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Venezia Pisa : Il Racconto Del Match e La Lavagna Tattica
- Updated: 30/10/2023
Seconda sconfitta consecutiva nel giro di pochi giorni per il Pisa che dopo la beffa subita martedì scorso contro il Lecco cade pure in laguna sotto i colpi di un solido Venezia ; neanche l’immediato vantaggio aiuta i neroazzurri ad uscire da questa spiacevole situazione di empasse, gli arancioneroverdi la ribaltano facendo leva sulle proprie individualità e sui difetti atavici di un avversario che adesso deve iniziare a guardarsi alle spalle prima di ritrovarsi in una condizione di disagio assoluto.
TOCCA A MLAKAR SOSTENERE L’ATTACCO DEL PISA. Mister Alberto Aquilani conferma il 3-4-2-1 adoperato nelle ultime gare e rilancia dal primo minuto Marin e Veloso nella zona nevralgica del terreno di gioco dopo il turno di riposo concesso loro contro il Lecco e nel frattempo si copre sulla corsia leterale destra preferendo Barbieri a Lisandru Tramoni. Non c’è invece Torregrossa fermato da un fastidio muscolare accusato nell’allenamento di rifinitura, Mlakar viene preferito a Moreo per il ruolo di centravanti di riferimento ; alle spalle del calciatore sloveno giostrano Valoti e Vignato.
IL SOLITO VENEZIA ALL’ASSALTO DEI NEROAZZURRI. Davvero poche sorprese in casa lagunare rispetto a quelle che erano le indicazioni della vigilia : mister Paolo Vanoli conferma il 4-4-2 classico delle ultime partite e si affida alla coppia offensiva formata da Pohjanpalo e Pierini, con Bjarkason (in luogo di Lella) ed Ellertsson a spingere sulle corsie laterali e con la cerniera mediana tutta a stelle e strisce composta dai talentuosi Tessmann e Busio. Parte dalla panchina lo spauracchio Gytkjaer, che tanto male seppe fare ai neroazzurri in quella maledetta finale play off contro il Monza di due stagioni or sono.
PISA SUBITO IN VANTAGGIO. La gara sembra mettersi immediatamente in discesa per la compagine ospite, brava a sfruttare quello che sembra il tallone d’Achille del più quotato avversario ovvero una linea difensiva composta da quattro corazzieri ma che tende ad andare in sofferenza se attaccata in velocità ; ed infatti un lancio lungo dalle retrovie premia la corsa di Barbieri che lascia sul posto il macchinoso Sverko e si presenta a tu per tu con un Bertinato in uscita disperata che non può far altro che stendere il giovane terzino scuola Juventus all’altezza della linea dei sedici metri. Calcio di rigore solare in favore dei neroazzurri trasformato con freddezza da Valoti, che con i due penalty fin qui realizzati diventa il capocannoniere del Pisa ; inutile aggiungere che un avvio di gara migliore era difficile da immaginarsi.
NEROAZZURRI MESSI BENE IN CAMPO, IL VENEZIA NON TROVA SPAZI. E’ un Pisa che ha gamba e che è messo davvero bene in campo, capace di respingere i tentativi di attacco del Venezia grazie al sacrificio di Valoti e di Vignato che danno una grande mano sulle corsie laterali e raddoppiano costantemente su Bjarkason ed Ellertsson ; neanche per vie centrali i lagunari riescono a sfondare, con Marin che corre per due sporcando le giocate di Busio e Tessmann e con Canestrelli che ingaggia un duello rusticano con un Pohjanpalo costretto a girare lontano dalla porta neroazzurra. Tale situazione innervosisce i padroni di casa che continuano oltretutto a pasticciare in difesa : un cross di Marin causa l’errore di Candela che con un tremebondo colpo di testa regala un pallone d’oro ad Esteves la cui conclusione da posizione invidiabile è troppo sgangherata per far male a Bertinato.
IL GOAL DA APPLAUSI DI PIERINI E’ LO SLIDING DOOR DELLA PARTITA. Senza preavviso alcuno il Venezia riesce ad impattare la contesa in un momento nel quale il Pisa sembrava essere in totale controllo delle operazioni : sugli sviluppi di un corner il pallone arriva a Pierini che dai sedici metri esplode un sinistro di prima intenzione tanto violento quanto preciso che incenerisce il malcapitato Nicolas. E’ l’episodio che per certi versi fa girare il match, il colpo del singolo di qualità che vanifica per certi versi quanto di buono fatto dal Pisa nella prima mezz’ora di gioco e che dona rinnovata fiducia ai padroni di casa ; applausi per il numero 10 in maglia arancioneroverde, autore di un goal da cineteca.
I NEROAZZURRI VANNO AL RIPOSO CON PIU’ DI UN RIMPIANTO. Ti aspetti un Venezia che va immediatamente alla ricerca della rete del sorpasso ed invece è il Pisa a concludere meglio la prima frazione di gioco ed a sfiorare il goal del nuovo vantaggio con la rasoiata dalla media distanza di Marin che costringe Bertinato al non facile intervento ; un Bertinato che un minuto prima aveva pasticciato con Modolo e per poco non aveva combinato una frittata bella e buona, ma Valoti e Mlakar non riescono ad approfittare di tale ghiotta situazione perdendo l’attimo decisivo. Si va all’intervallo con un Pisa che ha fatto partita pari con il più quotato avversario e che anzi si porta negli spogliatoi più di un rimpianto ; sembrano esserci tutti i prodromi per assistere ad una ripresa nella quale i neroazzurri sapranno farsi valere, ma purtroppo non andrà propriamente così …
IL PISA CALA, IL VENEZIA ATTACCA A TESTA BASSA. Il secondo tempo è ben diverso dai primi quarantacinque minuti di gioco : padroni di casa che attaccano furiosamente – anche se spesso in maniera confusionaria e con poca lucidità negli ultimi sedici metri – ed ospiti che mano a mano che trascorrono i minuti abbassano pericolosamente il proprio baricentro sul rettangolo verde. Ad onor del vero grossi pericoli dalle parti di Nicolas non se ne contano, ma la sensazione che si ha è che ogni volta che il Venezia riesce a distendersi in velocità possa far male all’avversario ; sensazione questa che non vale quando ad attaccare sono i neroazzurri, con Mlakar e Vignato che ancora una volta non riescono a dare un senso compiuto alla propria stagione e non ripagano affatto la fiducia data loro da mister Aquilani.
