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Lavagna Tattica : Che Pisa Sta Nascendo Questa Estate ?

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A pochi giorni dal probante test match di Como al cospetto dalla compagine lariana proviamo ad analizzare dal punto di vista tattico il Pisa che sta nascendo nel corso di questa estate : durante il ritiro di Rovetta sono state disputate tre gare amichevoli che hanno dato indicazioni importanti circa quello che è il credo calcistico del nuovo mister Alberto Aquilani e le prossime partite da sostenere contro avversari di caratura elevata – Como appunto, quindi la gara di Coppa Italia contro il Frosinone – saranno particolarmente interessanti proprio dal punto di vista dell’approccio tattico che avranno i neroazzurri al match.

Tradotto in soldoni : sapranno capitan Masucci e compagni mettere in pratica tutto quello che abbiamo visto in Val Seriana contro avversari di pari livello, se non addirittura di livello superiore ?

IL PALLONE CORRE VELOCE A FILO D’ERBA. 

Duecentosettanta minuti di test match e non sono sicuro di essere riuscito a contare in tutto dieci lanci lunghi dalle retrovie … A prescindere da quello che è il modulo – ci arriveremo dopo – il diktat di mister Aquilani sembra essere perentorio : la sfera deve essere giocata rasoterra, meglio se il più velocemente possibile, in modo da rendere il possesso palla il più proficuo possibile dalle parti dell’area di rigore avversaria. Ed è questo un concetto che riguarda tutti i calciatori, non soltanto quelli offensivi : anche i difensori hanno il compito di giocare il pallone a filo d’erba, con il lancio lungo che rappresenta una sorta di extrema ratio.

I DIFENSORI CENTRALI SULLA LINEA DI CENTROCAMPO.

Mister Aquilani ha fin qui sempre adoperato la difesa a quattro, con i due difensori centrali che nelle fasi di possesso palla neroazzurro salgono fino alla linea di centrocampo quasi a voler intensificare ulteriormente la pressione offensiva della squadra nella metà campo avversaria ; è ovvio che così facendo il coefficiente di rischio è particolarmente alto ed in caso di riconquista della sfera da parte della squadra avversaria di campo da coprire rinculando a difesa della propria area di rigore ce n’è effettivamente parecchio, ma si parla di un modo di intendere il calcio che fa dell’attenzione uno dei propri capisaldi. La percezione del pericolo, come ci ha raccontato Antonio Caracciolo, deve giocoforza aumentare in modo da ridurre al minimo sindacale gli errori di impostazione e quelli di posizionamento della linea arretrata.

I TERZINI A TUTTA FASCIA.

Il concetto di terzino “bloccato” non sembra proprio far parte del bagaglio tecnico di mister Aquilani … qua si parla di due esterni che sembrano molto più simili ai quinti di un 3-5-2 che devono arare la corsia di competenza avanti ed indietro a seconda della fase di possesso e di non possesso. Particolarmente interessante la fase offensiva : il giro palla neroazzurro mette i due cursori di fascia nelle migliori condizioni possibili per arrivare sino alla linea di fondo e provare il cross in area di rigore avversaria, tanto da far pensare che il funzionamento corretto delle due catene sugli esterni possa essere una chiave di volta importantissima per il gioco del Pisa.

IL PORTIERE E’ IL PRIMO PLAY MAKER.

Confesso che era dai tempi del Foggia di Zeman che non vedevo il portiere giocare come ho visto fare a Nicolas ed a Livieri in queste prime tre uscite stagionali … dei novelli Franco Mancini che sono altissimi quando il Pisa attacca e che hanno il compito di iniziare quella costruzione dal basso che sembra essere uno dei dettami tattici basilari di mister Aquilani. E’ la nuova frontiera del ruolo : adesso un portiere non deve essere bravo soltanto con le mani bensì deve saper usare proficuamente anche i piedi e deve saper leggere i movimenti dei propri compagni quando si tratta di impostare la manovra.

GLI ESTERNI DI ATTACCO CON IL PIEDE INVERTITO.

Che sia 4-2-3-1 oppure 4-3-3 il concetto non cambia : gli attaccanti esterni giocano con il piede invertito e devono cercare la conclusione verso la porta avversaria ; altra opzione è il movimento ad accentrarsi – con il significativo aiuto della mezzala che gioca da quella parte – che è propedeutico all’inserimento del terzino sulla corsia di competenza. Ed in entrambi i casi se il pallone riesce a correre veloce la pericolosità dell’azione offensiva neroazzurra è di quelle importanti.

