Sotto una pioggia incessante il Pisa regola la Sampdoria con due goal segnati in una ripresa giocata interamente in superiorità numerica e si regala tre punti fondamentali per la propria classifica, il miglior viatico possibile per affrontare la trasferta contro la capolista Parma e le successive gare tutte da giocare contro squadre che al momento sopravanzano i neroazzurri in graduatoria. Potenza di una vittoria : la zona play out si allontana in maniera significativa, la zona play off si avvicina sensibilmente.
MISTER AQUILANI RISPOLVERA LA DIFESA A TRE. Per affrontare i blucerchiati mister Alberto Aquilani – squalificato, in panchina va il vice Cristian Agnelli – decide di schierare la propria squadra con un 3-4-2-1 che vede il ritorno di Hermannsson dal primo minuto per completare la retroguardia assieme ai soliti Caracciolo e Canestrelli ; sulla linea mediana tocca a Veloso affiancare Marin mentre ad Esteves e Barbieri è dato il compito di spingere sulle corsie laterali. Con Torregrossa centravanti di riferimento tocca invece ad Arena e Touré fare da trade union fra centrocampo ed attacco, con il gigante tedesco che in fase di non possesso va a dar manforte alla linea mediana ; panchina invece per Bonfanti e Valoti che nel corso della settimana non si erano allenati con continuità.
ANCHE LA SAMPDORIA SCEGLIE LA DIFESA A TRE. Costretto a fare la conta dei disponibili, con un infermeria particolarmente affollata alla quale si va ad aggiungere pure Kasami, mister Andrea Pirlo abbandona il consueto modulo ad albero di Natale e decide di coprirsi varando un 3-5-1-1 nel quale tocca al tuttofare Depaoli provare a supportare in avanti Esposito, con Askildsen e Darboe che provano sulla linea mediana a dare copertura alla retroguardia facendo intendere che l’idea degli ospiti è quella di aspettare gli avversari per poi provare a far loro male in ripartenza.
UN PRIMO TEMPO DA DIMENTICARE. A distanza di una settimana sul prato di un’Arena Garibaldi che presenta desolanti vuoti in ogni settore va in scena una sorta di replay del primo tempo del match fra Cosenza e Pisa ovvero uno spettacolo non certo memorabile messo in piedi da due squadre che fanno fatica a mettere insieme tre passaggi di fila. Ci provano i padroni di casa a tenere in mano il pallino del gioco mentre la Sampdoria si limita a difendere con cinque uomini cinque schiacciati davanti alla porta difesa da Stankovic e con una paura immane di subire un goal che probabilmente rappresenterebbe una montagna troppo ardua da scalare per una squadra scesa in Toscana particolarmente rimaneggiata ; Torregrossa è sovrastato dai tre centrali blucerchiati, Arena gira troppo largo rispetto alla porta doriana mentre dall’altra parte il malcapitato Esposito non vede un pallone che sia uno.
L’ESPULSIONE DI GIORDANO CAMBIA TUTTO. L’episodio che scombina un equilibrio che sembrava essere imperituro nel tempo capita subito prima dell’intervallo ed è un episodio che finalmente arride ai colori neroazzurri : triangolazione perfetta Barbieri – Arena – Barbieri e Giordano frana addosso al terzino neroazzurro a cavallo della linea che delimita l’area di rigore ospite. Per il signor Baroni è calcio di rigore in favore dei padroni di casa, non è però d’accordo il signor Serra al VAR che richiama al monitor il fischietto fiorentino in quanto il contatto è avvenuto appena fuori dall’area di rigore blucerchiata ; ma ciò implica che il fallo di Giordano è passibile di cartellino giallo che si va così a sommare a quello che il numero 21 doriano aveva rimediato in precedenza e per lui c’è la doccia anticipata. Ma soprattutto per capitan Caracciolo e compagni c’è una ripresa da giocare in superiorità numerica.
