Il Pisa Siamo Noi

365 Giorni Senza Di Te

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Sono già passati 365 giorni, ma a me sembra che sia successo soltanto qualche ora fa.

Ad un anno di distanza, mentre tutti ricordano i quattro goal rifilati al Foggia nella finale di andata dei play off, io continuo a vedere solamente il tuo vestito blu, la tua cravatta gialla ed il tuo sorriso smagliante nel piazzale retrostante la tribuna coperta dell’Arena.

E’ fatta, è fatta ! Tre goal non ce li fanno nemmeno se giocano per una giornata intera ! pontificavi ridendo fra una boccata e l’altra dell’immancabile sigaro.

Ed io, come sempre mi accadeva, pendevo dalle tue labbra, totalmente ignaro di quello che sarebbe accaduto di lì a poche ore.

E’ incredibile. Dopo un anno passato a scrivere articoli su articoli non riesco a trovare le parole giuste per ricordarti degnamente, per far capire a tutti quanto tu fossi importante per me.

E’ trascorso un anno assai complicato per quei colori che così tanto amavi, per il sottoscritto reso ancora più difficile dalla tua assenza.

Sono tornato spesso a Radio Scalino da quel maledetto giorno, ma non è stato come prima. Troppo pesante il tuo ricordo per godere appieno della compagnia dei molti amici che ho in quel benedetto retrotribuna.

Ogni martedì sera ho seguito dal vivo Il NeroAzzurro dell’amico Massimo Marini, trasmissione che ti vedeva assai spesso ospite gradito. Ogni tanto mi voltavo verso la porta di ingresso, quasi a voler sperare di vederti entrare con il tuo giaccone verde e quella buffa papalina, ma non sei mai arrivato.

Ho anche incontrato tua moglie, sono stato ospite della splendida mostra delle sue opere che avevate organizzato insieme nel corso degli ultimi tuoi mesi. Ogni volta che il discorso cadeva inevitabilmente su di te non riuscivo neppure a reggere il suo sguardo.

Ho assistito al Calvario vissuto dal nostro Pisa negli ultimi undici mesi : poche giornate da ricordare, tanti bocconi amari da dover nostro malgrado ingoiare. E’ buffo, siamo allo stesso punto in cui ci avevi lasciato 365 giorni fa : sotto questo aspetto mi verrebbe da dire che in fondo non ti sei perso nulla.

Ho tirato avanti come ho potuto un portale orfano dei tuoi “Contropiede”, articoli che davano a questo sito un lustro impossibile da ritrovare negli anni a venire. Impossibile per me ricreare la magia dei tuoi articoli, ritrovare la tua sagacia, la tua satira, le tue dotte citazioni.

Ho pensato a questo articolo praticamente per un anno intero, e ciò nonostante non riesco a partorire niente di vagamente degno del tuo ricordo.

Luciano Ligabue avrebbe intonato la sua celebre Ho Perso Le Parole, ma ahimè io non so neppure cantare.

Penso a te e mi sento vuoto, come vuota mi sembra la sala stampa, come vuoto mi sembra Radio Scalino, come vuota mi è sembrata la storia del nostro Pisa da un anno a questa parte.

Mi ritrovo sorpreso pensando quanto una persona conosciuta in fondo per così poco tempo abbia invece segnato così marcatamente la mia esistenza.

Ma tant’è. Era questa forse la tua vera grandezza.

Tutti passano. Pochissimi ti costringono a voltare la testa al proprio passaggio.

E tu facevi certamente parte di questa seconda categoria.

Ed anche se non ho la minima idea di dove tu possa essere in questo momento, sono sicuro che intorno a te sarai circondato da persone che vedono la tua presenza come un arricchimento, come un lusso.

Come una benedizione.

Già, una benedizione.

Come quella che ho vissuto io avendoti potuto frequantare seppur per un tempo davvero inferiore rispetto a quello che avrei voluto. Ma purtroppo non siamo noi a dare le carte.

Mi manchi Giuliano. E tanto.

Ah, ovunque tu sia adesso, nell’improbabile caso che tu non dovessi trovare nessuno che ascolti la tua inconfondibile dialettica, io sono sempre qui.

Il mio numero è sempre lo stesso.

Ci conto.

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One Comment

  1. Anna

    06/06/2017 at 15:48

    Ti abbraccio e grazie per tutte le cose belle e vere che condivido in pieno con te. Sei un vero amico

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