Il Pisa Siamo Noi

Piovanelli: Vi Racconto i Miei Quaranta Giorni da Incubo!

In un pomeriggio grigio, seduti sugli spalti vuoti dell’Arena, abbiamo il piacere di scambiare due chiacchiere con Lamberto Piovanelli.

Gradevolissima persona, rimasta nel cuore di tutti i pisani dai tempi di Romeo. Dopo la sfortunata estate del 2009 si porta dentro la tristezza di essersi dovuto allontanare dal calcio pisano, accusato e giudicato da chi la verità forse non la sa, o forse fa solo finta di non saperla e non la vuole vedere. Insomma anche lui è stato risucchiato in quel vortice del frullatore dei colpevoli, impastato e gettato via. Ecco come Lamberto ci racconta dei suoi QUARANTA GIORNI DA INCUBO passati al Pisa.

Lamberto quando sei entrato a far parte del settore tecnico del Pisa Calcio?

“Entrai a far parte del Pisa Calcio come Team Manager alla fine dell’aprile 2009 sotto le gestione Pomponi, contemporaneamente all’esonero di Ventura e all’arrivo in panchina di Bruno Giordano e Ferruccio Mariani come suo secondo. In realtà, già Covarelli mi contattò l’anno prima, ma avendo un contratto di lavoro con Sbrana, non potei accettare. In quell’anno mi limitai a dare una mano alla Primavera.”

Come hai trovato la squadra al tuo arrivo?

“Nello spogliatoio si capiva bene che non era un gruppo unito. Nel Pisa c’erano tanti bravi ragazzi, volenterosi, che fino alla fine hanno dato l’anima al Pisa, ma di contro c’era un gruppo di giocatori a cui del Pisa non interessava niente, presuntuosi, arroganti che, come si direbbe in gergo pisano, “bisognava batterli al muro”. Molti facevano il loro e non di più e quello che interessava loro era la macchina, i soldi. Ricordo che i ragazzi arrivavano agli allenamenti a macchinate, mai tutti insieme ma a gruppetti: c’era il gruppo di chi contava, la macchinata di chi era escluso… e tra di loro non c’era serenità, ma molto sospetto. Anche all’interno della società non si faceva niente per dare regole o fare gruppo. Quante volte Cinquini arrivava e faceva riunioni con 6/7 giocatori e basta escludendo il resto, o magari arrivava lui con il Presidente e c’era quei due o tre giocatori che lasciavano il gruppo e si accodavano per parlare in privato.”

La società, la squadra e voi tecnici, ci credevate nella salvezza?

“Fino al pareggio di Rimini assolutamente sì. Poi però cambiò qualcosa. Dopo quella partita decidemmo di portare la squadra in ritiro a Villa delle Rose perché credevamo di potercela fare e volevamo che tutti si concentrassero sulla partita col Brescia. Il lunedì mattina, pronti, appena saliti sul pullman per partire, mi arriva la chiamata del direttore del centro di Villa delle Rose dicendomi che non ci avrebbero accettato perché c’era una piccolo vecchio insoluto da saldare, e fino a che non lo avremmo pagato, non ci avrebbero accettato. Dovetti chiamare di persona la signora Peretta e dare la mia parola per far sì che chiudessero un occhio e ci accettassero. Insomma, si riuscì a partire, ma già la settimana iniziò male. Arrivammo laggiù e per tutta la settimana ci lasciarono SOLI. Nessuno della società che ci veniva a trovare, niente riunioni, nessun colloquio con i giocatori, nessuno a caricare gli animi. Quella settimana non servì a preparare niente. Solo Cinquini ogni tanto appariva un’ora e poi andava via. CI LASCIARONO COMPLETAMENTE SOLI.”

Infine la partita col Brescia e la disfatta.

“Già. Noi tutti, e io per primo, ci credevamo.” A Lamberto trema la voce al ricordo di quella partita. Poi prosegue. “Il Brescia ci fece giocare, era evidente che non venne qui per castigarci, anche se poi alla fine lo fece. Ma noi non riuscimmo a vincere. Bisognava segnare, ma non si fece.”

Come mai una partita così importante venne buttata al vento così?

