Il Pisa Siamo Noi

A Punto Radio Sporting Club C’È … Simone Benedetti !

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Anche se il Pisa non ha disputato la propria gara di campionato Punto Radio Sporting Club non si ferma : ai microfoni del salotto calcistico della radio ufficiale dei neroazzurri è stata la volta di Simone Benedetti, con il quale si è fatto il punto della situazione per quel che concerne la stretta attualità anche se non è mancato un piacevole excursus sul recente passato. Simone Benedetti.

Riportiamo di seguito gli estratti salienti delle dichiarazioni del difensore ex Virtus Entella.

Siamo tornati ad allenarci oggi con lo spirito di ripartire, purtroppo non abbiamo potuto giocare sabato scorso contro l’Ascoli e non ci resta altro da fare che preparare al meglio la gara contro la Reggina ed andare là a conquistare la prima vittoria di questo campionato, un successo del quale abbiamo davvero bisogno. Eravamo pronti ad affrontare l’Ascoli dopo la gara pareggiata a Vicenza che comunque ci aveva lasciato l’amaro in bocca per come era maturato il risultato finale ; avremmo dovuto ospitare una nostra diretta concorrente in uno stadio purtroppo vuoto ma con la voglia di far bene, vorrà dire che metteremo la stessa voglia nella partita di Reggio Calabria.

Il goal contro lo Spezia dell’anno scorso fu una grossa emozione, una soddisfazione immensa arrivata alla fine di una partita per noi importante, una gara difficile dove loro meritavano forse qualcosa in più ma dopo la parata di Gori in occasione di quel contropiede di Gyasi il match è cambiato e ci furono quelle due palle inattive che ci regalarono la vittoria. La stessa cosa successe poi nella gara di ritorno, dove fu Marconi a decidere il risultato contro una squadra che poi è andata in serie A … indubbiamente dei bei ricordi.

Avessimo potuto giocare con l’Ascoli e magari fare risultato pieno ci avrebbe consentito di abbandonare una zona di classifica al momento scomoda e di passare queste due settimane con maggiore tranquillità, ma il campionato è ancora molto lungo e ci saranno un sacco di possibilità di risalire la china ; bisogna però iniziare a fare punti improntati – a partire dalla gara contro la Reggina – per cambiare l’inerzia di questo campionato e ricreare entusiasmo nell’ambiente, basta poco per riuscire a svoltare.

Se ho recuperato dalla botta alla testa rimedita ad Empoli ? Sì sì, purtroppo quella sera non vedevo bene e sono stato costretto a chiedere il cambio seppur a malincuore. Da quando sono a Pisa diciamo che sono abituato a giocare con il turbante, anche se devo ammettere che durante i play off la fasciatura l’ho tenuta come scaramanzia e non perché ne avessi effettivamente bisogno, soprattutto per la doppia finale contro la Triestina – ed oltretutto con quel caldo tenerla è stato per certi versi una sofferenza … A Trieste è stata la giornata più importante della mia carriera, vincere un campionato davanti ai tifosi avversari è stato indimenticabile ma credo che alla fine ce lo siamo ampiamente meritato.

Giocare senza pubblico fa la differenza, già i mille tifosi avuti all’Arena contro Cremonese e Monza qualcosa per noi che eravamo in campo significavano … giocare con lo stadio pieno è tutta un’altra cosa, noi poi sotto questo aspetto siamo assai svantaggiati rispetto a squadre che sono abituate a giocare davanti a pochi tifosi, per noi spesso è stata una marcia in più. È un’esperienza diversa giocare a calcio a Chiavari piuttosto che a Pisa, in Liguria si parla di un ambiente dove stai benissimo ma dove devi trovare le motivazioni dentro di te, qua invece l’ambiente ti trascina e riesce a tirarti fuori il meglio. C’è solo da sperare che questo cappero di virus sparisca il prima possibile e che i nostri tifosi possano tornare a sostenerci, in casa come in trasferta. Assuefarsi agli stadi vuoti ? Al momento è un qualcosa a cui uno si deve abituare, nonostante si parli di una situazione brutta che spesso rischia di farti deconcentrare, per certi versi ci vuole ancora più attenzione durante la partita.

I molti goal presi in questo inizio di campionato ? Li abbiamo analizzati, a volte ci sono stati errori singoli, altre volte di squadra ; la fase difensiva va fatta dagli attaccanti al portiere e credo che si debba essere in generale più compatti e meno frenetici nel voler recuperare il pallone il prima possibile, evitando magari il pressing costante sui portatori di palla avversari. Si deve magari tornare ad essere quelli del post lockdown, quando giocavamo in maniera più attendista per poi riconquistare il pallone e ripartire, che è un po’ quello che fanno le altre squadre contro di noi … Siamo ripartiti a mille come fatto a giugno, ma in questo momento non ci gira nemmeno troppo bene, magari dominiamo la partita e poi prendiamo goal al primo tiro in porta subito, cosa che rischia di farti cadere in depressione ; dobbiamo tornare a curare quei particolari che ci hanno permesso di arrivare ad un centimetro dai play off.

A Pisa sto benissimo, non me ne andrei mai per come mi trovo bene in città ; abito in centro, come Caracciolo e Palombi, e spesso vado agli allenamenti all’Arena in bicicletta. Il 33 come numero di maglia ? Non c’è una ragione particolare, quando sono arrivato a gennaio era uno di quelli ancora disponibili e da lì in poi ho deciso di tenerlo ; inoltre è il numero di Thiago Silva, che come difensore per me può essere un riferimento. La mia esultanza del gallo ? È nata a Chiavari durante le partitelle di allenamento ma non ha nessun significato particolare, è stata un’idea di Belli (mio compagno anche all’Entella) quella di riproporla anche qua a Pisa.

Ho fatto il settore giovanile al Torino e l’ultimo anno di Primavera all’Inter con mister Fulvio Pea come allenatore ; quando questa estate abbiamo giocato a Milano è stata una bella emozione, ho incontrato persone che già conoscevo ed oltretutto a San Siro avevo pure fatto qualche panchina con la prima squadra. Un tecnico che mi piace ? Dico De Zerbi ed Italiano, credo che siano gli allenatori emergenti più interessanti nel panorama calcistico italiano, hanno una loro idea di calcio che sta portando frutti importanti ed è bello veder giocare le loro squadre.

Sono un malato di calcio, guardo un sacco di partite, gioco al calcio alla PlayStation ; fosse per me guarderei solo calcio. Una squadra del cuore ? Sono simpatizzante del Milan, una passione nata quando in maglia rossonera c’erano Maldini, Cafu, Schevchenko, Inzaghi ; seguo anche il Torino, ma la mia simpatia va al Milan. Anche mio padre giocava a calcio ed era difensore, non è mai stato invadente nei miei confronti ma dopo le mie partite abbiamo sempre discusso insieme su cosa potevo fare per migliorarmi ; la mia famiglia conosce molto bene quella di De Vitis, abbiamo fatto tutta la trafila delle Nazionali giovanili insieme ed è nato un rapporto che dura ormai da anni.

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