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Pisa Bari : Il Racconto Del Match E La Lavagna Tattica

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Mezz’ora di grande Pisa, poi più nulla o quasi : fra infortuni, condizione fisica ancora assai precaria in molti elementi chiave e panchina non ancora in grado di incidere come dovrebbe i neroazzurri regalano un’ora di partita ad un Bari tutt’altro che trascendentale ma che alla fine riesce a trovare sul filo di lana il goal che gli permette di impattare il risultato e che rimanda ancora la prima gioia casalinga per gli uomini di mister Alberto Aquilani. Adesso due trasferte consecutive contro Feralpisalò e Regginana che diranno molto circa quello che potrebbe essere il campionato di capitan Marin e compagni.

E’ SEMPRE IL SOLITO PISA. Sono passati quindici giorni dal match contro il Modena ma alla fine della fiera mister Aquilani può contare sugli stessi giocatori di due settimane or sono ; l’infermeria neroazzurra si è decisamente svuotata ma i calciatori reduci dai più disparati infortuni ancora non sono pronti per partire dal primo minuto e vanno quindi ad affollare la panchina per poi magari dare una mano in corso d’opera. Si parte quindi con un Pisa assai simile – per non dire identico – a quello visto in questa prima parte di stagione ; la novità più significativa è l’impiego di Calabresi in luogo di Barbieri per il ruolo di terzino destro, per il resto è il solito 4-2-3-1 con Moreo a fare il riferimento offensivo e con il ritorno di Marin in mezzo al campo a fungere da fido scudiero di Veloso.

ANCHE IL BARI CAMBIA DAVVERO POCO. C’è davvero poca pretattica da parte dei due tecnici : pure il Bari è più o meno quello che ci si aspettava alla vigilia, eccezion fatta per Zuzek che viene schierato al centro della difesa in luogo di un capitan Di Cesare non ancora al top della condizione fisica e per l’impiego in mezzo al campo dell’ex Benevento Acampora che va a sostituire Koutsoupias fermato da un problema fisico alla vigilia della partenza alla volta della Toscana. In attacco il punto fermo dello schieramento dei galletti è il grande ex Sibilli che ha il compito di cucire il gioco sulla trequarti, con Morachioli – preferito inizialmente ad Aramu – che spesso lo va ad affiancare per dar manforte a Nasti, con il risultato che il 4-3-1-2 di partenza dei biancorossi pugliesi si trasforma spesso in un 4-3-2-1.

VENTI MINUTI AL CALOR BIANCO PER IL PISA. Lo aveva detto Veloso nell’immediato post gara di Modena : “dobbiamo capire che i primi venti minuti di una partita spesso determinano il risultato finale”. Detto fatto : i padroni di casa partono con il piede decisamente premuto sull’acceleratore e mettono in evidente difficoltà un avversario che sembra capirci davvero poco. Il pallone corre veloce a filo d’erba, l’aggressione ai portatori di palla avversari è totale, la riconquista della sfera è immediata, la voglia di far male ai galletti è evidente ; ad onor del vero tutto questo non si traduce in un gran numero di occasioni da rete pulite dalle parti di Brenno, ma è comunque sufficiente a garantire il vantaggio neroazzurro che appare essere quantomai meritato.

BERUATTO, CHE GOAL ! Tocca a Beruatto gonfiare la rete ospite con una conclusione volante dai venti metri che manda la sfera ad infilarsi all’angolo basso dove Brenno proprio non può arrivare. Una giocata che sembra un colpo di kung fu ma che risulta essere quantomai efficace e che va a premiare un inizio di gara davvero convincente dei padroni di casa ; e stavolta non ci sono pali che tengono, per quello che sembra essere una sorta di dolce replay del goal realizzato dallo stesso Beruatto – oltretutto nella stessa porta – nel corso del match contro la Ternana. Irrefrenabile la gioia del terzino neroazzurro, troppo spesso finito anche ingiustamente sul banco degli imputati in questa parte iniziale della stagione secondo quella moda tutta pisana per la quale se i risultati non arrivano deve essere per forza colpa di un giocatore in particolare, e per giunta sempre il medesimo. Lo scorso anno Mastinu, anni addietro Obodo, Bizzotto e molti altri ancora. Qualcuno gli aveva ascritto pure la responsabilità del goal di Tremolada di quindici giorni addietro, evidentemente dimentico del fatto che il Pisa era in ripartenza e che il buon Pietro era salito per accompagnare l’azione offensiva – secondo i chiari desiderata di mister Aquilani – quando Valoti aveva malamente perduto un pallone che in quella situazione di gioco non si deve perdere mai. Ma tant’è : il gran goal ed in generale la buona prestazione messi a referto dal numero 20 in maglia neroazzurra contro il Bari sono la miglior risposta a tali critiche, in generale malriposte e in alcuni casi vigliaccamente prevenute.

