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Un Nerazzurro Da Raccontare – Lucchi

Nerazzurro da raccontare 1

Torna imperdibile ogni giovedì il nostro appuntamento con la storia del Pisa , e per questa puntata della rubrica ” Un Nerazzurro Da Raccontare “, vi vogliamo parlare della carriera di Renato Lucchi.

E’ il 12 Aprile del 1967 ed il Pisa è appena uscito sconfitto per 1 a 0 dal campo di Arezzo; la squadra si trova al terzultimo posto del campionato di Serie B e serve dare una scossa a tutto l’ambiente per evitare la retrocessione. Nei mesi precedenti, la stampa e la tifoseria si erano scagliate contro il tecnico Pinardi, parlando di crisi tecnica e di errori di impostazione e dopo questa ennesima sconfitta la società di Donati decide di sollevarlo dall’incarico. Al suo posto arriva Renato Lucchi, tecnico romagnolo sconosciuto ai più.

Lucchi è nato a Cesena il 28 Febbraio del 1921. Dopo aver iniziato la sua carriera di calciatore con la maglia del Forlì nel campionato di Serie C del 1940/41, si trasferisce per la somma di 13.000 Lire nel sua amata e vicina Cesena, dove vi rimane fino al 1947 disputando onesti campionati di Serie C. Gioca da Centromediano Metodista e le sue caratteristiche principali sono la grande forza fisica e la sagacia tattica; inoltre, è dotato di un tempra agonistica fuori dal comune, che gli consente spesso di sopraffare ed ergersi su avversari ben più dotati di lui.

Queste sue doti gli consentono di fare il doppio balzo di categoria in un sol colpo: all’avvio della stagione 1947/48 viene acquistato dal Bari e Renato si ritrova improvvisamente in Serie A dove potrà misurarsi con campioni del calibro di Mazzola, Gabetto e Boniperti.

Rimane con i “galletti” per due stagioni collezionando 35 presenze, raggiungendo in entrambi i casi la salvezza e dimostrando che con volontà e determinazione si può arrivare anche al di sopra delle proprie possibilità.

Nella stagione 1950/51 si trasferisce al Venezia e con i lagunari è protagonista di uno sfortunato e disastroso campionato chiuso con la retrocessione in Serie B con soltanto 16 punti conquistati in tutta la stagione. Rimane con i lagunari per altre due stagioni finendo con il retrocedere in Serie C al termine della stagione 1951/52.

Ancora una stagione, in quarta serie, disputata fra le file del Bellaria e quindi a 32 anni decide di ritirarsi dal calcio giocato, con più di duecento presenze da professionista e 11 reti realizzate, 10 delle quali messe a segno in quel di Cesena.

Battagliero, determinato e con una grande forza di volontà sembra il personaggio perfetto per intraprendere la carriera di allenatore, visto che queste sono le principali doti da trasmettere ad una squadra.

Inizia ad allenare nella sua Cesena dove ottiene un settimo posto nel campionato di Promozione 55/56; nella stagione successiva ottiene la promozione in quarta serie e quindi nei due campionati seguenti mantiene la categoria senza troppi affanni; alla fine della stagione 1958/59 lascia l’incarico e per quattro stagioni rimane lontano dai campi.

Nell’estate del 1963, mentre Rita Pavone spopola con il brano Cuore, anche Renato capisce che al cuore non si può dire di no e torna alla guida del Cesena, dove potrà misurarsi nel campionato di Serie C.

I bianconeri disputano un discreto campionato e chiudono la stagione al nono posto con 33 punti, facendo guadagnare a Lucchi la riconferma per la stagione successiva nella quale verrà ripetuto lo stesso identico risultato: nono posto con 33 punti, ma mettendo in mostra una difesa di tutto rispetto, che ha incassato solo 18 reti in 34 incontri, le stesse della capolista Pisa, promossa in B. Ma stavolta il risultato ottenuto non vale la riconferma e il rapporto fra il Cesena e Renato si interrompe di nuovo e il vigoroso allenatore cesenate rimane inattivo per un paio di stagioni…più precisamente fino al 13 Aprile del 1967, giorno in cui la dirigenza pisana comunica il suo ingaggio per sostituire l’esonerato Pinardi.

