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Un Nerazzurro Da Raccontare – Gianni – Seconda Parte

Nerazzurro da raccontare 4

Torna la nostra rubrica “Un Nerazzurro Da Raccontare” e continuiamo a parlare di Mario Gianni, per chi si fosse perso la prima parte , può Cliccare Qui !

Nell’estate del 1924, l’austriaco Felsner, allenatore del Bologna si mette alla ricerca di un nuovo portiere e le sue attenzioni sono tutte rivolte verso il pisano Gianni. Lusingato dall’offerta, che comprende anche un sicuro posto di lavoro alla Cassa di Risparmio di Bologna e intrigato dal fatto di poter far parte di una delle squadre più forti del momento, Mario abbandona la corte di Ging e la sua Pisa per recarsi nella città felsinea, dove potrà misurarsi con campioni del calibro di Pozzi, Perin, Della Valle e la stella emergente Schiavio.

All’inizio del campionato i campioni uscenti del Genoa e il Bologna di Felsner vengono indicati come favoriti; nelle prime tre giornate i rossoblu felsinei raccolgono tre vittorie e Mario Gianni non viene mai schierato fra i pali. Alla quarta il Bologna riposa, mentre alla quinta arrivano allo Sterlino, gli amarantotrigliati e il volpone Felsner capisce che questa è la partita ideale per far debuttare il ventiduenne pisano, che desta immediatamente un’ottima impressione e alla fine della partita può festeggiare quella che è una normale vittoria per tutti gli altri, ma non sicuramente per lui. Le attese dei pronostici vengono ampiamente rispettate e alla fine della “regular season” passano alla fase finale proprio le due compagini rossoblu indicate come favorite da tutti gli specialisti; anche se entrambe hanno dovuto soffrire più del previsto, infatti il Genoa ha chiuso con un solo punto di vantaggio sul Modena e il Bologna con soltanto due punti di margine su Pro Vercelli e Juventus.

Per decidere chi dovrà affrontare la vincitrice del girone sud nella finale scudetto, serviranno ben 5 incontri!

Nel primo il Genoa espugna lo Sterlino per 2 a 1, ma nella gara di ritorno è il Bologna ad espugnare Marassi con lo stesso identico punteggio, quindi si rende necessario un terzo scontro dove le due compagini impattano per 2 a 2 sul neutro di Milano. La Lega decide di far rincontrare le due squadre ad un mese di distanza e il 5 Luglio, stavolta sul neutro di Torino, la gara termina ancora una volta in parità. In un primo momento viene valutata l’idea di “riparlarne” a Settembre, ma poi con una decisione repentina ed improvvisa, in cui mette lo zampino anche il gerarca fascista Arpinati, si decide di far incontrare nuovamente le due squadre il 9 Agosto, sul campo di Vigentino (quartiere milanese), alle 7 di mattina e, visto i numerosi incidenti occorsi fra le due tifoserie nelle gare precedenti, a porte chiuse. Il Bologna, che aveva continuato ad allenarsi, secondo i genoani perché informati per tempo della ripetizione, si impone per 2 a 0 grazie alle reti di Pozzi e Perin e può finalmente strappare il biglietto per la finalissima di questo interminabile campionato.

La finalissima viene organizzata in tutta fretta e ad aspettare, da più di due mesi, la vincente del torneo nord c’è l’Alba Roma del cannoniere Ziroli; ma per i romani il tempo trascorso dall’ultima partita ufficiale è veramente troppo e vengono prima travolti con un inequivocabile 4 a 0 a Bologna e poi battuti nuovamente per 2 a 0 sul terreno amico, regalando così al Bologna il suo primo storico scudetto.

A mettersi in luce in questa indimenticabile ed interminabile annata sono stati Della Valle, Perin, Pozzi, Schiavio, autore di 16 reti e senza dubbio anche Mario Gianni che ha dimostrato grande sicurezza fra i pali ed ha incantato la platea bolognese con i suoi salvataggi miracolosi.

