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Pisa Spezia : Il Racconto Del Match E La Lavagna Tattica

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Non ne vuole proprio sapere il Pisa di spiccare definitivamente il volo in questo campionato cadetto : uno Spezia incerottato ed in pieno vortice di calciomercato espugna l’Arena Garibaldi e regala a Luca D’Angelo il ritorno più dolce possibile in quella che per cinque anni è stata la sua casa. Si leccano invece le ferite i neroazzurri dopo l’ennesima gara casalinga gettata alle ortiche, giocata in un clima surreale dovuto all’assenza del tifo organizzato e che di certo non è il viatico migliore per affrontare la complicata trasferta di Cosenza della prossima settimana.

MISTER AQUILANI CONFERMA L’UNDICI CHE AVEVA ESPUGNATO LECCO. Orfani della conferenza stampa della vigilia del tecnico neroazzurro non era compito semplice ipotizzare un undici iniziale, anche se forte era la sensazione di poter rivedere gran parte degli interpreti che la settimana precedente avevano vinto in quel di Lecco ; ed invece mister Alberto Aquilani va addirittura oltre e conferma la formazione che era in campo al “Rigamonti – Ceppi” dopo l’infortunio accusato da Bonfanti, solito 4-2-3-1 con Mlakar a fungere da terminale offensivo e Torregrossa ad agire alle spalle dell’attaccante sloveno con ai lati Arena a destra e D’Alessandro a sinistra e con Veloso confermato in cabina di regia. Si rivede Beruatto in panchina, anche Touré è a disposizione nonostante radio mercato lo dia in partenza per Cagliari ; non convocati invece Nagy e Leverbe, out anche De Vitis per problemi muscolari.

MISTER D’ANGELO FA LA CONTA, FRA INFORTUNI E MERCATO. Non è certo lo Spezia migliore possibile quello che arriva all’Arena Garibaldi, vuoi per l’ultimo posto occupato in classifica, vuoi per un ambiente ancora traumatizzato dalla retrocessione dalla massima serie ed in rotta evidente con la proprietà americana, vuoi per una rosa ridotta all’osso fra giocatori in infermeria ed altri con la valigia in mano. Ecco che il buon Luca D’Angelo si inventa un 3-5-2 che è in pratica un 5-4-1 in fase di non possesso, con Vignali e Mateju a presidiare le corsie laterali e con il peso dell’attacco messo sulle spalle dell’ultimo arrivato Falcinelli e di un Verde che dovrebbe trasferirsi altrove nei prossimi giorni ; in mezzo al campo Salvatore Esposito canta e porta la croce in mezzo alle due mezzali atipiche Cassata (che di mestiere fa il terzino) e Kouda (solitamente trequartista).

IL PISA PREME, LO SPEZIA HA PAURA. Contro un avversario evidentemente in difficoltà e perfino intimorito i padroni di casa provano a partir forte scontrandosi però fin da subito con due linee difensive a maglie assai strette che complicano non poco la manovra offensiva dei neroazzurri ; e quando non ci arrivano i calciatori di movimento ci pensa Zoet a salvare la barca ligure con un intervento di quelli importanti su Mlakar che gli si era presentato davanti solo soletto grazie al perfetto filtrante di un indiavolato Calabresi. Almeno inizialmente non provano neanche a ripartire gli ospiti, preoccupati in tutti gli effettivi di disinnescare l’iniziativa di un Pisa che è padrone del campo ma che – come sempre – non riesce a tradurre in moneta sonante la gran mole di gioco messa a referto nella metà campo avversaria.

LIGURI IN VANTAGGIO AL PRIMO AFFONDO. Come se non bastasse – altro dejà vu inquietante nella stagione dei neroazzurri – la prima volta che lo Spezia mette il naso dalle parti di Nicolas c’è da registrare il goal del vantaggio ospite : lancio lungo a pescare Vignali sulla corsia mancina con Calabresi che si trova tutto solo nel mezzo fra Vignali stesso e Kouda, l’ex Como è bravo ad avanzare ed a mettere in mezzo un pallone invitante proprio per Kouda che con un piatto destro non irresistibile fulmina sul primo palo un Nicolas non esente da responsabilità nella circostanza. Altra gara da rimettere in piedi da una posizione di svantaggio per capitan Caracciolo e compagni, che si mettono immediatamente di buona lena per riequilibrare la contesa.

