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Un Nerazzurro Da Raccontare – Marchi

Come ogni Giovedì arriva il nostro appuntamento con la storia e ospite di questa puntata di ” Un Nerazzurro Da Raccontare ” è Sergio Marchi

 

Dopo la vittoria del Mondiale nel 1934, il calcio in Italia subisce una profonda trasformazione, infatti da sport popolare praticato da “ragazzotti” di città, diventa un fenomeno di massa dove i calciatori sono delle vere e proprie stelle che guadagnano anche molto bene.

Anche Pisa non si sottrae a questa nuova tendenza e il Caffè Commercio, situato fra Piazza Garibaldi e la Chiesa del Carmine, punto di ritrovo giornaliero dei calciatori Nerazzurri, è costantemente preso d’assalto da curiosi e tifosi che si soffermano fuori dalla vetrina, anche solo per dare un’occhiata, mentre Salza espone, ogni volta che il Pisa gioca in casa, la formazione dei Nerazzurri con tanto di foto dei protagonisti.

La cosa per cui si distingue Pisa dal resto d’Italia è la gestione prettamente ungherese che va avanti senza soluzione di continuità dal 1930; infatti prima Ging, poi Orth e quindi di nuovo Ging occupano stabilmente la panchina Nerazzurra e, durante questo loro “dominio”, lanciano, come erano soliti fare, numerosi giovani talenti cittadini, come Alessandro Duè, Pietro Del Buono e i fratelli Bertoni.

Un altro giovane pisano che stuzzica l’intuito del Maestro Ging è Sergio Marchi che, nato il 22 Maggio del 1920, si mette in luce nelle giovanili nella stagione 35/36, dimostrando di avere ottime doti da terzino.

Il Pisa viene da un ottimo campionato di Serie B concluso al quinto posto, che ha visto esplodere il talento di Sergio Bertoni ed affermare definitivamente quello di Alessandro Duè, passato a fine stagione alla Juventus.

All’inizio della nuova stagione, Marchi viene trasferito stabilmente in Prima Squadra, non ha ancora diciassette anni ma Ging crede molto in lui e pensa di poterne fare un buon difensore nel giro di poco tempo.

Il Pisa disputa un buon girone di andata macchiato soltanto dalle sconfitte subite nei derby ad opera di livorno e spezia, due autentiche armate che puntano alla promozione diretta; Sergio trova poco spazio fra i titolari perché, oltre ad essere un ottimo maestro di calcio, Ging è anche un vero e proprio mago nello scegliere il momento adatto per far debuttare le giovani promesse e inoltre “davanti” a lui c’è un altro terzino che sta facendo bene, il bientinese Del Buono.

Il girone di ritorno si apre con tre belle vittorie ottenute ai danni di Brescia, Venezia e Catanzarese; nel derby di ritorno il livorno, che sta letteralmente asfaltando il campionato, non passa e viene bloccato sull’1 a 1 da un coriaceo Pisa. I Nerazzurri trovano qualche difficoltà in trasferta, ma quando giocano all’Arena, sospinti dal proprio pubblico, riescono sempre a dare il meglio e infatti anche la forte Atalanta viene “affondata” con un perentorio 2 a 0 che non ammette repliche.

Nel frattempo il giovane Marchi è cresciuto, ha assimilato gli insegnamenti del mago ed è finalmente pronto per scendere in campo, in un finale di campionato a cui il Pisa ha veramente poco da chiedere, vista la tranquilla posizione di classifica.

Il resto del campionato dei Nerazzurri rispecchia l’andamento avuto sin qui, ovvero, molto forti in casa e con qualche problema lontano dal pubblico amico, uno dei pochi sussulti è la bella vittoria di Modena, per 2 a 1, che compromette definitivamente la promozione dei Gialloblu; mentre, per quel che riguarda Marchi, ogni volta che viene chiamato in causa dimostra sempre una sicurezza disarmante per la sua giovanissima età, un ottimo tempismo nei contrasti e un’innata abilità nell’affrontare gli avversari nell’uno contro uno.

A fine stagione, il Pisa, chiuderà nuovamente al quinto posto e Marchi collezionerà 11 presenze impreziosite anche da due reti, cosa alquanto inusuale per un “terzinaccio” come lui e, malgrado le presenze non siano poi tante, Mr. Ging ha grandi progetti per il giovane pisano.

L’annata 37/38 si apre con il gradito ritorno di Enrico Colombari che, dopo aver vinto uno scudetto col Torino, aver disputato sette stagioni con il Napoli ed aver anche vestito la maglia Azzurra per nove volte, trentaduenne torna nella sua Pisa, dove ritrova il Maestro che lo lanciò nell’Olimpo del calcio e dove la sua esperienza e la sua classe potranno essere di grande aiuto per i giovani cavalli di razza Nerazzurra.

