Il Pisa Siamo Noi

(Non) Pagelle Pisa Cittadella

pagelle e commento

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Non pagelle figlie di una non partita, o di una partita finita dopo poco più di un quarto d’ora, o di una partita nata male e finita malissimo.

Scegliete voi la definizione che più vi aggrada.

La sostanza parla di una sconfitta amara anzi amarissima, la prima casalinga in questo campionato, la prima dallo scorso mese di febbraio a questa parte quando fu il Venezia ad espugnare l’Arena Garibaldi.

Parla di altri quattro goal al passivo, di altre tre reti subite su palla inattiva, di una solidità difensiva che sembra essere un’utopia per questa stagione.

Parla dell’ennesimo errore individuale che pesa come un macigno sull’economia della contesa, una topica da matita blu che assomiglia terribilmente ad una pietra tombale quantomai anticipata messa su una gara che si era già messa male dopo il goal in apertura di Gargiulo.

Dare giudizi numerici ai calciatori in maglia neroazzurra sarebbe un mero esercizio di stile davvero impietoso dopo un pomeriggio del genere e non cambierebbe di certo l’evidenza che tutti noi abbiamo avuto sotto gli occhi : basti dire che il solo Perilli sarebbe meritevole di un voto sufficiente nonostante i quattro goal incassati …

Difficile se non impossible scrivere qualcosa di originale circa questa triste vicenda quando in molti (anzi, moltissimi) sui vari gruppi social a tinte neroazzurre hanno già sentenziato, hanno già lanciato i propri strali, hanno già dato del bidone a Benedetti e del bollito a mister D’Angelo, dell’incompetente a Gemmi e del taccagno a Corrado.

Se non si parlasse del Pisa, e quindi di un argomento che mi sta particolarmente a cuore, troverei persino buffo tutto questo livore nei confronti del medesimo gruppo di lavoro che fino ad agosto era stato incensato in ogni modo possibile ed immaginabile, tributato di smielate dichiarazioni d’amore, difeso a spada tratta da quei pochi che magari chiedevano dei cambiamenti nel corso del mercato estivo.

Invece si parla del Pisa e tutto questo astio mi rattrista molto, anzi rischia di mandare a ramengo quell’aplomb di stampo inglese – so che il mio amico Massimo Corsini apprezzerà – con il quale ho sempre cercato di condurre il mio lavoro.

La voglia di mandarne tanti al diavolo, per non rammentare qualche altro postaccio sporco e buio, è effettivamente tanta, e non riguarda cerco coloro che provano da fuori a venire a capo di questa matassa tanto ingarbugliata : tradotto, chi analizza la situazione con sana critica costruttiva merita lettura, considerazione e nel caso civile contraddittorio da chi la pensa in maniera diversa.

Leggo di posti over lasciati liberi con troppa nonchalance, di un cambio di modulo che potrebbe raddrizzare la barca, di una sopravvalutazione di quanto fatto nel post lockdown quando le condizioni nelle quali si giocava erano state così particolari, di giocatori che potrebbero trovare più spazio oppure di altri che avrebbero bisogno di un poco di riposo, di calciatori fuori posizione che in altra zona di campo renderebbero meglio : tutto opinabile, certo, ma tutto meritevole di confronto pacato in quanto si tratta di materia controvertibile che proprio attraverso il dialogo potrebbe essere meglio sviscerata.

Leggo altresì una valanga di critiche tattiche all’allenatore dopo che fino a un paio di settimane fa lo stesso veniva quasi universalmente osannato quale guru della panchina : ci stanno in questo momento ed anche su questo si può discutere, nonostante il supercorso a Coverciano sia riservato a pochi eletti ed ho dei seri dubbi che tali accaniti detrattori siano stati invitati in tale prestigiosa sede oppure abbiano potuto seguirlo per corrispondenza …

Ma quando si trascende sul personale, quando si sparge letame senza soluzione di continuità e senza riguardo alcuno verso professionisti che alla fine, per quanto professionisti possano essere, sono pur sempre uomini fatti di carne e di ossa, beh, allora il giochino non mi piace per niente. Perché è moralmente e formalmente scorretto, e perché non serve assolutamente a dare una mano all’universo neroazzurro in questo momento delicato.

Serve soltanto a farsi belli sui social agli occhi di qualche stolto, ad avere una malsana visibilità cibernetica quando nella vita reale si è poco più che invisibili, a propugnare teorie che non potrebbero essere esposte neanche al bar sotto casa perché altrimenti si rischierebbe di buscare qualche sonora labbrata.

Prevengo da solo la domanda : “stai a vedere che ora il Pisa perde per colpa di quello che ho scritto su Facebook !”.

Certamente no, il Pisa perde perché ci sono dei problemi che dovranno essere analizzati, compresi e quindi corretti. Ripeto : analisi, comprensione, correzione. Ma tutta la MERDA che ho letto nelle due ore che hanno seguito la fine della partita contro il Cittadella non serve assolutamente a niente nell’esecuzione delle tre operazioni di cui sopra.

A differenza di un’analisi equilibrata, di una valutazione statistica, di una sana critica costruttiva fatta con lo scopo di creare e non di distruggere : è di questo che ci sarebbe bisogno in momenti come quello che stiamo nostro malgrado attraversando.

Ma so già che quanto ho appena scritto farà il medesimo rumore che fa la noce dentro ad un sacco, non mi faccio illusioni a riguardo.

Mi accontenterò di continuare il mio umile percorso di analisi con quelle che sono le mie scarse capacità, nella speranza di tornare il prima possibile a raccontare quel tanto rammentato carro dei vincitori che in pochi si affannano a costruire ma sul quale in troppi poi si affannano a salire con la maschera buona che tanto assomiglia alle terga umane.

Ad maiora.

H2o

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One Comment

  1. Angelo

    28/11/2020 at 21:51

    Leoni da tastiera. Ignoriamoli e torniamo ai problemi tecnici o tattici

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