IL PISA PREME MA NON SFONDA LA CORIACEA DIFESA BLUCERCHIATA. Inizia il secondo tempo con Bonfanti subito in campo al posto di Hermannsson e con il Pisa che si schiera sulla carta con il 4-2-3-1 anche se ad onor del vero Esteves è in costante proiezione offensiva sulla corsia mancina e Torregrossa è spesso al fianco dell’ex Modena in area di rigore avversaria ; ma dall’altra parte c’è una Sampdoria che si difende con le unghie e con i denti grazie anche all’ingresso di Barreca in luogo di Ricci, con mister Pirlo che stante l’inferiorità numerica ridisegna la propria squadra con un 5-3-1 caratterizzato dagli esterni totalmente bloccati sulla linea dei tre difensori. Faticano quindi i neroazzurri a trovare spazi invitanti, su un terreno di gioco che si fa via via sempre più pesante a causa della pioggia battente che non dà un attimo di tregua al pubblico presente sui gradoni dell’Arena Garibaldi.
LA MAGIA DI CAPITAN CARACCIOLO. Trascorrono i minuti e il Pisa continua a far fatica a trovare sbocchi offensivi importanti nonostante si giochi solo nella metà campo ospite ; serve allora una magia per far capitolare finalmente la porta doriana ed il mago è ancora una volta capitan Caracciolo che bissa la prodezza messa a referto una settimana fa sul campo del Cosenza ed ancora una volta toglie le castagne dal fuoco per i colori neroazzurri. Ma se in terra calabrese il goal era stato un tocco da attaccante di razza capace di capitalizzare al massimo l’assist da urlo di Masucci contro la Sampdoria il buon Antonio riceve il pallone ai venticinque metri e si inventa un destro di rara potenza e precisione che si va ad incastonare all’incrocio dei pali dove neanche Superman sarebbe arrivato, figuriamoci il malcapitato Stankovic … L’Arena può finalmente scrollarsi di dosso la tensione assieme ad un po’ di pioggia : contro un avversario ridotto in dieci uomini ed in evidente difficoltà il più sembra esser stato fatto.
LA CHIUDE BARBIERI. Non commette l’errore di accontentarsi il Pisa, anzi, carica a testa bassa l’area di rigore doriana alla ricerca del goal che chiuderebbe anzitempo la contesa ; ci provano nella medesima azione prima Bonfanti e poi Arena con conclusioni violente ma non abbastanza angolate per superare la strenua resistenza di Stankovic, quindi è Torregrossa che si inventa un assist al bacio per Bonfanti che a pochi passi dalla meta viene contrastato da Barreca e non riesce a mettere la sfera nella porta ospite. Tocca allora a Barbieri andare ad iscriversi alla cooperativa del goal neroazzurra : l’ex terzino della Juventus Next Gen si avventa come un falco sull’intelligente sponda aerea di Touré e con una rabbiosa conclusione mancina fulmina Stankovic e praticamente mette la parola fine al match con venti minuti di anticipo.
UN FINALE DI GARA FINALMENTE SENZA PATEMI. Sì, perché stavolta il Pisa decide di non complicarsi la vita e gestisce la parte finale della gara con tranquillità ed intelligenza, senza rischiare praticamente niente dalle parti di Nicolas eccezion fatta per un paio di conclusioni del nuovo entrato De Luca che per il portiere brasiliano sono poco più di ordinaria amministrazione. L’unico vero brivido lo regala il tremebondo signor Baroni che punisce con il penalty in favore degli ospiti un presunto contatto fra Depaoli ed un Leverbe che aveva appena fatto il suo ingresso sul terreno di gioco salvo poi essere corretto nella propria decisione dal signor Serra al VAR che lo costringe a tornare sui propri passi ; troppo poco per pensare ad una Sampdoria in grado di riaprire la contesa.
