Il Pisa Siamo Noi

Il Valore del Pisa e Alcune Cose che Non Sono in Vendita

I Ragazzi del '21

Potrebbe essere una settimana decisiva per il futuro del Pisa. La società è formalmente in vendita, due gruppi si sono fatti avanti per acquistarla. La Terravision l’ha fatto con una proposta pubblica, in quanto tale ufficiale e conosciuta. Un’altra cordata, presentatisi misteriosamente, sta trattando con il presidente Carlo Battini. Un’altra ancora, di cui non si è mai parlato, si è avvicinata negli ultimi giorni, sia pure molto timidamente e riservatamente.Quest’ultima sarebbe formata da un gruppo di imprenditori che si proporrebbe in una sorte di continuità con l’attuale gestione perché sarebbe l’unica che confermerebbe l’attuale management.

Le trattative, come è normale, vertono principalmente sul valore del Pisa. Battini parla di 4 milioni di euro, cifra modulabile secondo la percentuale di quote da passare di mano. Insomma, diciamo poco più di tre milioni per assicurarsi circa l’80% delle azioni. Terravision contesta fermamente questa valutazione, l’altra cordata tratta riservatamente. Tutti parlano di una valutazione da affidare ad una società specializzata nel fare queste stime.
Gli aspiranti acquirenti sono portati a ridimensionare il valore del Pisa.
Contano – e non hanno torto – i valori mobiliari e immobiliari, in parte anche il valore dei calciatori, anche se in realtà quest’ultima non è una realtà patrimoniale perché i giocatori sono proprietari del loro tesserino e i club al massimo detengono le loro prestazioni fino a quando li vincolano con un contratto. Da un punto di vista strettamente contabile il valore dei calciatori non può essere neppure patrimonializzato.
Il presidente Battini vorrebbe contabilizzare i denari necessari a ripianare i debiti di gestione perché – dice – a suo tempo lui lo fece nei confronti dell’allora socio di maggioranza Piero Cammilli. Ma francamente questo è un dato difficilmente computabile in una transazione, perché se fino ad oggi tutti coloro che si sono avvicendati alla dirigenza del Pisa, al momento della cessione avessero voluto recuperare i denari investiti, oggi la società nerazzurra si trascinerebbe dietro il passivo accumulato dal 1909 ad oggi.
No. I debiti sono di chi li ha fatti. Chi entra ha il diritto di non curarsene e di scrivere la sua storia su una pagina bianca. Ma detto questo bisogna aggiungere – a vantaggio dell’attuale proprietà – che in ballo c’è un titolo sportivo che non può essere stimato solo con il valore della categoria praticata dalla squadra, vale a dire la terza serie. C’è altro, perché acquistare il Pisa non è come acquistare il Lumezzane, l’Entella o la Feralpi Salò. Dietro al nome del Pisa c’è la passione di una città intera che ha vissuto recentemente i fasti del grande calcio nazionale, che partecipa con straordinaria partecipazione ed attaccamento le vicende della squadra. Il Pisa è la squadra che ha venduto tremila tessere di abbonamento in serie D, che ha riempito l’Arena Garibaldi con 15mila spettatori appena pochi mesi fa nelle finali con il Perugia e il Latina. Un potenziale fatturato di passione e di entusiasmo che non ha uguali nella categoria, pari sono a quello di Salerno.
Chi compra il Pisa lo deve considerare. Così come Battini non può permettersi di usare questo “patrimonio” per alzare l’asticella delle sue richieste.
Questa testata si chiama, non a caso, “Il Pisa siamo noi”. Mai nome fu più azzeccato: il Pisa è di chi detiene le maggioranza delle azioni, ma “noi siamo il Pisa”, ci fa piacere essere la sua maggiore ricchezza, ma non siamo in vendita. E neppure vogliamo e possiamo essere ceduti in affitto. Il nostro patrimonio non sia, dunque, oggetto di contrattazione mercantile. E’ qui, a disposizione di chi lo vuole valorizzare e assecondare. In passato, anche recentemente, è stato venduto come la vecchia mobilia di un rudere fatiscente. Abbiamo resistito a dei barbari che hanno fatto del Pisa carne di porco, ma la nostra passione è sopravvissuta alle loro malefatte. Di loro abbiamo perso (fortunatamente) le tracce. Il “nostro” Pisa invece è sempre qui. Chi vuole legare il suo nome alla società nerazzurra – e chi vuole continuare a tenerlo legato – lo ricordi. Se gli amici che mi ospitano gentilmente su queste pagine lo vorranno, sono pronto a raccontarvi qualche storia significativa ed emozionante delle passioni di questo popolo.

GIULIANO FONTANI

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5 Comments

  1. AleDaCasa

    10/02/2014 at 20:29

    Se fosse un’ invenzione si poteva anche fare una risata, il dramma pero’ e che sono le parole con cui lucchesi spiegava all’orsini l’andamento del valore di arrighini nel tempo, e sinceramente m’e’ passata la voglia di scherzare…

  2. Eugenio

    10/02/2014 at 15:28

    Boia grande nicolaj hai sottolineato perfettamente la realtà provinciale…..giudicano….ma avrebbero poo da giudica…quando sono i primi a offende e un sentirsi pisani….sei un grande..

  3. manuel73

    10/02/2014 at 15:17

    il valore dei giocatori stabilito col fantacalcio!!!
    ma te Aledacasa racconti barzellette, e anche divertenti…

  4. nicolaj

    10/02/2014 at 14:42

    ieri ero a Pontedera, nella tribunetta degli ultras (parola un po’ pesante)granata per assecondare un caro amico pontederese. Ho provato dei sentimenti fino ad oggi sconosciuti. Ad esempio, mi sono sentito un traditore io , proprio io vedere la curva spostata in gradinata omaggiare maurizio alberti, da infiltrato mischiato ai tifosi avversari. Io esultare senza far troppo il ganzo perché quelli d’intorno che ero pisano l’hanno capito prima che inviasse la partita ma ‘un potevo canta troppo infondo era loro ospite. Mi sono sentito fortunato nell’appartenere ad una realtà come il pisa, invece questa brava gente che avevo intorno si sgolavano in tre gatti per far arrivare la voce al campo di gioco schierati al fianco di una squadra senza passato e probabilmente senza futuro destinati ad essere una delle tante meteore del calcio che di tanta in tanto si affacciano nella lega italiana. Ma più di tutto mi sono sentito incazzato a dover continuare a vivere in una serie che non ci rende merito, far finta di vivere in un limbo simile ad un coma com’è la terza serie. Spero che il presidente provi un po’ di questo dolore cosicché si convinca a virare il timone, a cambiare rotta, io non so se deve continuare o se fa bene a vendere e a chi ma di certo così non ha più senso. deh! dar coma o ci si ripiglià, sennò che varcheduno ci stacchi la spina!

  5. AleDaCasa

    10/02/2014 at 13:25

    Caro Fontani, con tutto il rispetto per noi pisani che vorremmo, credo che la sintesi delle tue considerazioni le abbia fatta perfettamente Lucchesi all’ Orsini; per stabilire il valore dei giocatori, patrimonio della societa’, basta comprare la gazzetta dello sport e leggere la pagina dedicata al fantacalcio!!!!
    Solo sconforto, tristezza e squallore !

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