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Pisa, Una Partita Fuori del Campo

Contropiede

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Tanto tuonò che piovve… Il deferimento è giunto, puntuale anche nel ritardo. Una fidejussione presentata ai primi di novembre e un rinvio a giudizio a fine a marzo alla vigilia della partita dell’anno.

Complimenti. Se è una coincidenza sono cialtroni, oppure è altro. Scelgano loro. In tutta questa vicenda intanto c’è da riconoscere che i giornali di Ferrara, Macerata e Ancona hanno buoni informatori. Ancora complimenti. Sapevano tutto da mesi, ora magari si metteranno in fila anche altri, la Lupa Roma o il Savona perché se mettono il Pisa all’ultimo posto in classifica loro si salvano. Di nuovo complimenti.

Mettiamo un punto fermo. Ne abbiamo viste di tutti i colori e nonostante ciò non abbiamo perso la meraviglia e l’indignazione. Se otto mesi di campionato,e trenta partite di campionato e 53 punti in classifica possono essere vanificati a tavolino per una presunta irregolarità amministrativa, sarà bene chiudere il calcio italiano in una scatolone, farci un fiocco e buttarlo nel primo cassonetto della spazzatura. Ma se c’è ancora il rispetto di qualche regola questo rischio il Pisa non lo corre. Non tragga in inganno il richiamo ai mancati doveri di lealtà e probità sportiva richiamati nel comunicato della Federazione.

Quello è il quadro che serve alla giustizia sportiva per sanzionare un’irregolarità amministrativa con una penalizzazione in classifica. Ma quale penalizzazione? Non certo quella di un illecito sportivo, di una partita comprata o venduta, reati che possono valere un radicale stravolgimento della classifica. Ed è discutibile perfino che una violazione di carattere economico e finanziario possa avere conseguenze sul calcio giocato, sui risultati del campo, insomma perché non solo è come mischiare le mele con le pere, ma è il tradimento del senso sportivo a cui ci si dovrebbe sempre informare.

Adesso molti sostenitori del Pisa si domandano cosa accadrà. Nessuno può rispondere con certezza, c’è solo da prendere atto che per arrivare al deferimento sono stati necessari quattro mesi di indagini. Quanti ce ne vorranno per giungere alla sentenza del giudice? E quanti ancora ce ne vorranno per i successivi gradi di giudizio? Basti dire che a distanza di oltre un anno non si è ancora chiusa la pagina giudiziaria dell’inchiesta denominata Dirty Soccer, vale a dire calcio scommesse, partite comprate e vendute, altro che garanzie fidejussorie. Ma si può andare oltre: il Ct della Nazionale Antonio Conte, pochi giorni fa, ha chiesto il patteggiamento sull’inchiesta che risale alla partita Novara­ – Siena di diversi anni fa. Nel frattempo Conte ha vinto tre scudetti con la Juventus, è arrivato perfino alla panchina della Nazionale (buona questa, da deferito alla squadra della Federazione….) e adesso sta per andare al Chelsea.

Può darsi però che nel caso del Pisa, per una questione bancaria, si faccia alla svelta, si prenda la scorciatoia, perché gli amici del Palazzo non hanno tempo, vogliono giustizia subito, la reclamano tutti i giornali sui giornali a loro diffusione, fanno merenda con chi comanda…

Può darsi. Ma nel Palazzo stiano attenti. Gattuso, quando parla, ha grande eco. Le informazioni basta cercarle. Si trovano. Qualcuno l’ha richiamato al rispetto delle regole. E ha fatto bene, a patto abbia le stigmate sulle mani e non il fiato sul collo della magistratura, quella ordinaria, non quella sportiva. Arrivare ai vertici del calcio nazionale spetta ai meritevoli e soprattutto a chi non ha scheletri da nascondere negli armadi. Ne possiamo riparlare, quando volete, passando dagli appalti del dopo terremoto dell’Aquila alle tangenti ai vertici di Finmeccanica, dai soldi finiti in una banca di San Marino alla partita venduta (o regalata) al Bari per andare in serie A. La strada della lealtà e della probità sportiva è lastricata di buoni propositi ma poi ci vogliono i fatti, con i quali devono fare i conti tutti, soprattutto chi si erge a esempio e censore.

Ci hanno trascinato su un terreno su cui non avremmo voluto mettere le scarpe. Ma non se ne poteva fare a meno, nel mezzo c’è la passione di una città e di buona parte della provincia che ha seguito con entusiasmo la marcia di una squadra nata dal nulla, costruita frettolosamente sulle macerie di una gestione disastrosa, affidata alle mani di un manager e di un tecnico di assoluto valore, autentici vanti del calcio italiano. Le penalizzazioni, quelle annunciate, quelle che vanno e quelle che vengono secondo il calendario del campionato e l’andamento della classifica, ora rivitalizzando una squadra, ora uccidendola, secondo l’avversario che deve affrontare, è armamentario da basso impero.

Il messaggio che ci arriva è devastante: che giocate a fare? La classifica la facciamo noi… Voi state a casa, guardate le partite in televisione o su Youtube e non disturbate il il manovratore. Siete cialtroni, o altro?

GIULIANO FONTANI

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