Il Pisa Siamo Noi

19 Gennaio 1986 – Agenda RossoCrociata

Agenda Rossocrociata

Il 19 Gennaio del 1986 nacque uno dei miti della lunga storia calcistica pisana: il mito della maglia numero 7 di Berggreen, il mito di Solo per la Maglia.

Era la terza giornata del girone di ritorno ed il Pisa, rinvigorito dalle splendide vittorie su Inter e Napoli, si presentò al cospetto della Vecchia Signora, capolista in classifica, senza temer tempesta.

L’Arena traboccava di pubblico ed i Nerazzurri, dinamici e grintosi, misero in difficoltà fin da subito i ben più rinomati avversari. Dopo pochi minuti Baldieri, servito in profondità da Kieft, fu abbattuto senza troppi complimenti da Cabrini, ma l’arbitro D’Elia non rilevò niente di irregolare; al 24′ minuto i nerazzurri riuscirono a bucare nuovamente la difesa juventina e Kieft, dopo aver saltato Tacconi, fu atterrato in area da Scirea…rigore!

Dal dischetto si presentò lo stesso olandese che con freddezza trafisse Tacconi, mandando in visibilio l’Arena e fermando a 624′ minuti l’imbattibilità del portiere juventino.

Il Primo tempo si chiuse sul 1 a 0, ma dopo solo tre minuti della ripresa, la Juventus pervenne al pareggio, grazie ad un dubbio rigore concesso per fallo di Berggreen su Cabrini, che Platini trasformò. Nel dopo partita Berggreen dichiarò che lo stesso Cabrini ammise che il rigore non c’era, aggiungendo anche che queste cose nel calcio succedono e si fanno.

Nonostante la rete del pari, l’inerzia della partita non cambiò ed il Pisa continuò a mettere in seria difficoltà una Juve impacciata e sottotono, che sempre più spesso ricorreva a mezzi più o meno leciti, per portare a casa almeno un punto. In questo contesto si distinse in particolar modo Manfredonia, falloso e fastidioso in ogni occasione, sempre pronto a spezzettare il gioco e a giocar con “mestiere”, come quando su un calcio d’angolo a favore del Pisa si aggrappò letteralmente alla maglia di Berggreen squarciandola vistosamente. Berggreen si diresse verso l’arbitro D’Elia protestando veementemente e mostrandogli la maglia, ma l’arbitro disse, ancora una volta, di non aver visto niente di irregolare. Il gioco riprese e il danese continuò a giocare e lottare, con la maglia strappata fino al novantesimo minuto…come sempre. La partita si concluse sul 1 a 1 e all’uscita dallo stadio la Juventus fu duramente contestata dai tifosi pisani che gli gridavano: “Ladri! Ladri!”.

Ma come può una semplice maglia strappata, come ce ne sono tante, diventare un simbolo di appartenenza per un’intera tifoseria?

I motivi, secondo me, sono molteplici e concatenati fra loro.

Il primo è senza dubbio Berggreen, straniero arrivato a Pisa in sordina, che non era sicuro di voler fare il calciatore professionista, né tanto meno di volerlo fare in Italia, ma che una volta vestita la Maglia nerazzurra non smise mai per un secondo di correre e lottare per essa, onorandola in ogni circostanza e diventando Capitano in breve tempo. Era solito dire: “Possono dirmi che non ho giocato bene, ma non che non mi sono impegnato!”

Un altro motivo è da ritrovarsi nel contesto della partita: il “piccolo” Pisa di Romeo che mette alle corde la grande Juventus di Platini, costringendola al “gioco sporco” per sbarcare il punticino……Davide contro Golia!!!

Bene, al momento in cui Berggreen, dopo aver fatto vedere la maglia strappata all’arbitro, riprese a giocare normalmente e se mai possibile mettendoci pure qualcosa in più, in quel preciso istante tutti i concetti elencati qua sopra: lottare e onorare la maglia, dare sempre il massimo, continuare a testa alta nonostante le avversità, lottare contro tutto e contro tutti, da sempre cari a tutti i tifosi ed in particolare a quelli nerazzurri, raggiunsero la loro sublimazione creando un vero e proprio distillato di senso di appartenenza ed è per questo che una semplice maglia strappata, come ce ne sono tante, riesce a racchiudere e a rappresentare lo spirito di appartenenza di una tifoseria dalla storia ultracentenaria.