MISTER VANOLI LA VINCE CON I CAMBI. Sono le sostituzioni che decidono la contesa, con il Venezia che getta nella mischia fra gli altri Lella, Dembele e Johnsen mentre il Pisa non può giocoforza avere tale qualità in panchina avendo fermi ai box giocatori di indubbia caratura quali sono Torregrossa, Caracciolo, Touré, D’Alessandro e Matteo Tramoni. Ed i nuovi entrati in casa lagunare confezionano la rete decisiva : scambiano bene Lella e Dembele sulla corsia di destra, pallone servito a Pohjanpalo che retrocede ai venti metri e fa una sponda perfetta per l’accorrente Tessmann che con un perfetto filtrante di prima intenzione premia il taglio di Johnsen letto in ritardo da un Hermannsson che ad inizio ripresa aveva sostituito Leverbe, Nicolas non può niente sul preciso diagonale del calciatore norvegese.
PICCININI E LISANDRU TRAMONI DANNO AL PISA UNA SCOSSA TARDIVA. Ormai sotto nel punteggio i neroazzurri sembrano improvvisamente scrollarsi di dosso tutti i timori mostrati in una ripresa assolutamente deficitaria e grazie all’ingresso in campo di Lisandru Tramoni e Piccinini trovano nuova linfa per provare ad imbastire un assalto finale ; ed i due giovanissimi confermano di essere fra i più in forma in casa Pisa, con l’ex Fiorenzuola che per due volte va vicino al goal – prima di testa, poi di piede – mancandolo in entrambi i casi per una questione di centimetri. Peccato, anche perché i minuti finali della contesa confermano le difficoltà del Venezia in fase difensiva, difficoltà che meritavano di essere accentuate (e sfruttate) attaccando Modolo ed Altare con maggiore convinzione e con maggiore continuità.
UNA SCONFITTA FORSE IMMERITATA MA CHE DA’ ADITO A DIVERSI INTERROGATIVI. Finisce così in gloria per i padroni di casa mentre capitan Marin e compagni lasciano il terreno di gioco dopo che i seicento tifosi giunti fino a Venezia chiedono a gran voce di mettere in campo quegli attributi troppo spesso mancati in questa fase iniziale della stagione. Certo, il Pisa avrebbe potuto lasciare il “Penzo” con un pareggio in tasca e tutto sommato non sarebbe stato assolutamente un risultato bugiardo, ma la spiacevole sensazione è che le solite fragilità evidenziate da inizio campionato siano ancora una volta costate assai care alla causa neroazzurra al cospetto di un avversario certamente più forte ma che comunque ha dimostrato di avere dei punti deboli che potevano essere sfruttati molto meglio. Fra giocatori importanti fermi ai box e calciatori che ancora non riescono a scrollarsi di dosso l’etichetta di oggetti misteriosi (Mlakar e Vignato su tutti), fra una fase difensiva in troppe circostanze assai rivedibile ed una fase offensiva assolutamente evanescente soprattutto per quel che riguarda gli attaccanti di ruolo, beh, non si può non essere preoccupati per il prosieguo della stagione, anche a fronte di un calendario da brividi che attende i ragazzi di mister Aquilani nelle prossime settimane. A questo si aggiunga un aspetto mentale che non va assolutamente trascurato : tutti gli schiaffi presi finora – sopratutto quelli immeritati come quelli rimediati questo pomeriggio – rischiano di pesare come un macigno sul morale della squadra che troppo spesso appare come spaesata sul terreno di gioco, quasi prigioniera di un timore reverenziale malriposto verso avversari che magari hanno il nome ma che poi in campo sono tutto fuorché trascendentali. Quando fai partita pari contro il più quotato avversario, anzi, per larghi tratti della contesa ti fai addirittura preferire, ma poi alla fine esci dal campo sconfitto, allora significa avere un problema concreto. Un problema da risolvere il prima possibile per non rischiare di rimanere pericolosamente impantanati nelle sabbie mobili della bassa classifica. Perché uscirci poi è tutt’altro che scontato, oltre che tremendamente difficile.
Stefano
30/10/2023 at 11:12
A larghi tratti preferire… Forse i primi venti minuti, ed alla fine, per il resto no. Per la prima volta il giorno offensivo non era solo per entrare in area palla al piede, ma anche qualche cross. Ma solo nel finale con due torri in area. Si critica gli attaccanti ma per cosa, qualcuno si ricorda di cross o azioni sviluppate per loro?. Mlakar come gli altri attaccanti non è giudicabile. Vignato una delusione!. D’Angelo aveva una formazione per giocare in casa ed una per fuori, ma ora sembra che tiri i dadi. Contro il Lecco gol da azione personale, ieri rigore, su azione poco o nulla.