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Fabrizio Ferrigno : Per Vincere In Serie C Bisogna Correre E Menare

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Nel corso della seconda puntata di Finestra Sull’Arena è intervenuto telefonicamente l’ex calciatore neroazzurro Fabrizio Ferrigno, protagonista con la maglia del Pisa del campionato di Lega Pro 2006/07 terminato con la conquista della serie B da parte della formazione guidata da mister Piero Braglia. E’ stata l’occasione per parlare non soltanto di quel Pisa ma anche della situazione attuale del sodalizio neroazzurro. Fabrizio Ferrigno.

Riportiamo di seguito le dichiarazioni salienti dell’ex direttore sportivo di Messina, Catania e Paganese.

Quando si costruisce una squadra per vincere ci vuole sempre tempo per mettere le cose a posto ; Pisa è una piazza esigente che vuole tornare subito in serie B dopo i proclami fatti dalla dirigenza, ma deve fare i conti con un nuovo allenatore e con molti nuovi giocatori. Domenica scorsa poi i neroazzurri non sono stati neppure fortunati : non capita tutti i giorni di fallire un calcio di rigore al 94esimo minuto, anche se nell’occasione devo dire bravo a Liverani, portiere che conosco benissimo in quanto sono stato io a portarlo a Catania prima ed a Pagani poi.

Quel derby contro la Lucchese lo ricordo molto bene : venivamo da tre pareggi consecutivi per 0 a 0 e riuscii a fare goal nel secondo tempo, goal che ci permise di vincere quella partita. Da quel momento iniziò per noi un campionato esaltante che culminò con la promozione in serie B ; ovviamente auguro anche a questo Pisa di iniziare già da domenica una cavalcata importante come quella che facemmo noi dieci anni fa. La squadra c’è e spero che mister Gautieri riesca a trovare quella fortuna che gli è mancata in queste prime giornate : io dico sempre che i cavalli migliori si vedono al fotofinish, ed anche il mio Pisa partì lentamente per poi arrivare in fondo come un razzo.

Per un direttore sportivo la cosa più importante è avere carta bianca nelle scelte che uno deve fare, ovviamente lavorando in piena sintonia con la società ; personalmente ho sempre spiegato ai presidenti per i quali ho lavorato i motivi delle mie scelte e loro mi hanno sempre dato fiducia. Certo, ogni tanto capita di sbagliare il calciatore che si è andati ad acquistare perché magari si rivela essere non funzionale al progetto tecnico dell’allenatore, ma l’importante è non sbagliare mai l’uomo ovvero dare maggiore importanza all’aspetto morale e caratteriale dell’atleta.

Ci sono moltissimi giocatori bravi, ed il Pisa in rosa ne ha davvero tanti, ma poi bisogna vedere quanto sono funzionali al modulo adottato, quanto le loro caratteristiche si sposano con il modo di lavorare dell’allenatore. Non credo sia un problema di numeri e di schemi : la differenza la fa quanto i calciatori che scendono in campo riescono ad adattarsi alle varie situazioni che la partita e l’avversario propongono. Io non ho ancora visto giocare il Pisa e non posso dare giudizi sulla squadra neroazzurra : sta a chi ha costruito la squadra ed a chi l’allena valutare la bontà di quanto fatto finora.

Cosa ricordo di quel campionato che mi vide protagonista in maglia neroazzurra ? Che gli arbitri avevano paura di noi, eravamo una banda di “delinquenti” in campo e volevamo vincere quel campionato a tutti i costi. Ci abbiamo sempre messo anima e cuore perché in Lega Pro puoi essere bravo quanto vuoi ma se non corri e non meni la battaglia finale non la potrai mai vincere, al massimo potrai vincere qualche piccola scaramuccia. In serie C per raggiungere l’obbiettivo bisogna rimboccarsi le maniche e dare in campo il duecento per cento.

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