IL RUOLO DEL CENTRAVANTI.

Nel gioco di mister Aquilani il centravanti di riferimento non si deve limitare soltanto a gonfiare la rete avversaria, sarebbe troppo facile … i suoi movimenti sono fondamentali per permettere agli attaccanti esterni di accentrarsi e di andare alla conclusione oppure per agevolare gli inserimenti delle mezzali nell’area di rigore avversaria. Non è affatto peregrina l’idea di vedere il Pisa giocare con una sorta di falso nove atipico, bravo a giocare il pallone e che sovente potrebbe arretrare per cucire il gioco tanto da avere un buon numero di compagni davanti a lui da poter ispirare in fase offensiva. Ovviamente dovrà essere egualmente bravo a tramutare in goal la mole di gioco che verrà prodotta alle sue spalle : soprattutto quando i terzini arriveranno a crossare dal fondo saranno richieste giocate da attaccante vero, quello capace di trovare la zampata vincere in mezzo ai difensori avversari.

LA RICONQUISTA DEL PALLONE.

Inutile girarci troppo intorno : quando la linea difensiva è all’altezza del cerchio di centrocampo la riconquista immediata del pallone è fondamentale per impedire agli avversari di farti male in contropiede o con un semplice lancio lungo dalle retrovie. Non solo : riconquistare velocemente un pallone perduto può essere una chiave vincente anche in fase offensiva, impedendo agli avversari di uscire dalla propria metà campo e fiaccandone così la resistenza, con la difesa avversaria messa costantemente sotto pressione. E’ ovvio che per eccellere in questo fondamentale serve una occupazione degli spazi intelligente ed una velocità di gambe e di pensiero elevatissima da parte di quei giocatori chiamati all’interdizione.

I DUE MODULI DI RIFERIMENTO : SONO POI COSI’ DIVERSI ?

Da una parte il 4-3-3, dall’altra il 4-2-3-1. Lungi dal voler banalizzare i dettami tattici e senza dare particolare peso ai numeri in un gioco del calcio che ogni anno si fa sempre più camaleontico e sempre meno legato ad una numerologia che serve più che altro a chi il calcio lo racconta e non a chi il calcio lo gioca, si parla di due moduli non troppo dissimili che differiscono sostanzialmente per l’interpretazione che si da al ruolo del centrocampista centrale. Cosa è infatti il 4-2-3-1 ? E’ un 4-3-3 con il play che invece di giocare davanti alla difesa gioca una ventina di metri in avanti e si va di fatto a posizionare alle spalle dell’attaccante di riferimento ed in mezzo ai due attaccanti esterni. Cambia ovviamente anche il ruolo delle due mezzali, più libere di sganciarsi in avanti nel 4-3-3 ed invece più legate alla protezione della difesa ed alla costruzione della manovra nel 4-2-3-1. Tutto questo per dire che molti dei concetti fin qui analizzati si sposano egualmente bene con entrambi i sistemi di gioco, con la scelta dell’uno e dell’altra che probabilmente dipenderà dal tipo di centrocampista centrale che mister Aquilani deciderà di adoperare a seconda dell’avversario che si va ad affrontare.

LA FUNZIONALITA’ DEI CALCIATORI.

In questa disquisizione tattica di inizio agosto – buona giusto per dilettarsi a parlare un poco di calcio giocato in un periodo dell’anno dove si parla quasi esclusivamente di calciomercato – non sono stati fatti volutamente i nomi dei calciatori neroazzurri : questo perché ciò che abbiamo potuto vedere nei tre test match disputati a Rovetta non è dipeso dall’utilizzo di Tizio piuttosto che di Caio ma è stato una costante qualsiasi calciatore sia stato chiamato in causa da mister Aquilani. Che ha quindi tenuto fede a ciò che aveva asserito durante la conferenza stampa di presentazione : non esistono giocatori bravi o meno bravi, esistono giocatori funzionali al progetto tecnico-tattico. Un plauso quindi a tutti i calciatori presenti in ritiro che si sono messi a completa disposizione di un nuovo allenatore e di una nuova idea di gioco.

H2o

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