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Un Nerazzurro Da Raccontare – Pasquale Casale

Nerazzurro da raccontare 3

Alle ore 18 del 16 Maggio 1976, il quarantaquattresimo campionato italiano di calcio è appena terminato. Il Torino ha conquistato il titolo di Campione d’Italia, grazie alle reti di Pulici e Graziani, mentre la Sampdoria si è salvata all’ultima occasione possibile, battendo in casa il Napoli per 2 a 1, in una partita che ha visto esordire fra le fila dei partenopei un giovane centrocampista cresciuto nel vivaio azzurro: il suo nome è Pasquale Casale che, a 17 anni, 2 mesi e 13 giorni, diventa il secondo calciatore italiano più giovane di sempre ad esordire in Serie A, secondo solo al golden boy, Gianni Rivera.

Nato a Napoli il 2 Marzo del 1959, Pasquale ama giocare da mezzala, ma sa disimpegnarsi bene in tutti i ruoli del centrocampo, le sue doti principali sono la grande prestanza atletica e un piede vellutato con il quale è capace di tracciare traiettorie precise ed imprendibili; voluto in Prima Squadra da Luis Vinicio e gettato nella mischia da Mr. Del Frati, a neanche un mese e mezzo di distanza dal suo esordio può anche alzare al cielo il suo primo trofeo: infatti, il Napoli conquista la Coppa Italia, travolgendo per 4 a 0 il Verona di Valcareggi nella finale di Roma del 29 Giugno, che garantisce anche l’accesso dei partenopei alla Coppa delle Coppe.

Al termine di questa indimenticabile stagione, dove ha potuto allenarsi e confrontarsi costantemente con campioni come Beppe Savoldi e Tarcisio Burgnich, la società decide di mandarlo in prestito in Serie C, per farlo definitivamente maturare. A richiederlo insistentemente è la lucchese del d.s. Anconetani, che ha molta fiducia nelle potenzialità di Pasquale, il quale lo ripaga immediatamente fornendo fin da subito buone prestazioni, che lo portano ben presto alla ribalta delle cronache e alla convocazione nella Nazionale Under 19, dove incontra altri astri nascenti del calcio italiano come i fratelli Baresi e Di Gennaro.

Il Girone B vede trionfare la Pistoiese che taglia il traguardo con ben 8 lunghezze di vantaggio sul Parma, secondo classificato; tuttavia la lucchese è protagonista di un buon campionato e chiude, con 40 punti, al quarto posto a pari merito con il Pisa.

Una volta conclusa la stagione in rossonero, con all’attivo 18 presenze e una rete, Pasquale torna a Napoli dove trova alla guida tecnica Gianni Di Marzio, allenatore proveniente dal Catanzaro.

Durante la stagione, Pasquale non ha molte occasioni per poter dimostrare il suo valore; in campionato, dove gli azzurri chiudono con un buon sesto posto che garantisce l’accesso alla Coppa Uefa, riesce a racimolare soltanto 3 presenze; mentre viene utilizzato con più frequenza in Coppa Italia, dove i ragazzi di Di Marzio riescono ad arrivare sino alla finalissima dell’otto Giugno persa per 2 a 1 con l’Inter.

All’avvio della stagione 1978/79, passa all’Avellino, squadra che per la prima volta disputa il campionato di Serie A e città di origine del padre e dove Pasquale ha anche passato alcuni anni della sua infanzia.

L’obiettivo degli irpini è senza dubbio quello di raggiungere la salvezza e, per ottenerla, la società ha deciso di puntare su Mr. Rino Marchesi. L’inizio di stagione non dei più facili, nelle prime tre giornate arrivano tre sconfitte che fanno presagire il peggio; ma la vittoria sul Verona alla quarta giornata restituisce fiducia al gruppo, che raggranellando punticini ogni qualvolta sia possibile e vincendo negli scontri diretti, riesce a conquistare la permanenza nella massima serie con 26 punti.

Anche in questa stagione, Casale si è visto spesso chiuso da centrocampisti più esperti come Boscolo, Galasso e Lombardi, ma nelle dieci volte in cui è stato chiamato in causa ha sempre fornito buone prestazioni; come nello scontro diretto del 14 Aprile contro il Lanerossi Vicenza, vinto per 2 a 1, in cui è stato determinante nella realizzazione della prima rete.

Capace di distruggere e costruire gioco, di dettare passaggi smarcanti e andare alla conclusione, le sue qualità sono indiscutibili e non passano inosservate agli occhi del Mister dell’Under 21 Azeglio Vicini che lo convoca per la partita del 14 Giugno contro l’Ungheria.