“In quella squadra mancava la spina dorsale, mancavano quei giocatori che potevano prendere in mano la squadra per far remare tutti nella solita direzione. Ai tempi di Romeo c’erano 5/6 giocatori che tenevano unito lo spogliatoio, che lo caricavano, uomini con le palle, se qualcuno andava in una direzione sbagliata lo mettevano in riga e lo facevano tornare sulla retta via. Ma come ai tempi della promozione in serie B c’erano i vari Biancone, Ferrigno che facevano rigare dritto tutti e in campo gridavano la carica. Ricordo sempre un episodio di Biancone nella partita dei play off a Venezia: entrato in campo si rivolse ai centrali difensivi avversari e gli disse: <Benvenuti ai Play-Off…ora vedete cosa vuol dire lottare per la promozione> E li fece veramente dannare, soprattutto fisicamente! Con questa ossatura puoi fare cosa vuoi, ma nella squadra dell’era Pomponi, questo non c’era, giocatori così non c’erano e allora tutto diventò difficile.”

Cosa successe dopo la fine della partita?

“L’inferno. Molti, compreso io, piangevano. Pomponi e soci sparirono prima della fine della partita. Io mi trovai negli spogliatoi senza sapere cosa fare, cosa dire e dove erano finiti tutti. Un vero Inferno!”

Dopo qualche giorno inizia la ricerca disperata dei soldi o del compratore che salvi il calcio a Pisa.

“Dopo qualche giorno mi ricontattò Pomponi telefonicamente dicendomi di trovare un compratore perché lui non ce l’avrebbe fatta a salvare il Pisa dal fallimento. Così mi misi alla ricerca e provai più soluzioni. La prima fu quella che molti mi contestano, e cioè quella con Covarelli. Il fatto andò così: io con Leonardo Covarelli ci lavoravo al di fuori del Pisa, e in un incontro a Prato, mentre parlavamo di lavoro lo contattò il Sindaco, così gli dissi: <Leonardo, ma tu puoi fare qualcosa per salvare il Pisa da questa situazione? >. E lui mi rispose che ci avrebbe provato e pochi giorni dopo mi portò un progetto che onestamente poteva funzionare, così feci da nodo tra lui, il progetto e il Comune, ma poi le istituzioni lasciarono morire la cosa.”

Il secondo tuo tentativo fu con Di Pietro?

“Sì, abbandonato il progetto Covarelli provai ad avvicinare Di Pietro che però chiese alle istituzioni di trovargli qualche sponsor che lo potesse aiutare; ma gli unici fondi che spuntarono fuori furono di entità veramente ridicola… troppo poco, e così anche questa pista sfumò. Insomma, si arrivò alla fatidica data che cancellò il Pisa dal calcio professionistico e aprì a scenari che ci riportano a oggi.”

Ma questo Pomponi alla fine chi era? Aveva soldi, imprese? Era legato a Covarelli?

“Non ho mai saputo chi fosse davvero Pomponi. Che fosse legato a Covarelli personalmente non mi sembrava. I soldi diceva di averli, tanto più che promise due milioni di Euro come premio salvezza per i giocatori. Di fatto io andai nei suoi uffici a Roma qualche volta, e la scena che mi si presentò era un grandissimo ufficio con qualche scrivania con tre sedie (una da una parte e due dall’altra) e poi il vuoto: niente schedari, fascicoli, nessuna segretaria che passava a far firmare uno stralcio di foglio, niente.”

Piovanelli – Pisa… questo binomio che ha regalato tante gioie, potrà esistere ancora nel futuro del calcio pisano?

“Al momento non penso sia possibile, basti pensare che da quando sono iniziati a piovere sull’intero staff e sulla società i primi sospetti, giudizi e critiche, sono stato messo da parte e scaricato da molte persone, anche dalle emittenti locali e dai programmi sportivi di cui spesso ero ospite. Dopo quell’estate nessuno mi ha più ricercato o avvicinato per chiedere, per capire e sapere cosa è successo, e cosa Lamberto Piovanelli ha vissuto. A volte è più facile giudicare e etichettare piuttosto che perseguire la verità.”

Sono passate due ore intense a chiacchierare sui gradini dell’Arena; sotto di noi ai bordi del campo si è radunata un po’ di gente, i soliti appassionati di Radio Scalino che chiacchierano della partita di domenica col Cosenza. Lamberto si gira, un po’ timoroso. Una voce si innalza da quel gruppo seguita da parole e sorrisi: “Lamberto… che piacere rivederti… vieni qui, fatti abbracciare!”. Lamberto sorride, ci saluta con una calda stretta di mano, ci ringrazia e va a riabbracciare il suo pubblico che non lo ha dimenticato e ricorda sempre quanto di buono ha fatto per il calcio pisano, lui, vecchia gloria dal cuore nerazzurro.

