Il Pisa Siamo Noi

Livorno – Pisa : Fra Inferno E Paradiso

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Pisa contro Livorno.
Fiumi e fiumi di inchiostro sono stati versati negli anni per raccontare questa partita, questa rivalità.
Che si perde nella notte dei tempi.
Che non riguarda soltanto il calcio ma che forse sul rettangolo verde riesce a trovare la sua massima espressione.
Due popoli così simili eppure così diversi.
Due città così vicine – venti chilometri o poco più – eppure così lontane.
La città di terra che cercò fama e gloria sul mare.
La città di mare che ha sempre voluto espandere i propri confini verso la terra.
Il gosto contro il portuale.
L’università contro il Vernacoliere.
La zuppa contro il cacciucco.
I neroazzurri contro gli amaranto.
Cento e più anni di aneddoti, di sfottò, di striscioni irriverenti, di cori più o meno beceri.
La punizione del pisano Andreotti che risponde alla progressione del livornese Bonaldi.
I match winner di due derby passati alla storia che rimarranno sempre nitidi fra le pieghe della memoria – Giorgio Barbana e Miguel Vitulano – che da lassù faranno un tifo indiavolato.
Una partita che è LA partita.
Dove basta un niente per passare dalla vittoria alla sconfitta.
Dalla gioia alla disperazione.
Dagli altari alla polvere.
Novanta minuti che possono cambiare le sorti di un’intera stagione.
Così è sempre stato, e così sempre sarà.
E così è pure quest’anno, anche se comunque andrà a finire sarà troppo presto per gli osanna ed i requiem, da una parte e dall’altra.
Certo, si arriva a questo derby con una situazione di classifica che è sotto gli occhi di tutti.
Con un Pisa neopromosso in una posizione invidiabile e con un Livorno fanalino di coda della graduatoria.
Un famoso aforisma del poeta inglese John Milton recita “lunga ed impervia è la strada che dall’inferno si snoda verso la luce”.
E’ una frase che penso possa ben sintetizzare quello che vedremo al “Picchi” nel match di sabato prossimo.
Perché i neroazzurri sembrano percorrere una via stellata che può portarli verso il paradiso.
Mentre gli amaranto viaggiano pericolosamente lungo l’autostrada per l’inferno.
Con tutta l’umiltà ed il rispetto di cui sono capace, memore dell’ultima cocente delusione di due anni fa, beh, stavolta tocca a noi dar loro l’ultima spinta.

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