Un altro allenatore ad aver messo gli occhi su di lui è Gennaro Rambone, in forze al Catania che milita nel Girone B della C1; anche se non troppo entusiasmato dall’idea di scendere di ben due categorie Pasquale approda in terra sicula, per quella che si rivelerà poi essere una scelta azzeccatissima…

Infatti, dopo un avvincente campionato, il Catania di Massimino conquista una storica promozione in Serie B, tagliando per primo il traguardo con 44 punti, seguito a due lunghezze dal Foggia, anch’esso promosso in cadetteria. In questo campionato Pasquale ha potuto finalmente mettere in mostra le sue doti tecniche ed agonistiche, risultando determinante per la promozione. La sua strepitosa stagione viene anche impreziosita dalla sua costante presenza nell’under 21 di categoria, della quale è Capitano, e dalla conquista del Guerin d’Oro, assegnatogli a fine stagione come miglior giocatore del Girone.

Nella stagione successiva, l’obiettivo salvezza viene centrato con Pasquale Casale ancora una volta sugli scudi; il Catania risulta essere la peggior difesa del campionato con 50 reti subite, ma le 38 reti realizzate, molte delle quali grazie alle idee e alle imbeccate di Pasquale, consentono ai rossoblu di chiudere al tredicesimo posto, con due punti di vantaggio sul Lanerossi Vicenza, ultima retrocessa.

In questi due anni Casale ha mostrato una costante crescita e il suo ottimo rendimento ha incuriosito molti addetti ai lavori; uno dei più interessati al suo cartellino è una sua vecchia conoscenza, uno dei primi a credere in lui: Romeo Anconetani.

Romeo si trova al timone del Pisa dal 1978 e, dopo aver centrato la promozione in serie B alla sua prima stagione da Presidente, da due anni guida il Pisa in cadetteria dove ha ottenuto un quattordicesimo e un settimo posto.

Ma Romeo non si accontenta ed ha in mente grandi progetti, per la precisione: la Serie A!

Lo dichiara ad inizio stagione, dopo aver cambiato la guida tecnica; infatti Lauro Toneatto è stato sostituito dal giovane Aldo Agroppi, reduce da un bel sesto posto in Serie B conquistato a Pescara e dopo aver rinforzato la rosa con gli arrivi del terzino Riva, dell’attaccante Bertoni, dell’ala Todesco, di Attilio Sorbi e di Pasquale Casale, centrocampista “factotum” per il quale Romeo spende più di tutti.

Nelle amichevoli pre-campionato, il Pisa batte prima la Roma con un secco 2 a 0 e poi l’Inter per 3 a 2 e anche se sono solo amichevoli questi risultati fanno immediatamente infiammare la piazza, che ripone sempre più fiducia nel suo condottiero e profeta: Romeo.

All’esordio in campionato scende in campo all’Arena proprio l’ex squadra del nuovo Mister, il Pescara. Nel primo tempo i biancazzurri riescono a controllare senza grandi affanni un Pisa lento ed impacciato, ma nella ripresa Agroppi inserisce Viganò al posto di Ciardelli e la squadra cambia volto. Dopo solo dieci minuti, Todesco si invola sulla fascia e serve al centro, Casale stoppa con freddezza il pallone e lo gira all’incrocio dei pali, facendo esplodere l’Arena e realizzando la prima rete stagionale. Neanche il tempo di battere e Casale restituisce immediatamente il favore, servendo in profondità il velocissimo Todesco che infila ancora una volta il portiere Pacchiarotti con un diagonale imprendibile, che porta il risultato sul 2 a 0. A questo punto il Pisa, visto anche il gran caldo, contiene la gara e allo scadere va ancora una volta in gol con Bertoni, per quello che sarà il definitivo 3 a 0.

Nella giornata successiva i nerazzurri escono battuti per 1 a 0 dal Bentegodi e malgrado la sconfitta potesse essere più pesante; infatti, uno strepitoso Buso ha più volte impedito agli scaligeri di arrotondare il risultato, nessuno fa drammi.

Il Pisa torna all’Arena e distrugge gli ex-compagni di Casale (il Catania) con un perentorio 5 a 1; ma a questa roboante vittoria seguono ben 7 pareggi consecutivi, dove spesso il Pisa soffre, viene rimontato e dimostra numerose incertezze. Il primo a fare le spese di questa piccola crisi di risultati è Sergio Buso che viene sostituito tra i pali dal ventitreenne Mannini; inoltre Romeo rinforza la rosa inserendo nel gruppo il libero Vianello e l’attaccante Birigozzi.