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26 Comments

  1. samuele

    03/09/2011 at 13:14

    ora si ritrova ad allenare l’mda scuola cacio milan e stamani si e ritrovato con aldo allenatore della primavera del milan.

  2. Tommy

    13/07/2011 at 22:56

    Bisogna ringraziare tanta gente.
    Pomponi, Giordano, Cinquini e vari giocatori: Birindelli, Gasparetto, Antenucci, Job, Alvarez (ci ha fatto vincere qualche partita, ma poi non giocava più), Trevisan, Degano, solo per dire i colpevoli più gravi.
    Dubito anch’io che Piovanelli fosse una vittima.
    In quanto a Covarelli penso che c’entri meno di quel che pensate.

  3. Geppo

    26/06/2011 at 22:00

    Vittu, scusa un attimo, ma te a che titolo parli? personale o cosa? no perche mi sembri uno che la sa lunga…. e allora magari dicci qualcosa te invece di gettare le croci addosso alla gente

  4. Alessandro

    17/02/2011 at 13:20

    Mi piacerebbe chiedere, vista la dichiarazione di Piovanelli che ricordo SOLO per Cremona e quanto ha fatto come giocatore, cosa ne pensa “L’OPINIONISTA” Andrea Orsini di ciò che lo stesso Piovanelli dice in merito all’allontanamento da alcune trasmissioni…..
    L’intervitsa? tempo perso.. aveva a parlare subito invece di sta zitto e riproporci Covarelli.

  5. rosy

    17/02/2011 at 09:32

    Voglio ricordare il piovanelli per il suo passato calcistico, per il resto meglio lasciar perdere, già il fatto di essere socio, in chissà quale affare con quel [moderato]del covarelli la dice lunga sull’attendibilità, dei discorsi di quest’intervista, non credo che il piova, fosse all’oscuro, della tragica situazione della squadra, prima di diventare team manager, e mi ricordo sempre i suoi discorsi quando sosteneva che con l’avvento di giordano nello spogliatoio si rideva, se veramente teneva a questa città ed a questi colori non doveva accettare l’incarico ma sputtanare quei delinquenti che poi ci hanno fatto fallire.

  6. mrc

    17/02/2011 at 00:45

    intervistate i pisani viviani e birindelli, i primi a fuggire, birindelli poteva fare un grande gesto e ripartire dal suo pisa in serie d, magari per essere simbolo della rinascita e riabilitarsi o aveva bisogno dopo 11 anni di juventus (si parla di guadagnare miliardi) dei soldi del pescina vale del giovenco? per viviani, beh, il pisa è fallito l 11 luglio (ir mi compleanno, bel regalo di cacca) e lui il 13 ha firmato per il taranto, uno dei primissimi a trovare una nuova squadra

  7. massimiliano

    16/02/2011 at 23:51

    Beh redazione,concedimi/ci un appello al Piova…..caro bomber(per noi sei ancora questo)replica per favore alle nostre domande e perplessita’….tecnicamente non servirebbe a nulla,ma credo che molti di noi apprezzerebbero il gesto!!!..non credo che ti faccia star bene la situazione,e forse qualche risposta servirebbe a non far passare inosservati taluni personaggi ancora alla ribalta che hanno fatto del silenzio uno strumento per star ancora sulla breccia e apparentemente nel cuore dei tifosi…..chi vuol capire,capisca!!!
    Oh gente comunque ce da sarva na categoria….il presente e’ora,il passato e’andato…ma quello che preoccupa speriamo non sia un brutto futuro prossimo.
    saluti