Questa maglia si trova ancora a Pisa ed è ammirabile al Museo Storico Ferruccio Giovannini; ma dietro di essa si nasconde anche un simpatico aneddoto: Berggreen, a fine partita, aveva regalato la Maglia, a suo compagno di Nazionale ed amico Laudrup. Ma Romeo, che aveva promesso la maglia del Capitano alla madre di un giovane tifoso nerazzurro andò a riprenderla negli spogliatoi bianconeri, dicendo al danese che sarebbe stata per un’altra volta. Quindi è grazie a Romeo e a quel giovane tifoso se la Maglia è ancora fra di noi…ma forse era destino che rimanesse qua!

Senio Calvetti

Per suggellare ulteriormente questo bellissimo simbolo, una delle “penne” più argute del panorama pisano, Antonio Cassisa, ci racconta che cosa è per lui la maglia numero 7 di Berggreen:

la maglia numero sette strappata
la schiena bianca di klaus
maglie in tessuto pesante
ce ne vòle per strappalle
se si rompeva, con quella finivi la partita
come gentile strappò la maglia a zico e maradona
manfredonia la strappò a berggreen
segno di forza
non si strappa la maglia di chi non lotta
la maglia è il simbolo della squadra per cui giochi
deve uscire sempre bagnata dal sudore
sporca del fango
se esce strappata la battaglia è stata dura
ma si è combattuto
ora la maglia è elastica
se la tiri s’allunga dù metri ma non si strappa
e l’albitro fistia e t’ammonisce
se sudi la maglia non si bagna
tessuti speciali dove il sudore non si vede
gioatori dalla pelle delicata
dovrebbero visitare il museo cento
e toccare la maglia di berggreen
che fortuna essere stato presente all’arèna
quel 19 gennaio dell’86
e che fortuna che la maglia numero sette
non sia finita nell’armadio di laudrup
reliquia sacra
esempio per il giocatore che vuole uscire tra gli applausi
dal prato dell’arèna.
sempreforzapisa

AC

 


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3 Comments

  1. Sceicco Al-Makhtoum - Dubai

    19/01/2013 at 15:11

    Indipendentemente dalle salvezze con Vinicio e Materazzi… dal Pisa-mitraglia di inizio campionato di Lucescu…. e dall garibaldino Pisa di Ventura che si fermò però solo ai playoff di B e che mi sarebbe piaciuto vedere confrontarsi in massima serie….. Credo di essere certo che il Pisa del Gennaio ’86 sia stato senza dubbio il Pisa più forte della storia nerazzurra… Ricordo ancora il clima che si respirava quel giorno sugli spalti… se ci metti poi che avevo 12 anni… insomma… col pensiero volavo via verso sogni europei… e non ero certo solo!!!
    Quei tre punti nelle ultime otto partite restano comunque incredibili. Al di là delle sconfitte nelle ultime 3 partite, tra le quali quelle casalinghe con Roma e Fiorentina a larghi tratti dominate… secondo me il vero colpo di grazia fu l’infortunio di Franco Ipsaro…. stava facendo una stagione strepitosa… da quella partita col Milan -maledetta- diventammo fragili dietro e -per le ragioni già descritte sopra- “distratti” davanti… il pareggio col Lecce già retrocesso… e infine -non dimentichiamolo- le scorrettezze dell’Udinese, con conseguente beffa del ripescaggio annullato dalla Caf per salvare con meno 9 punti ai friulani allungando loro l’agonia di un anno per il solo gusto di privarci della categoria che avevamo meritato col gioco di mantenere…
    Ma quella maglia…. anzi… “LA MALLIA”… resterà negli anni a venire il più significativo simbolo nerazzurro e -visti i tempi- mi viene difficile poter pensare a qualcosa che possa degnamente scalzare questa immagine dalla cima del nostro Olimpo….
    Forza Pisa

  2. Senio

    21/01/2012 at 15:06

    Vero! Fu in trio di partite veramente eccezionali: la vittoria con l’Inter in 10 contro 11 con la strepitosa rete di Baldieri, la vittoria a Napoli grazie al mitico Klaus e mettere sotto la Juve di Platini…beh…
    Pare che molti giocatori nella seconda parte del campionato pensassero più a che cosa fare…o meglio…dove andare nella stagione successiva e il cammino dei nerazzurri divenne sempre più incerto, fino alle tre sconfitte finali con Roma, Verona e fiorentina che decretarono definitivamente la retrocessione :-(

  3. Paolo

    20/01/2012 at 23:05

    Penso che la fine del primo tempo di questa partita sia stato l’APICE della storia nerazzurra degli ultimi cinquant’anni, si giocava un calcio spettacolare, stavamo mettendo sotto la Juve, e venivamo dalle vittorie su inter e napoli.
    Poteva essere un campionato da 6° 7° posto, e invece a giugno ci trovammo in B…

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