Nella trasferta di Perugia dell’undicesima giornata il Pisa torna a brillare e, grazie ad un Vianello magistrale in fase di chiusura, ad un Casale vivacissimo sulla corsia di sinistra e alle reti di Alessandro Bertoni e Bergamaschi, i nerazzurri si aggiudicano l’intera posta in palio.

Nella partita successiva, nonostante la buona prova dei ragazzi di Agroppi, la samp riesce ad espugnare l’Arena, con un 2 a 1 che lascia l’amaro in bocca ai tifosi pisani, comunque consapevoli di avere una buona squadra; le buone prove di Bergamaschi, Gozzoli, Todesco e Casale, autore ancora una volta di una rete spettacolare, fanno capire che la strada intrapresa è sicuramente quella giusta.

Nella trasferta di Palermo il Pisa sfiora il colpaccio, in vantaggio di due reti si fa rimontare nella ripresa a causa di due minuti di autentica follia; ma la prova collettiva dei nerazzurri è ancora una volta da incorniciare e a spiccare su tutti è ancora una volta lui, Pasqualino “Settebellezze”, che si prende un bel 9 in pagella, viene definito come il prim’attore di una grande compagnia e inizia a guadagnarsi spazi personali sulle cronache locali.

“Sono già cinque domeniche – dichiara ai giornali- che vado bene. Certo oggi ho giocato senz’altro la mia migliore partita. Lo sapevo che avrei avuto bisogno di un po’ di tempo per esprimermi al meglio. Peccato, oggi dovevamo vincere. Ci è andata male.”

Sette giorni più tardi il Pisa fa visita alla Lazio di D’Amico; alla fine del primo tempo il Pisa si trova sotto di due reti, ma stavolta saranno i nerazzurri a rimontare, grazie ad una veemente reazione, concretizzatasi con le reti di Sorbi e di Casale.

Pasqualino è ancora una volta il migliore in campo e a parlar chiaro è la sua pagella: E’ sempre una lepre, tant’è che De Nadai soffre le pene dell’inferno per stargli dietro. Rapido, fremente, sorretto da una forma smagliante. Calcia il rigore con freddezza, infilando sicuro l’angolo. 8.

Dopo due trasferte arrivano due incontri casalinghi dove il Pisa batte prima le rondinelle bresciane per 2 a 1, dopodiché annienta il Lecce con un secco 3 a 0, dove a stagliarsi su tutti è ancora una volta Casale, diventato ormai l’autentico leader e trascinatore di questa squadra. Corre, lotta, imposta, suggerisce e segna ben 2 reti entrambe di pregevole fattura. Il Tirreno titola: ”Pasqualino Casale maragià di Pisa”.

Un bel punto conquistato con grinta e determinazione sul capo di Ferrara e poi di nuovo una stupenda vittoria, stavolta contro gli arancioni della Pistoiese, grazie ad un Todesco incontenibile autore di due reti.

Manca una sola giornata alla fine del girone d’andata e i nerazzurri si trovano al secondo posto, la piazza inizia a surriscaldarsi e a credere che l’ennesima profezia di Romeo possa di nuovo avverarsi e ben 5000 tifosi seguono Agroppi e i suoi ragazzi nella trasferta di Reggio Emilia.

Il Pisa risponde alla passione e al cuore dei suoi tifosi disputando la più bella partita esterna della stagione e portando via da Reggio due punti preziosissimi, che consentono di continuare la marcia verso la Serie A.

Il girone di ritorno si apre con un’altra importantissima vittoria esterna, che proietta i nerazzurri in testa alla classifica a pari merito con il Varese e Agroppi si affretta a gettare acqua sul fuoco nel tentativo di placare facili e deleteri entusiasmi dichiarando: ”Non illudiamoci, il campionato è ancora lungo.”

Dalla seconda alla sesta giornata, un’altra crisi di “pareggite” acuta affligge la squadra di Romeo, che dimostra comunque una grande solidità difensiva con il giovane Mannini in costante crescita; inoltre, muovendo costantemente la classifica, si mantiene stabilmente nelle prime posizioni.

Nella settimana che porta alla partita interna con la Cavese, una maga predice l’ennesimo pareggio. Il Pisa non è al top della forma e il primo tempo, povero di spunti e di incisività, ne è la prova; all’avvio della ripresa le occasioni clamorosamente fallite da Casale e Bertoni fanno pensare che la maga possa aver fatto anche qualcosa di più di una semplice previsione. Ma al decimo minuto Casale fa crollare anche gli esoterismi correggendo in rete una rovesciata di Bertoni e l’Arena esplode in un boato di liberazione.