Nell’annata successiva (‘25/26) i rossoblu di Felsner iniziano sull’onda dell’euforia dello scudetto appena conquistato e inanellano ben 10 vittorie consecutive, con Schiavio autentico mattatore. Durante questa lunga sequela di vittorie, Gianni ha fatto anche la sua prima (e sarà anche l’ultima) partita da avversario all’Arena Garibaldi, dove i felsinei si sono imposti con un secco 6 a 0 sui nerazzurri, ora allenati da Mattiello. Se non fosse per il Torino, rilanciato dal facoltoso Presidente Enrico Marone di Cinzano e dall’acquisto della forte punta Baloncieri, per il Bologna il superamento del girone sarebbe una pura formalità; ma, nonostante l’agguerrita concorrenza dei granata, i rossoblu chiudono comunque al primo posto con 2 punti di vantaggio.

Nel girone B invece ad avere la meglio su tutte le altre è stata la Juventus, che ha chiuso distaccando di ben 8 punti la seconda classificata.

Le due compagini si incontrano per la gara di andata allo Sterlino di Bologna e la partita si conclude sul 2 a 2; quindici giorni dopo, il 25 Luglio, viene disputata la gara di ritorno e sul campo di Torino è ancora pari (0 a 0) ; si rende ancora una volta necessario procedere con lo spareggio, che verrà disputato il primo Agosto, a Milano. Il match è molto tirato e i bianconeri passano in vantaggio con Pastore, ma vengono raggiunti poco dopo dall’immancabile rete di Schiavio, si profila all’orizzonte un’altra serie interminabile di spareggi, se non fosse che ad un quarto d’ora dalla fine il bianconero Vojak porta in vantaggio la Juventus trafiggendo Gianni, per quello che sarà il definitivo 2 a 1 che elimina i rossoblu dal torneo.

Il ventisettesimo campionato italiano di calcio si apre con una grande novità, infatti vengono definitivamente abbattute le frontiere fra nord e sud e vengono creati due gironi misti di 10 squadre, dove le migliori tre classificate si affronteranno in un ulteriore girone all’italiana da cui uscirà la squadra Campione d’Italia. Il Bologna, inserito nel girone B, disputa un buon campionato e chiude il girone al terzo posto, dietro al Torino e a pari punti con il Milan e con un Mario Gianni sempre più determinante e imprescindibile, capace di risolvere situazioni disperate con i suoi scatti felini da un palo all’altro.

Nel girone finale, oltre a Torino e Milan, i rossoblu trovano l’Internazionale, il Genoa e la Juventus. I bolognesi aprono la fase finale battendo per 1 a 0 i bianconeri e vendicando così l’eliminazione dall’annata precedente, quindi vengono sconfitti dal Genoa e nelle giornate successive liquidano con una certa facilità le due compagini milanesi. Finché il 29 Maggio del 1927 per Mario Gianni arriva una fantastica notizia, i suoi sforzi vengono finalmente ricompensati e può finalmente realizzare il suo sogno, quello di ogni bambino che gioca a calcio…per lui si aprono le porte della nazionale!

La partita si disputa proprio a Bologna e gli avversari sono i rossi della Spagna, in cui milita un altro grande portiere emergente di un solo anno più vecchio di Mario: Ricardo Zamora. L’Italia si impone per 2 a 0 grazie ad una rete di Baloncieri, realizzata al 31’, ad un autorete di Prats in avvio di ripresa ed anche grazie alle splendide parate di Mario Gianni, che galvanizzato dal “suo” pubblico vince senza ombra di dubbio il confronto a distanza con l’altro numero uno.

Dopo la gioia dell’azzurro Gianni torna a concentrarsi sulla fase finale del campionato dove, a quattro giornate dalla fine, il Torino dell’amico e concittadino Colombari si trova a 10 punti, tre in più del Bologna. Il Bologna vince contro il Genoa grazie ad una rete di Martelli; ma anche il Toro conquista la vittoria, battendo la Juve per 2 a 1 nel derby. Nella giornata successiva, il Toro cade a Marassi, dove viene sconfitto per 3 a 1, ma i felsinei non vanno oltre l’1 a 1 sul campo del Milan, perdendo così una ghiotta occasione per rimontare terreno. Nella penultima giornata, il Toro rifila un secco 3 a 0 al Milan, mentre il Bologna esce sconfitto per 1 a 0 dal match contro l’Internazionale, consegnando di fatto lo scudetto nelle mani dei granata e a poco servirà la magra soddisfazione di battere i neo-campioni d’Italia per 5 a 0 nell’ultima ed inutile partita di campionato.