TRE PUNTI DI PLATINO CONQUISTATI IN UN CONTESTO COMPLICATO. Si era già visto a Cosenza, con la squadra che aveva saputo ribellarsi ad una sconfitta che sarebbe stata assolutamente immeritata ; ne abbiamo avuto conferma questo pomeriggio contro la Sampdoria, in un match disputato sotto il diluvio e su un terreno di gioco via via sempre più infame. Ma soprattutto disputato in un’Arena Garibaldi desolatamente semivuota, spesso silente, quasi smarrita senza la guida dei gruppi della curva Nord : un contesto di certo non trascinante ma che la squadra ha saputo metabolizzare riuscendo alla fine a conquistare la prima vittoria casalinga del 2024. Una partita che non era certo nata sotto i migliori auspici, con il botta e risposta fra Comune e società neroazzurra sulle vicende relative allo stadio ed al Training Center che aveva distolto l’attenzione di gran parte dell’opinione pubblica dagli aspetti meramente sportivi ; per fortuna capitan Caracciolo e compagni non si sono fatti distrarre dai vari comunicati apparsi negli ultimi giorni ed hanno saputo fornire una prestazione di sostanza contro un avversario ferito sì ma niente affatto domo e che ha saputo vender cara la pelle anche in inferiorità numerica. Al netto di tutto ciò i tre punti conquistati contro la Sampdoria valgono molto di più dell’aspetto prettamente numerico : significano aver capitalizzato al meglio il pareggio strappato con le unghie in quel di Cosenza e significano una posizione in classifica di maggior tranquillità ; e quindi il modo migliore per preparare i prossimi, difficilissimi impegni che attendono i neroazzurri nelle prossime settimane, a cominciare dalla trasferta di sabato prossimo contro la capolista Parma. Un match da affrontare con il dovuto rispetto ma senza paura alcuna : perché questo Pisa forgiato dalle mille difficoltà vissute in campo e fuori dal campo potrebbe essere la più bella sorpresa del torneo cadetto proprio quando i punti iniziano a pesare davvero. Perché è quando il gioco si fa duro che i duri cominciano a giocare.
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Sotto una pioggia incessante il Pisa regola la Sampdoria con due goal segnati in una ripresa giocata interamente in superiorità numerica e si regala tre punti fondamentali per la propria classifica, il miglior viatico possibile per affrontare la trasferta contro la capolista Parma e le successive gare tutte da giocare contro squadre che al momento sopravanzano i neroazzurri in graduatoria. Potenza di una vittoria : la zona play out si allontana in maniera significativa, la zona play off si avvicina sensibilmente.
MISTER AQUILANI RISPOLVERA LA DIFESA A TRE. Per affrontare i blucerchiati mister Alberto Aquilani – squalificato, in panchina va il vice Cristian Agnelli – decide di schierare la propria squadra con un 3-4-2-1 che vede il ritorno di Hermannsson dal primo minuto per completare la retroguardia assieme ai soliti Caracciolo e Canestrelli ; sulla linea mediana tocca a Veloso affiancare Marin mentre ad Esteves e Barbieri è dato il compito di spingere sulle corsie laterali. Con Torregrossa centravanti di riferimento tocca invece ad Arena e Touré fare da trade union fra centrocampo ed attacco, con il gigante tedesco che in fase di non possesso va a dar manforte alla linea mediana ; panchina invece per Bonfanti e Valoti che nel corso della settimana non si erano allenati con continuità.
ANCHE LA SAMPDORIA SCEGLIE LA DIFESA A TRE. Costretto a fare la conta dei disponibili, con un infermeria particolarmente affollata alla quale si va ad aggiungere pure Kasami, mister Andrea Pirlo abbandona il consueto modulo ad albero di Natale e decide di coprirsi varando un 3-5-1-1 nel quale tocca al tuttofare Depaoli provare a supportare in avanti Esposito, con Askildsen e Darboe che provano sulla linea mediana a dare copertura alla retroguardia facendo intendere che l’idea degli ospiti è quella di aspettare gli avversari per poi provare a far loro male in ripartenza.
