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L’Analisi Di Bari Pisa

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Continua la striscia positiva del Pisa targato Luca D’Angelo che esce indenne anche dal match del “San Nicola” e riesce a resistere nel finale agli assalti dei padroni di casa nonostante l’inferiorità numerica ; per un’ora sono i neroazzurri a comandare le operazioni ma senza riuscire a rendersi particolarmente pericolosi dalle parti di Caprile, alla fine arriva comunque un punto importante che fa morale e classifica e che dovrà essere capitalizzato al meglio nel match casalingo di giovedì prossimo contro l’Ascoli.

PRIMO TEMPO. Nel Pisa c’è Hermannsson a presidiare la corsia di destra e Rus al fianco di Barba al centro della difesa, a centrocampo rientra dal primo minuto Nagy e viene confermato Mastinu mentre in attacco giocano gli stessi interpreti visti sabato scorso contro la Ternana compreso il recuperato Morutan ; il Bari è invece esattamente quello che ci si aspettava alla vigilia, con Di Cesare e Maita che ritrovano una maglia da titolare dopo i rispettivi infortuni e con Botta a fungere da trequartista alle spalle di Antenucci e Scheidler. Fin dalle prime battute la gara appare equilibrata e giocata a ritmi non irresistibili, con gli ospiti che tengono in mano il pallino del gioco e con i padroni di casa che preferiscono agire in contropiede.

Ma il risultato finale è un match che si gioca prevalentemente a centrocampo con i due estremi difensori praticamente spettatori non paganti ; l’unico episodio degno di nota è un cartellino giallo fin troppo fiscale sventolato sotto il naso a Rus che avrà un peso specifico importante nel prosieguo della contesa.

SECONDO TEMPO. Partono subito forte i galletti con Antenucci che chiama Livieri alla non facile respinta, Rus prova a spazzare l’area di rigore ed il pallone finisce addosso a Scheidler che rischia di diventare protagonista del goal più casuale della storia del calcio, ma la sfera termina sul fondo per una questione di centimetri. Dall’altra parte un paio di azioni confuse dalle parti di Caprile fanno correre più di un brivido sulla schiena dei tifosi biancorossi, ma gli attaccanti neroazzurri non riescono mai a trovare la zampata decisiva.

Ci sarebbe però il classico episodio utile a spezzare l’equilibrio quando su un cross profondo Caprile manca il pallone e con un pugno colpisce Touré in pieno volto : sarebbe un calcio di rigore solare, identico a quello assegnato pochi giorni fa nel match fra Argentina e Polonia per l’intervento di Szczesny ai danni di Messi, ma né il signor Cosso né tanto meno il signor Marini al VAR ravvisano gli estremi per assegnare il penalty in favore dei neroazzurri. Come se non bastasse pochi minuti dopo il Pisa rimane in dieci quando Rus rimedia la seconda ammonizione della sua partita, e così il finale di gara si trasforma in una sofferenza per capitan Mastinu e compagni.

Perché ovviamente il Bari si getta in forze in attacco e la porta neroazzurra inizia a tremare : Barba è provvidenziale a respingere la conclusione a botta sicura di Botta che si trovava a pochi passi da Livieri, poi ci pensa l’estremo difensore ospite a salvare il risultato sul colpo di testa di Pucino – nella circostanza con l’aiuto della traversa – e sulle conclusioni dalla media distanza di Folorunsho. L’ultima emozione è un destro di Benedetti che scheggia la traversa, ma sarebbe stato troppo per un Pisa che ha ampiamente meritato il risultato positivo e che continua la propria risalita verso i quartieri nobili della classifica ovvero verso quella posizione che merita la squadra ammirata da quando è tornato sul ponte di comando l’uomo di Pescara.

POLLICE SU – Federico Barba

L’ex Benevento guida il pacchetto arretrato neroazzurro con classe ed autorevolezza, ben coadiuvato da Rus e da un Hermannsson scelto a ragione da mister D’Angelo per arginare le iniziative da quella parte di Folorunsho ; fino all’espulsione del difensore rumeno Livieri è infatti spettatore non pagante e gli attaccanti biancorossi Antenucci e Scheidler sono sostanzialmente annullati tanto da costringere mister Mignani alla sostituzione di entrambi. Le cose cambiano quando il Pisa resta in dieci uomini, ma il buon Federico non trema e continua a guidare senza sbavature la linea difensiva ospite, rendendosi oltretutto protagonista di una chiusura da campione sulla conclusione di Botta che era arrivato a pochi passi da Livieri. Un intervento che vale quanto un goal segnato e che è la ciliegina sulla torta messa sopra una prestazione da incorniciare, non certo la prima messa a referto da un giocatore che si dimostra essere un lusso per la categoria.

POLLICE GIU’ – Adam Nagy

Ritrova il proprio posto in mezzo al campo dopo la panchina di sabato scorso ma non è il solito Adam : corre spesso a vuoto e fa fatica in entrambe le fasi di gioco, dimostrandosi impreciso quando ha l’occasione di impostare il gioco e rimanendo spesso fuori posizione quando il pallone ce l’hanno gli avversari che riescono a tagliarlo fuori dalle proprie trame di gioco con troppa facilità. Per fortuna dei neroazzurri l’ennesima prestazione monstre di Touré riesce a mettere una toppa alla sua latitanza nella zona nevralgica del rettangolo verde, ma appare evidente quanto il gioco del Pisa risenta in negativo delle (per fortuna pochissime) prestazione opache del metronomo magiaro.

H2o

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