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Cosenza Pisa : Il Racconto Del Match E La Lavagna Tattica

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Per la prima volta in questa stagione i minuti di recupero arridono ai colori neroazzurri e così il Pisa riesce a strappare un punto d’oro – ma assolutamente meritato – sul campo del Cosenza al termine di una partita maledettamente complicata sulla quale pesano come macigni alcune decisioni scellerate del signor Bonacina nonché del signor Irrati al VAR. Ci pensa la vecchia guardia a salvare una squadra arrivata in Calabria incerottata e con il morale sotto i tacchi ma che lascia il “San Vito – Marulla” con la concreta speranza che il goal costruito sull’asse Masucci – Caracciolo possa rappresentare la fine di un periodo tormentato e l’inizio di qualcosa di più bello.

AQUILANI FA LA CONTA FRA SQUALIFICHE ED INFORTUNI. Non è certo il miglior Pisa possibile quello che scende in campo in terra calabrese : agli squalificati Nicolas, Esteves e Lisandru Tramoni si aggiungono gli infortunati D’Alessandro, De Vitis e Matteo Tramoni ; come se non bastasse un attacco febbrile mette K.O. Bonfanti nell’immediata vigilia del match e così mister Alberto Aquilani ha davvero poca scelta nello scegliere gli interpreti del suo solito 4-2-3-1. Tocca a Mlakar sostenere il peso dell’attacco neroazzurro con Moreo che torna titolare nel ruolo di attaccante esterno di sinistra e con Barbieri che va a giocare alle spalle dell’ex Brescia ; la buona notizia è la prima da titolare in questa stagione di Touré che va ad affiancare Marin sulla linea mediana, ed alla fine della fiera il gigante tedesco sarà uno dei migliori in campo.

E’ IL SOLITO COSENZA DELLE ULTIME USCITE. Mister Fabio Caserta non fa pretattica e vara un undici iniziale praticamente identico a quello sceso in campo nelle prime gare del girone di ritorno : ancora una volta 4-2-3-1 con una difesa nuova di zecca per tre quarti – Gyamfi, Camporese e Frabotta sono arrivati in Calabria nel mercato di riparazione – e Tutino a fare il centravanti con Mazzocchi immediatamente dietro e Marras e Florenzi ad agire da attaccanti esterni. Panchina per l’ultimo arrivato, l’ex Spezia e Cittadella Antonucci.

UN PRIMO TEMPO SOPORIFERO. Non passeranno agli annali del calcio i primi quarantacinque minuti di gioco andati in scena sul rettangolo verde del “San Vito – Marulla” … Le due squadre si annullano a vicenda e giocano oltretutto sotto ritmo, con Tutino da una parte e Mlakar dall’altra che non ricevano un pallone che sia uno e con gli attaccanti esterni che sbattono senza soluzione di continuità sui terzini avversari. Si arriva quindi al tramonto del primo tempo con i due portieri spettatori non paganti ed i taccuini dei cronisti desolatamente vuoti e niente lascia presagire ciò che invece succede subito prima dell’intervallo e che rischia di condizionare pesantemente il prosieguo della contesa.

IL BONACINA & IRRATI SHOW. Se i ventidue contendenti faticano a ravvivare la gara ci pensano il signor Bonacina in campo ed il signor Irrati al VAR a combinarne più di Carlo in Francia, rischiando di indirizzare pesantemente la contesa verso la sponda rossoblu con decisioni folle prese a cavallo dell’intervallo. Si inizia con il secondo cartellino giallo sventolato sotto il naso a Calabresi reo di un intervento in ritardo ai danni di Florenzi, provvedimento forse troppo affrettato ma che secondo il regolamento ci poteva anche stare ; ma dopo trenta secondi trenta il già ammonito Praszelik commette un fallo pressoché analogo ai danni di Valoti ed il signor Bonacina si dimentica di applicare il medesimo provvedimento adoperato pochi istanti prima graziando il centrocampista rossoblu nonostante le veementi proteste di capitan Caracciolo e compagni. Ad inizio ripresa invece c’è l’intervento in scivolata di Gyamfi che prova a contrastare l’inserimento di Barbieri bravo nella circostanza a muovere velocemente la sfera che finisce sul braccio del difensore di casa in maniera evidente : il signor Bonacina fischia senza esitazione alcuna il penalty in favore dei neroazzurri ma ecco che il signor Irrati lo richiama al VAR e lo fa tornare sui propri passi, probabilmente derubricando il tocco di mano dell’ex Benevento a movimento congruo con la giocata in questione. Peccato però che in epoca VAR di rigori simili ne sono stati decretati a bizzeffe e proprio grazie all’ausilio del mezzo tecnologico ; evidentemente quando c’è di mezzo il Pisa il regolamento viene applicato al contrario …

