Il Pisa Siamo Noi

Contropiede – di Giuliano Fontani

Contropiede

TRE PERSONAGGI IN CERCA DI AUTORE

Sembrano personaggi usciti da una pièce teatrale di successo. Battini, Braglia, Vitale. La triade che guida il Pisa negli impervi sentieri della Lega Pro verso una serie cadetta che si profila all’orizzonte come un’oasi nel deserto.
Tutti e tre si dicono convinti di raggiungerla, al termine di un percorso che sembra più accidentato di quel che si temeva. Tre personaggi che si presentano su un palcoscenico su cui ci sta tutto. la vittoria scontata come quella sofferta, la sconfitta meritata o ingiusta, il trionfo e il fallimento.

L’incertezza assegna a ciascuno di loro una parte in copione, che però recitano a soggetto, adeguando le battute alle vicende del campionato. Piero Braglia, l’allenatore, ha detto che è tornato per vincere, anzi per ri-vincere. Perché davanti a questa platea ha già vinto una volta. Pino Vitale, il direttore generale, ha ribadito il concetto, lui che è stato l’uomo del miracolo-Empoli, del modello-Empoli. Carlo Battini non ha mai vinto niente, se non un campionato di serie D in scomoda coabitazione con un altro presidente, ma anche lui ha detto che vuole vincere il campionato. Ha aggiunto che se non ci riuscirà lascerà la società.
Vitale dice di aver allestito la squadra più forte del girone, Braglia ribadisce la fiducia nei mezzi della squadra, ma lascia intendere che sono pochissimi i giocatori scelti da lui. Battini parla di una corazzata messa insieme con tanti sacrifici economici che deve navigare nel mare del campionato sbaragliando le flotte nemiche.
Il campionato, finora, dice questo e altro. Il Pisa è forte ma non imbattibile.Anzi. Non siamo ad annaspare nei marosi ma neppure a primeggiare. L’Ascoli ha tre punti di più e non sono tanti, ma neppure pochissimi.

Dopo il pareggio con  la Lucchese, l’allenatore continua a difendere la squadra e il gioco, Vitale dice che si deve fare di più e meglio, Battini è insoddisfatto e lo dice a caldo, a muso duro e chiede spiegazioni. Ognuno difende la propria posizione. Braglia dice in maniera molto colorita che non gli si deve intralciare il lavoro e lascia capire che se finora ha scelto di lasciare in panchina o in tribuna una mezza dozzina dei giocatori prelevati in estate, ci saranno pure buoni motivi. Peccato che a qualcuno di quei desaparecidos sia stato fatto un contratto pluriennale. Vitale dice di comprendere gli sfoghi del presidente e conferma che il rapporto con l’allenatore è eccezionale, Battini rivendica il diritto di esprimere i suoi dissensi e anche il suo malumore perché è il presidente, colui che caccia i soldi.
Ognuno recita la sua parte, salvando se stesso. Francamente non è un bel vedere. Battini avrebbe alcune cose da rimproverare a Braglia e Vitale ma è consapevole che con questi due personaggi ha superato la contestazione estiva che stava per esplodere. Era seduto su una bomba e l’ha disinnescata ricorrendo a Braglia e Vitale. Può buttare a mare lo scudo con il quale si è protetto? La squadra è stata costruita tenendo conto delle passate contestazioni: giocatori di fama, belle figurine della Panini che la platea ha apprezzato molto, pochi giovani e fine delle politiche sparagnine. Però i risultati sono altalenanti e il produttore comincia a rimpiangere i denari spesi, il regista è scontento ma continua a dire che gli attori che ha ingaggiato sono i migliori,  il capocomico vorrebbe fare un nuovo casting perché non è un mistero che non tutti gli attori sono di suo gradimento..Il pubblico rumoreggia a ogni pareggio, addirittura fischia dopo una sconfitta. Ma anche la platea è sospesa, perché ha ancora la coscienza di aver riabilitato il produttore e sostenuto con manifestazioni di giubilo l’arrivo del regista e del capocomico. Insomma, anche il pubblico ha paura di contestare se stesso gettando nella polvere gli idoli issati poco tempo fa sugli altari. Dai personaggi pirandelliani in cerca di autore al teatro dell’assurdo di Ionescu il passo è breve.

GIULIANO FONTANI

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