Di carattere diametralmente opposto rispetto al chiuso e riservato Pinardi, porta una ventata di freschezza nello scoraggiato ambiente pisano. Anche la squadra reagisce bene alle cure del nuovo Mister e raccoglie immediatamente la vittoria nel match interno con il Novara; un bel punto nella trasferta di Reggio Emilia e poi il Pisa si aggiudica di nuovo l’intera posta, battendo il Padova all’Arena per 1 a 0. I nerazzurri hanno mostrato una netta inversione di tendenza, grazie ad una migliore organizzazione di gioco e una determinazione sicuramente figlia dell’approccio di Mr. Lucchi, e lentamente stanno iniziando ad uscire dalle pericolose paludi della bassa classifica. Nelle due trasferte successive, disputate sugli insidiosi campi di Genova e Catania, il Pisa non riesce a raccogliere punti, ma all’Arena, diventata ormai un fortino inespugnabile, i nerazzurri raccolgono altri due punti salvezza battendo il Modena per 1 a 0. Il pareggio di Varese e le belle vittorie interne con Catanzaro e Verona, oltre a valere la salvezza, suggellano l’ottimo lavoro svolto da Lucchi, che ha trasformato una squadra lenta ed impacciata in una squadra di guerrieri pronti ad approfittare di ogni minima incertezza dell’avversario. Vivace, simpatico ed istrionico, ha anche conquistato immediatamente il cuore dei tifosi pisani da sempre devoti nei confronti di coloro che lavorano con cuore e passione.

 

La nuova stagione parte all’insegna della totale fiducia nei confronti nel nuovo Mister, al quale viene anche data la piena libertà di spendere come vuole i quasi cento milioni stanziati per la campagna acquisti. Visto che i soldi non sono molti, decide di puntare su quelli che, secondo lui, sono giocatori esperti e dal sicuro rendimento: Antonio Annibale, portiere in arrivo dal Cesena, Luigi Mascalaito, mezzapunta dai trascorsi amarantotrigliati, Sandro Joan, attaccante scaricato dal Verona e Giampaolo Piaceri, astuto centravanti in forze al Potenza. I nuovi acquisti dovranno inserirsi e plasmarsi in quella che secondo Renato è la struttura portante della squadra composta da l’esperto libero Gonfiantini, il giovane e arcigno difensore Gasparroni, il centrocampista Guglielmoni, il versatile Manservisi, soprannominato l’uccellino e Capitan Barontini, efficacissimo frangiflutti davanti alla difesa.

 

Il “nuovo” Pisa si reca nel ritiro di Bagno di Romagna fra le critiche di chi sostiene che la squadra sia fin troppo attempata, c’è anche chi scrive: “da reusorio”! Lucchi non si nasconde, non è nel suo carattere, e dal ritiro replica che è sicuro di aver allestito una buona rosa e che il Pisa farà un buon campionato.

I nerazzurri debuttano impattando per 1 a 1 nella gara interna con il Catania e le solite malelingue, rivendicano la giustezza delle loro funeste previsioni; ma il 5 a 0 con cui il Pisa annienta il Messina sette giorni più tardi e la bella vittoria ottenuta sul campo di Lecco, fanno capire che il Pisa c’è e sta iniziando a carburare. Dopo lo stop di Padova dove i nerazzurri escono sconfitti con un rocambolesco 3 a 2, all’Arena arriva una delle favorite del campionato, il Bari di Lauro Toneatto, che esce dal campo sonoramente sconfitto da un roboante 5 a 2 e sull’onda dell’euforia arrivano anche le belle vittorie con Catanzaro e Perugia.

Il Pisa è la sorpresa del campionato e non solo per i risultati ottenuti: i ragazzi di Lucchi si sono resi protagonisti di prestazioni magistrali, all’insegna del dinamismo e del bel calcio. Joan, Manservisi, Piaceri e Mascalaito sembrano trovarsi a meraviglia, compiendo delle vere e proprie scorribande nelle difese avversarie e anche se la squadra risulta essere spesso sbilanciata in avanti gli ottimi Barontini, Gasparroni e Gonfiantini garantiscono un’efficace copertura.

L’entusiasmo fra i tifosi sale a dismisura e molti pisani decidono di indossare il vestito buono, prendere il treno e seguire i nerazzurri nella trasferta di Modena, dove un gol dell’uccellino Manservisi consente al Pisa di Lucchi di portare via un bel punto dal Braglia.

