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Un Nerazzurro da Raccontare – Mannini (Prima Parte)

Nerazzurro da raccontare 4

Nell’estate del 1978 Sandro Pertini diventa il nuovo Presidente della Repubblica e la giovane Italia di Enzo Bearzot delizia gli italiani, con un gioco fresco e spumeggiante nel mondiale argentino; nel frattempo, a Pisa un giovane portiere di belle speranze approda alla corte del neo-Presidente Romeo Anconetani, il suo nome è Alessandro Mannini.
Alessandro è nato a Viareggio il 26 Agosto 1957 e arriva in nerazzurro dopo aver disputato un bel campionato con i bianconeri conclusosi con la promozione in C2, dopo lo spareggio vinto alla monetina contro la Rondinella.

Oltre a Mannini sotto la Torre arrivano molti altri giocatori fra cui Quarella, Croci, Miele e Dariol; vengono confermati Ciappi, “Caio” Di Prete, Cannata e Barbana, a cui viene anche consegnata la fascia di capitano. La guida tecnica viene affidata a Giampiero Vitali, giovane allenatore milanese, reduce da un buon decimo posto in Serie C con l’Empoli e mentre molti pisani si preparano all’ennesimo campionato di transizione, Romeo spiazza tutti dichiarando che a fine stagione sarà promozione!

Sandro parte come riserva del più esperto Ciappi, portiere di origine argentina con alle spalle già numerosi campionati di Serie C e molto ben visto dalla piazza. La stagione si apre con la sconfitta di Cava dei Tirreni dove il Pisa capitola per 1 a 0, ma i nerazzurri si riscattano immediatamente battendo la Turris fra le mura amiche per 2 a 1. Nella giornata successiva impattano il primo dei molti derby stagionali, portando via un importante punto da Empoli; mentre il 2 a 0 con cui il Pisa esce sconfitto da Arezzo, giunto dopo le due vittorie interne con Matera e Teramo, viene prontamente riscattato battendo la Lucchese (3-2) alla giornata successiva.
Tre giornate dopo il Pisa espugna l’Ardenza portando al settimo cielo i tifosi nerazzurri, fra i quali stanno iniziando a nascere i primi gruppi di tifo organizzato. Sull’onda dell’euforia il Pisa porta a casa nove punti nelle successive cinque partite e alla chiusura del girone di andata, in molti iniziano a credere che la profezia di Romeo possa diventare realtà.

Il roboante 4 a 0 con cui viene annientata la Cavese, alla prima di ritorno, fa salire l’entusiasmo alle stelle e quando, dopo una piccola crisi di quattro giornate, arrivano le belle vittorie contro Arezzo e Lucchese, Pisa inizia a sognare.
Tre vittorie consecutive, dopo il KO interno contro i labronici, portano il Pisa al rush finale e a solo due giornate dalla fine del campionato la Serie B è veramente ad un passo.
Romeo ha stimolato ed incoraggiato la squadra per tutta la stagione, pretendendo ed esigendo risultati e guadagnandosi il titolo di mangia allenatori, visto che ad ogni calo di tensione dei nerazzurri ha risposto con un cambio di guida tecnica, facendo alternare sulla panchina pisana prima Vitali, poi Seghedoni e quindi Meciani.

A far visita al Pisa arriva il Catania di Massimino, diretta concorrente nella corsa alla promozione: l’Arena è gremita all’inverosimile e sono arrivati anche un migliaio di tifosi dalla Sicilia. Al 17° del primo tempo, Di Prete porta in vantaggio i nerazzurri al termine di un’azione personale, ma a cinque minuti dalla fine della prima prima frazione di gioco, Morra riporta il risultato in parità. Nell’intervallo Romeo si reca negli spogliatoi per incitare e sostenere la squadra, ma alla ripresa del gioco le due squadre sembrano contratte e stanche; Mr. Meciani inserisce Quarella al posto di Minozzi nel tentativo di dare nuova linfa alla squadra e a dieci minuti dalla fine è proprio il nuovo entrato a far esplodere la gioia dei tifosi pisani siglando il 2 a 1. Nei dieci minuti finali un Pisa arroccato impedisce ad uno stremato Catania di riacciuffare il risultato per la seconda volta e al triplice fischio di chiusura l’Arena esplode in un boato di gioia, Romeo viene portato in trionfo e si levano al cielo numerosi cori inneggianti alla Serie B.
L’ultima di campionato vede un Pisa corsaro portare via due punti da Pagani grazie, ancora una volta, ad una rete di Di Prete, mentre il Catania non riesce ad andare oltre il pari contro il Chieti, decretando così la promozione dei nerazzurri che, dopo otto anni di purgatorio, tornano finalmente in cadetteria, tagliando il traguardo al primo posto con 44 punti a pari merito con il Matera.
In questa stagione, che ha visto nascere il sodalizio fra Romeo e Pisa e dove si sono particolarmente distinti Capitan Barbana e Di Prete, il giovane Mannini ha avuto per 12 volte l’occasione di difendere la porta nerazzurra, mostrando ottimi riflessi e una buona reattività fra i pali; ma qualche sua incertezza di troppo, in particolar modo nelle uscite, ha impedito al suo rapporto coi tifosi, ancora dubbiosi e ammaliati da Ciappi, di decollare. Chi, invece, è assolutamente sicuro che il ragazzo “si farà” ed è pronto a scommettere su di lui, è Romeo Anconetani che conferma Sandro anche per la stagione successiva.