Nonostante la mancata vittoria è stata un’ottima stagione per i rossoblu e il Presidente Graziani conferma sia l’allenatore che i principali elementi dell’organico, fra cui, Pozzi, Perin Martelli, Schiavio e ovviamente, Mario Gianni, ormai diventato uno dei migliori portieri d’Italia.

La stagione 1927/28 si apre con una gran brutta tegola per tutto il calcio italiano: il caso Allemandi! Luigi Allemandi, terzino appena passato dalla Juventus all’Inter, viene accusato di aver incassato una cospicua somma, da un dirigente del Torino, per aggiustare il risultato del derby, vinto per 2 a 1 dai granata nella fase finale della scorsa stagione.

Allemandi si difende dicendo che è all’evidenza dei fatti che lui quel giorno fu uno dei migliori in campo e che per questo il dirigente del Torino non volle dargli le restanti 25.000 lire, ammettendo di fatto di essere stato quanto meno partecipe al tentativo di corruzione.

La sentenza emessa è rapida, dura e severa, anche se il caso presenta delle zone d’ombra; Allemandi viene squalificato a vita e al Torino viene revocato lo scudetto, che negli annali del calcio risulterà come non assegnato. Questa sarà la più grande novità di tutta la stagione, perché il campionato sarà l’esatta fotocopia del precedente. Bologna e Torino tagliano per prime il traguardo nei rispettivi gironi e le stesse due compagini saranno protagoniste del girone finale; che vedrà trionfare ancora una volta “Errichino” Colombari a dispetto di Mario Gianni ancora una volta arrivato ad un solo passo dal suo secondo titolo nazionale.

La società felsinea decide di confermare in blocco lo zoccolo duro della squadra, certa del fatto che, quelli che un tempo erano giovani di ottima prospettiva, sono ormai calciatori esperti e che sotto la guida dell’austriaco Felsner non possono far altro che migliorare ancora.

Intanto il calcio italiano si prepara ad un’altra rivoluzione: questa stagione dovrà essere preparatoria alla prossima, dove il campionato si svolgerà con il girone unico all’inglese, quindi sono previste ben 7 retrocessioni in seconda divisione da ogni girone e la fase finale non sarà un torneo all’italiana, ma una doppia finale da disputarsi fra le prime classificate dei due gironi.

I due gironi vengono dominati dalle due compagini protagoniste degli ultimi campionati: il Torino vince il girone A con 6 punti di vantaggio sul Milan e il Bologna domina letteralmente nel girone B chiudendo a più 8 su Juventus e Brescia, collezionando ben 22 vittorie su 30 incontri.

Le due squadre si trovano di nuovo a fronteggiarsi per il titolo italiano, ma stavolta in modo diretto, inequivocabile, come due pugili pronti a combattere fino all’ultimo round. Il primo round si disputa a Bologna e i felsinei, sospinti dal proprio pubblico, passano in vantaggio alla mezzora con Della Valle, dieci minuti più tardi è Schiavio a trafiggere ancora una volta Boisa ed il primo tempo si conclude con i rossoblu in vantaggio per 2 a 0. All’inizio della ripresa il Bologna parte in maniera veemente, deciso a portare le sorti dell’incontro definitivamente dalla sua parte e al 13’ riesce ad andare ancora una volta in gol, ancora una volta con Schiavio alla sua trentesima rete stagionale; il Toro accorcerà le distanze a quattro minuti dalla fine con Libonatti, per quello che sarà il definitivo 3 a 1.

Al Bologna sarà sufficiente non perdere fra una settimana nell’incontro di ritorno per poter essere nuovamente Campione d’Italia. Il 30 Giugno 1929 il Bologna scende in campo a Torino deciso e determinato a non perdere, ma i suoi sogni di scudetto si infrangono a 25 minuti dalla fine quando Libonatti trafigge Gianni, mettendo a segno il gol che consente ai granata di restare ancora in partita e di giocarsi tutto nello spareggio.

