Il Pisa Siamo Noi

Radio Pisa Estate : La Locomotiva

locomotiva

Titolo brano : La Locomotiva

Autore : Francesco Guccini

Album : Radici

Anno : 1972

Quando un tifoso pisano ascolta la parola Cremona, beh, è impossibile non salire sulla macchina del tempo per tornare a quella partita di oltre trent’anni fa.
Perché per il Pisa una gara contro la Cremonese non sarà mai un match come tutti gli altri.
Cremonese – Pisa è LA partita, quella che ogni sportivo neroazzurro tiene ben stretta nell’album dei ricordi più belli.
Ovviamente ognuno ha il proprio ricordo, i propri aneddoti, le proprie emozioni.
Per me Cremonese – Pisa è un bambino sognante alla prima trasferta della sua vita.
La prima sciarpa neroazzurra al collo.
Ed un treno.
Il treno dei sogni.
Il treno della speranza.
Una locomotiva che non dimenticherò mai.
Impossibile non ricordare quei due viaggi, anche a distanza di molti anni.
Quello di andata, gonfio di preoccupazione, di tensione, della paura di non farcela.
Quello di ritorno, un esplosione di gioia, l’ebbrezza della felicità che si respirava a pieni polmoni.
E quella locomotiva che agli occhi di un bambino di otto anni “sembrava un mostro strano, che l’uomo dominava con il pensiero e con la mano”.
“Ruggendo si lasciava indietro distanze che sembravano infinite”.
“Sembrava avesse dentro un potere tremendo : la stessa forte della dinamite”.
E davvero era dinamite quel fiume neroazzurro che quel torrido pomeriggio invase lo Zini!
“La storia ci racconta come finí la corsa”.
Piovanelli! Piovanelli!
Romeo sotto la Curva.
La serie A.
E per quel bambino quella locomotiva, destinata a rimanere uno dei treni più impotenti della propria vita.
“E che ci giunga un giorno ancora la notizia di una locomotiva, come una cosa viva, lanciata a bomba contro l’ingiustizia”!
Perché quel bambino da quella locomotiva tinta di neroazzurro non è mai riuscito davvero a scendere.
E forse da quella locomotiva non vorrà scendere mai.

“E sul binario stava la locomotiva,
la macchina pulsante sembrava fosse cosa viva,
sembrava un giovane puledro che appena liberato il freno
mordesse la rotaia con muscoli d’ acciaio,
con forza cieca di baleno,
con forza cieca di baleno,
con forza cieca di baleno…”

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