Il Pisa Siamo Noi

Quattro Chiacchiere Con … Robert Gucher

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È stato Robert Gucher, co-autore della rete che ha permesso al Pisa di pareggiare a Benevento, l’ospite del salotto calcistico di Punto Radio, la radio ufficiale del Pisa SC ; uno dei leader di questo splendido gruppo ha risposto alle molte domande arrivate per lui al numero magico di Whatsapp 348 680 30 30, e di cose interessanti ne sono emerse davvero tante. Robert Gucher.

Riportiamo di seguito gli estratti salienti delle dichiarazioni del centrocampista austriaco.

Siamo riusciti dopo la sosta a dimostrare lo spirito che ha questo gruppo su un campo molto difficile e contro una grande squadra, ottenendo alla fine un punto che vale tre punti e che dimostra ancora una volta che non ci arrendiamo mai davanti alle difficoltà. Dite che il goal è mio ? Vi ringrazio, ma è innegabile che la deviazione di Tuia ci fosse ed il regolamento è quello e non posso farci niente, io ho cercato di tirare in diagonale verso la porta e l’importante è che il pallone alla fine sia entrato, diciamo che magari mezzo goal è mio … Siamo entrati in partita alla grande e li abbiamo messi in difficoltà, soprattutto nel primo tempo abbiamo fatto benissimo e ci dispiace per quel goal preso che comunque siamo stati bravi a recuperare subito ; poi era normale calare i ritmi con il trascorrere dei minuti.

Questo è un campionato molto equilibrato, come del resto lo è sempre stato ; tutti possono battere tutti ed in fondo questo è il bello di questa categoria, dove non puoi rilassarti e non puoi mollare un attimo perché poi da dietro vengono a prenderti. Il mio nuovo ruolo da mezzala ? Mi trovo bene, posso comunque fare i cambi di gioco che faveco quando giocavo da play ma trovo delle differenze negli spazi maggiori che posso trovare e nel fatto che mi trovo spesso nell’area di rigore avversaria ; c’è più da correre e ti possono marcare più difficilmente, ma comunque gioco dove vuole il mister che in questo momento mi vede lì e tutto sommato ho maggior libertà di manvora rispetto a quando giocavo davanti alla difesa dove devi giocare a due tocchi e dove devi limitare al minimo gli errori ed i palloni persi.

Come sta Ingrosso ? Ha la caviglia bella gonfia, è una distorsione che andrà valutata nei prossimi giorni. Quando Gianmarco è uscito un po’ mi è tornata in mente la partita di Coppa Italia di Cremona dove finimmo la gara con De Vitis ed il sottoscritto in difesa, un match epico dove arrivammo ai supplementari con sette o otto di noi in campo fuori ruolo ma dove comunque alla fine riuscimmo a spuntarla ai calci di rigore, conquistando un passaggio del turno importante. Come allora anche adesso tutti noi ci mettiamo a disposizione della causa comune : ieri Birindelli ha fatto il centrale, Siega il terzino, Verna è entrato dalla panchina e si è sacrificato a tutti campo ; questo è il nostro segreto, che ci mettiamo tutti a disposizione in qualsiasi momento. E negli spogliatoi a fine partita non vedi facce tristi da parte di quelli che non hanno giocato, tutti sono felici per i successi del gruppo, ed è quello spirito che ci deve portare lontano. Guardate D’Egidio : lui è l’esempio di quello che stiamo dicendo, ragazzi così fanno la differenza perchè portano positività e durante la settimana alzano il livello di competitività degli allenamenti, in modo che poi chi scende in campo la domenica dà sempre il massimo.

Mi piace molto la maglia verde di quest’anno, ma quella gialla della scorsa stagione ci ha portato davvero bene ; e comunque ho realizzato l’ultimo goal del Pisa con la maglia gialla (a Trieste) ed il primo con la maglia verde (a Castellammare di Stabia). La fascia da capitano è un onore, rappresenti la squadra, la città, la tifoseria ; ma è anche una grande responsabilità, anche se poi all’interno dello spogliatoio siamo cinque o sei capitani agli occhi del gruppo. Di certo non cambia l’approccio alla gara con o senza la fascia di capitano al braccio, quando siamo in campo siamo undici capitani che devono lottare per portare tutti insieme la barca in porto.