La data fissata per lo spareggio è il 7 Luglio e verrà disputato a Roma; da Bologna partono numerosi treni di tifosi e la stessa cosa fanno i supporters granata. Al fischio d’inizio, lo stadio è gremito e 30.000 persone trepidano in attesa dell’esito di questa gara. Nessuna delle due squadre indossa la prima maglia, infatti il Toro è sceso in campo con la maglia bianca, mentre il Bologna con la sua abituale seconda maglia verde.

L’incontro è fin da subito tiratissimo e la qualità in campo è davvero molta; alle splendide giocate di Martelli, Della Valle e Schiavio, rispondono puntualmente quelle di Colombari, Libonatti e Baloncieri e i due portieri vengono più volte chiamati in causa ed entrambi rispondono sempre ottimamente, portando l’incontro all’intervallo sullo 0 a 0. Dopo soli 7 minuti della ripresa, il Bologna si trova in 10 uomini a causa dell’espulsione del mediano Pitto, ammonito per la seconda volta per un’entrata durissima su Rossetti. Da qui in poi il gioco inizia ad incattivirsi e solo due minuti dopo vengono allontanati dal campo anche Janni (Torino) e Martelli (Bologna) per reciproche scorrettezze. Nonostante la superiorità numerica, il Toro non riesce ad impadronirsi del gioco e quando, a causa dell’infortunio di Vezzani la parità numerica viene ristabilita, il Bologna si impadronisce dell’incontro. A 8 minuti dalla fine Schiavio si invola velocissimo sulla fascia, salta tre uomini e quando gli si presenta davanti Martin III lo fa cadere a terra con una finta e salta anche lui, quindi passa la palla a Muzzioli che lascia partire un bolide dall’altezza del dischetto del rigore che il portiere Boisa può solo guardare entrare in rete. Il Toro cerca di reagire, Baloncieri e Libonatti tentano un paio volte di riportare in parità l’incontro, ma Gianni dice loro di no. Ancora pochi minuti e l’arbitro Carraro effettua il triplice fischio; la gioia dei giocatori e dei tifosi rossoblu esplode e Mario Gianni è riuscito finalmente a battere “Errichino” Colombari, suo compagno di squadra al Pisa e pisano come lui. Il Bologna ha conquistato il suo secondo scudetto.

I ragazzi di Felsner, al loro rientro in città, vengono accolti come dei veri e propri eroi e la società, per premiarli di questa impresa storica, organizza una tournee in Sudamerica, dove i rossoblu incontreranno le più importanti squadre e rappresentative di Argentina, Brasile e Uruguay, ma soprattutto potranno godersi una crociera di lusso a bordo del Conte Rosso, dove si fa la bella villa ed ogni tanto ci si allena. Durante la tournee a mettersi particolarmente in mostra sono Costantino e Mario Gianni che, autore di vere e proprie prodezze, viene soprannominato dai tifosi cariocas “gatto magico”, per il suo istinto felino e le sue parate al limite dell’impossibile. Il Bologna si toglie anche lo sfizio di battere per 1 a 0 l’Uruguay, per 3 a 1 la Rappresentativa Paulista e per 2 a 1 la Rappresentativa Argentina del Sud. Ora i rossoblu sono noti in tutto il mondo, ormai il Bologna è diventato la squadra che tremare il mondo fa! E Mario Gianni ha guadagnato il soprannome che lo accompagnerà per il resto dei suoi giorni.

Nel campionato 1929/30, probabilmente a causa dei fin troppo eccessivi festeggiamenti, dei complimenti giunti da varie parti del mondo e della così detta “pancia piena”, il Bologna gioca un campionato ben al di sotto delle sue possibilità e chiude la stagione, che vede trionfare l’Inter di Meazza, al settimo posto.

Nella stagione successiva invece, Mario è costretto a dedicarsi a tempo pieno al suo lavoro alla Cassa di Risparmio, infatti un brutto infortunio lo terrà lontano dai campi di calcio per molto tempo e lo costringerà a lasciare la porta al suo secondo, Bruno Cassetti.

