Il Pisa Siamo Noi

Un Nerazzurro Da Raccontare – Ging

Nerazzurro da raccontare 3

Oggi parliamo del grande Jozsef Ging.

Quando Jozsef Ging viene alla luce, il 27 Novembre 1891 a Budapest, il calcio in Ungheria ha già un ruolo molto importante all’interno della società e viene praticato da almeno una quindicina di anni ad ottimi livelli; infatti insieme all’Inghilterra è una delle nazioni più all’avanguardia in questo nuovo sport.
Il giovane Jozsef subisce fin da subito l’irresistibile fascino del football ed inizia a praticarlo con risultati non indifferenti; può e sa giocare in tutti i ruoli del centrocampo e dell’ attacco fornendo sempre delle buone prestazioni, inoltre in campo è molto disciplinato e attento.
Queste sue doti gli aprono le porte di una delle squadre più forti di Budapest, il Törekvés, che, insieme a Ferencvàros e MTK, rappresenta quanto di meglio un giovane calciatore ungherese possa chiedere.

Diventa capitano della squadra e veste anche la maglia della rappresentativa nazionale per 28 volte; insieme a lui giocano campioni del calibro di Béla Guttmann, centrocampista e successivamente allenatore di livello mondiale (Milan, San Paolo, Porto, Benfica e Penarol) e Ferenc Hirzer, velocissimo attaccante soprannominato la Gazzella, anch’esso nazionale magiaro, che nel 1925 passerà alla Juventus dove segnerà 50 reti in 43 partite.
Malgrado la “compagnia” sia ottima, per quanto riguarda il campionato non c’è niente da fare, i loro sforzi non vengono mai ripagati; infatti, gli anni precedenti al primo conflitto mondiale sono ad appannaggio del Ferencvàros e quelli subito dopo del MTK, il miglior risultato del Törekvés è il secondo posto raggiunto nel 1916/17.
Finché, nel 1919, subisce un brutto infortunio ed essendo arrivato ormai a 28 anni (…età da pensione per l’epoca…), Ging decide di abbandonare il calcio giocato.

Nel frattempo, anche in Italia il fenomeno calcio sta lievitando molto velocemente, sempre più persone ne sono attratte, triplica il numero delle società, vengono costruiti nuovi e più capienti impianti (la nostra gloriosa Arena è stata inaugurata proprio nel ’19) ed anche le ambizioni delle società crescono di pari passo.

Fino a quel momento, in Italia, l’allenatore era molto spesso il capitano della squadra e la strategia più utilizzata era quella di correre disperatamente dietro al pallone cercando di segnare, in una qualche maniera, un gol più degli altri; ma ora, che tutti vogliono vincere, sempre più frequentemente le società tentano di fare il salto di qualità chiamando dall’estero, in particolare da Inghilterra e Ungheria, “luminari” del calcio per dirigere ed addestrare le proprie squadre.
Nel giro di pochissimo tempo giungono da “noi”: William Garbutt, Bob Spotishwood, Herbert Burgess, Hermann Felsner e il “neo-pensionato” Jozsef Ging che, nel 1920, viene ingaggiato dall’Udinese, dove desta subito un’ottima impressione e chiude al 5° posto del girone veneto.

L’anno successivo viene contattato dal Pisa che, per convicerlo a lasciare la terra friulana, gli offre ben 1800 lire all’anno, praticamente il doppio di quello che guadagna ad Udine. Jozsef accetta e il 5 Gennaio 1921 giunge alla stazione di Pisa. Alto, biondo, con gli occhi azzurri e vestito in modo “strano”; Ferruccio Giovannini, segretario e uno dei fondatori del Pisa SC, pur non conoscendolo non impega molto ad individuarlo.

Non appena gli vengono date le “chiavi” della squadra, porta gli allenamenti da 2 a 4 a settimana, fa sedute fisiche e tattiche molto mirate e accurate e in pochissimo tempo, Ging trasforma un manipolo di ragazzotti che rincorre un pallone, in una squadra di calcio vera e propria, con ruoli e compiti ben precisi. Pare addirittura che posizioni i giocatori uno ad uno, durante le prove degli schemi e, malgrado coniughi tutti i verbi all’infinito, la comunicazione non è un problema che lo riguarda.

