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Pisa Venezia : Il Racconto Del Match E La Lavagna Tattica

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Seconda sconfitta consecutiva per il Pisa che dopo la beffa di Parma è suo malgrado costretto a subire una beffa pressoché analoga contro il Venezia che ringrazia la giocata da applausi di Olivieri e si porta in Laguna l’intera posta in palio ; ennesimo goal subito in pieno recupero dai neroazzurri, una grottesca consuetudine che sta costando un numero di punti importanti alla causa di capitan Caracciolo e compagni che vedono avvicinarsi minacciosamente i fantasmi della zona rossa della classifica.

RISPETTATE LE SENSAZIONI DELLA VIGILIA. Non c’è pretattica, almeno per quel che concerne le formazioni iniziali. Mister Alberto Aquilani conferma sostanzialmente l’undici di Parma , 3-4-2-1 con Bonfanti centravanti di riferimento al posto dell’infortunato Torregrossa ; dall’altra parte mister Paolo Vanoli rilancia il solito 3-5-2 preferendo Idzes ad Altare in difesa e Bjarkason ad Andersen sulla linea mediana, in avanti c’è Pierini a dar manforte al capocannoniere del torneo cadetto Pohjanpalo.

PARTONO MEGLIO GLI OSPITI. Passano pochi secondi e Pohjanpalo servito ottimamente da Candela ha subito il pallone buono per mettere la propria firma sulla contesa ma la sua girata da posizione favorevole è fuori misura ; è comunque il segnale di come gli ospiti siano usciti meglio dai blocchi di partenza, con Busio che disegna calcio in mezzo al campo e Candela e Zampano a spingere come forsennati sulle corsie laterali. Proprio Zampano va alla conclusione da posizione praticamente impossibile trovando la respinta di Nicolas che qualche minuto dopo si limita ad osservare il tentativo sgangherato dalla media distanza di Bjarkason : niente di particolarmente clamoroso, ma il Venezia c’è e prova a fare la partita al cospetto di un avversario troppo timido nelle battute iniziali della gara.

IL PISA CRESCE CON IL TRASCORRERE DEI MINUTI. Passata la buriana i padroni di casa si riorganizzano e iniziano ad uscire dal guscio : gli strappi di Barbieri sull’out di destra fanno male a Zampano, Veloso alza i giri del motore sulla linea mediana e la linea difensiva alza di parecchi metri il proprio baricentro con Canestrelli che non manca di farsi sentire sullo spauracchio della vigilia Pohjanpalo. Iniziano pure ad arrivare palloni interessanti dalle parti di Joronen che trema sulla sassata di Veloso che però sibila non troppo lontano dalla porta ospite mentre il colpo di testa del solito Canestrelli – che sembrava ottimamente indirizzato – trova la decisiva opposizione di Idzes che salva così la propria porta dalla probabile capitolazione.

BONFANTI, VALOTI E POHJANPALO SPRECANO. Ma le vere emozioni sono tutte racchiuse nei minuti finali della prima frazione di gioco. Prima è Bonfanti a liberarsi bene alla conclusione da mattonella assai favorevole ma a sparare alto sopra la traversa della porta lagunare con il mancino ; quindi è Calabresi – bravo ad inseguire a tutto campo la fonte di gioco ospite Busio – a inventarsi un inarrestabile strappo per vie centrali concluso dalla perfetta assistenza per Valoti che a tu per tu con Joronen spreca tutto alzando troppo la mira. E per poco non si ripete il mantra già sperimentato sabato scorso a Parma “goal sbagliato, goal subito” : ancora una volta Candela mette in mezzo un pallone d’oro dalla corsia di destra e a pochi passi da Nicolas Pohjanpalo entra in spaccata non trovando il giusto impatto con la sfera, riuscendo al tempo stesso a togliere la stessa dalla disponibilità di Pierini che alle sue spalle già pregustava l’appuntamento con il goal.

PASSA IL VENEZIA. La ripresa si apre con Olivieri in campo al posto di un evanescente Pierini e con il Venezia che come nella prima frazione di gioco spinge immediatamente sull’acceleratore alla ricerca del goal del vantaggio ; rinculano invece i neroazzurri che come già accaduto al “Tardini” iniziano a vedere calare le prestazioni di alcuni calciatori con il trascorrere dei minuti, a testimonianza di una condizione fisica generale che non è certo quella ottimale. Pur senza rischiare troppo negli ultimi sedici metri mister Aquilani corre ai ripari gettando nella mischia Beruatto ed Arena in luogo di Esteves e Valoti, con l’ex Monza che non sembra gradire troppo la sostituzione al termine di un pomeriggio per lui complicato.

