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L’Analisi Di Pisa Ascoli

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Il Pisa ingrana la quarta. Quarto successo casalingo consecutivo per i neroazzurri che sotto una pioggia incessante hanno ragione di un coriaceo Ascoli e aggiungono alla propria classifica tre punti d’oro che consentono alla D’Angelo band di issarsi in zona play off alla vigilia della trasferta di Frosinone contro la capolista assoluta del campionato. Dieci giornate per passare dall’ultimo posto all’ottavo grazie ai venti punti conquistati, marciando in perfetta media inglese grazie alle cinque vittorie ed ai cinque pareggi messi a referto in questi due mesi da incorniciare : quando il rifugiarsi nel dolce passato ha un che di magico e salvifico.

PRIMO TEMPO. La mossa a sorpresa del tecnico abruzzese è Lisandru Tramoni che va a coadiuvare in attacco Sibilli e Torregrossa, con Ionita a rinforzare la linea mediana ed Esteves a presidiare la fascia destra ; molte le defezioni in casa Ascoli ma mister Bucchi sembra decidere di giocarsela a viso aperto lanciando sull’out di destra Ciciretti ad ispirare i due attaccanti Lungoyi e Pedro Mendes. Match fin dalle prime battute assai combattuto e giocato prevalentemente sulla linea mediana del rettangolo verde, con i padroni di casa che provano a fare la partita mentre gli ospiti si difendono con le buone e con le cattive e quando ne hanno occasione provano a far male in contropiede.

Ma nonostante una partenza sprint dei neroazzurri con un paio di cross assai pericolosi di Esteves prima e Sibilli poi in qualche modo respinti dalla difesa bianconera le emozioni iniziano a scarseggiare all’interno del vecchio catino di via Rindi : portieri assolutamente inoperosi, il terreno di gioco inizia a farsi via via sempre più pesante a causa della pioggia incessante e più che annotare il calcio si devono annotare i calci che iniziano a volare fra i ventidue contendenti, con il tremebondo signor Santoro che fa una fatica immane a tenere in pungo la partita e si rende protagonista di alcune decisioni cervellotiche che di certo non aiutano il match a decollare.

Si inizia a pensare che tale equilibrio possa essere rotto solamente da un episodio, e per fortuna ciò accade in casa neroazzurra quando al tramonto dei primi quarantacinque minuti di gioco su un pallone vagante in area di rigore ospite Torregrossa è bravissimo a chiamare il fallo di un ingenuo Botteghin per quello che appare subito un penalty solare in favore dei padroni di casa ; dal dischetto va lo stesso Torregrossa che scherza Guarna con un morbido tocco sotto che fa impazzire di gioia il pubblico dell’Arena Garibaldi.

SECONDO TEMPO. Nonostante un paio di sostituzioni decise da mister Bucchi l’Ascoli fa davvero fatica a costruire qualcosa di importante negli ultimi sedici metri, ed alla fine l’emozione – se così si può chiamare … – più grande è la paura che pervade tutti i presenti quando Esteves e Falasco entrano violentemente a contatto contendendosi un pallone a mezz’aria : è il giocatore ospite ad avere la peggio, costretto ad abbandonare il campo in barella, ma anche il terzino portoghese deve alzare bandiera bianca e ricorrere ai punti per chiudere il taglio procuratosi sulla fronte, sostituito da Calabresi.

Mister D’Angelo getta poi nella mischia Touré, Gliozzi e Morutan ma i neroazzurri non riescono mai a trovare la ripartenza giusta al cospetto di un Ascoli che preme ma senza mai sfondare davvero ; il cambio benedetto è però quello di Canestrelli per un esausto Torregrossa e con il Pisa che passa alla difesa a tre per contrastare al meglio il prevedibile assalto finale dei bianconeri. Assalto che però non ci sarà perché è proprio Canestrelli a chiudere anzitempo la contesa con un perentorio colpo di testa ad anticipare l’uscita di Guarna sul corner disegnato alla perfezione dal mancino di Morutan.

Finisce in gloria per i neroazzurri, che possono affrontare la gara contro il Frosinone con rinnovata fiducia e con grande consapevolezza nei propri mezzi. Due mesi, tanto è bastato per capovolgere il mondo Pisa a Luca D’Angelo ; e per far capire anche ai più duri di cervice la differenza che c’è fra un maestro – o presunto tale – ed un docente universitario.

POLLICE SU – Tomas Esteves

Il giovane terzino portoghese gioca con la sicurezza di un veterano al cospetto di un avversario di comprovata esperienza per la categoria – Falasco – e nonostante un terreno di gioco che di certo non premia quelle che sono le sue caratteristiche : mai in sofferenza quando c’è da difendere, sempre propositivo quando c’è da dar manforte alla manovra offensiva. Lo vedi partire con quel caracollare tipico del calcio lusitano e sembra poter cadere da un momento all’altro oppure perdere il controllo della sfera ; ed invece penetra fra i difendenti avversari con irrisoria facilità e mette a referto una serie di accelerazioni da stropicciarsi gli occhi. Costretto alla resa dopo un violento contrasto aereo con Falasco che nella circostanza ha la peggio e deve lasciare il terreno di gioco in barella ; il buon Tomas invece se la cava con qualche punto di sutura e con un bello spavento. Ma evidentemente anche la testa dura deve essere una nota di merito da ascrivere al classe 2002 lusitano …

POLLICE GIU’ – Artur Ionita

Ritrova una maglia da titolare dopo un paio di partite fermo ai box, ci mette tanto dinamismo e tanta buona volontà ma spesso si ha la sensazione che fatichi a trovare la giusta collocazione nello scacchiere tattico pensato da mister D’Angelo, che per il calciatore moldavo disegna il ruolo di mezzala atipica che deve giocare a ridosso della linea offensiva e se possibile inserirsi con profitto in area di rigore avversaria. Ancora non abbiamo visto il miglior Ionita all’ombra della Torre Pendente, ritrovarlo significherebbe essere già un bel pezzo avanti rispetto a quello che potrebbe essere il mercato di gennaio.

H2o

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