  8. giacomo

    16/02/2011 at 18:59

    cari tutti prendo della sua versione che francamente avevo chiesto di fare qualche mese fa proprio al Pisasiamonoi. Meglio tardi che mai. In effetti come notato nei precedenti messaggi avrebbe dovuto uscireun po prima allo scoperto-da uomo- e poi se non fa i nomi ovvero l’elenco a me non basta. Avrà forse timori legali nei confronti dei singoli ma oggi vedo che si Sput.tana il Capo del Governo a Sanremo pertanto fare i nomi di birindelli degano braiait e quello che hanno combinato oppure i nomi di cinquini giordano Pomponi e quello che hanno combinato pure loro, non credo che il Piova rischi qualcosa almeno oggi. Se non vuol dire nulla resterà il ricordo di un grande giocatore e basta. La questione è che di quella gestione a partire dal livello più basso del magazzino della Segreteria sino alla dirigenza e collaboratori vari (come Piovanelli) tutti sapevano che disastro era in corso e gli unici a non saper nulla erano i pisani: questa è una presa di ulo. Il ganzo è che molti di loro sono ancora nella attuale struttura societaria: ovvero non è cambiato nulla, meno male doveva essere un Pisa nuovo.
    Infine per chiudere vedo che molti hanno dispiacere a “crocifiggere” il Piova poiché magari era il bomber e simbolo dei loro tempi. Io vengo dai tempi di Barbana e Di Prete e prima del Piova ne ho visti tanti altri di simboli del Pisa, pertanto non ho condizionamenti morali verso lui anzi: ricordo che nel campionato 88/89 in A e inizio di quello successivo in B si chiedeva a alta voce la sua cessione: ho ancora delle cassette del tifo di quell’anno dove dovreste sentire cosa veniva fori quando sbagliava una palla.
    Spero che non sia la prima e ultima intervista sull’argomento.
    p.s. mi veniva da rigettare quando ho visto la intervista di Degano che “poverino” sembrava una vittima di quell’annata: che vergogna, e un se ne salva nessuno ma proprio nessuno

  9. David

    16/02/2011 at 18:54

    Come detto in altri interventi precedenti, gradirei sapere dal Piova I NOMI di quei gruppetti all’ interno dello spogliatoio. Chi remava a favore e contro, ormai è passato ma farebbe piacere saperlo se non non altro per capire di cosa siamo morti

  10. DAVIDE

    16/02/2011 at 18:41

    …MAH…..ARIMAH…ARIARI MAH…….PIOVA PIOVA LE COSE SI SANNO…..AHI…AHI..AHI…

  11. paolo

    16/02/2011 at 18:30

    Concordo in pieno con Massimiliano. Piova devi dirci i nomi dei giocatori sennò questa rubrica, che peraltro condivido non ha senso. Poi ci devi anche dire perchè NON C’HAI AVVERTITI PRIMA. Date a Piovanelli l’opportunità di completare l’intervista; solo allora tutto avrà più senso.

  12. massimiliano

    16/02/2011 at 17:49

    Enrico,hai fatto un analisi sacrosanta…sopratutto in merito all’omerta’di giornalisti etc.!!
    Credo sia difficile e giusto a questo punto visti i trascorsi recenti che a PISA si issino bandiere al primo con la sciarpa al collo o si stenda tappeti rossi!!!

  13. lelo 08

    16/02/2011 at 17:39

    Io penso che il piova del clan Pomponi sia quello con meno responsabilità la colpa sua più grossa e quella di non aver parlato subito quando aveva capito come stavano le cose,anche prima della partita con il brescia,invece silenzio assoluto da parte di tutti . Bisognava mettere a conoscienza tutta la tifoseria di quali erano i problemi sia societari sia della squadra ,e lui era la persona giusta per poterlo fare.Al termine della partita con il brescia nessuno ha avuto le palle di presentarsi per dire qualcosa a noi tifosi con le lacrime agli occhi (non per i lacrimogeni della polizia).Questa secondo me è la responsabilità più grossa del piova,lui che era il dg doveva farlo.La seconda intervista la vorrei fare io a 6/7 giocatori (se possiamo chiamarli così) degano braiati alvarez viviani trevisan antenucci. Gasparetto no forse l’impegno lui lo metteva lui è proprio duro a pallone!Per ultimo intervisterei il sig.pomponi per sapere come si sentiva a prendere per il culo una tifoseria è una città intera,un anno a prendersi gioco di noi ,e noi alla fine afare collette ,abbonamenti in anticipo,per cercare di tappare un buco che diventata sempre più grande.Speriamo che un giorno tutto quello che ci hai fatto ti si rivolga contro a te e al tuo amico ricciolino che in tre anni è riuscito a far fallire due squadre gloriose come pisa e perugia

  14. massimiliano

    16/02/2011 at 17:34

    Tralasciando ogni commento in merito all’intervista,che mi pare riabilitativa e tralasciando il fatto che ognuno di noi possa pensare come vuole in merito al Piova,io ho solo una semplice richiesta da fare(che credo rispecchi quella di molti..)…..Visto il quadro che il Piova ha fatto,gradirei(solo per curiosita’ormai)che venissero fatti i nomi dei “senatori”su menzionati(non credo ci sia rischio di denunce…)e vorrei sapere dal diretto interessato…”PERCHE’NON SEI USCITO ALLO SCOPERTO???”….Forse due semplici risposte come queste sarebbero piu’veritiere e riabilitative ai nostri occhi di un intervista(apprezzabile ci mancherebbe)ma che di per se non dice nulla di cio’che gia’girava nel pensiero popolare di noi tifosi!!!!!
    Ottima iniziativa la rubrica,apprezzabile che il Piova si sia fatto intervistare,ma permettetemi di dire che mi pare di non aver letto nulla di nuovo….
    Con tutto cio’il Piova rimane un pezzo della ns storia calcistica…non solo positiva purtroppo!!!
    Saluti