Mannini in volo plastico

Il Pisa affila le armi per il nuovo campionato: Meciani viene confermato e la rosa viene rinforzata con gli arrivi del terzino Contratto, del libero Vianello e di Chierico e Bergamaschi, entrambi centrocampisti provenienti dalle giovanili dell’Inter.
L’inizio dei nerazzurri in campionato è balbettante e gli scarsi risultati fanno immediatamente saltare la panchina di Meciani; al suo posto arriva Sergio Carpanesi, definito da Romeo come giovane ambizioso e capace. Inizia una lenta, ma inesorabile, rimonta, la squadra sembra aver acquistato sicurezza e in casa non si lascia scappare un colpo, battendo rispettivamente: Monza, Cesena, Palermo e Atalanta.
Ma il pareggio interno con il Bari e la seguente sconfitta sul campo di Lecce fanno imbestialire Romeo che esonera anche Carpanesi; i tifosi non condividono e Romeo viene per la prima volta contestato dai suoi tifosi. Il focoso Presidente risponde con una conferenza stampa in cui spiega tutte le motivazioni della sua decisione e dove annuncia l’ingaggio di una vecchia conoscenza del calcio pisano, Beppe Chiappella, allenatore esperto che mosse i suoi primi passi da calciatore proprio sotto la Torre nel lontano 1946. Il Pisa fa un passo indietro, il gioco torna a latitare e i punti portati a casa non sono molti, facendo riavvicinare pericolosamente il baratro della retrocessione. Riuscirà a salvarsi soltanto all’ultima giornata, grazie ad un gol di Cantarutti realizzato nello scontro diretto contro la Sambenedettese.
Stagione molto difficile per il Pisa e anche per il giovane Mannini, costretto a seguire tutto il campionato dalla panchina, ma per entrambi è stata una stagione di crescita e di maturazione.

L’estate del 1980 è una delle più burrascose che il calcio italiano ricordi, lo scandalo del Totonero riempe le prime pagine dei giornali sportivi e la Serie B vedrà presentarsi ai suoi nastri di partenza due compagini di alto rango, come Milan e Lazio, entrambe retrocesse per illeciti sportivi; inoltre, Taranto e Palermo partiranno con una penalizzazione di 5 punti. Il Pisa di Romeo, completamente estraneo a questo tipo di vicende, si prepara al nuovo campionato operando una mini rivoluzione all’interno del suo organico: partono Contratto, Bergamaschi e buona parte degli artefici della promozione (Barbana, Di Prete, Cannata e Ciappi) e arrivano in nerazzurro, l’esperto Buso dal Taranto, il terzino Secondini, lo stopper Garuti e il giovane Occhipinti, proveniente anch’esso dalle giovanili dell’Inter. La guida tecnica viene affidata ad un’altra vecchia conoscenza del calcio pisano, il Sergente di Ferro, Lauro Toneatto, già allenatore dei nerazzurri nella burrascosa stagione 69/70.
Il campionato del Pisa non è molto entusiasmante, ma è un chiaro segnale di un’ulteriore crescita della compagine di Romeo, che sempre lontana dai pantani della bassa classifica, taglia il traguardo al settimo posto, mettendo in mostra una buona solidità difensiva e un Sandro Mannini, schierato per 16 volte, molto maturato e molto più sicuro. La fiducia che Romeo ha riposto fino ad ora nel giovane viareggino sarà presto ripagata.