ZOET PARA TUTTO TRANNE IL RIGORE DI TORREGROSSA. Carica a testa bassa il Pisa e lo Spezia si rannicchia in difesa a protezione del prezioso vantaggio ; ci provano nell’ordine D’Alessandro, Arena e Calabresi ma Zoet alza il muro davanti alla propria porta e l’intervento sulla rasoiata dell’ex Monza è di quelli da sottolineare. Ci prova pure Veloso su calcio di punizione da mattonella assai interessante ma i risultati non sono quelli apprezzati nel match contro il Lecco. Alla fine è un episodio a riequilibrare la partita e l’episodio si materializza grazie all’ingenuo Vignali che commette un fallo tanto evidente quanto sciocco su un Arena che stava addirittura uscendo dall’area di rigore ospite all’altezza delle linea di fondo campo ; dal dischetto si presenta Torregrossa che spiazza l’estremo difensore olandese e può così festeggiare il primo goal stagionale dopo un girone di andata passato praticamente in toto in infermeria.

IL CICLONE VERDE SI ABBATTE SULL’ARENA GARIBALDI. Pensi quindi che l’inerzia del match sia passata nuovamente nelle mani dei padroni di casa ed invece accade l’esatto opposto : Spezia che si riversa in avanti e neroazzurri protagonisti di un ultimo quarto d’ora del primo tempo da incubo. Prima è Vignali ad esplodere il destro dai venti metri che manda il pallone a sfiorare il montante alla destra di Nicolas, quindi è Verde a ricevere palla da Falcinelli e ad esplodere un sinistro a giro da applausi che manda la sfera ad incastonarsi all’incrocio dei pali dove il portiere brasiliano non può proprio arrivare. Nell’occasione troppo facile la manovra ospite e troppo morbida la fase difensiva dei padroni di casa, con Esteves che lascia troppo spazio al numero 99 in maglia rossa ; ed il calciatore lusitano fa pure di peggio quando abbatte Mateju in piena area di rigore con un maldestro intervento che è la “degna” conclusione di un disimpegno horror della retroguardia neroazzurra. Ci vuole l’intervento del VAR per “costringere” il signor Mariani a decretare un calcio di rigore solare in favore della compagine ospite ; dagli undici metri si presenta Verde che con un morbido “cucchiaio” scherza Nicolas e permette ai suoi di andare al riposo sul doppio vantaggio.

L’ASSALTO ALL’ARMA BIANCA DEI NEROAZZURRI. La ripresa inizia con Lisandru Tramoni in campo al posto di un Veloso fin troppo compassato e con il Pisa che passa al 3-4-1-2 con Esteves che si trasferisce sulla linea mediana al fianco di Marin ; dall’altra parte lo Spezia si arrocca in difesa e sembra rinunciare a qualsiasi velleità offensiva accontentandosi di far muro davanti a Zoet a protezione dei due goal di vantaggio. Tale operazione risulta agevolata da un assalto sì furioso e continuativo ma spesso assai confusionario e che come troppo spesso accaduto nelle partite precedenti non riesce a sfociare in chiare occasioni da rete ; i padroni di casa fanno incetta di corner – saranno ben quattordici alla fine – ma il portiere olandese si deve impegnare solamente su una conclusione assai velenosa dalla media distanza del solito D’Alessandro mentre nelle altre circostanze ci pensano i difensori liguri a far muro davanti alla propria porta.

