Il Pisa Siamo Noi

(Non) Pagelle SPAL Pisa

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Ammetto candidamente di essere cresciuto con il mito di Rocky Balboa.

Il personaggio creato nel lontano 1976 da Sylvester Stallone ha saputo essere un’autentica icona della mia gioventù, la sintesi perfetta di un uomo che eccelleva nel suo sport perché aveva valori umani e morali ben al di sopra della media.

Andando oltre la finzione cinematografica, e cercando di non cadere nella facile tentazione di vedervi la rappresentazione su celluloide della teoria del superuomo tanto cara a Nietzsche, si potrebbe vedere nella saga dedicata allo stallone italiano la voglia di raccontare la storia di un uomo capace di aggrapparsi ai propri valori per superare prove via via sempre più difficili.

Non c’è l’esaltazione del successo fine a sé stesso ; c’è invece l’elegia del come si è arrivati alla vittoria, il punto esclamativo messo sul sudore, sul sacrificio, sulla ferrea volontà di non mollare mai.

Un mix affascinante che spesso in questi ultimi anni ho messo in parallelo alle vicende del Pisa, felice di raccontare non tanto i successi ottenuti sul rettangolo verde quanto invece le piccole grandi storie legate al raggiungimento di obbiettivi via via sempre più prestigiosi.

Torno quindi da Ferrara, con ancora negli occhi e nella testa la gara di sabato scorso contro il Cittadella, ed ancora una volta mi trovo a rivedere Rocky in questo Pisa.

Stavolta però è il Rocky in balia dell’avversario più forte, più grosso, più potente ; il Rocky che prende cazzotti senza soluzione di continuità ed è ad un amen dal cadere a tappeto.

Ecco dunque che il “Mazza” di Ferrara si trasforma nel ring di Mosca e la SPAL assume le sembianze di Ivan Drago, la Transiberiana, l’avversario che personifica ogni peggiore incubo.

Ed arrivano cazzotti da tutte le parti : il tremendo uno-due di Paloschi assomiglia a due montanti che vanno diretti al bersaglio grosso, il missile di Tomovic è il classico pugno alla bocca dello stomaco che ti toglie il fiato, il contropiede di Di Francesco assomiglia terribilmente al gancio della buonanotte.

Altri round simili erano già stati vissuti a Salerno, ad Empoli e contro il Cittadella : pugni pesanti come se piovesse e neroazzurri alle corde prima ed al tappeto poi.

Ma quel Rocky aveva una prerogativa che lo rendeva magico ed incredibilmente affascinante : subiva ma restava in piedi, veniva costretto alle corde ed in qualche modo riusciva sempre ad uscirne. E se andava al tappeto in qualche modo si rialzava.

Così erano arrivate le vittorie contro Apollo Creed e contro Clubber Lang – in parallelo, la vittoria dei play off di serie C e la salvezza in serie B della scorsa stagione.

Ma ecco che arrivava la prova più difficile di tutte, quell’Ivan Drago che “qualsiasi cosa lui colpisce, lui la distrugge”, un po’ come questo campionato di serie B che sembra essere banco di prova da far tremare i polsi per mister D’Angelo ed i suoi ragazzi.

Che dopo la debacle di Ferrara assomigliano terribilmente a quel Rocky ridotto ad una maschera di sangue, inerme contro la potenza del gigante russo, ad un passo da andare definitivamente KO.

”Non fa male ! Non fa male !” gridano dall’angolo in maniera disperata – ed invece i quattro cazzotti della SPAL fanno male, eccome se fanno male …

Ma è stato proprio in questo preciso istante che Rocky trova il destro che ferisce Ivan Drago, che di colpo spazza via le sue certezze che apparivano granitiche, che rovescia una situazione che sembrava ormai segnata, che cambia la storia.

Che trasforma il pubblico moscovita, fino a quel momento “ostile tanto da rasentare l’odio”, in una folla addirittura gaudente.

Ecco, il Pisa martedì prossimo sarà nella medesima situazione : battere l’Ascoli significherebbe fermare l’emorragia di pugni presi, rovesciare l’esito della stagione, riuscire a darle anziché buscarle soltanto, cambiare l’umore di una folla tinta di neroazzurra che in questo momento è in alcune sue unità addirittura ostile nei confronti dei propri beniamini.

Sembra impossibile, ma nel match contro i bianconeri marchigiani è racchiuso tutto questo, e forse anche di più.

Lo so da me, questa è la realtà e non è un film, ma spesso questi due concetti si assomigliano talmente tanto da risultare addirittura sovrapponibili.

Ecco allora che martedì pomeriggio tiferò nel mio intimo per vedere quel pugno benedetto che può cambiare il corso della storia.

E se tutto andrà come spero potrebbe venir furori tutto un altro film da vedere, da raccontare, da scrivere.

Alla fine non grideremo “Adrianaaaaa” con la bocca tutta storta ma fa lo stesso.

Andrà bene anche un meno smielato “Ed è ancora serie BBBBB” urlato a squarciagola da un popolo finalmente gaudente e liberato dai propri fantasmi.

H2o

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2 Comments

  1. Пётр

    07/12/2020 at 18:09

    Marin 5 – Di nuovo titolare dopo oltre un mese, si fa notare soprattutto per i tanti falli commessi. Lisi 5 – Spinge, senza incidere. Perde il duello diretto con D’Alessandro, non chiude sul raddoppio.

  2. Michele

    05/12/2020 at 23:08

    Rocky aveva due palle che sembravano macigni…..
    Questa è una squadra priva di cojones, costruita male e gestita peggio.
    Sul palo di Frosinone è finito un ciclo. Non averlo capito è un errore gravissimo che rischiamo di pagare molto Caro.

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