Il suo rientro avviene il 26 Aprile 1931, quando mancano 10 giornate alla fine e a Bologna arriva una delle squadre più forti ed in forma del momento, il Genoa; altra rilevante novità è che Hermaan Felsner non siede più sulla panchina rossoblu ed al suo posto è arrivato l’ungherese Lelovics.

L’incontro termina sull’1 a 1, grazie alle reti di Della Valle e ad un’autorete di Gasperi; ma quello che è più importante è che il Gatto Magico è tornato ed è sempre lui, guizzante e reattivo; la squadra, galvanizzata dal rientro di una delle colonne portanti di questo organico, si rende protagonista di un finale di campionato fantastico che vede i rossoblu conquistare ben 7 vittorie nelle restanti 9 partite e chiudere al terzo posto con 48 punti, dietro a Juventus e Roma, ad un passo dalla qualificazione per la Coppa Mitropa.

All’avvio del trentaduesimo campionato di calcio, il terzo a girone unico, il Bologna ha ancora il piede ben saldo sull’acceleratore e impone un ritmo forsennato che solo la Juventus di Carlo Carcano riesce a sostenere se pur con difficoltà. I rossoblu restano imbattuti per 19 giornate, grazie ad uno Schiavio a cui non si bagnano mai le polveri, una difesa rocciosa guidata dall’esperto Gasperi e dal grintoso Monzeglio e al “Gatto Magico” Gianni, che sembra non aver minimamente risentito del lungo stop della stagione scorsa. Ma un finale di campionato sottotono consentirà alla Juventus di iniziare lentamente, ma inesorabilmente, a recuperare terreno, fino a compiere il definitivo sorpasso a sette giornate dalla fine; sorpasso che consentirà ai bianconeri di conquistare il loro secondo titolo consecutivo, ma che tuttavia consente al Bologna di conquistare la qualificazione per la Mitropa Cup.

La Coppa Mitropa, o Coppa dell’Europa Centrale, è un torneo che vede confrontarsi squadre italiane, ungheresi, cecoslovacche ed austriache in un torneo ad eliminazione diretta. Nel primo turno il Bologna incrocia lo Slavia Praga, che viene strapazzato per 5 a 0 allo Sterlino; nella gara di ritorno saranno i cecoslovacchi ad imporsi con un 3 a 0, che consente comunque ai bolognesi di passare al turno successivo.

In semifinale i rossoblu affrontano il First Vienna; la gara di andata è ancora una volta disputata allo Sterlino e ancora una volta i rossoblu hanno la meglio con un 2 a 0 che dovrà essere difeso con le unghie e con i denti nella gara di Vienna. Nella gara di ritorno la difesa rossoblu cerca di contenere gli assalti dell’armata austriaca che, segnando soltanto una rete, lascia di fatto via libera al Bologna per la finale del torneo.

Nell’altra semifinale si affrontano Juventus e Slavia Praga; nella gara di andata con la Juve in vantaggio di due reti, i cecoslovacchi smettono di giocare a calcio e si mettono a picchiare come forsennati. Il pubblico di Torino non gradisce ed iniziano a piovere sul campo numerosi oggetti e lo Slavia abbandona il campo in segno di protesta.

Entrambe le squadre vengono squalificate e la Coppa viene assegnata a Gianni e compagni, che conquistano il loro primo titolo europeo senza aver mai disputato la finale.

Nelle due stagioni successive la Juventus dei vari Combi, Rosetta, Caligaris ed Orsi domina in lungo ed in largo conquistando altri due titoli; il Bologna conquista un terzo posto nel 1932/33, ed un quarto posto nel campionato successivo, che gli consente di poter prendere parte ancora una volta alla Coppa Mitropa, che vede ben 4 compagini italiane in lizza.

La competizione prende il via non appena terminano i mondiali di calcio, che hanno visto trionfare gli azzurri di Pozzo, impostisi in finale sulla Cecoslovacchia grazie ad un gol di Schiavio nei tempi supplementari.

