Il Pisa Siamo Noi

Andrea Lisuzzo. Per Me.

Supereroi Contro gli Attaccanti: Labbrata Volante!

Per me sei quella notizia che mai avrei voluto dare, quel pezzo che mai avrei voluto scrivere.

Per me sei il taglio del cordone ombelicale, la consapevolezza che da oggi QUEL Pisa che sappiamo noi non esiste più.

Per me sei quello che giocava in serie A, che fermava Milito ed Inzaghi, e che in una torrida estate di qualche anno fa ha deciso di venire a Pisa per rimettersi in gioco.

Per me sei una storia di caduta e di redenzione, di fischi che si trasformano in applausi, di offese che si tramutano in elogi.

Per me sei l’evoluzione dall’uomo di merda di quell’amichevole estiva nell’afa di Ponsacco all’eroe dello Zaccheria, al muro di Foggia.

Per me sei la resistenza al nemico, l’opposizione all’illogicità di quell’estate a San Piero che doveva essere un sogno per tutti e che invece divenne nostro malgrado un incubo terribile.

Per me sei le parole di Gubbio, le lacrime ricacciate indietro a fatica mentre ci raccontavi la merda nella quale dovevate muovervi giorno dopo giorno senza averne colpa alcuna.

Per me sei il goal di Empoli ed il goal di Perugia, primo ed ultimo sussulto di un campionato disgraziato.

Per me sei la fronte alta, gli occhi limpidi e la voce ferma di colui che affronta i momenti difficili con l’arma migliore possibile : la forza della verità.

Per me sei l’unico squarcio di luce nelle tenebre dell’ultima stagione, la parola che riusciva a regalare speranza, logica, serenità nonostante tutto quello che è accaduto intorno a noi.

Per me sei l’unico che quella sera, dopo la debacle contro la Viterbese, ebbe la forza di venirmi a dare un “cinque” mentre tutti gli altri salivano sul pullman a capo chino.

Per me sei l’uomo davanti al calciatore, l’esempio da seguire per ogni bambino che inizia a dare due calci ad un pallone.

Per me, se la vita deciderà di essere così buona con me da regalarmi un figlio, sei la storia da raccontargli per farlo appassionare a questo magnifico sport.

Per me sei la scelta del silenzio quando tutti gli altri avrebbero urlato ai quattro venti per perorare la propria causa.

Per me sei l’ultimo capitolo di un libro lungo tre anni destinato a rimanere uno dei più belli della mia vita.

Per me sei la maglia neroazzurra numero 4.

Per me sei tutto quanto di bello può regalare questo sport dal punto di vista emotivo, comprese le lacrime che mi stanno rigando il volto in questo momento perché, Cristo, così no. Così no.

Per me sei semplicemente tu, Andrea Lisuzzo.

Per me sei l’amara consapevolezza che in questo momento, di tutto il resto, beh, non me ne frega proprio un cazzo.

Buona vita Andrea.

Te la meriti tutta. TUTTA.

Gabriele Bianchi 

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