Sette giorni più tardi arriva all’Arena un’altra delle favorite del campionato, il Verona del Direttore Tecnico Liedholm, pieno zeppo di ex (Bui, Mascetti, De Min, Petrelli e l’allenatore Pozzan) e deciso a portare via almeno un punto dall’Arena; ma un Pisa in giornata di grazia disputa la sua più bella partita della stagione e distrugge gli scaligeri con 3 reti dell’ex, dal dente avvelenatissimo, Sandro Joan, ridimensionando le ambizioni dei gialloblu e proponendosi definitivamente per la corsa alla promozione.

Il pareggio ottenuto a Reggio Emilia e la vittoria col Genoa mantengono il Pisa nelle zone alte della classifica e poi, finalmente arriva uno dei momenti più attesi di tutta la stagione: il derby con il livorno.

E’ il 3 Dicembre e il rigore invernale non spaventa i tifosi, che riempono ugualmente l’Arena, sono numerosissimi e facinorosi anche i tifosi giunti dalla terra labronica. Il Pisa si porta in vantaggio grazie ad una rete di Joan, servito splendidamente da Piaceri, per il tripudio dei tifosi nerazzurri; subita la rete, gli amarantotrigliati accusano il colpo e finiscono nuovamente al tappeto, quando Piaceri, che oggi sembra avere il diavolo in corpo, trafigge nuovamente il portiere labronico con una splendida semirovesciata. Sugli spalti è festa grande, ma in panchina malgrado il 2 a 0, Lucchi continua ad incitare e caricare incessantemente i suoi ragazzi, che non mollano di un metro e assestano il definitivo colpo del KO con Sandro Joan, che trasforma il rigore procurato dall’indemoniato Piaceri, per quello che sarà il definitivo 3 a 0. Dopo il molto rumore dei primi minuti i labronici escono dallo stadio ammutoliti e sbeffeggiati, mentre i gladiatori di Lucchi raccolgono l’ovazione del pubblico.

Il Pisa stupisce e meraviglia, gioca e diverte, segna e vince e strappa di nuovo applausi quando dieci giorni dopo costringe la famigerata Inter di Herrera al pari, nella gara di Coppa Italia terminata 1 a 1, con reti di Facchetti e Manservisi.

Con l’arrivo dell’inverno i nerazzurri subiscono un calo di prestazioni: il gioco è meno fluido, la corsa meno brillante, di conseguenza vengono meno i risultati e le malelingue tornano a sparlare, parlando di una squadra ormai cotta. Lucchi, capisce il momento di difficoltà, carica ed incita i suoi ragazzi come non mai, guidandoli e richiamandoli per tutti i novanta minuti e talvolta seguendoli per tutta la lunghezza del campo, dispensando sicurezza e fiducia, che fanno raccogliere al Pisa punti preziosi.

Ma anche il più severo degli inverni prima o poi passa e torna la Primavera. Con l’arrivo delle belle giornate e dei primi soli, il Pisa rifiorisce e infila tre vittorie consecutive contro Perugia, Modena e Verona che lo riportano prepotentemente fra le candidate alla promozione.

Ad un mese dalla fine del campionato, il Pisa ha tre punti di vantaggio su Foggia e Bari, terze in classifica e restano da giocare soltanto tre partite, perché all’ultima di campionato riposerà.

Nella partita del 2 Giugno contro la Reggiana, i nerazzurri in vantaggio di due reti, si rilassano e si fanno clamorosamente rimontare e solo grazie ad uno strepitoso Annibale, che nega più volte la rete ai calabresi, riescono ad evitare una sconfitta che avrebbe avuto del clamoroso; un’altra golosa occasione viene sprecata nel match successivo dove i ragazzi di Lucchi si fanno nuovamente rimontare, stavolta dal Novara, ma fortunatamente anche le inseguitrici inciampano lasciando la situazione pressoché invariata.

 