UN PRIMO TEMPO DA DIMENTICARE. A distanza di una settimana sul prato di un’Arena Garibaldi che presenta desolanti vuoti in ogni settore va in scena una sorta di replay del primo tempo del match fra Cosenza e Pisa ovvero uno spettacolo non certo memorabile messo in piedi da due squadre che fanno fatica a mettere insieme tre passaggi di fila. Ci provano i padroni di casa a tenere in mano il pallino del gioco mentre la Sampdoria si limita a difendere con cinque uomini cinque schiacciati davanti alla porta difesa da Stankovic e con una paura immane di subire un goal che probabilmente rappresenterebbe una montagna troppo ardua da scalare per una squadra scesa in Toscana particolarmente rimaneggiata ; Torregrossa è sovrastato dai tre centrali blucerchiati, Arena gira troppo largo rispetto alla porta doriana mentre dall’altra parte il malcapitato Esposito non vede un pallone che sia uno.
L’ESPULSIONE DI GIORDANO CAMBIA TUTTO. L’episodio che scombina un equilibrio che sembrava essere imperituro nel tempo capita subito prima dell’intervallo ed è un episodio che finalmente arride ai colori neroazzurri : triangolazione perfetta Barbieri – Arena – Barbieri e Giordano frana addosso al terzino neroazzurro a cavallo della linea che delimita l’area di rigore ospite. Per il signor Baroni è calcio di rigore in favore dei padroni di casa, non è però d’accordo il signor Serra al VAR che richiama al monitor il fischietto fiorentino in quanto il contatto è avvenuto appena fuori dall’area di rigore blucerchiata ; ma ciò implica che il fallo di Giordano è passibile di cartellino giallo che si va così a sommare a quello che il numero 21 doriano aveva rimediato in precedenza e per lui c’è la doccia anticipata. Ma soprattutto per capitan Caracciolo e compagni c’è una ripresa da giocare in superiorità numerica.
IL PISA PREME MA NON SFONDA LA CORIACEA DIFESA BLUCERCHIATA. Inizia il secondo tempo con Bonfanti subito in campo al posto di Hermannsson e con il Pisa che si schiera sulla carta con il 4-2-3-1 anche se ad onor del vero Esteves è in costante proiezione offensiva sulla corsia mancina e Torregrossa è spesso al fianco dell’ex Modena in area di rigore avversaria ; ma dall’altra parte c’è una Sampdoria che si difende con le unghie e con i denti grazie anche all’ingresso di Barreca in luogo di Ricci, con mister Pirlo che stante l’inferiorità numerica ridisegna la propria squadra con un 5-3-1 caratterizzato dagli esterni totalmente bloccati sulla linea dei tre difensori. Faticano quindi i neroazzurri a trovare spazi invitanti, su un terreno di gioco che si fa via via sempre più pesante a causa della pioggia battente che non dà un attimo di tregua al pubblico presente sui gradoni dell’Arena Garibaldi.
LA MAGIA DI CAPITAN CARACCIOLO. Trascorrono i minuti e il Pisa continua a far fatica a trovare sbocchi offensivi importanti nonostante si giochi solo nella metà campo ospite ; serve allora una magia per far capitolare finalmente la porta doriana ed il mago è ancora una volta capitan Caracciolo che bissa la prodezza messa a referto una settimana fa sul campo del Cosenza ed ancora una volta toglie le castagne dal fuoco per i colori neroazzurri. Ma se in terra calabrese il goal era stato un tocco da attaccante di razza capace di capitalizzare al massimo l’assist da urlo di Masucci contro la Sampdoria il buon Antonio riceve il pallone ai venticinque metri e si inventa un destro di rara potenza e precisione che si va ad incastonare all’incrocio dei pali dove neanche Superman sarebbe arrivato, figuriamoci il malcapitato Stankovic … L’Arena può finalmente scrollarsi di dosso la tensione assieme ad un po’ di pioggia : contro un avversario ridotto in dieci uomini ed in evidente difficoltà il più sembra esser stato fatto.
