qualifica.
Costretto a sopportare che la già retrocessa SPAL abbia espugnato l’Arena Garibaldi mentre dagli altri campi arrivavano notizie dolcissime per la causa neroazzurra, con il Pisa che facendo semplicemente il proprio dovere avrebbe agganciato addirittura il settimo posto in classifica regalandosi un quarto di finale play off contro un Sudtirol che nell’ultimo periodo sembra aver perso un po’ di smalto rispetto a qualche mese fa.
Ed invece i goal di Celia e Moncini sono stati gli ultimi due pugni che hanno mandato al tappeto un pugile che da un paio di mesi a questa parte sembrava essere più che suonato, malfermo sulle gambe e in attesa soltanto del gancio della buonanotte.
Ed ora che quel maledetto gancio è inesorabilmente arrivato e che la campana dell’ultimo round è finalmente suonata si chiude mestamente il sipario su una stagione vissuta in chiaroscuro, con più bassi che alti e che di certo non ha rispecchiato le dichiarazioni dell’estate 2022 quando la dirigenza neroazzurra aveva affermato di voler migliorare il risultato sportivo della stagione precedente.
Tradotto in soldoni : si voleva lottare per la serie A e non si è riusciti neanche ad entrare nei play off nonostante il campionato ci abbia ostinatamente aspettato fino all’ultimo minuto dell’ultima giornata.
Spesso nel calcio può capitare di fallire l’obbiettivo che ci si era prefissati alla vigilia del campionato ; addirittura si può rischiare di ritrovarsi invischiati in situazioni assai più spiacevoli – a tal proposito chiedere informazioni dalle parti di Benevento e Perugia.
Ma ciò non toglie che questa sera la delusione è tanta e forse neanche passare la nottata porterà requie e sollievo all’animo tormentato del tifoso neroazzurro che pensa a quello che avrebbe potuto essere e che invece tristemente non sarà.
Da domani per il Pisa SC si aprirà nella sostanza la stagione sportiva 2023-2024, e la sensazione è che partirà da un qualcosa che somiglia terribilmente ad un cumulo di macerie.
Perché questi ultimi mesi sono stati un terremoto che ha disintegrato quel castello di sogni e certezze eretto a tempo di record negli ultimi tre mesi del 2022, quando il Pisa non perdeva mai e quando il ritorno in sella di mister D’Angelo sembrava aver rimesso ogni cosa al proprio posto dopo gli orrori perpetrati dalla guida tecnica precedente.
Ed invece questa stagione è stata maledettamente ciclica, iniziata male e finita pure peggio, per fortuna non diventata drammatica proprio grazie a quei tre mesi magici che forse avevano illuso un po’ tutti sulla forza effettiva di una squadra che inizio a pensare che squadra non sia davvero mai stata, almeno nel senso che il sottoscritto ama dare al termine squadra.
Inutile dire che il vostro umile scribacchino ha la propria idea del perché e del per come le cose siano andate così, un sogno finito in una sera piovosa di maggio ad un anno esatto di distanza da altre sere di maggio dove invece il sogno era vivido e destinato a durare fino a quella maledetta notte del giorno 29.
Verrebbe fuori una trattazione lunga e particolarmente noiosa, una lista della spesa dove ogni lettore darebbe una percentuale diversa alle voci che la andrebbero a comporre.
Stasera – ma sarebbe meglio dire stanotte – ho soltanto voglia di dire che dal giorno 30 maggio 2022 di errori all’ombra della Torre Pendente ne sono stati commessi tanti ; e quando si sbaglia così tanto è un miracolo riuscire alla fine a pagare un conto non particolarmente salato.
Non sono mai stato un ammiratore della ghigliottina, non provo piacere nel veder rotolare teste a destra ed a manca, non mi darebbe sollievo alcuno vedere Tizio e Caio andar via da Pisa fra il pubblico ludibrio.
Mi piacerebbe invece che i protagonisti dell’universo Pisa SC analizzassero gli errori commessi da un anno a questa parte e si ripresentassero ai nastri di partenza della prossima stagione agonistica con rinnovata linfa e rinnovata voglia di riprovare ad ottenere un qualcosa di importante.
Anche con dei cambiamenti su più livelli – quadri dirigenziali, staff tecnico e gruppo squadra – purché si tratti di cambiamenti fatti con solide basi costitutive e non operati seguendo il mantra del “si cambia tanto per cambiare”.
Saranno giorni e settimane di silenzi e di riflessioni dalla parti di via Cesare Battisti.
Ci sarà così tempo anche su questa pagina per fare il film della stagione appena conclusa, per analizzare gli errori di cui sopra, per accontentare tutti quelli che nel corso di questi ultimi mesi così difficili chiedevano processi per direttissima assolutamente inutili in questo momento dell’anno.
Adesso che il pallone a tinte neroazzurre non rotola più è il momento in cui quella parte del gioco del calcio che si gioca lontano dal rettangolo verde diventa di colpo così importante : chi va, chi resta, se arriva un nuovo DS, se arriva un nuovo allenatore, se arriva l’attaccante da venti goal a stagione.
Perdonate il vostro umile scribacchino, ma è una parte che francamente mi appassiona ben poco.
Perché quando non rotola il pallone il vostro umile scribacchino non riesce più a sognare.
Ed è stata questa la parte più difficile di un anno vissuto costantemente sulle montagne russe.
Allontanarsi da un’Arena Garibaldi buia e silenziosa rendendosi conto che per quest’anno non c’è davvero più spazio per i sogni.
Nonostante forse fossi rimasto l’ultimo inguaribile romantico a credere nell’illogico, nell’imponderabile che spesso governa le cose del calcio.
A credere che Gaetano Masucci meritasse almeno un’altra partita da poter giocare.
A credere che molti protagonisti di queste ultime stagioni comunque da ricordare meritassero tutto un altro finale che non fosse quello di stare a capo chino sotto la curva Nord.
A credere che quei tre mesi da incorniciare meritassero almeno un’altra battaglia da provare a vincere.
A credere che la fine potesse essere migliore del principio.
Ed invece niente di tutto questo si è avverato.
Ed invece stasera mi è rimasto soltanto un piazzale vuoto da percorrere sotto una pioggia battente che ha lavato via tutti i miei sogni.

“E non serve più a niente
Gridar non è vero
E non serve più a niente
Dar pugni nel muro
E non serve più a niente
L’amore che posso
Non serve a niente…
Non serve a niente…
Non serve a niente…
Non serve a niente.”

H2o

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