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Mario Gianni: 1921, ad un Passo dalla Gloria!

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Terzo appuntamento con l’avvincente storia di Mario Gianni: la semifinale contro il Livorno dello Sterlino e la sfortunata finale scudetto di Torino, contro la Pro Vercelli, del 1921, dove Mario mise in mostra le sue innate doti di goalkeeper davanti a tutta l’Italia.

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Dopo un campionato splendido, dove la squadra di Ging ha messo in mostra una crescita esponenziale, riuscendo ad accendere la passione di tutta la città, il Pisa si presenta alle finali nazionali pronto a recitare un ruolo da protagonista. Il primo appuntamento è la finale del torneo centro-meridionale, il campo, lo Sterlino di Bologna, l’avversario il Livorno!

Il clima è torrido e le due squadre partono a ritmo lento, studiandosi e scrutandosi come due belve prima dello scontro, il Pisa prova ad affondare qualche colpo ma la difesa labronica tiene e si arriva alla fine del primo tempo sullo 0 a 0.

Il Pisa inizia la ripresa a spron battuto e, dopo soli tre minuti, passa in vantaggio con Tornabuoni che, servito su calcio d’angolo da Corsetti, infila Iacoponi con la sua specialità, il colpo di testa. Come un pugile dopo un tremendo gancio, il Livorno barcolla e rischia seriamente di finire al tappeto 7 minuti più tardi, quando con lo stesso identico schema il Pisa raddoppia, ma l’arbitro annulla per un fallo compiuto in partenza dallo stesso Tornabuoni; scatenando così l’ira dei molti tifosi pisani.

Il clima, non quello meteorologico, inizia seriamente a surriscaldarsi, il gioco si fa sempre più duro e le tifoserie sempre più agitate; l’arbitro Venegoni fa molta fatica a tenere la situazione in pugno e quando, secondo i livornesi, nega un rigore agli amaranto, la situazione gli sfugge definitivamente di mano. Allo Sterlino succede di tutto: veementi discussioni fra i giocatori sempre sull’orlo della rissa; urla, offese e cazzotti sugli spalti e, quando i tifosi arrivano ad invadere anche il campo di gioco, la partita viene sospesa.

Dopo aver riportato la calma in campo, non senza difficoltà e dopo parecchio tempo, la partita riprende e i ragazzi di Ging non hanno la benché minima intenzione di cedere anche solo un metro, figuriamoci un gol; ringhiano agli avversari come bestie feroci e non risparmiano colpi ai limiti del proibito, finché finalmente arriva il fischio di chiusura. Il Pisa, oltre a conquistare il titolo centro meridionale, disputerà la finale per il titolo italiano. La notizia corre veloce attraverso i fili del telefono e quando arriva sotto la Torre la città esplode festante e centinaia di persone si recano alla stazione ad aspettare gli eroi di Bologna. Viene anche organizzata una fiera notturna all’Arena, dove i tifosi, più e meno facoltosi, raccoglieranno oggetti da mettere in vendita per creare un premio alla squadra, indipendentemente dall’esito della finale.

Il Pisa si trova ad un solo passo dal titolo nazionale, ma dovrà superare la prova più difficile, affrontare e battere la Pro Vercelli, un’autentica armata, famosa per la sua tecnica e per il suo gioco duro; inoltre, la Lega, che ha sede a Torino, per la finale ha scelto come campo neutro proprio quello di Torino e come arbitro un torinese. Sembra proprio che i nerazzurri dovranno vedersela contro tutto e contro tutti!

Gianni e compagni partono alla volta di Torino, viaggiano tutta la notte e arrivano a destinazione di primo mattino; non appena arrivati, Ging fa immediatamente telegrafare a Pisa, di far partire Gnerucci a causa dell’improvvisa defezione di Gigi Poggetti, sentitosi male in treno. Gnerucci parte immediatamente e giunge a Torino solo poco prima dell’inizio del match; altra novità in formazione è quella che vede il giovane Danilo Sbrana all’ala destra.