L’INFORTUNIO DI D’ALESSANDRO : PIOVE SUL BAGNATO. Se non è lo sliding door della partita, beh, poco ci manca. Quando tutto in casa neroazzurra sembra funzionare alla perfezione, con un gigantesco Moreo che si fa un mazzo tanto per supportare al meglio il dialogo offensivo dei padroni di casa fraseggiando ottimamente quando con Arena e quando con D’Alessandro, l’ex Monza scivola da solo sul pallone ed il ginocchio fa un movimento che non avrebbe dovuto fare. Il buon Marco prova a stringere i denti ma pochi minuti dopo è costretto ad alzare bandiera bianca ; inutile dire che si tratta di un infortunio che soprattutto in prospettiva potrebbe essere assai preoccupante e che mette in ansia tutto l’ambiente neroazzurro che di tutto avrebbe bisogno tranne che dell’ennesimo guaio fisico in un avvio di stagione sotto questo aspetto da incubo. Incrociamo le dita.

IL BARICENTRO NEROAZZURRO SI ABBASSA, IL BARI PRENDE CORAGGIO. Al posto dello sfortunato D’Alessandro entra un Barbieri che ha caratteristiche completamente diverse rispetto all’ex Monza, oltre che un ruolo di riferimento che è del tutto differente ; mister Aquilani ridisegna la propria creatura con un 4-4-2 evidente soprattutto in fase di non possesso, con Valoti e lo stesso Barbieri che vanno a fungere da esterni di centrocampo (rispettivamente a sinistra ed a destra) e con Arena che si mette a fare la seconda punta in appoggio a Moreo. Il risultato di questo rimpasto tattico per certi versi obbligato – il fatto che Vignato alla fine non sarà della contesa è segno evidente che il ragazzo ancora non è pronto a dare una mano significativa ai suoi nuovi compagni di squadra – è che il Pisa arretra di parecchi metri il proprio baricentro sul terreno di gioco cessando di pressare alto l’avversario, anzi, aspettandolo nella propria metà campo. E’ una tattica che alla fine non pagherà.

IL BARI GIOCA MA NON PUNGE, IL PISA PERO’ NON RIPARTE MAI. Se Atene piange Sparta di certo non ride. Tradotto ai giorni nostri : se il Pisa palesa problemi in zona goal tanto meglio non fa il Bari nonostante i neroazzurri lascino il pallino del gioco in mano ai galletti. Sibilli si dà tanto da fare ma combina ben poco negli ultimi sedici metri, eccezion fatta per un destro dalla sua mattonella che Leverbe devia sul fondo con un coraggioso intervento di testa ; Morachioli gira spesso a vuoto facendo fatica a trovare la giusta posizione sul rettangolo verde ; Nasti è francobollato a tutto campo da Leverbe e si vede soltanto in occasione di una conclusione mancina dai venti metri che chiama Nicolas all’unico vero intervento della propria partita. Ma se la fase difensiva dei padroni di casa risulta essere efficace lo stesso non si può dire della manovra offensiva : nonostante un avversario spesso sbilanciato in avanti alla ricerca del goal del pareggio i neroazzurri non riescono mai a rendersi pericolosi in fase di ripartenza e così sarà fino al fischio finale dell’incerto signor Abisso, con Brenno che per settanta minuti buoni diventa indesiderato spettatore non pagante.

UNA CONDIZIONE FISICA DEFICITARIA NEI GIOCATORI PIU’ IMPORTANTI. Al netto di tutto quanto asserito finora c’è un altro problema che con ogni probabilità toglie il sonno al buon Alberto Aquilani : intorno all’ora di gioco una metà dei calciatori neroazzurri alza bandiera bianca e deve essere sostituita, creando un grattacapo non di poco conto all’ex tecnico della Primavera viola. Inizia la ripresa e con il trascorrere dei minuti ti accorgi che Moreo non ce la fa più – spremuto oltremodo da un lavoro sporco che interessa tutto il fronte offensivo dei padroni di casa – e che Veloso cammina sulla linea mediana del terreno di gioco ; anche Marin e Beruatto iniziano a diminuire pericolosamente i giri del motore, ed in questo contesto per certi versi grottesco il malcapitato Arena sparisce dalla contesa non potendo contare su nessun tipo di aiuto dai compagni che gli girano attorno. Ovvio quindi che nell’immediato dopo gara il tecnico romano per certi versi si sfoghi ai nostri microfoni : “Non abbiamo una condizione fisica tale da poter fare quello che vogliamo fare e ci dobbiamo adattare a fare altre cose”. Non proprio il massimo della vita …