Ging rivoluziona totalmente la squadra e mantiene soltanto tre elementi della formazione titolare dell’anno precedente: Pasolini, Tonali e bomber Bertoni; acquista due ali dal Livorno (Faccenda e Nicolini) e due centrocampisti dal Genoa (Alessandro Ciferri e l’argentino Franco Ponzinibio) inoltre promuove titolare, nel ruolo di terzino sinistro, il diciottenne Sergio Marchi.

Malgrado in città si pensi che ci vorrà molto tempo per amalgamare la squadra, il Pisa parte a spron battuto e conquista tre vittorie nelle prime cinque partite disputate; novità sfiziosa ed interessante di questa stagione sono i numeri, che per la prima volta compaiono sul retro sulle maglie, ma non sempre vengono utilizzati e c’è anche qualche allenatore che non li vuole, sostenendo che aiutano gli avversari!

Arriva Dicembre e i Nerazzurri ingranano la quarta.

S’inizia con la bella vittoria sul Venezia per 3 a 1 dove una fantastica rete di Bertoni fa sì che anche i lagunari vadano a complimentarsi con lui; quindi è il turno delle Rondinelle bresciane, anche loro sconfitte all’Arena, ma per 1 a 0; dopo la pausa natalizia il Pisa non ha ancora la pancia piena, infatti, prima espugna il campo di Vigevano e poi sconfigge il Palermo, quattro vittorie consecutive che portano i Nerazzurri in vetta alla classifica a parimerito con il Novara…e in città si comincia a sognare.

I ragazzi hanno recepito alla perfezione gli insegnamenti di Mr. Ging, la vena realizzativa di Bertoni sembra inesauribile, Colombari dirige il centrocampo con classe e personalità e dalla parte di Marchi, ormai titolare inamovibile, proprio non si passa.

Il sogno si interrompe bruscamente quando i Nerazzurri vengono sconfitti per 2 a 0 a Modena, ma una sconfitta ci può stare, tanto più con una squadra così forte e l’ottimismo in città non cala; ma quando nella giornata successiva il Pisa perde malamente anche con il fanalino di coda Messina, in città si comincia a sentire qualche mugugno; mugugni che diverranno vere e proprie grida di protesta sette giorni dopo, quando il Pisa viene annientato dalla Pro Vercelli con un clamoroso 9 a 0!

In città si sente di tutto, c’è anche chi sostiene che sia la società, guidata dal Commendator Biscioni, ad aver “imposto” le sconfitte, perché un campionato di Serie A sarebbe troppo oneroso; ai Nerazzurri occorreranno altre quattro giornate prima di poter tornare alla vittoria, perdendo così preziose posizioni in classifica.

Nel proseguio del campionato, il Pisa non riuscirà più a trovare quella continuità di risultati necessaria per fare il grande salto, alternando buone prove ad altre veramente pessime, come il 7 a 3 subito a Palermo e chiuderà in sesta posizione; ma una cosa è certa, i nomi di Bertoni, autore di 22 reti e quello di Sergio Marchi, protagonista di un campionato magnifico a soli diciotto anni, sono sui taccuini di mezza Italia.

I due giovani talenti pisani vengono acquistati da una delle squadre più titolate d’Italia, il Genoa, che ha alla sua guida un altro grande Maestro di calcio quale è William Garbutt; nel frattempo Bertoni ha anche avuto l’onore di partecipare alla spedizione mondiale che ha portato in Italia il secondo titolo.

Fin da subito Garbutt nota le ottime doti difensive di Marchi e decide di puntare su di lui, lo utilizza indifferentemente sia a destra che a sinistra e il giovane pisano ripaga la fiducia con ottime prestazioni ed interventi efficaci, precisi e puntuali. Il Genoa disputa una buona stagione mettendo in mostra il bomber Lazzaretti e una difesa rocciosa che lascia passare poco o niente; in campionato chiuderà al quarto posto e in Coppa Italia verrà eliminata in semi-finale dall’Inter di Meazza, solo dopo i tempi supplementari.

Nella stagione successiva Garbutt viene affiancato da Ottavio Barbieri, un giovane ed emergente Mister che ha un’idea fissa in testa: il Sistema! Ovvero un innovativo modulo di gioco, usato fino ad ora soltanto in Inghilterra, dove i dieci calciatori di movimento vengono schierati come se dovessero comporre i vertici di una W e di una M.

In questo nuovo modulo Marchi, sempre rapido ed implacabile nel marcare le ali avversarie, riesce a dare il meglio di sé, viene schierato titolare nella prima amichevole estiva e così sarà per tutte le partite giocate dal Genoa nel resto della stagione, dimostrando, in questo modo, anche una grande affidabilità fisica e disciplinare.

I Rossoblu disputano un altro buon campionato e giungono quinti; nel frattempo, Marchi ha avuto anche l’immensa soddisfazione di poter vestire la maglia dei Campioni del Mondo, infatti Pozzo lo ha convocato per l’amichevole, persa per 5 a 2 dagli Azzurri, contro la Germania, il 30 Novembre 1939.