Al Pisa restano da giocare gli ultimi 90 minuti della stagione e per essere padrone del proprio destino dovrà strappare almeno un pari sul campo di Venezia. Col passare dei giorni e l’avvicinarsi della partita, in città sale la tensione, si snocciolano e si stilano classifiche in ogni angolo ed inoltre i tifosi stanno organizzando un massiccio esodo verso la città lagunare. Arriva la domenica e i tifosi, giunti con 4 treni speciali, 61 pullman e moltissime auto, invadono Venezia fin dalle prime ore del mattino. A pochi minuti dal fischio d’inizio, il settore a loro dedicato è stracolmo e si erge su tutti un inequivocabile striscione: 11 + Lucchi = Quella Grande Dozzina, parafrasando il famoso film di Robert Aldrich, da poco uscito nella sale. Inizia la partita e a farla da padrone è senza dubbio il gran caldo e l’insopportabile umidità; i ritmi sono lenti e la troppa tensione accumulata durante la settimana tira un brutto scherzo ai nerazzurri che passano in svantaggio, trafitti da una rete di Spagni. Il Pisa tenta di reagire, ma le gambe non rispondono e il Venezia si difende senza troppi affanni; quando mancano una manciata di secondi alla fine, Piaceri tenta la conclusione dalla distanza e centra in pieno l’incrocio dei pali, per la disperazione e le imprecazioni di spalti e panchina nerazzurra, che vedono sfumare l’ultima opportunità di pareggiare. Non appena finita la partita parte la caccia al risultato di Bari – Verona e al Pierluigi Penzo inizia a diffondersi incontrollata la voce che il Pisa sia comunque promosso; i tifosi impazziscono di gioia ed invadono il campo festeggiando, la maggior parte dei giocatori è dubbiosa, ma rimane in campo in attesa di notizie. Arrivano ben presto e la doccia, per coloro che pensavano che il traguardo fosse stato raggiunto, è freddissima: il Verona ha vinto a Bari per 2 a 1 e quindi l’attuale classifica (Pisa 48 e Verona e Bari appaiate a quota 46) non consente di poter festeggiare, si deve attendere l’ultima giornata e il Pisa potrà solo stare a guardare.

 

La città è attesa da un’ altra settimana di passione, all’insegna di classifiche e pronostici, notizie e malignità; nel frattempo, Mr. Lucchi, nel tentativo di scaricare la tensione ed ingannare il tempo che sembra non passare mai, continua a far allenare la squadra, facendogli compiere qualche sgambata. I campi di cui i pisani dovranno interessarsi sono due: quello di Ferrara, dove il Verona affronterà il Padova e quello di Perugia, dove i grifoni in cerca di punti salvezza affronteranno il Bari. La Nazione ha organizzato un servizio di aggiornamento dei risultati minuto per minuto, che verranno divulgati dal terrazzo della loro sede in Largo Ciro Menotti, mentre molti hanno deciso di recarsi direttamente sui campi interessati, come Mr. Lucchi che domenica mattina di buon ora, parte alla volta di Ferrara.

Ad attenderlo al Paolo Mazza trova Gasparroni e Manservisi, con le rispettive ragazze, ma decide di seguire la partita in solitaria. Durante il primo tempo il Verona passa in vantaggio con una rete di Bonatti e non è certo quanto di meglio si potesse sperare; alla fine dei primi 45 minuti il risultato rimane invariato e il parziale di Perugia, vede i Grifoni in vantaggio per 1 a 0 e con questi risultati sarebbe Serie A! Altri 45 minuti di passione e sofferenza. Nel secondo tempo, a Ferrara, il Verona controlla la partita senza troppi affanni, contro un Padova già matematicamente salvo; a questo punto conta solo il risultato di Perugia, ma non c’è modo di saperlo fino alla fine della partita. Arriva il triplice fischio e l’arbitro conclude una partita già finita da tempo, Mr. Lucchi, Gasparroni e Manservisi aspettano, con il cuore in gola e quando finalmente viene annunciato che a Perugia è finita 1 a 1, impazziscono di gioia: il Mister salta fra i gradoni e corre ad abbracciare i suoi ragazzi, per quella che è stata un’incredibile impresa, sofferta, voluta, cercata, con forza, piglio e determinazione; una promozione meritatissima, figlia del gioco e dell’organizzazione tattica e soprattutto figlia del lavoro di Renato Lucchi che riporta il Pisa nella massima serie dopo ben 42 anni.

Anche a Pisa la gioia dilaga, si susseguono cortei di auto dai clacson impazziti, il nerazzurro campeggia ovunque e addirittura la banda sfila per la città, per una festa che andrà avanti fino a notte fonda e per molti giorni ancora.

Intanto in sede giungono più di duecento telegrammi e il Presidente Donati dichiara che gli ottimi incassi della stagione hanno ripianato il debito iniziale e che intende affrontare la Serie A con 4/5 innesti di livello.

L’estate trascorre calda e sorniona fra i lavori di ampliamento dell’Arena e le incessanti voci di mercato che accostano al Pisa decine e decine di giocatori; in effetti, le trattative intavolate dalla società nerazzurra sono molte, ma pochissime sono quelle ad andare in porto e i tifosi iniziano a spazientirsi. A placare gli animi ci pensa Lucchi che, da vero guascone, propone uno scambio fra le rose di Pisa e Lazio, stemperando la polemica con l’ironia.

