Il Pisa Siamo Noi

(Non) Pagelle Pisa Trapani

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“Voglio trovare un senso a questa sera anche se questa sera un senso non ce l’ha”.

Così recita l’incipit di una celeberrima canzone del Vasco nazionale, che probabilmente quando l’ha scritta ha avuto una premonizione di quanto abbiamo visto il 17 luglio 2020 sul prato dell’Arena Garibaldi.

Perché è praticamente impossibile trovare un senso compiuto a due ore pazze oltre ogni ragionevole limite, che sono state un po’ la summa di quello che è il gioco del calcio, nel bene e nel male.

E come è difficilissimo trovarvi un senso figuratevi voi che ardua impresa è per il vostro umile scribacchino trovare i numeri giusti per redigere le consuete pagelle del post gara … un’impresa titanica che lascio volentieri a chi è più bravo di me e che magari non è ancora scombussolato dal frullatore di sensazioni nel quale ci siamo immersi in una calda serata di un luglio lontano anni luce da quelli a cui eravamo abituati gli anni passati.

A voler sintetizzare Pisa – Trapani fino alla banalizzazione degli eventi si potrebbe scrivere che il Pisa rischia di perdere una partita già vinta per poi vincerla quando nessuno più ci credeva, ad eccezione di un gruppo di lavoro che sembra non conoscere limiti e per descrivere il quale si sono finiti praticamente tutti gli aggettivi positivi che arricchiscono il vocabolario della lingua italiana.

I granata sono avversario ostico ed in gran forma, mister Castori è un vecchio filibustiere della categoria e sa come sporcare la partita ad un Pisa maggiormente quotato ma che deve fin da subito fare i conti con una squadra di corazzieri che lottano come indemoniati su ogni pallone.

Ciò nonostante i neroazzurri non si spaventano e giocano pure un buon calcio, mettendoci poco meno di un’ora per mettere una seria ipoteca sui tre punti grazie ad un Vido in stato di grazia e ad un Lisi che sembra averci preso gusto a fare goal incredibilmente identici nella loro bellezza ed importanza.

L’illogico che governa le cose del calcio si materializza proprio quando la contesa sembra definitivamente chiusa : si spegne la luce nella truppa di mister D’Angelo e con due fulminee ripartenze il Trapani – oltretutto rimasto in dieci uomini – pareggia il conto in un amen, sfruttando la corrente dell’Est che si materializza nei goal messi a segno dai due polacchi sbarcati in terra sicula per salvare la baracca granata.

Girandola di cambi e partita ufficialmente impazzita, con i padroni di casa che sembrano avere il piombo nelle gambe e con gli ospiti che rischiano di trovare il terzo goal con un altro contropiede mortifero vanificato dall’ultimo passaggio banalmente sbagliato da Dalmonte.

La follia della serata si manifesta pure con i risultati che arrivano dagli altri campi : fra rimonte ai limiti dell’irreale e risurrezioni di reminiscenza pasquale le squadre che si lottano un posto nei play off sembrano fare a gara a chi perde più punti, mentre chi lotta per il mantenimento della categoria viene su a passo di carica.

In questo clima surreale all’insegna del “vorrei ma non posso”, nell’indecisione generale del guardare davanti oppure guardare dietro, con il lupo silano dietro l’angolo che già ci aspetta a bocca aperta, ti ritrovi a pochi minuti dalle 23 e sei come stordito da tutta una serie di eventi che si sono susseguiti con una rapidità supersonica e ti fanno dubitare pure del tuo nome.

Per fortuna ci pensa il supereroe della compagnia a scacciar via i dubbi, i fantasmi, i cattivi pensieri, un finale di campionato che rischiava tutto a un tratto di diventare un thriller : ancora una volta Bat- Marconi si arrampica in cielo e schiaccia alle spalle di Carnesecchi (Paolo Sardelli, dove sei ?) il goal che vuol dire salvezza, che vuol dire 50 punti, che vuol dire che male che vada la prossima stagione i neroazzurri saranno ancora in serie B. Hai detto pio …

Il velo di silenzio calato una ventina di minuti prima sull’Arena Garibaldi viene squarciato da un urlo liberatorio e da una gioia collettiva di rara intensità ; la voglia di andare ad esultare nel muso a quel signore seduto a pochi metri da me che con alterigia e fiero cipiglio già si beava dello scherzetto perpetrato ai danni del suo passato è davvero tanta, ma il mio angelo custode a gran voce mi riconduce a più miti consigli e con ogni probabilità mi salva dall’essere bandito dagli stadi di tutta Italia vita natural durante.

Poco male : torno a casa con la salvezza in tasca e con il Pisa OTTAVO in classifica : non male per essere al termine di una delle serate più pazze dell’anno in un 2020 che ha lasciato la logica delle cose nel 2019.

Torno a casa, passano le ore, il pezzo è praticamente finito ma quel benedetto senso a tutto quello che ho appena raccontato proprio non riesco a trovarlo, non c’è versi.

Ma ecco che alle due di notte arriva l’idea geniale : si cambia musica ! Niente più Vasco, si lasciano da parte i sensi da trovare e si aggiorna la play list al 18 luglio 2020, il day after di Pisa – Trapani.

Cazzo, il Pisa è dentro i play off ed io sto ancora qua a scervellarmi con i sensi da trovare ? Col piffero !

Negrita a palla, nelle cuffie “Ho imparato a sognare”.

E quella frase finale che sarà il leitmotiv da qui al 31 luglio, e magari anche oltre, chi lo sa :

”C’è che ormai che ho imparato a sognare non smetterò”.

”C’è che ormai che ho imparato a sognare non smetterò”.

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