Il Pisa Siamo Noi

A Mente Fredda

pallone

Sono passate poco più di 24 ore dall’inopinata sconfitta rimediata dal Pisa in quel di Vicenza, primo stop di questo 2017 ma stop che rischia di complicare notevolmente i piani di salvezza di capitan Mannini e compagni ; oltretutto le modalità con le quali è arrivata tale sconfitta hanno sollevato più di una preoccupazione all’interno di una tifoseria calda sì, appassionata senz’altro ma che spesso pecca di scarso equilibrio nei giudizi del day after (caratteristica quest’ultima che ad onor del vero accomuna un poco tutti coloro che seguono il calcio e che tifano per una qualsivoglia compagine).

Lungi dal voler passare per il depositario della verità assoluta, il sottoscritto proverà a ripercorrere la partita di ieri pomeriggio ed a mettere sul tavolo tutti i possibili elementi di discussione che la contesa ha lasciato, operazione questa che a mente fredda riuscirà senz’altro meglio rispetto alle mille analisi fatte a caldo e senza aver rivisto la partita. Mi piacerebbe che tale disamina fornisse uno spunto di discussione per tutti coloro che avranno la pazienza di leggere questo approfondimento : parlare di calcio deve essere un piacere e non una fonte di litigio o di tensione.

Il primo tempo. C’è ben poco da dire rispetto ai primi 45 minuti di gioco visti ieri al “Menti”. Nelle pagelle di ieri sera li ho definiti brutti, sporchi e cattivi e confermo la sensazione che avevo avuto in presa diretta : tantissimo agonismo, molti calci e poco calcio, con le due squadre che sostanzialmente si sono annullate a vicenda. Padroni di casa incapaci di fare la partita e di mettere pressione alla retroguardia neroazzurra ; ospiti che non riescono a far male in fase di ripartenza nonostante gli spazi invitanti lasciati dalla formazione biancorossa. Si va all’intervallo fra i mugugni del pubblico, che probabilmente si aspettava un Vicenza maggiormente pericoloso dalle parti dell’inoperoso Ujkani.

L’espulsione. Ingenuo Orlando a farsi cacciare dal direttore di gara per un fallo evidente su Gatto che gli costa il secondo cartellino giallo. Tale provvedimento disciplinare “stappa” una contesa che pareva assai bloccata, dando il via ad una serie di mosse e contromosse da parte dei due allenatori che alla fine determineranno quello che sarà l’esito finale che tutti noi ben conosciamo. Non solo : la decisione del signor Abisso non piace neanche un poco al pubblico del “Menti”, che inizia a scaldarsi ed a contestare con veemenza qualunque decisione arbitrale, anche le più evidenti. Il clima si fa sempre più incandescente con il trascorrere dei minuti.

La mossa tattica di Gattuso. In superiorità numerica e con un avversario in evidente difficoltà il tecnico neroazzurro decide di osare per provare a vincere la seconda gara in trasferta di questo campionato. Fuori Angiulli – per la verità non nella sua migliore giornata – e dentro Manaj, per un Pisa che passa dal 4-3-1-2 di partenza ad un garibaldino 4-2-4 con Masucci ed il nuovo entrato coppia offensiva e Gatto e Peralta larghi sulle corsie laterali per sfruttare al meglio la superiorità numerica. La mossa paga immediatamente : goal bellissimo del giovane centravanti albanese e neroazzurri in Paradiso.

La contromossa di Bisoli. Sembrava la mossa della disperazione, sarà invece la mossa decisiva per la vittoria dei padroni di casa. Fuori un evanescente Bellomo e dentro un Ebagua non in perfette condizioni fisiche, che va a fare la prima punta e permette a De Luca di andare a svariare su tutto il fronte di attacco, facendo perdere i riferimenti a Lisuzzo e Milanovic che iniziano ad andare in difficoltà. Difficoltà che crescono con il trascorrere dei minuti : Vicenza che ricorre sistematicamente al lancio lungo dalle retrovie con Ebagua bravissimo a fiaccare la resistenza della linea difensiva neroazzurra. Da qui il ribaltone finale.

La coperta corta. Il traballante 4-2-4 descritto in precedenza diventa totalmente instabile con l’uscita dal campo di un Birindelli fino a quel momento irreprensibile. Ma mister Gattuso non ha più difensori in panchina, e non c’è neppure lo squalificato Mannini capace di ricoprire il ruolo di difensore laterale con risultati più che apprezzabili ; viene gettato nella mischia Zonta che va a posizionarsi a centrocampo al fianco di Di Tacchio, con Verna spostato a tappare la falla sull’out di destra. E’ un rimpasto che non convince, ed infatti da quel momento inizia la Caporetto neroazzurra.

L’incapacità di gestire vantaggio e superiorità numerica. I minuti finali della gara del “Menti” evidenziano lacune che destano preoccupazione in ottica futura. Il Vicenza attacca furiosamente a testa bassa spinto da un pubblico in trance agonistica e giocoforza lascia praterie per le eventuali ripartenze neroazzurre : ripartenze che però non ci sono, perchè in campo gli ospiti hanno poca qualità ed ancor meno esperienza ed incredibilmente non riescono a gestire come si deve neppure un pallone. Di Tacchio sparacchia malamente in avanti palloni ingiocabili, Gatto e Peralta si abbassano troppo e quando hanno il pallone fra i piedi si intestardiscono in controproducenti giocate personali, Manaj non riesce a fare il Cani e si eclissa totalmente dalla contesa, gettando oltretutto alle ortiche un contropiede che lo vedeva con almeno 15 metri di vantaggio su Adejo che incredibilmente riesce a recuperarlo. La retroguardia neroazzurra è costantemente sotto pressione ed i due goal del Vicenza sembrano quasi una logica conseguenza di tale situazione.