LA CHIUDE BARBIERI. Non commette l’errore di accontentarsi il Pisa, anzi, carica a testa bassa l’area di rigore doriana alla ricerca del goal che chiuderebbe anzitempo la contesa ; ci provano nella medesima azione prima Bonfanti e poi Arena con conclusioni violente ma non abbastanza angolate per superare la strenua resistenza di Stankovic, quindi è Torregrossa che si inventa un assist al bacio per Bonfanti che a pochi passi dalla meta viene contrastato da Barreca e non riesce a mettere la sfera nella porta ospite. Tocca allora a Barbieri andare ad iscriversi alla cooperativa del goal neroazzurra : l’ex terzino della Juventus Next Gen si avventa come un falco sull’intelligente sponda aerea di Touré e con una rabbiosa conclusione mancina fulmina Stankovic e praticamente mette la parola fine al match con venti minuti di anticipo.
UN FINALE DI GARA FINALMENTE SENZA PATEMI. Sì, perché stavolta il Pisa decide di non complicarsi la vita e gestisce la parte finale della gara con tranquillità ed intelligenza, senza rischiare praticamente niente dalle parti di Nicolas eccezion fatta per un paio di conclusioni del nuovo entrato De Luca che per il portiere brasiliano sono poco più di ordinaria amministrazione. L’unico vero brivido lo regala il tremebondo signor Baroni che punisce con il penalty in favore degli ospiti un presunto contatto fra Depaoli ed un Leverbe che aveva appena fatto il suo ingresso sul terreno di gioco salvo poi essere corretto nella propria decisione dal signor Serra al VAR che lo costringe a tornare sui propri passi ; troppo poco per pensare ad una Sampdoria in grado di riaprire la contesa.
TRE PUNTI DI PLATINO CONQUISTATI IN UN CONTESTO COMPLICATO. Si era già visto a Cosenza, con la squadra che aveva saputo ribellarsi ad una sconfitta che sarebbe stata assolutamente immeritata ; ne abbiamo avuto conferma questo pomeriggio contro la Sampdoria, in un match disputato sotto il diluvio e su un terreno di gioco via via sempre più infame. Ma soprattutto disputato in un’Arena Garibaldi desolatamente semivuota, spesso silente, quasi smarrita senza la guida dei gruppi della curva Nord : un contesto di certo non trascinante ma che la squadra ha saputo metabolizzare riuscendo alla fine a conquistare la prima vittoria casalinga del 2024. Una partita che non era certo nata sotto i migliori auspici, con il botta e risposta fra Comune e società neroazzurra sulle vicende relative allo stadio ed al Training Center che aveva distolto l’attenzione di gran parte dell’opinione pubblica dagli aspetti meramente sportivi ; per fortuna capitan Caracciolo e compagni non si sono fatti distrarre dai vari comunicati apparsi negli ultimi giorni ed hanno saputo fornire una prestazione di sostanza contro un avversario ferito sì ma niente affatto domo e che ha saputo vender cara la pelle anche in inferiorità numerica. Al netto di tutto ciò i tre punti conquistati contro la Sampdoria valgono molto di più dell’aspetto prettamente numerico : significano aver capitalizzato al meglio il pareggio strappato con le unghie in quel di Cosenza e significano una posizione in classifica di maggior tranquillità ; e quindi il modo migliore per preparare i prossimi, difficilissimi impegni che attendono i neroazzurri nelle prossime settimane, a cominciare dalla trasferta di sabato prossimo contro la capolista Parma. Un match da affrontare con il dovuto rispetto ma senza paura alcuna : perché questo Pisa forgiato dalle mille difficoltà vissute in campo e fuori dal campo potrebbe essere la più bella sorpresa del torneo cadetto proprio quando i punti iniziano a pesare davvero. Perché è quando il gioco si fa duro che i duri cominciano a giocare.
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