Al momento della partenza per il ritiro, i nuovi aggregati alla compagine pisana sono Lenzi, Coramini e Casati, inoltre ha fatto il suo ritorno in nerazzurro Beppe Cosma; mentre i ragazzi sudano e faticano nel ritiro, in città ci si trastulla leggendo le biografie dei nerazzurri pubblicate da La Nazione e sottolineando come, secondo molti, al Pisa manchi ancora qualcosa, in particolare un centrocampista. Ancora volta è Lucchi a metterci la faccia dichiarando di ritenersi pienamente soddisfatto della campagna acquisti e che affronterà il campionato spavaldamente e senza rinnegare il suo credo tattico: Il Pisa giocherà con tre punte e mezzo.

Alla prima di campionato in Pisa coriaceo e arrembante esce immeritatamente sconfitto dal campo di Torino, trafitto da una rete di Mondonico, andato a segno pochi attimi prima di venire sostituito. La domenica successiva, un’Arena rinnovata e gremita trepida per il debutto in Serie A. I nerazzurri affrontano la Roma del Mago Helenio e al 13′ minuto si portano in vantaggio grazie a Piaceri, che trasforma di sinistro una punizione dal limite dell’area. Ma nel giro di tre minuti, fra il 28′ e il 31′, la Roma ribalta la situazione andando a segno prima con Taccola e poi con Salvori; regalando al Pisa un’altra sconfitta immeritata. La storia si ripete ancora a S.Siro contro il Milan, dove un ottimo Pisa, pervenuto al pari ad un quarto d’ora dalla fine con Joan, capitola cinque minuti più tardi a causa di un’ingenuità difensiva che manda a rete Pierino Prati. Finalmente alla quarta di campionato arriva il primo punticino, grazie al pari interno con il Varese e sette giorni più tardi la prima vittoria, ottenuta grazie ad una rete di Mascalaito, contro l’Atalanta. In queste prime giornate i ragazzi di Lucchi si sono battuti alla pari con tutti gli avversari, mettendo in evidenza la loro ottima organizzazione tattica, ma la sfortuna, gli errori e qualche ingenuità, hanno penalizzato oltremodo i nerazzurri, che con solo 3 punti in 5 partite iniziano il loro campionato in salita. Le due belle vittorie interne ottenute contro Samp e Palermo, fra la nona e la decima giornata, restituiscono morale e fiducia al gruppo: in particolare quella contro i rosanero, dove un Pisa grintoso e determinato, ha annientato gli avversari su un campo ai limiti della praticabilità con le reti di Mascalaito (2), Piaceri e Joan. Ma le tre sconfitte successive con Cagliari, Bologna e Palermo, riportano il Pisa nei bassifondi della classifica e fanno lievitare le polemiche, che non vengono risparmiate neanche a Lucchi, accusato di praticare un gioco troppo offensivo e al quale viene consigliato vivamente il catenaccio. Ma il Mister da quell’orecchio non ci sente proprio, continua per la sua strada e le giornate successive sembrano dargli ragione: infatti, il Pisa espugna il campo di Vicenza (2-1) e batte per 1 a 0 il Napoli all’Arena, chiudendo il girone di andata con due belle vittorie e con uno sguardo positivo verso il futuro.

Nelle prime otto giornate del girone di ritorno, il Pisa raccoglie soltanto 4 punti, grazie ai pareggi con Torino, Atalanta, Verona e Juventus e servirà un’altra primavera super per poter mantenere la categoria. Il 6 Aprile espugna Marassi battendo la Sampdoria, diretta concorrente nella corsa alla salvezza, per 2 a 1 e nonostante la successiva sconfitta rimediata sul campo di Palermo, i nerazzurri restano in corsa, ma sarà necessario fare bottino pieno nei due successivi incontri casalinghi.

Contro il Cagliari i ragazzi di Lucchi non riescono ad andare oltre lo 0 a 0 e un Bologna, che ormai non ha più niente da chiedere al campionato, porta via l’intera posta dall’Arena al termine di una partita scialba, che ha visto la fortuna, ancora una volta, voltare le spalle al Pisa.