Nel primo turno i bolognesi liquidano gli ungheresi del Bocskai con un complessivo 3 a 2; quindi nel turno successivo vengono realizzate ben 12 reti in due partite, ma sono ancora i rossoblu ad uscire vittoriosi ai danni del Rapid Vienna. In semifinale ci sono i biancoverdi del Ferencvaros, una delle squadre più blasonate ed antiche del calcio mondiale. Nella gara di andata disputata in Ungheria i felsinei riescono a portare a casa un preziosissimo 1 a 1 e nella gara di ritorno distruggono letteralmente i biancoverdi trafiggendo per ben 5 volte il portiere ungherese. La finale vede i rossoblu contendersi il titolo con gli austriaci dell’Admira Vienna; nella partita di andata i felsinei vengono battuti per 3 a 2 fuori casa, ma nella partita di Bologna, di fronte al pubblico amico, i rossoblu sfoderano una prestazione magistrale e surclassano gli austriaci per 5 a 1 ed alzano al cielo la loro seconda Coppa Mitropa.

Nemmeno venti giorni dopo prende io via il nuovo campionato e il Bologna, che praticamente non ha conosciuto soste, si rende protagonista di un campionato abbastanza anonimo chiuso al sesto posto a ben 14 punti di distanza dalla Juventus, campione d’Italia per la quinta volta consecutiva.

Nonostante questo il nuovo Presidente Renato Dall’Ara conferma l’ungherese Arpàd Weisz alla guida tecnica dei rossoblu, dove Schiavio, Montesanto, Gasperi e Gianni sono ormai delle vere e proprie bandiere, amati dai tifosi e di esempio per tutti i nuovi arrivati.

Il Bologna parte fortissimo e detta i ritmi del campionato in quello che sembra essere uno dei campionati più equilibrati degli ultimi anni. I felsinei non segnano molto, ma la loro difesa risulta quasi sempre essere insormontabile. In vetta al campionato si alternano Bologna, Juventus e Torino e nella fase finale del torneo si rimettono il lizza anche l’Ambrosiana Inter e la Roma di Fulvio Bernardini. Il vincitore verrà deciso sul filo di lana e all’ultima giornata Roma e Torino dovranno vincere i loro confronti e sperare in un passo falso del Bologna.

Il Torino batte il Bari per 2 a 0, mentre la Roma espugna il campo di Palermo per 3 a 1, ma sarà tutto inutile perché il Bologna liquida la pratica Triestina con un 3 a 0 che consente ai rossoblu di conquistare il loro terzo scudetto, il primo a girone unico, di fronte al pubblico amico, festoso e tripudiante.

Al termine di questa fantastica stagione Mario Gianni, a 34 anni, e con il suo terzo titolo di Campione d’Italia appena conquistato decide di ritirarsi dal calcio.

Si spegnerà a Milano nel 1967, ma i suoi voli, i suoi scatti felini rimarranno per sempre impressi nella memoria degli appassionati di calcio. Cresciuto a Pisa e nel Pisa, con i nerazzurri sfiorò lo scudetto e si impose all’attenzione del calcio italiano disputando stagioni di altissimo livello; con il Bologna arrivò per lui la definitiva affermazione sia a livello nazionale, europeo e mondiale; con i rossoblu vanta 361 presenze di cui 172 consecutive (infatti dopo il rientro dall’infortunio Mario non mancò più di difendere la porta felsinea fino alla fine della carriera), 3 scudetti conquistati, 2 Coppe Mitropa e un soprannome, affibbiatogli dai brasiliani, che qualsiasi portiere al mondo vorrebbe: il gatto magico! Inoltre per 6 volte ebbe anche l’onore di difendere la porta della nazionale in anni in cui con i vari Combi, De Prà e Ceresoli la concorrenza era davvero agguerrita.

Mario Gianni ha portato il suo nome in alto a Pisa e il nome di Pisa in alto nel mondo ed è per questo motivo che è a tutti gli effetti, inequivocabilmente ed indiscutibilmente Un Nerazzurro da Raccontare!

Senio Calvetti

 

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One Comment

  1. Senio

    13/10/2011 at 17:38

    Ringrazio particolarmente gli amici di Tremare il Mondo Fa, per la collaborazione ricevuta.
    http://tremareilmondofa.blogspot.com/

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