Casale batte la maga titola Il Tirreno e lui stesso dichiara: ”Quella profezia mi aveva fatto stare in pena tutta la settimana……volevo la rete in tutte le maniere, per la squadra, per mio padre che oggi era allo stadio, per i tifosi.”

A fine partita Pasquale si reca negli spogliatoi dei suoi conterranei, per scusarsi del brutto scherzo che gli ha tirato e inoltre rimedia un passaggio fino a casa per sé e suo padre sul pulmann degli ospiti.

La marcia continua, il gruppo è affiatato e segue i dettami tattici dell’allenatore, il traguardo sembra più che mai raggiungibile e con il “Treno del Sud” (questo è il nuovo soprannome affibbiato dai tifosi a Casale) in queste condizioni di forma strepitosa potrebbe diventare realtà.

Pasquale è protagonista di un’altra prova magistrale nel 2 a 2 interno con il Perugia, dove realizza una doppietta e dove è indiscutibilmente il migliore in campo.

Segna ancora due reti quindici giorni più tardi, nel 3 a 1 con cui i nerazzurri liquidano il Palermo in un’Arena gremita come non mai, che ha fatto registrare il record d’incasso. Il Paradiso sembra davvero ad un passo e Agroppi dichiara, a fine partita, che saranno necessari altri 8 punti nelle restanti 6 partite per avere la matematica certezza.

Il primo arriva sette giorni più tardi nella gara interna contro i biancocelesti della Lazio, dove a segnare, ribadendo in rete una palla vacante in area e a stagliarsi su tutti, insieme a Garuti e Riva, è sempre lui, ancora una volta Pasquale Casale, autentico mattatore del campionato nerazzurro.

Quindi due 0 a 0 esterni con Brescia e Lecce, maturati all’insegna della prudenza assoluta e la vittoria interna contro la Spal, sofferta, cercata, voluta con piglio e determinazione che porta il Pisa con un piede in Serie A. Nel dopo partita Agroppi dichiara di volere altri quattro punti nelle restanti due partite, mentre un lapidario Romeo dichiara: “Ormai siamo promossi!”

Un Pisa freddo e calcolatore porta via un preziosissimo punto da Pistoia alla penultima di campionato.

Novanta minuti, mancano solo novanta minuti e Pisa potrà finalmente tornare ad urlare quel grido che è rimasto strozzato in gola per ben 13 anni: Serie A!

Un pubblico festante e trepidante accompagna i nerazzurri per tutta la partita; la Reggiana, oggi di scena all’Arena, si accontenta del punto e la partita scivola via senza sussulti, ma al momento del triplice fischio dell’arbitro Lo Bello la città esplode in una gioia incontenibile che dallo Stadio si riversa in tutta la città in un baleno.

Il ritrovo è fissato in Piazza dei Miracoli un’ora dopo la fine della partita, Romeo arriva a bordo di una Jeep facendosi largo fra la folla grazie a due moto della polizia che cercano di avanzare a sirene spiegate. Sale insieme a Donati, Capitan Gozzoli ed Agroppi in cima alla Torre, dalla quale vengono calate tre bandiere: una tricolore, una nerazzurra e una rossocrociata.

Quindi scende e come suo solito arringa la folla, ringraziando tutti, in primis i tifosi, dicendo che si sarebbe messo immediatamente al lavoro per la Serie A e dando appuntamento per l’anno successivo per festeggiare di nuovo. La festa si protrae fino al mattino con interminabili caroselli che coinvolgono tutta la città e la provincia, un vero tripudio, una gioia infinita per festeggiare il ritorno dei nerazzurri nel calcio che conta.

Il bilancio di fine stagione è veramente ottimo: secondo posto a pari merito con la sampdoria con 47 punti, solo 3 sconfitte in 38 incontri e la seconda miglior difesa del campionato con solo 26 reti subite. Capitan Gozzoli ha guidato in modo magistrale il centrocampo per tutta la stagione, Secondini, Garuti e Vianello si sono dimostrati quasi sempre insormontabili; il giovane Mannini è cresciuto di partita in partita diventando sempre più determinante e sicuro, mentre Bergamaschi con i suoi dribbling ubriacanti, Todesco con la sua velocità e Bertoni con la sua rapidità in area, hanno reso la vita difficile a tutti i difensori che hanno incontrato sul loro cammino. Ma l’uomo in più, la punta di diamante, il pezzo da novanta di questa stagione è stato senza dubbio Pasquale Casale: dinamico, grintoso, mai domo e autore di ben 15 reti (record per un centrocampista in Serie B), è stato il vero trascinatore dei nerazzurri verso la promozione.