La stagione 81/82 vede presentarsi ai blocchi di partenza un Pisa quasi completamente trasformato dalla cinta in su: Quadri, Graziani, Chierico e Cantarutti lasciano la città rossocrociata e al loro posto arrivano Sorbi, Todesco, Casale e, dopo un anno con le rondinelle bresciane, torna in nerazzurro Roberto Bergamaschi. Anche l’allenatore è nuovo, infatti dopo aver congedato Toneatto, primo allenatore a resistere in panchina per l’intero campionato nell’era Anconetani, Romeo affida i suoi ragazzi ad un giovane emergente con una sola stagione da allenatore alle spalle, Aldo Agroppi.
L’istrionico Presidente è sicuro di aver allestito un’ottima squadra e dichiara, stupendo tutti ancora una volta, che a fine stagione il Pisa sarà in Serie A!

Samp - Pisa il rigore parato da Mannini

Nel precampionato, dopo la consueta amichevole con la Volterrana, un Pisa sbarazzino e brillante si toglie il lusso di sconfiggere due armate, quali sono Roma e Inter e all’inizio del campionato, le due belle e convincenti vittorie contro Pescara e Catania fanno pensare che potrebbe essere veramente l’anno buono. Poi qualcosa si inceppa, nonostante le buone prestazioni, il Pisa inizia ad inanellare pareggi. La squadra non riesce a finalizzare le molte azioni create e le incertezze difensive vanificano spesso la grande fatica fatta per segnare; in questo momento vive un periodo difficile anche Sergio Buso e i suoi errori commessi nei pareggi interni con Rimini, Foggia e Sambenedettese proiettano il ventiquattrenne Mannini fra i pali della porta pisana.

Il debutto stagionale di Sandro avviene a Cremona in una partita che lo vede inoperoso per quasi tutta la partita ed efficace nelle poche volte in cui è chiamato in causa e dove il Pisa conquista il sesto pareggio consecutivo. Due giornate più tardi il Pisa torna finalmente alla vittoria espugnando il campo di Perugia, ma nella partita successiva arriva la prima sconfitta interna della stagione, ad opera della Samp, che riesce ad affondare l’armata nerazzurra grazie ad un’incertezza di Mannini, che consente a Galdiolo di siglare il definitivo 1 a 2. Ma il ragazzo ha le spalle larghe e a fine partita, se pur visibilmente deluso, si presenta in sala stampa: “Sono dispiaciuto per il gol subito. La squadra, però, è stata solidale con me. Tutti i miei compagni si sono comportati da veri amici. Lo stesso pubblico si è dimostrato magnifico ancora una volta. Cercherò di superare questo momento difficile”.

Un Pisa, sciupone a Palermo e garibaldino con la Lazio, conquista altri due pareggi su due campi insidiosi e difficili. La squadra è in crescita e i 7 punti conquistati nei quattro successivi incontri, mettendo in mostra bel gioco e azioni spettacolari, proiettano i nerazzurri nelle alte sfere della classifica e infiammano la piazza come non succedeva da tempo.
L’amore e la passione per i ragazzi di Agroppi cresce a dismisura e viene palesato nella trasferta di Reggio Emilia, dove 5000 tifosi si muovono al seguito della squadra che li ringrazia fornendo una prestazione magistrale e porta a casa l’intera posta in palio, grazie ad una rete del biondo Todesco.

Nella trasferta di Pescara, che segna l’inizio del girone di ritorno, il Pisa è di nuovo corsaro e stavolta buona parte del merito è di Sandro che in più di una circostanza si è dimostrato decisivo nel forcing a cui è stata sottoposta la retroguardia nerazzurra nel finale. Nel dopo partita, stavolta, è la gioia a trasparire dal suo sguardo, ma non è tipo da voli pindarici e con molta modestia dichiara: “Oggi sono stato seriamente impegnato due o tre volte. Penso di essermela cavata egregiamente”.
E’ ancora uno strepitoso Sandro Mannini ad impedire all’ex Aldo Cantarutti di realizzare il gol del 2 a 1 nella difficilissima trasferta di Catania.

Ancora tre pareggi, dove il Pisa dimostra di essere una squadra tosta e organizzata che non molla facilmente la preda e poi finalmente ritorna la vittoria. La Cavese viene battuta grazie ad una rete di Pasqualino Casale, sempre più goleador e determinante, e ad un Sandro Mannini sempre più sicuro fra i pali e dotato di una prontezza di riflessi disarmante, come quando con un guizzo felino vola a deviare un’improvvisa bordata di Crusco, negando il pari ai campani.