La situazione inizia a farsi davvero critica e la sconfitta di Firenze inguaia ancora di più i nerazzurri, che devono necessariamente raccogliere 4 punti nelle ultime due partite con Vicenza e Napoli. L’undici Maggio l’Arena ospita per l’ultima volta nella stagione i ragazzi di Lucchi per quello che è uno scontro fondamentale, che sicuramente non regalerà la salvezza, ma potrebbe costare la retrocessione. La tensione, in campo e sugli spalti, è altissima e a peggiorare notevolmente la situazione ci pensa Cinesinho, mezzala brasiliana fortemente cercata in estate da Lucchi, che porta in vantaggio il Vicenza. Il Pisa ha una reazione d’orgoglio e si porta in parità grazie ad una rete del terzino Casati, riportando un po’ di speranza nel cuore dei tifosi; ma poco dopo, una furibonda mischia davanti alla porta di Annibale consente ai biancorossi di riportarsi in vantaggio grazie alla zampata finale di Vitali, che lascia l’Arena come folgorata dallo sguardo di Medusa. A cinque minuti dalla fine, Beppe Cosma sigla quello che sarà il definitivo 2 a 2, che evita la sconfitta interna, ma non la retrocessione ed il Pisa dopo un solo anno di Paradiso è costretto a tornare in Serie B.

In città imperversano le polemiche e l’ultima di campionato, dove il Pisa esce sconfitto per 2 a 1 dal San Paolo, ha soltanto una valenza statistica. Ci sono varie correnti di pensiero: c’è chi ritiene che la colpa sia da addossare alla società, rea di non aver adeguatamente rinforzato la rosa, c’è chi crede che la stagione sfortunata di Annibale abbia influito pesantemente e, infine, c’è chi ritiene che la colpa sia di Renato Lucchi, troppo offensivo e preoccupato più di far vedere la sua bravura di allenatore che di racimolare punti, magari anche con un bel catenaccio. Ma la colpa muore giovane e la realtà è che il Pisa, che raramente ha sfigurato o si è fatto mettere sotto, ha perso punti a causa della sfortuna, numerosi sono stati legni colpiti in stagione, e dell’inesperienza di tutto il gruppo, che troppe volte si è fatto sfuggire il risultato scioccamente.

In ogni caso, col termine della stagione Lucchi lascia Pisa, sono in molti a fargli la corte, in questi due anni e mezzo il suo gioco spumeggiante ed offensivo ha fatto proseliti e il cesenate è passato da essere un perfetto Signor Nessuno ad essere uno degli allenatori più cercati d’Italia, anche l’Inter, orfana di Mr. Foni, è sulle sue tracce. Alla fine raggiunge l’accordo con il Verona, dove si porta anche il fido Mascalaito e dove conduce gli scaligeri ad una salvezza tranquilla e senza troppi patemi, nel campionato che ha visto il Cagliari di Gigi Riva conquistare il suo primo storico scudetto. Lucchi viene confermato anche per la stagione successiva, ma un inizio incerto e due 3 a 0 fuori casa consecutivi, gli costano la panchina e il 30 Novembre 1970 viene sostituito da Ugo Pozzan.

All’alba della stagione 1971/72, gli viene assegnato l’incarico di condurre la neo promossa Mantova verso la salvezza dopo l’addio del tecnico Giagnoni, partito alla volta di Torino. Anche in questo caso, la partenza non è delle più facili e alla tredicesima di campionato viene sostituito da una vecchia conoscenza del calcio mantovano, Renzo Uzzecchini. Dopo questo secondo esonero, non si ha traccia di lui su panchine importanti per almeno dieci anni, più precisamente fino al 1982 quando sostituisce G.B. Fabbri alla guida del suo Cesena conducendolo trionfalmente alla salvezza. Negli anni successivi non ha più ricoperto la carica di primo allenatore e si è spento il 5 Ottobre del 2000 nella sua Cesena all’età di 79 anni.

Lucchi è stato il primo allenatore a portare il Pisa in Serie A nei campionati a girone unico ed è stato il principale artefice di due campionati e mezzo di altissimo livello e di un’avventura indimenticabile. Con lui il Pisa è passato dall’anonimato alla ribalta delle cronache nazionali.

 

Sfrontato, irriverente, carismatico, determinato, ha conosciuto a Pisa l’apice della sua carriera, grazie all’incredibile sinergia che seppe creare con la squadra, i tifosi e la città. Un personaggio fuori dagli schemi che merita di essere raccontato e ricordato.

 

Senio Calvetti

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