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- Updated: 26/04/2017
Questa sera al posto dei freddi numeri riporto qualche immagine sparsa della giornata di oggi ed una frase che da ore continua a rimbombarmi dentro.
Difficile dimenticare Ujkani che zoppica sulla tre quarti di campo e che continua ad incitare i compagni affinchè trovino il goal della speranza.
Difficile non vedere gli occhi lucidi di Di Tacchio quando dice che avrebbe voluto lottare fino all’ultimo secondo dell’ultima giornata.
Difficile non notare la voce rotta dall’emozione di Cani quando commenta l’illogicità di questa stagione.
Impossibile per il sottoscritto non appropriarsi delle parole di mister Gattuso : questa squadra in condizioni di normalità si sarebbe salvata tranquillamente.
E visto che anche il sottoscritto ha questa convinzione, considerando che la tanto agognata normalità è finalmente arrivata con l’avvento della famiglia Corrado, butta là la mia speranza per il futuro.
Vorrei vedere questo allenatore e buona parte di questi giocatori – non tutti, ma questo è un capitolo a parte che verrà poi approfondito a bocce ferme – potersi giocare le proprie chance nel prossimo campionato nelle suddette condizioni di normalità.
Perchè in questi due anni, per le stranote vicende extra rettangolo verde, di normale non c’è stato davvero niente.
Se non la logicità di questa retrocessione, che fa sì male ma che non deve essere considerata un punto di arrivo.
Semmai un punto di partenza, doloroso quanto si vuole ma per certi versi propedeutico a costruire tutti insieme un futuro radioso e finalmente stabile per i nostri colori.
Prendetela come la speranza di chi da un mese a questa parte fatica ogni sera a prendere sonno a causa di quello che per molti è soltanto un gioco, ma che per il sottoscritto è parte integrante della propria vita.
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