Dopo l’entusiasmante vittoria con la Cremonese che ha visto andare in gol Bertoni, Todesco e Casale, il Pisa si trova da solo al comando ed è ormai chiaro a tutti che è pronto per spiccare il volo per la A. L’attacco imprevedibile e capace di straordinarie giocate in velocità, il centrocampo guidato con sapiente maestria da Capitan Gozzoli e l’arcigna difesa di cui Mannini è sempre più l’ultimo baluardo, stanno trasformando l’ennesima profezia di Romeo in realtà.

Dopo la beffa che costringe il Pisa al pari sul campo di Perugia, i nerazzurri si apprestano ad affrontare un’altra trasferta difficilissima, dove incontreranno una delle dirette concorrenti alla promozione e rivale storica, la Sampdoria. La partita è molto tirata e nessuna delle due squadre ci sta a perdere. Ancora una volta uno dei migliori in campo, oltre a Bertoni autore della rete nerazzurra, è Mannini, che scaccia i fantasmi dell’andata rendendosi protagonista di una partita memorabile: sicuro e deciso su tutti i palloni, pronto e reattivo in tutte le uscite e assoluto protagonista quando para un rigore a Zanone, che consente ai ragazzi di Agroppi di portare a casa un prezioso 1 a 1 e di mantenere il secondo posto in classifica insieme al Bari e, appunto, la Samp. Ma anche in questo caso nel dopo partita non si sbilancia, anzi minimizza: “E’ andata bene. Ho indovinato la parte giusta. Zanone ha tirato forte senza guardare e mi ha preso addosso”.

In un’Arena gremita all’inverosimile, che registra anche il record d’incasso, il Pisa distrugge con un inequivocabile 3 a 1 un’altra delle concorrenti alla promozione: il Palermo. La Serie A è sempre più vicina, Agroppi invita alla calma e a non rilassarsi, mentre Romeo è convinto che ormai sia fatta e dispensa ottimismo.

Un’orda di pisani, giunta con l’ennesimo treno speciale organizzato da Romeo, invade Brescia, dove il Pisa strappa il pari con Mannini ancora una volta in grande spolvero.
Nella partita interna contro la Spal, la partenza razzo dei ferraresi sorprende tutti, ma non Sandro, che in avvio di partita è costretto a compiere due interventi miracolosi, che risulteranno decisivi per conquistare i due punti che portano il Pisa ad un passo dalla promozione. Mancano soltanto 180 minuti e i nerazzurri hanno un punto di vantaggio sulle inseguitrici e dovrà essere difeso ad ogni costo.
Il Pisa si reca a Pistoia con l’intento di difendersi e portare a casa un punto, spezzando il gioco, rallentando i ritmi e affidandosi ad un Mannini, ormai sempre più vero caposaldo e sicurezza della formazione nerazzurra, preciso, sicuro ed elegante in ogni intervento. Alla fine dei novanta minuti il risultato è quello iniziale e in campo, sugli spalti e in tutta la città, anche se manca ancora la matematica certezza, si festeggia. Ma il traguardo non è ancora stato raggiunto e il portiere nerazzurro lo sa bene e nel dopo partita dichiara lapidario: “Una partita come tutte le altre, magari un po’ tesa”.

L’ultima di campionato è una pura formalità, a Pisa e Reggiana serve un punto e le ostilità si concludono senza mai essersi realmente aperte, sullo 0 a 0 in una partita dalle pochissime emozioni. Ma il vero spettacolo quest’oggi è stata l’Arena, straripante, raggiante, gioiosa, orgogliosa della sua pisanità, ha accompagnato e sostenuto per tutti i novanta minuti e per tutta la stagione i suoi eroi verso il trionfo. Dopo tredici anni il Pisa è di nuovo in Serie A!

Senio Calvetti

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3 Comments

  1. Stefano

    13/09/2012 at 21:47

    Che anni ragazzi… Me li ricordo veramente in modo vivissimo. Che tempi. E come ci si divertiva all’arena!

  2. andrea2

    13/09/2012 at 21:32

    un mito………da piccolo facevo il portiere solo per imitare lui…….poi ho giocato tutta la vita all’attacco……..GRANDE SANDRO!!!!!!!

  3. Andrea

    13/09/2012 at 16:20

    Portiere che ha lasciato il segno a Pisa, complimenti.
    Posso lanciare una proposta? perchè, ogni volta che viene ricordata una gloria neroazzurra, non prendete contatto con lui se rintracciabile (e se ovviamente è ancora in vita), per consentirgli di riproporre vecchi aneddoti o quant’altro? A me personalmente ma penso anche ad altri farebbe estremamente piacere.

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