UNA PANCHINA CHE AL MOMENTO E’ DAVVERO DI SCARSO AIUTO ALLA CAUSA NEROAZZURRA. Si arriva quindi all’ora di gioco e come un Antonio Toma d’annata ecco che mister Aquilani è per certi versi costretto a ricorrere al triplo cambio : fuori per i motivi di cui sopra Moreo, Veloso ed Arena e dentro Nagy, Mlakar ed un Touré che fa così il suo esordio assoluto in campionato. E di lì a poco pure Valoti finisce l’autonomia ed al suo posto viene inserito un Esteves che rivede il prato dell’Arena Garibaldi dopo sei mesi, tanto infatti è durato il problema fisico che lo ha costretto a rinunciare alla parte finale della stagione scorsa. Alla fine della fiera il Pisa finisce la contesa con quattro terzini di ruolo contemporaneamente in campo – Calabresi e Barbieri a destra, Beruatto ed Esteves a sinistra – e con Touré a fungere da sottopunta a Mlakar nel 4-4-2 (o 4-4-1-1, fate vobis) con il quale i neroazzurri sono stati schierati dopo l’uscita dal campo di D’Alessandro. Per certi versi è anche logico che con tale schieramento sia particolarmente difficile andare a fare il 2 a 0 (Touré tutto è tranne che un rifinitore dietro le punte, Mlakar deve ancora entrare negli schemi di mister Aquilani) però si dovrebbe essere più coperti ed evitare di subire gli attacchi della compagine ospite. Purtroppo non sarà così.

IL GOAL DEL BARI : AKPA-CHUKWU COME COLAK. Mister Mignani le prova tutte, ma con Menez e Diaw fuori causa il potenziale offensivo del Bari è quello che è ; la mossa della disperazione è il classe 2005 (!) Akpa-Chukwu, eburneo gigante che si mette là davanti in cerca di fortuna. E la fortuna arriva per chi la sa aspettare : un Dorval che il gran lavoro sporco di Valoti aveva fin lì costretto sulla difensiva si accorge che adesso ha davanti a lui un Esteves ancora lontano da una condizione fisica accettabile ed un Beruatto rimasto in campo perché il Pisa aveva esaurito le sostituzioni possibili, pertanto inizia a spingere sulla corsia di destra come un forsennato. Ed è proprio da un suo cross davvero troppo facile che Leverbe si addormenta e Nicolas non è particolarmente reattivo nell’uscita cosicché ne approfitta proprio il più giovane della compagnia che con una deviazione volante in spaccata fa esplodere di gioia il settore ospiti dell’Arena Garibaldi fino a quel momento rimasto assai silente. Un goal fotocopia a quello subito una ventina di giorni fa contro il Parma in pieno recupero e che era costato un punto preziosissimo alla classifica dei neroazzurri, un déjà vu del quale i tifosi di casa avrebbero fatto volentieri a meno.

FINISCONO MEGLIO I GALLETTI. Compreso il recupero ci sono altri dieci minuti da giocare, ma ormai il Pisa non ne ha più da un pezzo ; anzi, è il Bari che rinfrancato dall’insperato pareggio si getta in avanti alla ricerca di una clamorosa vittoria, ma in qualche modo la difesa neroazzurra regge ed alla fine almeno il pari viene portato a casa. Un punto che fa poca classifica e poco morale, con un altro goal preso nei minuti finali della contesa e con un altro errore difensivo pagato a caro prezzo ; se a questo si aggiungono le preoccupazioni relative all’infortunio di D’Alessandro (c’è ancora il ginocchio in ballo, ed il precedente di Matteo Tramoni fa tremare i polsi …) e alla condizione fisica di una squadra che dopo un’ora di gioco finisce la benzina nella maggioranza dei suoi interpreti, beh, il quadro generale non è dei più idilliaci.

ADESSO DUE TRASFERTE CONSECUTIVE : SERVONO PUNTI. Ovviamente il calendario non aiuta chi è in difficoltà : all’orizzonte due trasferte di fila per i neroazzurri che nel giro di tre giorni faranno visita prima alla Feralpisalò e poi alla Reggiana. Inutile sottolineare l’importanza di questi due impegni contro due squadre neopromosse in categoria ed il cui unico obbiettivo è la permanenza in cadetteria : prioritario sarà portare a casa il maggior numero possibile di punti, in qualsiasi modo si riescano ad ottenere. E’ il momento di preferire il materialismo alla filosofia ed ai sofismi, la ragion di stato chiede a gran voce punti necessari per iniziare a scalare qualche posizione in classifica, al netto di una graduatoria ancora gravata da asterischi e gare da recuperare. Ma a prescindere da tale anomalia più fieno si riesce a mettere presto in cascina, meglio è ; vero è che lo scorso anno il campionato ha aspettato il Pisa fino all’ultimo minuto dell’ultima giornata, ma è altrettanto vero che non è assolutamente scontato che ai neroazzurri sia riservato anche questa stagione il medesimo favore.

H2o

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