  15. enrico

    16/02/2011 at 16:57

    Cao a tutti, fare uno sputtanamento generale negli ultimi 40 giorni stava a significare che invece che all’ultima giornata avremmo anticipato la retrocessione senza nemmeno sperare in qualche disgrazia degli altri, che la nostra “bandiera” non fosse una cima di dirigente si poteva intuire facilmente (ma di lui ci interessa che fosse stato una cima di centravanti).
    Ma anche chi gli stava sempre dintorno vedi stampa e tv locali non è che abbiano fatto una figura migliore della sua, in genere i giornalisti che amano definirsi addetti ai lavori e sanno sempre tutto di tutti, sanno le notizie di mercato in anteprima, sanno sempre con chi e dove vanno i nostri giocatori, sono amici di presidenti e dirigenti vari, non si sono mai accorti di nulla? Ai loro amici comincino a fare delle domande antipatiche prima anzichè fare le facce stupite dopo.
    Quando succedono quei casini li purtroppo la colpa è di tutti, e fra tutti ci metto anche noi tifosi che a quei 4 briai gli abbiamo perdonato troppo. Bisognerebbe anche noi imparare che per conquistaci non basta mettersi una sciarpa al collo quando arrivano,(lo sanno fare anche a livorno) ma che prima se la meritino la nostra stima sputando tutto quello che hanno, poi quella sciarpa se la tengano stretta anche quando vanno via PIERINO insegnia.

  16. mrgranu

    16/02/2011 at 16:47

    Come ho già fatto giorni fa, torno a chiedere ,se possibile, una bella intervista al “sig” DONATI, mi garberebbe tanto sapè la su versione. sono convinto che non vi concederà l’intervista, ma dartronde cosa ci si può aspettare da uno come lui, che continua a buttà sordi ner San giuliano senza capicci nulla, [moderato]

  17. Davide

    16/02/2011 at 16:13

    Complimenti per la rubrica..Io do ragione a Luca…doveva usci fori allo scoperto e parlare chiaramente con la piazza.
    Inoltre poteva risparmiarsi di venire al Mau Ovunque per proporre agli ultras di incontrare covarelli ed accettare il suo ritorno.
    Disse anche che prima di Rimini-Pisa i tifosi minacciarono la squadra che quindi gioco intimorita….(non mi pare proprio che la squadra è stata minacciata,anzi è sempre stata sostenuta fino a l’ultimo….PURTROPPO).
    Meglio ricordarsi di lui come calciatore dei tempi di cremona!

  18. LUCA

    16/02/2011 at 15:51

    boia!
    colpa del PIOVA perchè s’è fallito ‘un è di certo.
    Tuttavia ‘un credo certo che come dirigente sia una cima.
    La colpa più grande che io gli fo’ è quela di ‘un esse uscito allo scoperto pubbliamente e di’
    ” signori qui è ‘un casino, qui c’è gente che der PISA ‘un gliene frega un c—o, io mi tiro forì prima). Ora se nell’inervista invece di indà sur generio avesse ‘omiciato a snocciolà i nomi perbenino ‘un sarebbe stato male per riabilitassi all’occhi della ‘urva norde (che ‘un c’è più). Se voi ‘un sè perso nulla dè !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

  19. mrgranu

    16/02/2011 at 14:50

    Piovanelli è stato una nostra bandiera, e l’intervista da un punto di vista giornalistico una bella intervista, pero è meglio che Piovanelli rimanga lontano dal Pisa.
    Come dirigente è stato un fallimento da tutte le parti, a partire dalle sue varie scuole calcio regolarmente sparite nel nulla, quindi per il bene di questo Pisa è bene che se ne rimanga in pensione.