Il Pisa vola e grazie alle prodezze dei nazionali Colombari, Gianni e Merciai, del gigante Tornabuoni e ovviamente, dell’impronta data da Ging, raggiunge la finale del torneo centro-meridionale, dove incontriamo i nostri “acerrimi cugini”…il livorno!

La finale si gioca il 3 di Luglio sul neutro di Bologna, la partita è di quelle da gladiatori, non si risparmiano colpi e il gioco è costantemente ai limiti del regolamento; al terzo minuto della ripresa, su un cross di Corsetti, Tornabuoni salta più in alto di tutti e ci porta in vantaggio; poco dopo, un rigore negato al livorno…così dicono loro, ma non è vero…provoca l’invasione di campo dei nostri cugini con conseguente caos generale; una volta riportato l’ordine la partita si conclude senza altre particolari emozioni e per il Pisa si aprono le porte della Finale Nazionale. Dopo la partita fu decretato dalla Federazione che Pisa e livorno, nei campionati successivi, avrebbero dovuto giocare in gironi differenti!

Nella Finale troviamo la Pro Vercelli, ma, grazie anche ad una serie di vicissitudini come la scelta di Torino come campo neutro (!), la designazione di un arbitro torinese (!) e una serie di infortuni, usciamo, ahimè, sconfitti per 2 a 1, ma in ogni caso la squadra di Ging ha entusiasmato i pisani come non mai e la città è fiera di loro.

Jozsef, resta a Pisa fino al 1924, ma il suo primo anno alla guida dei neroazzurri resterà il miglior risultato raggiunto. Si trasferisce di pochi chilometri, ventidue per la precisione, e va ad allenare gli “amarantotrigliati” per due anni, una stagione a Roma nella Fortitudo, quindi a Modena per tre anni, finché, nel 1931, torna a Pisa.
Sotto la Torre le cose non vanno così bene, come quando se ne è andato, infatti, i rossocrociati militano nella Prima Divisione Interregionale (l’attuale serie C); ma Jozsef non si scoraggia e inizia a gettare le basi di un progetto che verrà portato a compimento, con il ritorno in serie B, tre anni più tardi, da un suo connazionale, Gyorgy Orth.

Dopo due stagioni parte di nuovo alla ricerca di nuove avventure e quindi: Viareggio, fiorentina, l’Aquila e Carpi, ma poi, il richiamo della bellezza dei nostri lungarni lo sopraffà e nel 1936 torna a guidare i neroazzurri per altri due anni, in due tranquilli campionati di Serie B, quinto e sesto posto. Un anno a Bari, dove durante gli allenamenti nota un ragazzino di sedici anni, che risponde al nome di Tommaso Maestrelli, e senza esitare un attimo lo fa immediatamente debuttare in prima squadra.

Ma non c’è niente da fare, il richiamo della città di Galileo…della sua…della Nostra Pisa è più forte di qualsiasi cosa e torna a guidare la compagine neroazzurra dal 1940 al 1943, in serie B, poi la sospensione dei campionati per lo scoppio della seconda guerra mondiale. Dopo la guerra, alla ripresa dei campionati, guida per un anno la Lucchese e nel campionato 50/51 il Viareggio, questa sarà la sua ultima esperienza da allenatore prima di ritirarsi insieme a sua moglie a Tirrenia , dove vi resterà fino alla fine dei suoi giorni.
Jozsef Ging, un grande giocatore, un grande allenatore, un Grande Neroazzurro!!!

Senio Calvetti

Jozsef Ging

 

Ging con i suoi ragazzi (1921)

 

Ging da calciatore in Nazionale. 14 Aprile 1918 Ungheria - Austria 2- 0 Da sinistra verso destra: Hogan (All), Zsák, Konrád II, Kertész II, Szabó, Feldmann, Ging, Orth, Schlosser, Nemes, , Fogl II, Schaffer

Ging con la Nazionale ungherese (14/04/1918)

Per tutti gli appassionati di sport vi invitiamo a visitare il blog curato da Senio , Gli Strani Stranieri Della Serie A



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One Comment

  1. paolo

    03/02/2011 at 17:17

    Per completezza a Tirrenia ha gestito una pensioncina subito dopo le poste,di cui non ricordo il nome.

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