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Pisa Brescia : Il Racconto Del Match E La Lavagna Tattica

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Proprio non ce la fa il Pisa a vincere due partite di fila in questo campionato … dopo la vittoria conquistata a Bolzano quindici giorni or sono un redivivo Brescia impone il pareggio casalingo ai neroazzurri che dopo una partenza fulminante perdono la strada maestra con il trascorrere dei minuti rischiando addirittura di perderla in un secondo tempo di chiara marca ospite. Alla fine arriva un pareggio utile a muovere la classifica ma che non cancella i molti dubbi che continuano ad aleggiare su capitan Beruatto e compagni, protagonisti finora un un cammino che continua a rasentare pericolosamente l’anonimato.

E’ UN PISA A TRAZIONE ANTERIORE. L’undici iniziale scelto da mister Alberto Aquilani sembra già di per sé una dichiarazione di guerra all’avversario : 4-2-3-1 che vede Torregrossa fungere da centravanti di riferimento e Moreo dirottato un po’ a sorpresa sull’esterno di sinistra, con Lisandru Tramoni sulla corsia opposta e Valoti in una posizione centrale utile a fare il pendolo fra la trequarti e la linea mediana dove tocca a Barberis ed a Piccinini non far rimpiangere lo squalificato Marin. La difesa è invece il reparto che viene sempre più spesso confermato dal tecnico romano : calciatori importanti come Calabresi, Hermannsson e Barbieri partono ancora una volta dalla panchina.

POCHE SORPRESE NEL PRIMO BRESCIA DI ROLANDO MARAN. Con una decina di giorni di lavoro alle spalle il grande ex Rolando Maran disegna le Rondinelle con un 3-4-2-1 capace di trasformarsi in un 4-3-2-1 in fase di non possesso grazie alla grande mobilità di Dickmann sulla fascia destra ; le sorprese rispetto a quelle che erano le sensazioni della vigilia sono Fares schierato sulla corsia mancina in luogo di Huard e Olzer che affianca Bertagnoli sulla trequarti alle spalle dell’unica punta Moncini. Parte invece dalla panchina il gigante ex Frosinone Borrelli, recuperato in extremis dopo le noie muscolari patite nei giorni precedenti alla contesa.

I NEROAZZURRI PARTONO FORTISSIMO E TROVANO SUBITO IL VANTAGGIO. Inizio gara migliore per i padroni di casa sarebbe stato difficile immaginarlo : Brescia evidentemente preoccupato dalle cinque sconfitte consecutive rimediate nelle ultime cinque partite disputate e Pisa che gioca sulle ali dell’entusiasmo della vittoria conquistata contro il Sudtirol. Il risultato è un’azione offensiva prolungata dei neroazzurri che dura un paio di minuti abbondanti e che costringe le Rondinelle a difendersi senza soluzione di continuità, ma la porta difesa da Lezzerini capitola quando dalla corsia di destra Lisandru Tramoni disegna il cross perfetto per la testa di Moreo che da pochi passi mette a referto il più classico dei goal dell’ex.

IL SOLITO PASTICCIO DIFENSIVO RIMETTE IL BRESCIA IN PARTITA. Con il match messo immediatamente sui binari giusti i padroni di casa sembrano essere padroni assoluti del rettangolo verde, ma praticamente dal niente il Brescia trova presto il goal del pareggio sfruttando un meccanismo difensivo neroazzurro assolutamente rivedibile : lancio dalle retrovie di Cistana che sembra destinato a perdersi sul fondo ed invece Dickmann brucia Beruatto e riesce a trovare un cross di rara violenza sul quale Canestrelli pasticcia con un maldestro colpo di tacco che diventa un assist perfetto per l’accorrente Bjarnason che con una legnata di prima intenzione rischia di spaccare la porta. Altro goal subito al primo errore commesso, una consuetudine in questa prima fase di campionato che si sta verificando con diabolica puntualità.