La prima grande novità della nuova stagione è il cambio di guida tecnica: Agroppi viene sostituito da Luis Vinicio, allenatore proveniente dall’Avellino che Casale conosce molto bene; la rosa viene rinforzata con il ritorno di Occhipinti dal Como, l’arrivo di Ugolotti dalla Roma e l’acquisto di due stranieri, il danese Berggreen e l’uruguayano Caraballo.

Dopo aver raccolto un buon punto sul campo di Cesena alla prima giornata, il Pisa debutta fra le mure amiche sfidando il Napoli di Krol e Diaz. L’Arena è gremita e sospinge i nerazzurri, al 29′ Bruscolotti svirgola la palla che viene raccolta da Casale…dribbla Celestini…si allarga sulla sinistra e lascia partire un tiro imprendibile che trafigge Castellini, realizzando per il secondo anno consecutivo la prima rete stagionale. Le due squadre vanno al riposo sul 1 a 0 e nel secondo tempo la musica non cambia: il Pisa imbriglia il Napoli e a venti minuti dalla fine riesce anche a raddoppiare, ancora una volta con Casale che realizza il rigore decretato per l’atterramento di Todesco. A otto minuti dalla fine, Vinicio concede la standing ovation a Pasqualino Settebellezze che viene rilevato da Caraballo al suo esordio assoluto in Italia.

Come accaduto nella scorsa stagione, Casale ha ancora una volta affondato i suoi conterranei e stavolta proprio nel giorno di San Gennaro; per i nerazzurri è stato un vero trionfo, autori di un’ottima partita dove, oltre a Casale, si sono particolarmente distinti Sorbi, dinamico e preciso, Occhipinti, autentico uomo ovunque e Klaus Berggreen, agile, scattante e sempre pericoloso.

Il pareggio di Ascoli (2-2) e la vittoria interna contro i blucerchiati (3-2), che vede il danese Berggreen realizzare una doppietta, portano il Pisa in vetta alla classifica e costringono la rosea Gazzetta ad occuparsi dei nerazzurri, titolando: “Pisa, mai così in alto. La Samp priva dei suoi stranieri Francis e Brady si deve arrendere ai toscani trascinati da Berggreen.”

Ancora un bel punto esterno conquistato in quel di Cagliari con ancora Berggreen goleador e poi arriva la prima sconfitta della stagione, subita dal Verona che riesce ad espugnare l’Arena grazie ad una rete di Penzo. Ma nessuno si scompone, anzi, arrivano i complimenti del Presidentissimo che a fine partita dichiara: “Nerazzurri bravi, si sono battuti con coraggio”.

A questo punto i ragazzi di Vinicio hanno davanti a loro un vero e proprio ciclo di ferro, in tre settimane dovranno affrontare rispettivamente Inter, Roma e Juventus. Con l’Inter di Altobelli e Beccalossi, il Pisa domina in lungo e in largo, con un Casale in grande spolvero e con un Berggreen ancora una volta in veste di bomber, pronto a ribadire in rete una corta respinta di Bordon; ma, nell’unica svista difensiva della giornata, i milanesi riescono a pareggiare con Bagni, portando a casa un insperato ed immeritato pareggio. Nelle altre due sfide, entrambe giocate in trasferta, il Pisa non raccoglie punti, ma disputa due ottime gare, mettendo spesso in crisi, con la sua dinamicità e i suoi rapidi rovesciamenti di fronte, le due armate del campionato.

Un Pisa rabbioso e determinato tenta di tornare alla vittoria nel match successivo, ma la difesa del Catanzaro riesce a resistere alle continue incursioni e al forcing costante dei Nerazzurri, che raccolgono comunque molti elogi, fra cui anche quelli del capitano giallorosso Santarini: “La squadra di Vinicio è la migliore che abbiamo incontrato fino ad oggi”.

Sette giorni più tardi arriva un altro pareggio che lascia l’amaro in bocca: sul campo di Udine, il Pisa impressiona per la mole di gioco creata, con Casale e Sorbi autentici padroni del campo, ma dopo essere passati in vantaggio, vengono raggiunti grazie ad una magistrale punizione di Surjak, che trafigge un incolpevole Mannini con un’autentica cannonata. In ogni caso le prestazioni sono ottime e stavolta a tessere le lodi dei ragazzi di Vinicio è Romeo che dichiara: “E’ inutile, siamo bravi!”