IL SOLITO TUTINO PUNISCE I NEROAZZURRI. Tornando al calcio giocato, la ripresa si era aperta con Beruatto in campo al posto di un Arena che aveva avuto vita impossibile contro il dirimpettaio Frabotta e con Praszelik lasciato negli spogliatoi da mister Caserta che a differenza del direttore di gara non grazia il proprio giocatore e lo sostituisce con Calò. Ti aspetti un Cosenza arrembante considerando la superiorità numerica ed invece il Pisa tiene il campo ottimamente e per i lupi rossoblu non ci sono spazi per far male alla porta neroazzurra, almeno fino a quando Mazzocchi non premia l’inserimento a tutta velocità di Frabotta che mette in mezzo un cross a rimorchio per l’accorrente Tutino che con un diagonale millimetrico non lascia scampo a Loria. Prima vera occasione da goal creata dai padroni di casa e pallone in rete, con Tutino che si conferma cecchino infallibile quando vede i colori neroazzurri.

IL PISA NON CROLLA, ANZI. Ci sarebbero tutti i presupposti per un Cosenza che dilaga al cospetto di un avversario in dieci uomini ed in formazione largamente rimaneggiata, ed invece il Pisa reagisce come bestia ferita ma niente affatto doma e continua a battagliare a tutto campo, impedendo agli avversari di chiudere anzitempo la contesa e provando nei limiti del possibile a cercare il goal del pareggio. Valoti è costretto a lasciare il terreno di gioco dopo uno scontro con Gyamfi (dentro Piccinini) ed un minuto dopo sugli sviluppi di un corner il pallone arriva a Touré che può esplodere il destro da posizione assai favorevole trovando la respinta miracolosa con il corpo di Calò che salva la propria porta dalla capitolazione. Ma i padroni di casa non riescono più a ripartire nonostante mister Caserta cambi via via tutti gli interpreti della linea offensiva, limitandosi a sparacchiare palloni in avanti che sono facile preda di Caracciolo e di Canestrelli.

LA VECCHIA GUARDIA NON TRADISCE MAI. Mister Aquilani si gioca le carte Veloso, Torregrossa e Masucci per mettere in piedi un forcing finale alla ricerca di quel goal che sarebbe ampiamente meritato, ma come accaduto contro lo Spezia è l’estremo difensore avversario a salire in cattedra sul colpo di testa a botta sicura di Touré : vola Micai a togliere il pallone dall’incrocio dei pali proprio come aveva fatto Zoet sette giorni or sono. Esulta come se avesse segnato un goal il portiere rossoblu, ignaro di quello che sarebbe accaduto trenta secondi dopo : rimessa laterale in favore dei neroazzurri, il pallone sembra destinato ad uscire sul fondo dopo un paio di contrasti ed invece Masucci si inventa una rovesciata degna del miglior Piola che si trasforma in assist d’oro per Caracciolo che era rimasto in area di rigore cosentina dopo il corner di pochi istanti prima. La mezza rovesciata del capitano neroazzurro è vincente e degna di un attaccante di razza, la sfera passa fra le gambe di Micai e per certi versi è il goal che sancisce il risultato più giusto per quanto visto sul terreno di gioco.

UN PUNTO IN CLASSIFICA CHE DEVE DIVENTARE UN PUNTO DI SVOLTA. Il gruppo lacoontico che si va a formare sotto il settore riservato ai tifosi neroazzurri, l’esultanza rabbiosa di tutta la squadra – anche di coloro che sedevano in panchina – sono la fotografia di una squadra che nel momento più difficile ha saputo ribellarsi a quanto le stava capitando e che è riuscita a ristabilire l’ordine naturale delle cose. Perché il Pisa a Cosenza non meritava di perdere, riuscendo ad andare oltre le tante assenze e riuscendo pure a bypassare le decisioni scellerate di Bonacina prima ed Irrati poi. Il goal in pieno recupero, gli interpreti che lo hanno confezionato ed il modo in cui lo hanno confezionato regalano un tocco di magia al pomeriggio vissuto in Calabria. I senatori che si ribellano al destino e salvano i colori neroazzurri dalla capitolazione. Ecco perché il goal di Caracciolo vale più di un punto in classifica. E’ la ribellione alla sfortuna ed alle ingiustizie. E’ la voglia di andar contro un destino avverso. E’ la volontà di non morire mai, ben raffigurata dal gesto tecnico del quasi quarantenne Masucci che si libra in aria come un ragazzino. E’ la voglia di essere vivi quando tutti ti davano per morti. Ed è proprio da questa botta di vita che deve prendere nuovo slancio la stagione dei neroazzurri, perché quando ci si crede così tanto e nonostante tutto nessun obbiettivo può essere davvero precluso.

H2o

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