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Paolo Baldieri : Il Mio Pisa Era Un Grande Gruppo ; E Quel Mio Goal All’Inter …

Baldieri Gol Inter

Nel corso della sedicesima puntata di Finestra Sull’Arena è intervenuto telefonicamente Paolo Baldieri, ex attaccante neroazzurro ai tempi della serie A targata Romeo Anconetani ; insieme a lui abbiamo parlato dei tempi passati ma anche di quelle che possono essere le prospettive recenti del calcio pisano. Paolo Baldieri.

Riportiamo di seguito gli estratti salienti del suo intervento.

Come faccio a non ricordare il goal che segnai contro l’Inter e che significò la vittoria del Pisa ? Fu un bel goal segnato in una gara che ci vedeva in difficoltà visto che giocavamo in dieci uomini a causa dell’espulsione di Mariani ; già il punto per noi sarebbe stato oro ed invece riuscimmo addirittura a vincere. Era un Inter comunque in difficoltà quella che incontrammo, infatti dopo quella sconfitta l’allenatore venne sostituito ; io invece dopo quella partita fui convocato in una sorta di Nazionale sperimentale dove incrociai Zenga che mi ricordo era davvero arrabbiato, mentre io sprizzavo felicità da tutti i pori. Possiamo dire che quella volta i neroazzurri veri eravamo noi del Pisa …

Era una gran bella squadra quel Pisa : Colantuono, Giovannelli, Grudina, Kieft, Berggreen, … Eravamo davvero un bel gruppo e stavamo tutti bene insieme, addirittura eravamo contenti quando il presidente ci mandava in ritiro, figuratevi. Come mai quella squadra retrocesse in serie B ? Da una parte pagammo la poca esperienza di mister Guerini, dall’altra arrivammo a fine stagione fisicamente stanchissimi visto che molti di noi avevano costanti impegni con le rispettive Nazionali ; infatti partimmo fortissimo ma nelle ultime dieci partite facemmo pochissimi punti.

Inutile che stia a ricordare la grandezza di Romeo Anconetani. Il presidente era unico, era il primo a fare gruppo. Mi ricordo che quella partita contro l’Inter io non la dovevo neppure giocare, in quel periodo stavo sempre con la Nazionale Under 21 e mister Guerini non prendeva bene lo spazio che mi dedicavano le prime TV private che iniziavano a farsi strada nel mondo del calcio. Dopo la partita Romeo scese negli spogliatoi ed iniziò uno dei suoi soliti show, dicendomi che ero il più forte di tutti e che dovevo giocare anche con una gamba sola. Era unico.

Il calcio italiano credo che abbia toccato il fondo, è un fatto concreto conclamato dall’esclusione della Nazionale dai prossimi Mondiali. Poi uno va a guardare le squadre Primavera e vede un sacco di calciatori stranieri, neanche a quei livelli c’è più spazio per i giocatori italiani ; ai miei tempi invece si investiva sui prodotti dei settori giovanili, come fece il presidente Anconetani con me. Figuratevi che nella Primavera della Roma insieme a me giocavano Tovalieri e Giannini, a testimonianza di quanto fosse competitivo il calcio italiano in quel periodo. Io quando ero un ragazzo avevo fame, vivevo di pane e pallone e per riuscire ad arrivare curavo ogni piccolo dettaglio della mia vita ; oggi invece i ragazzi si sentono già arrivati, a diciassette anni hanno già il procuratore e spesso sono mal consigliati e mal gestiti dai genitori.

Seppure da lontano seguo sempre il Pisa, sto sui social, mi diverto ogni tanto a scrivere sui gruppi qualche cazzata ed ho perfino votato il restyling dell’Arena Garibaldi che più mi piaceva. Ho seguito le vicende del Pisa di Gattuso, la promozione in serie B e poi tutti i problemi societari che ci sono stati, ‘sti cazzo di romani hanno fatto un casino … Adesso c’è una nuova proprietà che ha idee e che secondo me sta facendo bene, mi sembra che a Pisa si stia muovendo qualcosa di importante e sono felice per i tifosi neroazzurri che meritano tutte le soddisfazioni possibili.

Il pubblico che due anni fa in estate andava a seguire gli allenamenti non ce l’hanno allo stadio la domenica molte piazze di serie B … Pisa è una piazza esigente e tutta questa passione può anche essere un’arma a doppio taglio, soprattutto in questo periodo storico dove i social la fanno da padrone e spesso rischiano di falsare il contesto ed i giudizi. Quando giocavo io il rapporto con la gente era più diretto, e forse andava meglio allora.

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