In ogni caso, malgrado l’ottima organizzazione di gioco e le buone individualità dimostrate, la classifica inizia a farsi pericolosa e la vittoria nel prossimo match, che si disputerà all’Arena contro l’Avellino, dovrà essere conquistata ad ogni costo.

La molta pioggia caduta in settimana ha reso il campo dell’Arena una vera palude e i giocatori sguazzano nel fango e l’inaugurazione della nuova copertura della tribuna non poteva essere più opportuna. Nel primo tempo Casale e i suoi compagni non riescono a scardinare la difesa irpina, ma al 16′ della ripresa Sorbi imbecca Garuti su calcio piazzato, il potente difensore stacca di testa e trafigge il giovane Tacconi, riscaldando un’infreddolita Arena; il Pisa non si accontenta e continua a spingere, arrivando al raddoppio alla mezz’ora con Berggreen, servito ancora una volta da Sorbi, per il definitivo 2 a 0 che sancisce il ritorno alla vittoria dei nerazzurri dopo otto giornate.

Il finale del girone di andata non porta né gioie, né punti, giungono infatti tre sconfitte subite rispettivamente da Genoa, Torino e fiorentina.

La serie negativa viene interrotta alla prima di ritorno, contro il Cesena, dove un Pisa nervoso e contratto riesce comunque a portare a casa la vittoria in una partita scialba, grazie ad un acuto di Klaus Berggreen; altri due punti importantissimi giungono due settimane più tardi contro l’Ascoli, dove a regalare la vittoria è un “sinistraccio” di Riva che sorprende il portiere Brini a cinque minuti dal termine.

Nella tre partite successive il Pisa raccoglie un solo punto contro il Cagliari, la squadra sembra fuori forma e gli acciacchi di alcune delle pedine più importanti limitano notevolmente la brillantezza di gioco dimostrata ad inizio stagione; inoltre, anche la sfortuna sembra essersi accanita contro i nerazzurri ed i tre pali colpiti a Verona nella partita persa per 2 a 1 ne sono l’emblema. Nonostante questo la squadra rimane fiduciosa ed il primo ad infondere ottimismo è proprio Romeo: “Purtroppo ci perseguita la sfortuna. La classifica è la nostra nemica più spietata. Diciassette punti sono pochi…penso che questo Pisa possa rifarsi prestissimo, almeno che non intervengano di nuovo folletti maligni”. Vinicio lo segue a ruota: “La reazione c’è stata ed è stata vibrante. Questo fa ben sperare. Faremo quattro punti nelle prossime tre partite.”

Sarà un’impresa veramente ardua visto che nelle prossime tre partite Vinicio e i suoi ragazzi dovranno vedersela di nuovo con le prime della classe: Inter, Roma e Juventus.

Il 6 Marzo il Pisa si reca in quel di Milano per affrontare l’Inter e fin dalle prime battute dimostra di aver ritrovato la condizione, imbrigliando i padroni di casa e costringendoli costantemente sulla difensiva. Nel primo tempo Sorbi e Berggreen sfiorano la rete; nel secondo, l’uscita del libero Bini destabilizza ulteriormente la difesa dell’Inter, che è costretta a capitolare a venti minuti dalla fine, quando Casale, servito da Todesco, gira a rete e trafigge Bordon, grazie anche alla deviazione di Marini. Il Pisa è padrone del campo e sul finale di partita sfiora per un paio di volte il raddoppio, al momento del triplice fischio di chiusura, l’esplosione di gioia dei ragazzi di Vinicio e dei tremila tifosi giunti a San Siro da Pisa è incontenibile, consci di aver compiuto una vera e propria impresa che rimarrà scolpita nella storia. Nel post partita un raggiante Vinicio dichiara: “Il Pisa è vivo e sa ruggire!”.

Una settimana dopo un’Arena debordante di pubblico accoglie la Roma di Liedholm, che cinica e spietata piega un Pisa battagliero e volenteroso con le reti di Falcao e Di Bartolomei, lasciando Casale e i suoi compagni a 19 punti, al terzultimo posto in compagnia del Napoli.

E’ il turno della Juventus di Platini e Boniek; l’afflusso allo stadio inizia sin dalle prime ore del mattino e al fischio d’inizio l’Arena è ancora una volta stracolma e bramosa di punti. Il Pisa fa il diavolo a quattro chiudendo ogni varco possibile e ripartendo con velocità, Massimi respira per tutta la partita sul collo di Platini, annullando il francese; Berggreen, Occhipinti e Casale si rendono protagonisti di una partita all’insegna della generosità, ripiegando costantemente in difesa, senza però rinunciare mai a proporsi in fase offensiva. La vecchia Signora, disorientata e spiazzata da cotanto dinamismo, non riesce a combinare niente di buono e alla fine il Pisa strappa un meritatissimo e pesantissimo punto. Romeo nel dopo partita dichiara: “Visto? Siamo più forti dell’Aston Villa!”, caduta pochi giorni prima sotto i colpi dell’armata bianconera.