Resterà al Genoa fino al 42/43, anno in cui vengono sospesi i campionati a causa del secondo conflitto mondiale, disputando sempre campionati di alto livello e sempre in compagnia dell’amico Bertoni, diventando uno dei cardini della difesa dei Grifoni e assicurando sempre un rendimento costante e una marcatura “asfissiante”.

Negli anni della guerra si gioca come e dove si può, organizzando piccoli tornei che in alcuni casi non vengono neanche portati a termine, Sergio si allena e gioca con il Milano, con il quale disputa, alla fine del ’44, il Torneo Benefico Lombardo, ma dopo soltanto sei mesi e 20 presenze in Rossonero passa ai “cugini” dell’Inter.

Nonostante la guerra sia finita da poco, già si pensa a come allestire il nuovo campionato…la voglia di normalità sta travolgendo tutto e in Italia si vuole guardare solo avanti!!!

Si decide, a causa degli innumerevoli problemi logistici, di dividere il campionato in due gironi, Nord e Sud; l’Inter, guidata da Claudio Carcano e inserita nel Girone Nord, si comporta molto bene, aggiudicandosi entrambi i derby e chiudendo dietro solo al fortissimo Torino, ma qualificandosi comunque per il Torneo Finale, che vedrà confrontarsi le migliori quattro dei due gironi in un torneo all’italiana.

Il campionato andrà al Torino, letteralmente trascinato dal bomber Castigliano, autore di ben 13 reti in 14 partite; l’Inter chiuderà con un buon quarto posto, malgrado debba subire l’onta di vedersi sconfitta in entrambi i derby dai cugini Rossoneri e Marchi sarà protagonista di un’altra ottima stagione in cui si è immeditamente conquistato il ruolo di titolare inamovibile.

Nella stagione 46/47 il Presidente interista Masseroni ottiene, dalla FIGC, il permesso di tesserare calciatori stranieri e acquista ben 5 sudamericani: Bovio, Cerioni, Pedemonte, Volpi e Zapirain.

L’Inter parte con i migliori propositi, ma i cinque sudamericani si dimostrano sin da subito totalmente inadeguati al campionato italiano; nelle prime tredici giornate giunge soltanto una vittoria. Masseroni tenta di correre ai ripari e acquista, dall’Atalanta, Giuseppe Meazza che, anche se trentaseienne, secondo il Presidente, può dare ancora una grande mano, se non altro dal punto di vista caratteriale.

Alla prima partita con Meazza in campo, giunge puntuale la vittoria, ma nelle giornate successive si ritorna alla vecchia musica e la classifica, a questo punto, si fa davvero pericolosa; in questa delicata situazione i sudamericani non danno certo una mano; infatti Bovio, nella partita del 19 Gennaio contro il Modena, alla fine del primo tempo si rifiuta di rientrare in campo per il troppo freddo, lasciando la squadra in dieci e “regalandole” così un’altra sconfitta e pochi giorni dopo in compagnia di Cerioni e Volpi fugge in Sudamerica sparendo nel nulla con i suoi “compari”.

La situazione rischia di tracollare e il Presidente Masseroni cerca di dare una sferzata ai suoi cambiando guida tecnica; Carcano viene esonerato e al suo posto arriva Nino Nutrizio come Direttore Tecnico e Giuseppe Meazza che, oltre a giocare, dovrà ricoprire anche il ruolo di allenatore.

La terapia funziona e il “malato” sembra guarire rapidamente, la squadra sembra rigenerata e inanella una serie di buoni risultati che consente a Marchi & co. di scalare rapidamente la classifica, per poi chiudere il campionato al decimo posto.

Uno fra i pochi a salvarsi in questa stagione disastrosa è Sergio Marchi, che infatti è anche uno dei pochi ad essere riconfermato per la stagione successiva.

L’inter decide di avviare una profonda rifondazione, acquista ben quindici nuovi giocatori e ne cede undici, ma serve molto più tempo per ricostruire una squadra e questo sarà per l’Inter soltanto un campionato transitorio senza grandi emozioni, che chiuderà ad un anonimo dodicesimo posto; questa sarà anche l’ultima stagione di Sergio Marchi a Milano, infatti, nell’estate del 1948 viene ceduto al Cagliari, dove rimane per un’altra stagione prima di ritirarsi definitivamente dal calcio a 29 anni.

Le gesta di Sergio Marchi non sono state immortalate spesso dalla cronaca, ma questo è dovuto al fatto che da sempre le cronache danno maggior risalto agli attaccanti, ma il suo valore di difensore è stato sicuramente indiscutibile, tanto da diventare un Nerazzurro da Raccontare.

Senio Calvetti

Per tutti gli appassionati di sport vi invitiamo a visitare il blog curato da Senio , Gli Strani Stranieri Della Serie A

E adesso tocca a voi completare questa scheda , scrivete il vostro aneddoto o un vostro ricordo legato a questo giocatore e noi lo inseriremo qui di seguito.

Per leggere tutti i Nerazzurri precedenti clicca Qui !

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One Comment

  1. antonio cassisa

    30/04/2011 at 20:56

    boia Senio
    sei davvero un fenomeno
    grande.

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