E’ PARITA’ ANCHE NEI LEGNI COLPITI. La nuova parità calma i bollenti spiriti dei padroni di casa e regala nuovo coraggio ad un Brescia che inizia a crederci davvero e che di colpo dimentica gli stenti dell’ultimo periodo ; la partita si trasforma in un ping pong fra le due squadre nonostante il modo di interpretare la contesa sia profondamente diverso, con il Pisa che cerca il fraseggio nello stretto e tiene in mano il pallino del gioco mentre le Rondinelle preferiscono agire in contropiede sfruttando gli invitanti spazi che gli avversari concedono con preoccupante regolarità. Ma gli errori di misura negli ultimi sedici metri commessi da una parte e dall’altra impediscono di contare occasioni da rete davvero importanti, eccezion fatta per le due traverse colpite dal neo entrato Huard con una girata sporca e da Lisandru Tramoni con uno strano tiro cross da posizione assai defilata. A questo si aggiunga il tentativo di autorete di Cistana che devia in maniera maldestra il cross di Esteves chiamando Lezzerini alla deviazione di puro istinto utile a salvare la propria porta.

INIZIA LA RIPRESA, FINISCE IL PISA. Dopo l’equilibrio sostanziale con il quale si erano chiusi i primi quarantacinque minuti di gioco ci si aspetta un Pisa capace di far valere a proprio favore il fattore campo ed invece sono le Rondinelle ad uscire meglio dai blocchi ed a mettere a ferro e fuoco una difesa neroazzurra che sembra incapace di trovare le giuste contomisure, ad onor del vero poco aiutata da un centrocampo dove Barberis viaggia ad una velocità di regime troppo bassa, Valoti fatica a trovare una adeguata posizione in mezzo al campo e Piccinini è costretto a cantare e portare la croce. La manovra dei padroni di casa inizia ad essere lenta e farraginosa, troppi giocatori iniziano a calare vistosamente ed un Brescia tutt’altro che trascendentale non può far altro che approfittarne, andando più volte assai vicino a realizzare il goal del vantaggio.

NICOLAS E’ UN MURO, MONCINI SPARA A SALVE. Nel momento più buio il Pisa si aggrappa a Nicolas ed il portiere brasiliano non tradisce : prima si salva in corner sulla rasoiata da posizione assai favorevole di Moncini, quindi è provvidenziale in uscita disperata su Olzer che gli si era presentato a tu per tu in totale solitudine. E quando l’estremo difensore di casa non ci potrebbe mai arrivare ci pensa Moncini a cestinare un’occasione d’oro sparando alle stelle il più comodo dei palloni fallendo una sorta di calcio di rigore in movimento. A tutto ciò si aggiunga la costante sensazione di pericolosità che gli ospiti hanno ogniqualvolta hanno la possibilità di ripartire in velocità, con i neroazzurri che continuano a lasciare troppo spazio per le ripartenze di capitan Cistana e compagni ; per fortuna alle fine non ci saranno conseguenze spiacevoli per la porta difesa dal buon Andrade.

AQUILANI E QUELLE SOSTITUZIONI RIMANDATE FIN TROPPO. Un’Arena Garibaldi decisamente fredda per quel che concerne il supporto ai propri beniamini non lesina mugolii di disapprovazione nell’assistere ad una ripresa assolutamente deficitaria da parte dei padroni di casa ; anche mister Aquilani finisce nel bersaglio della critica popolare, “reo” di procrastinare troppo le sostituzioni di giocatori che da parecchi minuti sembravano ormai in debito di ossigeno. Il cronometro segna il minuto settanta quando dalla panchina si alzano Gliozzi, D’Alessandro e Nagy che danno il cambio ad un Torregrossa ancora troppo lezioso, ad un Moreo migliore in campo per distacco in casa neroazzurra e ad un Barberis ancora lontano dall’essere il giocatore ammirato con le maglie di Crotone e Monza. In generale le cose per il Pisa non migliorano particolarmente, nonostante l’impegno messo dal buon Ettore e le giocate del numero 77 che conferma di essere uno dei calciatori più importanti a disposizione del tecnico romano ; male invece Nagy, lontano parente del giocatore ammirato in questi ultimi mesi con la maglia dell’Ungheria.