Sull’onda dell’euforia e della ritrovata condizione atletica il Pisa si presenta a Catanzaro, dove domina per tutti i novanta minuti e va per due volte a segno: prima con Mariani e poi con Casale che deposita in rete a porta sguarnita dopo un velo di Birigozzi, portando sotto la Torre due punti importantissimi per la salvezza. Due punti in tre partite sono il viatico con cui il Pisa si presenta a Torino per affrontare i Granata, la salvezza è veramente ad un passo, ma non è possibile commettere errori, mancano solo due giornate.

A sostenere i nerazzurri arrivano ben 5000 tifosi da Pisa. Il primo tempo vede le due squadre studiarsi, senza regalare mai vere e proprie emozioni al pubblico; nella ripresa un Torino scriteriato lascia molto campo al Pisa, che cinico e spietato, approfitta della situazione. Siamo al 59′, Casale ruba palla a Dossena e innesca Todesco sulla fascia destra, il biondo attaccante nerazzurro si invola verso la porta, Terraneo tenta l’uscita alla disperata, ma viene superato da un pregevole pallonetto, che porta in vantaggio i nerazzurri e fa esplodere la gioia dei 5000, fra i quali si trova anche Romeo.

Dieci minuti più tardi è ancora Pasqualino Settebellezze a creare scompiglio nella difesa granata, avanzando fino alla linea di fondo per poi toccare indietro per l’accorrente Sorbi che al volo infila Terraneo per la seconda volta; nella curva nerazzurra è il tripudio, Romeo accusa un piccolo malore si accascia al suolo, ma in men che non si dica torna in piedi, pronto a continuare a sostenere la sua squadra come il più sfegatato degli ultrà.

Ormai il Torino è in balia del Pisa e nei venti minuti che restano rischia più volte l’imbarcata; quando Agnolin decreta la fine delle ostilità la sentenza è definitiva, inappellabile: il Pisa di Romeo è salvo!

La gioia sugli spalti ed in campo è incontenibile, negli spogliatoi si brinda a champagne e per tutti i protagonisti ci sono baci ed abbracci, Vianello urla: “Stasera non dormo!”, nel frattempo Casale si rende conto di essersi infortunato alla tibia durante le esultanze, ma poco importa; Vinicio entra negli spogliatoi e grida: “Adesso ragazzi tutti in ritiro!”, scatenando le risa dell’intera squadra. Arriva anche Romeo e viene accolto come un vero eroe, chiede di avere accanto a sé Vinicio e prepara il libretto degli assegni, ne stacca uno da 370 milioni e lo consegna all’allenatore, comunicando così di fatto alla squadra che il premio salvezza è stato raddoppiato!

La festa continua a Pisa e la partita che chiude la stagione, contro la Fiorentina, è solo una meritatissima passerella per i protagonisti di questa magnifica ed indimenticabile annata, di cui Romeo è l’indiscusso artefice.

Per Pasquale è stata ancora una volta un’annata da incorniciare, autore di 5 reti e autentico punto di riferimento della squadra, per lui sono arrivate anche tre convocazioni nell’under 21 di Vicini dove ha realizzato anche una rete, nella gara contro la Romania del 27 Ottobre.

Durante l’estate Ferlaino bussa alla porta di Romeo e apre la trattativa che di lì a poco riporta Pasquale all’ombra del Vesuvio, dove disputa una buona stagione e, coadiuvato da Dirceu, Palanca e Krol, raggiunge un’altra meritata salvezza. Nella stagione successiva, con l’arrivo del Pibe de Oro e di molti altri centrocampisti come De vecchi e Bagni, Casale si vede chiuso e si trasferisce all’Avellino.

Ma anche qui finisce col trovare poco spazio, a causa della presenza di forti centrocampisti come Colomba e Tagliaferri e dell’esplosione di Nando De Napoli e finisce col racimolare solo 14 presenze, nel campionato che vede l’Avellino salvarsi sul filo di lana.

Decide quindi di cambiare nuovamente casacca e si accorda con il Cagliari, società di Serie B che punta decisamente alla promozione. Ma malgrado i proclami di inizio stagione e l’allestimento di un rosa forte, i problemi occorsi alla società sarda durante l’annata finiscono con l’inficiare gravemente il campionato ed i rossoblu arrivano addirittura a sfiorare la retrocessione, salvandosi solo nelle ultime giornate.