  20. mirko zanelli

    16/02/2011 at 14:49

    Ciao a tutti,
    sinceramente di quello che è successo in quei quaranta giorni non mi interessa più nulla, ormai è passato e io vorrei guardare al futuro, il PIOVA rimane nel mio cuore per quello che ha fatto sul campo, per l’amore che ha dato per la nostra maglia, non dimentichiamo le immense emozioni che ci ha regalato negli anni pisani…
    quei quaranta giorni sono solo una macchia quasi invisibile in confronto a quello che ha fatto per noi, i veri colpevoli sono altri!!!!
    Grazie Lamberto,per sempre nel mio cuore

    p.s. pensiamo al futuro che è meglio!!!!

  21. Vittu

    16/02/2011 at 13:51

    Dario,
    quello che questa intervista tenta di fare è proprio rivalutare un personaggio che t’ha preso per i fondelli e lo continua a fare tutt’ora.
    Si può credere o non credere alla sua buona fede, ma che lui racconti certe cose personalmente mi fa rabbrividire.
    Ognuno è libero di dire la propria, ci mancherebbe, ma farlo passare da vittima, questo è il colmo.
    L’idea di fare chiarezza sull’accaduto è ottima, ma l’impostazione dell’intervista è chiaramente di parte e non vorrei che in questo giochino di ripulitura vengano tirati dento personaggi come il Donati, o altri “eroi” di quell’annata.

    p.s. ma, per curiosità, se lambertone sapeva già qualche giorno dopo che pomponi non aveva i soldi, perchè la città l’ha dovuto scoprire verso metà giugno?!?… mi sa che come sempre risiamo lì…

  22. france

    16/02/2011 at 13:42

    Mi piace questa rubrica.
    Non mi pare che l’intenzione sia di santificare nessuno,
    ma di dar voce a chi forse ne sa più di noi e comunque per non sentire sempre e solo la solita campana.
    Io elogio invece chi da la possibilità a tutti di esprimersi.
    Ognuno poi si faccia la sua personale idea e tragga le sue conclusioni.

    Bel lavoro,
    speriamo di sentire tante altre voci informate.

  23. Dario

    16/02/2011 at 13:36

    Bravi fate parlare tutti poi ognuno trarrà le proprie conclusioni. Non sono d’accordo con Andrea e Vittu. Non si deve lasciar perdere come hanno fatto le tv e i giornali locali, e nemmeno si deve rivalutare determinate persone ma è giusto che ognuno dica la sua verità!!

  24. antonio

    16/02/2011 at 13:20

    bella rubrica, bravi ragazzi.
    Fa male rileggere certe situazioni ma secondo me è anche giusto saperne qualcosa di più.
    Anche solo per evitare di parlare a caso.

    Grazie Piova.
    sempreforzapisa.
    A.

  25. Vittu

    16/02/2011 at 12:43

    Complimenti sinceri al vostro portale per aver dato la possibilità di parlare a chi ha più volte preso in giro questa città, e continua a farlo in questa intervista.
    Aspettiamo con impazienza che il servizio tintoria e risciacquo passi nei pressi di altri meravigliosi personaggi come la “storica bandiera nerazzurra” Mariani o “l’incompreso” capitan Braiati, senza dimenticare “l’incolpevole” Covarelli che fino all’ultimo ha provato a salvare la baracca!
    Buon lavoro,
    Vittu

  26. Andrea

    16/02/2011 at 12:21

    Penso che ingenuità e amore per l’ambiente neroazzurro si siano incrociati nel caso di Lamberto.
    A me farebbe molto piacere rivederlo come ospite delle trasmissioni del martedì, spero che quello che scrivo possa servire a qualcosa. Se si continua a puntare il dito sulla gente, allora ci si dovrebbe chiedere tante altre cose molto più eclatanti, tra cui:
    1. come mai il Pisa calcio fu venduto a Covarelli e non a Camilli? in certi ambienti si sa chi è serio e chi è spuntato fuori dal nulla….tutto il marcio è nato lì.
    2. possibile che gli organi di stampa, TV non abbiano mai reso pubbliche le condizioni societarie di quell’annata? Dire che non si sapeva è del tutto NON credibile, qualche volta si dovrebbe pensare di più alla maglia e non ai diritti pubblicitari
    Son certo di dire cose impopolari, ma come ho già scritto in passato, un ricordo molto particolare mi lega a Cremona ed agli eroi di quel 21.6.87.
    Due gol rimarranno scolpiti nel mio animo per sempre, Tardelli al Bernabeu e Lamberto a Cremona
    Grazie ragazzi e grazie Lamberto!
    Scusate, ma si sa nulla delle vicende giudiziarie di Pomponi e Covarelli? ma in galera ci andranno?

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