All’avvio della partita le due squadre sembrano studiarsi, compiendo solo azioni di alleggerimento, ma al 12’, la Pro Vercelli mette in mostra quello per cui sono tristemente famosi: Rampini entra in modo scomposto su Gnerucci, lasciandolo dolorante a terra, il nerazzurro non riesce a stare in piedi e sono costretti a portarlo negli spogliatoi a braccio, fra la totale non curanza dell’arbitro Olivari. Il Pisa è in 10 e a questo punto la Pro Vercelli inizia il suo abituale forcing e costringe i nerazzurri nella propria area. Prima Ara, poi Borello e anche Ceria arrivano alla conclusione da distanza ravvicinata, ma Gianni si supera e dice no in tutte e tre le occasioni; ma al 39’ è costretto a capitolare, infatti un “pasticciaccio” fra Bartoletti e Tornabuoni libera Ceria che da due passi insacca portando in vantaggio i piemontesi.

Alla fine del primo tempo Ging cerca di spronare i suoi e attua alcune modifiche tattiche, modifiche che si rivelano subito azzeccate, perché dopo pochissimi minuti dall’avvio del secondo tempo il Pisa pareggia, grazie ad un rigore trasformato da Danilo Sbrana, concesso per un clamoroso ed evidentissimo atterramento di Tornabuoni, da parte di Bossola. A questo punto i vercellesi si riversano in attacco mettendo a dura prova la retroguardia pisana, ma è ancora una volta il giovane Mario Gianni a mettersi in mostra, che con parate strepitose nega più volte la gioia del gol ai bianchi piemontesi. Ai nerazzurri non resta che agire in contropiede e quando ci riescono, ai tifosi vercellesi vengono i brividi; infatti, Corsetti, Merciai e Tornabuoni arrivano al tiro impegnando il portiere Curti, il quale compie anche un vero e proprio miracolo, quando al 16’ è costretto ad uscire alla disperata su Colombari. Due minuti più tardi sono di nuovo i bianchi a farsi sotto; Ceria si beve Giuntoli e crossa in mezzo per Ardizzone che, in posizione di fuorigioco nettissimo, insacca a pochi passi da un incolpevole Gianni.

Si scatenano furenti le proteste dei nerazzurri, Viale perde la testa e si fa espellere, ma di uscire dal campo, proprio, non ne vuol sapere, ormai l’unica cosa che gli interessa è quella di dare “un paio di nocchini” all’arbitro, tant’è che per allontanarlo dal rettangolo di gioco sono costrette ad intervenire due guardie. I nerazzurri, ridotti in 9 uomini, non mollano e provano in tutte le maniere a pareggiare, mostrando un grinta infinita e una determinazione leonina, tanto da portare alcuni torinesi venuti a vedere la partita a tifare per loro. I vercellesi si chiudono in difesa e quando partono in contropiede si rendono molto pericolosi ed è solo grazie ad uno strepitoso Gianni se il vantaggio dei bianchi non viene ulteriormente incrementato; anche il Pisa ha alcune buone occasioni, ma l’eccessiva fretta, la stanchezza e la bravura del portiere Curti, negano ai ragazzi di Ging la gioia del pareggio, che escono dal campo sconfitti, ma a testa alta.

Qualche ora dopo in città iniziano ad arrivare notizie discordanti, ma al mattino successivo, con l’uscita dei giornali, la triste verità prende corpo ma i ragazzi del Mago hanno riempito di gioia e di orgoglio il cuore dei pisani per una stagione intera e, anche se lo scudetto è sfumato, si sono guadagnati la stima di tutta la città e non solo, perché i giornali di mezza Italia, oltre a parlare della vittoria del titolo da parte della Pro Vercelli, parlano di un Pisa coriaceo e “sfortunato” e di un portiere che ha stupito e incantato tutti quanti, Mario Gianni. Infatti, La Gazzetta dello Sport scrive:”…il Pisa è in possesso di un grandissimo portiere: Gianni, sorprendente per agilità svolse un lavoro d’impegno, entrò a tempo nelle fasi più critiche dell’attacco vercellese, tenne i due tempi onorevolmente, senza mai soggiacere alla stanchezza”; La Gazzetta del Popolo:”…Gianni, il migliore.”; La Stampa di Torino:”…il portiere Gianni fu degno di stare fra i migliori d’Italia”; il Momento: “Quel goal-keeper del Pisa!…”. Un riconoscimento unanime proveniente da tutta Italia che lascia intravedere per il diciannovenne portiere pisano un futuro sicuramente radioso.

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Senio Calvetti

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