LA RIAPRE BONFANTI. Mister Aquilani getta nella mischia gli acciaccati della vigilia ovvero Valoti e Bonfanti in luogo di un Torregrossa troppo spesso avulso dalla manovra e di un Mlakar assai impalpabile ; la mossa dà i suoi frutti molto presto quando una ripartenza dello Spezia viene bloccata sul nascere da Calabresi bravo poi a pescare D’Alessandro sulla corsia mancina, solito strappo bruciante dell’ex Monza e cross al bacio per Bonfanti che da zero metri la mette dentro e riapre la contesa. Si conferma attaccante vero l’ex Modena, sempre al posto giusto in area di rigore avversaria e soprattutto in grado di dare quella profondità alla manovra offensiva dei neroazzurri troppo spesso mancata nel corso del girone d’andata.

ZOET MIRACOLOSO SU TOURE’. Con ancora un quarto d’ora (più recupero) da giocare la partita sembra per certi versi impazzire : il Pisa inserisce Touré e Masucci – fuori Arena ed Esteves – per agevolare l’assalto finale mentre lo Spezia risponde cambiando i due attaccanti ormai esausti e gettando nella mischia Moro e Francesco Pio Esposito con il chiaro intento di non schiacciarsi troppo nella propria area di rigore e di provare a chiuderla in contropiede se si presentasse l’occasione giusta. Ma gli ospiti continuano a fare una fatica immane a ripartire, i neroazzurri caricano a testa bassa ma continuano a sbattere contro il muro difensivo ligure mentre con il trascorrere dei minuti energie e lucidità iniziano a venir meno nelle fila dei padroni di casa ; l’ultima emozione è il colpo di testa a botta sicura di Touré sul perfetto cross di Valoti che esalta i riflessi felini di Zoet bravissimo a togliere la sfera da sotto la traversa salvando così il prezioso successo dei suoi.

UN ALTRO BOCCONE AMARO DA DIGERIRE. Finisce quindi con la vittoria dello Spezia ovvero di coloro che erano arrivati al derby toscoligure con l’etichetta della vittima sacrificale e che invece riescono a conquistare tre punti fondamentali per continuare a credere nella salvezza nonostante tutte le problematiche che continuano a farla da padrone sulle rive del Golfo dei Poeti. Il Pisa invece esce dall’Arena Garibaldi con le ossa rotte nonostante la grande generosità messa in campo nella ripresa ma che non è bastata per ottenere un pareggio che sarebbe stato moneta giusta per quanto visto sul terreno di gioco, ma ormai è una triste consuetudine sottolineare quanto spesso i neroazzurri raccolgano meno di quanto avrebbero meritato. Finisce mestamente nel silenzio, quello di uno stadio mozzato della parte più calda del tifo per le note vicende che hanno tenuto banco nel corso di tutta la settimana, quello di una società che decide di continuare quel silenzio stampa inaugurato dalla mancata conferenza stampa della vigilia di mister Alberto Aquilani. Non certo i migliori prodromi possibili in vista della trasferta di Cosenza, con oltretutto gli ultimi giorni di calciomercato che rischiano di distogliere l’attenzione dal match del “San Vito – Marulla” della prossima settimana che stante la sconfitta rimediata contro lo Spezia torna ad assumere una importanza capitale nell’economia del prosieguo della stagione dei neroazzurri. Finisce per noi in zona mista con il sorriso quasi imbarazzato di mister Luca D’Angelo, ospite di un pomeriggio in quella che per cinque anni è stata la sua casa. Finisce con parole al miele nei confronti di una piazza che troppo spesso non ha saputo ascriverli i giusti meriti, anzi, che spesso lo ha elevato a capro espiatorio per non aver raggiunto determinati obbiettivi. “Io ho dato tutto quello che avevo qua a Pisa e credo che la gente di me si ricordi proprio questo”. Amen. Finisce quindi con un abbraccio, con la voce rotta dall’emozione e con una lacrimuccia ricacciata indietro a fatica, da una parte e dall’altra. Ed è proprio questo momento emotivamente importante l’unica cosa da ricordare nell’economia di una giornata – l’ennesima, in questa stagione – da dimenticare.

H2o

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