POHJANPALO CHIAMA, BONFANTI RISPONDE. C’è da aspettare la metà della ripresa per vedere finalmente i fuochi d’artificio e sono i due bomber ad accenderli. Inizia Pohjanpalo che si conferma capocannoniere del torneo riuscendo a risolvere con una zampata da attaccante di razza una mischia rusticana innescata in area di rigore neroazzurra dalla punizione ben calciata da Bjarkason ; passano cinque minuti e ci pensa Bonfanti a riportare il match in parità con una giocata da centravanti vero messa a referto sulla preziosa assistenza di Arena, una finta ad eludere la marcatura di Svoboda ed un mancino chirurgico all’angolino dove Joronen proprio non può arrivare. Non ce la fa praticamente neanche a festeggiare l’ex Modena che accusa un fastidio al polpaccio ed è costretto ad abbandonare la contesa sostituito da Mlakar.

MLAKAR SBAGLIA, OLIVIERI SEGNA IL GOAL DELL’ANNO. Ed il centravanti sloveno avrebbe pure l’occasione propizia per portare il Pisa in vantaggio ma il suo colpo di testa su cross dalla destra dell’inesauribile Barbieri non inquadra il bersaglio grosso. Mister Vanoli prova a mescolare le carte inserendo Ellertsson, Ullmann e Gytkjaer ma la manovra dei suoi funziona ad intermittenza e la porta neroazzurra non corre pericoli degni di tale nome ; ciò nonostante mister Aquilani rafforza gli ormeggi giocandosi le carte Hermannsson e Barberis al posto degli esausti Calabresi e Veloso, con la chiara idea di portare in porta la barca senza rischiare alcunché negli ultimi sedici metri. Ma ancora una volta l’amaro calice va bevuto in quei minuti di recupero che per i neroazzurri sono diventati una sorta di incubo ad occhi aperti : Marin perde un pallone sanguinoso sulla trequarti difensiva cercando un inutile dribbling ai danni di Tessmann che invece recupera la sfera e la scarica sull’out di destra a Busio il cui cross è una pennellata per Olivieri che si inventa una rovesciata degna della copertina dell’album di figurine Panini ed incenerisce il malcapitato Nicolas, immobile al centro della propria porta.

SERVE ASSOLUTAMENTE UNA SCOSSA. E di goal Olivieri ne potrebbe segnare addirittura due se sul filo del triplice fischio del signor Cosso non sparasse malamente sul fondo a tu per tu con l’estremo difensore brasiliano al termine di una perfetta ripartenza della formazione ospite ; è un errore senza conseguenze per il Venezia che espugna l’Arena Garibaldi e può festeggiare la conquista del secondo posto in classifica solitario. Dall’altra parte invece una squadra ancora una volta a capo chino in mezzo al campo, prigioniera dei propri errori, prigioniera delle proprio fragilità, prigioniera delle proprie paure, prigioniera di un destino beffardo che sembra divertirsi a punire i neroazzurri proprio quando fa più male. Un gruppo smarrito che guadagna a tempo di record la via degli spogliatoi ; che si guarda intorno e vede uno stadio già praticamente vuoto un paio di minuti dopo il fischio finale, con il pubblico che non ha neanche la forza di esprimere il proprio dissenso e si limita ad abbandonare mestamente quello che un tempo era un fortino quasi inespugnabile ma che nell’ultimo periodo è diventato terra di conquista un po’ per tutti. Un sodalizio che non ha più neanche una voce, un pensiero, una preghiera, un lamento : continua infatti il silenzio di tutti i tesserati neroazzurri che ormai si protrae da oltre un mese. E che non fa altro che accrescere le angosce, le paure ed i timori di una piazza che guarda all’immediato futuro con una sempre più malcelata preoccupazione. Qualcuno lo ha definito, fra il serio ed il faceto, il silenzio degli innocenti. La speranza è che tale rimanga. Perché se nel giro di un paio di mesi dovesse trasformarsi nel silenzio dei colpevoli (di cosa lo lascio immaginare a voi che leggete perché non ho neanche la forza di scriverlo …), beh, allora ci sarebbe davvero poco da ridere.

H2o

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