Contro la Juve Stabia sarà più difficile rispetto ad ieri sera : contro il Benevento è una di quelle partite che si prepara da sola, contro i gialloblu è uno scontro diretto fra due squadre neopromosse che hanno la salvezza come obbiettivo, e da parte nostra ci vorrà ancora più cattiveria rispetto a quella messa in campo al “Ciro Vigorito”. Mi fanno ovviamente piacere gli attestati di stima che ricevo dai tifosi neroazzurri, sostengono sempre me come tutti i miei compagni e da parte nostra possiamo promettere il massimo impegno. La prima stagione a Pisa è stata particolare : società nuova, un sacco di giocatori cambiati rispetto alla stagione precedente, normale che fosse difficile vincere subito ; la stessa cosa mi era capitata a Frosionone dove il primo anno non entrammo neppure nei play off mentre la stagione successiva nacque un’alchimia diversa che ci consentì di conquistare la serie B. Anche qua la scorsa stagione è nato un qualcosa all’interno del nostro gruppo e con la tifoseria che è anche difficile da spiegare ma che alla fine ci ha portato ad una seconda parte di stagione incredibile, dopo che fino a gennaio c’erano state grosse difficoltà ; ci siamo uniti sempre di più con il trascorrere del tempo ed abbiamo sempre creduto alla realizzazione di quel miracolo, che poi abbiamo portato a casa con la magica serata di Trieste. L’insegnamento è che non si deve mai mollare e che si deve sempre pensare positivo.

È normale che l’umore dei tifosi sia condizionato dai risultati, succede così dappertutto ; ma quando una squadra esce dal campo dopo aver datto tutto quello che poteva pure i tifosi capiscono il nostro sforzo e riescono ad andare oltre a quello che è il risultato che ovviamente non può essere sempre positivo, altrimenti a Pisa si giocherebbe la Champions League. Come gruppo stiamo male quando i risultati non arrivano e secondo me anche la tifoseria ha capito questa cosa ed infatti siamo stati applauditi anche dopo il brutto 0 a 0 contro il Frosinone ed addirittura dopo la sconfitta per 3 a 1 rimediata contro il Cosenza ; questa cosa non accadeva durante il mio primo anno e mezzo in maglia neroazzurra, ma da quando questa unione di intenti ha iniziato a sbocciare i risultati sono stati di quelli importanti, come quello di ieri sera dove i nostri duecento tifosi hanno fatto una trasferta senza dubbio complicata per sostenerci rincasando all’alba soltanto per starci vicino. E noi questo affetto lo sappiamo apprezzare.

Vido e Soddimo si sono messi subito a disposizione e si sono integrati subito all’interno del nostro gruppo, portando positività ed entusiasmo ; la dirigenza è molto brava a scegliere calciatori che sappiano portare doti importanti all’interno dello spogliatoio. Se su Soddimo ho garantito io ? No no, la società sa meglio di me quali giocatori acquistare e soprattutto non vogliono sbagliare a scegliere i nuovi giocatori sotto l’aspetto umano. Danilo ed io avevamo incrociato spesso il Pisa ai tempi del Frosinone : la prima stagione andò meglio ai neroazzurri che ci eliminarono praticamente dai play off, la stagione successiva festeggiamo noi grazie al goal nel recupero di Paganini che ci evitò di andare ai tempi supplementari contro una squadra che stava davvero bene fisicamente. Dopo quella semifinale vincemmo la finale play off contro il Lecce e poi addirittura facemmo il doppio salto approdando in serie A : sono stati anni indimenticabili ricchi di emozioni indescrivibili come la finale di Trieste e come il percorso che ci ha portato da gennaio in poi a vincere gli spareggi promozione.

Walter Schachner è stato l’allenatore della prima squadra dove facevo il settore giovanile, ma confesso di non conoscere la sua storia con il Pisa ed il suo mancato arrivo in neroazzurro ai tempi di Romeo Anconetani, grazie al quale sono il primo calciatore austriaco ad aver indossato questi colori in centodieci anni di storia. In Austria a livello professionistico ho giocato soltanto con la maglia del Kapfenberg, dove sono tornato in prestito per un anno e mezzo dopo essermi rotto il menisco : stare più di mille chilometri lontano da casa a poco meno di venti anni, senza oltretutto capire bene la lingua italiana, mi ha portato a scegliere di tornare momentaneamente in patria con in testa però l’obbiettivo di rientrare in Italia dove stavo davvero bene. Sono nato a Graz, in famiglia erano tutti tifosi dello Sturm Graz ma io ho fatto il settore giovanile nell’altra squadra di Graz.

Se mi ricordo il gesto che feci a Mazzoni nel derby contro il Livorno ? Sì sì … mi chiedete come si dice PUPPA in tedesco ? Blos ma oan, è la versione dialettale …

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