IL VAR ANCORA UNA VOLTA NON AIUTA IL PISA. Alla fine della fiera l’unico vero brivido regalato dal Pisa ai propri tifosi nell’economia di una ripresa da dimenticare è il calcio di rigore prima assegnato dal tremebondo signor Monaldi e poi revocato dopo il ricorso al VAR : ancora una volta era toccato a Moreo fare la differenza in positivo per i colori neroazzurri grazie al rimpallo vinto sull’uscita di Lezzerini e al susseguente tiro cross intercettato in maniera evidente da Papetti con il braccio. Ma il signor Abbattista richiama al monitor il giovane collega per un involontario tocco di braccio dello stesso Moreo subito dopo il contrasto con il portiere delle Rondinelle, una giocata fortuita ma dalla quale il buon Stefano trae un evidente vantaggio, e quindi è un nulla di fatto per i padroni di casa, con Torregrossa che già aveva il pallone fra le mani e pregustava la ghiotta occasione per realizzare il primo goal stagionale. Peccato, ma da quando c’è il VAR per il Pisa sono stati molti di più i dolori rispetto alle gioie …

L’INDIFFERENZA SAREBBE LA COSA PEGGIORE CHE PUO’ CAPITARE A QUESTO PISA. Finisce così in parità un match che per il Pisa era iniziato nel miglior modo possibile ma che alla fine ha rischiato seriamente di sorridere al primo Brescia di Rolando Maran, un allenatore che poco più di un anno fa all’ombra della Torre Pendente ne aveva indovinate ben poche, giusto per usare un eufemismo … Finisce senza che i padroni di casa riescano a mettere in atto un qualcosa di simile ad un convinto tentativo finale, quasi appagati da un pareggio fra le mura amiche che rappresenta poco più di un brodino e che soprattutto lascia i neroazzurri in una posizione di classifica che rappresenta una sorta di limbo fra i quartieri alti e le zone più calde della graduatoria. Finisce soprattutto con il pubblico di casa che sembra aver perduto pure la voglia di fischiare, di contestare, di dare corpo in qualche modo al proprio disappunto relativamente a quanto (non) visto sul terreno di gioco. Ed è forse questo l’aspetto più inquietante dell’ennesimo pomeriggio all’insegna del “ciò che poteva essere ed invece non è stato” : un’apatia imperante che colora tutto di grigio e che di certo non aiuta una squadra che tutto ha dimostrato di essere tranne che un gruppo dalle spiccate doti temperamentali. E l’indifferenza è un pericolo di quelli da far tremare i polsi, molto più preoccupante della lanciatissima Cremonese che fra sette giorni farà visita ad un’Arena Garibaldi che in questo 2023 è diventata terra di conquista un po’ per tutti. Un match assolutamente complicato che andrebbe affrontato con ben altro spirito, fuori e dentro il rettangolo verde. Ma invece torni a casa mischiandoti fra la folla e ascolti tifosi con i capelli bianchi e più di cinquant’anni di militanza ininterrotta sui gradoni del vecchio catino di via Rindi asserire con fare sconsolato : “sai cosa, ormai non mi ci incazzo nemmeno più …”. Ed è lì che capisci che quella magia che faticosamente si era riusciti a creare dopo anni di niente e che aveva raggiunto il proprio climax in quella fantastica sera di fine maggio nella finale play off contro il Monza è andata tristemente perduta. Come lacrime nella pioggia. Dispersa da un Pisa tornato troppo presto ad essere sospeso fra il nulla e l’addio.

H2o

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