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Gabriel Raimondi : Con I Coglioni Quadrati Si Superano I Momenti Di Difficoltà
- Updated: 08/02/2019

Nel corso della puntata numero 52 di Finestra Sull’Arena è intervenuto telefonicamente l’ex capitano del Pisa Gabriel Raimondi, attualmente collaboratore tecnico di mister Sinisa Mihajlovic al Bologna ; insieme a lui abbiamo parlato del momento che stanno vivendo attualmente i neroazzurri, ed ovviamente c’è stato lo spazio per un poco di amarcord. Gabriel Raimondi.
Riportiamo di seguito le dichiarazioni salienti dell’ex calciatore argentino.
Nel corso della mia carriera, non così importante, gli anni migliori sono stati quelli passati a Pisa ; da calciatore non sono mai riuscito a giocare in serie A, farlo con i neroazzurri sarebbe stato un sogno (e ci siamo andati anche vicini …), ed ora sono contento di poter collaborare con un tecnico preparato quale è Mihajlovic dal quale posso imparare tantissimo.
Non mi aspettavo che questo Pisa facesse così fatica come è accaduto in quest’ultimo periodo : i neroazzurri sono secondo me un’ottima squadra allenata da un tecnico che mi piace assai, e devo dire che mi sorprendono le difficoltà incontrate in questi ultimi mesi. In una piazza come Pisa, che in serie C non c’entra niente, non si può aver paura di sbagliare perché si gioca sempre davanti ad un pubblico importante e numeroso ; ai miei tempi non c’ero solo io che ero il capitano ma c’erano altri cinque o sei compagni che avevano i coglioni quadrati e che mi davano una grande mano nei momenti difficili.
Il mio consiglio è quello di creare un nocciolo duro formato da tre, quattro giocatori che insieme all’allenatore devono dare tranquillità a tutti gli altri compagni. L’anno di mister Braglia c’erano un sacco di giocatori caratterialmente forti : Ferrigno, Biancone, Braiati, Calori, … dai quali ho imparato tantissimo ; e posso dire che in tutta la mia carriera non ho mai più trovato una squadra così forte a livello umano.
Io penso che nei campionati di calcio ci debba essere un solo vincitore, due al massimo : normale che questa formula dei play off non mi convinca molto, anche perché la gente deve tornare allo stadio per godersi uno spettacolo e non tanto solamente per veder vincere la propria squadra. Credo che sia un fattore culturale, il ritorno alla vecchia formula dei play off è un qualcosa secondo me di assai positivo.
La finale vinta contro il Monza è il mio giorno più bello a livello calcistico, ancor più dell’anno seguente giocato in serie B dove la squadra era riuscita ad esprimere con mister Ventura un calcio fantastico. Quella era una squadra normale a livello tecnico ma che a livello caratteriale riusciva a sopperire ad ogni carenza tecnica, e nel calcio di quegli anni ciò riusciva a fare la differenza.