All’avvio della stagione 1986/87, Luis Vinicio approda ad Avellino e richiama con sé Casale, che in tutta fretta lascia la Sardegna pronto a disputare un’altra stagione di Serie A. Vinicio compie un altro miracolo e porta gli irpini fino all’ottavo posto, a soli cinque punti dalla zona Uefa, conquistando con larghissimo anticipo la salvezza. Ma nonostante la gioia per un campionato magnifico, per Casale, le occasioni di scendere in campo sono state veramente poche e oltretutto il rinnovo di contratto sembra non arrivare.

Accetta quindi, forse un po’ troppo frettolosamente, il contratto propostogli dal Sorrento che milita in C2, con i quali disputa l’intero campionato chiuso al quinto posto.

La stagione 1987/88 vede Pasquale cambiare ancora una volta maglia, giunge al Benevento dove con un manipolo di ragazzini riesce a salvare i giallorossi, che verranno poi retrocessi a fine stagione per inadempienze finanziarie.

Nella stagione successiva viene tesserato dall’Ischia Isolaverde ed in quella che sarà la sua ultima stagione da calciatore giunge purtroppo anche la retrocessione in C2 dei gialloblu.

Non appena dismessi i panni di calciatore, Pasquale indossa quelli di allenatore iniziando proprio dalla società con cui aveva concluso: l’Ischia Isolaverde. Allena gli isolani per tre stagioni, dopodiché passa all’Avellino dove ottiene un dodicesimo posto nel campionato di C1. Quindi un anno a Castellammare dove migliora il suo ranking piazzandosi al sesto posto e una stagione a Catania conclusasi con il decimo posto in graduatoria (C1). Ancora un anno di C1 nel 1999/00 con l’Andria, salva solo dopo i play-out, quindi le esperienze con Cavese, Gela e Nocerina.

Attualmente Pasquale scrive di calcio e chissà se è in cerca di una squadra, in ogni caso i due anni passati a Pisa sono stati per lui i migliori della sua carriera e qui verrà sempre ricordato come colui che guidò in nerazzurri alla storica promozione del ’81/82, come Pasqualino Settebellezze, come il Treno del Sud; 68 presenze e 20 reti sono il suo bottino in nerazzurro, ma i numeri contano poco, quello che conta sono i ricordi, le sensazioni, le emozioni e quelle che ci ha lasciato Pasquale sono senza dubbio magnifiche ed è per questo che Pasquale Casale è sicuramente Un Nerazzurro da Raccontare.

Senio Calvetti

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4 Comments

  1. antonio cassisa

    27/01/2012 at 11:15

    grande senio
    mi hai fatto rivivere due stagioni speciali
    grandissimo Pasquale Casale e il pisa di romeo
    condotto da agroppi e vinicio.
    conservo un autografo di romeo che sotto la sua firma aggiunse la scritta :
    “sempre in serie A !”

  2. Andrea

    20/11/2011 at 17:38

    Grande Casale, da centrocampista segnò 14 reti nella stagione di Agroppi, più di Bertoni e Todesco che erano attaccanti. Mi è spiaciuto sentire da lui (quando allenava il Gela, il primo anno dell’affarista perugino a Pisa), che da Pisa non era stato più chiamato da alcuno. Grande giocatore, ha raccolto poco per il talento che aveva. Ciao Pasquale

  3. Roberto D.M.

    18/11/2011 at 00:03

    Caro Senio, bella storia questa di “Pasqualino sette bellezze”,scritta con la tua solita maestria ortografica, documentata esaurientemente e, senza mai nemmeno un piccolissimo errore, compilimenti . Mi ricordo bene l’82’ , insieme a Casale e ad altri bravi neroazzurri, ero molto ammirato per Roberto Bergamaschi, poderose le sue discese tra gli avversari che seminava piuttosto facilmente; peccato che l’inter ce lo abbia concesso poco. Fu anche l’anno in cui l’Italia conquisto’ il suo terzo titolo mondiale , mi trovavo allora per lavoro in Sicilia ad Augusta e non ti dico la baldoria , i carrettini pitturati, i suoni, le urla che manifestarono quel giorno gli Augustani.
    Al prossimo da raccontare.

  4. Senio

    17/11/2011 at 17:48

    Un immenso GRAZIE ad Andrea Lulli!
    E’ stato come fare una passeggiata nel passato mano nella mano con il Pisa.

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