L’ingenuità di Zonta. Già il pareggio sarebbe stato una mezza sconfitta per il Pisa, che addirittura riesce nell’impresa di perdere la partita. Uno Zonta in stato confusionale scalcia ingenuamente De Luca e regala il penalty al Vicenza che Urso trasforma, facendo esplodere i 10 mila del “Menti” che anche dopo il pareggio di Ebagua incitavano i propri beniamini ad attaccare nonostante l’inferiorità numerica. Un peccato di gioventù per l’ex capitano della Primavera dell’Inter, al quale assolutamente nessuno deve gettare la croce addosso, ma è un errore evidente che pesa come un macigno sulla contesa.

Tutte le volte che ho provato a giocarmela in modo sparagnino l’ho sempre presa nei denti. L’ha detto poche settimane fa mister Gattuso in conferenza stampa, riferendosi alle sconfitte rimediate in questi due anni ogniqualvolta la sua squadra non si è voluta accontentare del pareggio – Siena e Teramo la scorsa stagione, Spal e Vicenza all’andata in questo campionato. E la gara di ieri ha confermato questa tendenza : quando il Pisa perde equilibrio e distanze sul terreno di gioco gli avversari hanno vita facile ad uscire dal campo con l’intera posta in palio. Spesso al tecnico neroazzurro l’opinione pubblica ha rimproverato di osare troppo poco in alcune gare ; parte della stessa opinione pubblica adesso gli contesta la scelta di aver provato ad espugnare il “Menti” con la sostituzione Angiulli – Manaj : un poco di equilibrio nei giudizi non guasterebbe affatto.

Dov’era il veleno ? Quante volte l’ha detto mister Gattuso in questi due anni : voglio vedere il veleno nei miei giocatori. Gli ultimi venti minuti della gara di ieri hanno messo in evidenza un Pisa quasi intimorito da un avversario che sembrava morto e che invece era vivo, vegeto e pure incazzato. Ieri il Vicenza ha battuto il Pisa con le sue stesse armi, quelle che sono divenute un marchio di fabbrica di questo gruppo : è un dato questo che deve fare assai riflettere.

L’interpretazione delle gare “da vincere”. Tutto ciò che è stato finora analizzato porta a domandarsi come il Pisa affronterà gare come quella di sabato prossimo contro il Latina che devono essere giocoforza vinte se si vuole mantenere la categoria. In questo campionato capitan Mannini e compagni hanno dimostrato di essere bravissimi a “sporcare” le partite ad avversari anche più quotati (vedi la gara di Ferrara di sabato scorso) ma di essere meno bravi quando c’è da fare la partita, da imporre il proprio gioco, da mettere all’angolo l’avversario. Probabilmente perchè mancano per mille arcinoti motivi esperienza e qualità in alcuni interpreti, due caratteristiche che avrebbero consentito ai neroazzurri di espugnare il “Menti” con relativa facilità. Ad esempio : ieri pomeriggio un Tabanelli in campo nei minuti finali avrebbe senz’altro saputo gestire molti palloni con maggiore calma e con elevata produttività facendo leva sulla propria qualità di base.

Un parallelo storico poco piacevole. Analizzando il cammino del Pisa in questo campionato la mente corre all’infausta stagione 2008/09 culminata con la retrocessione in serie C ed il conseguente fallimento del sodalizio targato Luca Pomponi. Anche in quel campionato cadetto i neroazzurri si esaltavano con le grandi ma andavano in grande difficoltà con le dirette concorrenti per la salvezza : come non ricordare le esaltanti vittorie contro Empoli, Parma e Livorno e le inopinate sconfitte contro le squadre di bassa classifica ? Anche in questa stagione il Pisa si è esaltato contro Frosinone, Carpi e Verona ed ha perso gare importantissime contro Ternana, Cesena, Avellino e Vicenza. Un trend assolutamente da invertire in questo finale di campionato.

Il fattore Arena. Chiudo questa analisi con un concetto che mi sta particolarmente a cuore, nella speranza che venga bene interpretato da tutti coloro che stanno leggendo questo approfondimento. Per certi versi la partita di ieri non l’ha persa il Pisa e non l’ha vinta il Vicenza : l’ha vinta il pubblico del “Menti” che nell’ultima mezz’ora è stato in grado di creare un ambiente nel quale i giocatori in maglia biancorossa si sono esaltati e sono stati in grado di dare tutti quel qualcosa in più necessario al conseguimento del risultato finale. In un certo senso il Vicenza ieri ha vinto di prepotenza, ovviando ad evidenti limiti tecnici con una carica agonistica fuori dal comune determinata dal calore di un pubblico che non si è accontentato neppure dopo il pareggio di Ebagua. Il mio pensiero corre all’Arena di questa stagione, che spesso non è potuta essere la solita Arena per le arcinote vicende che in questa sede è inutile rimarcare. Sarei molto più tranquillo sapendo che sabato prossimo il Pisa giocherà nell’Arena ammirata in occasione degli ultimi play off, con un tifo tale da far perdere la partita al Latina ancor prima che la stessa abbia inizio. Ma ho paura che la mia rimanga una pia illusione : il momento è tale per cui quello che accade al di fuori del rettagolo verde diventa di maggiore importanza rispetto a quello che accade sul rettangolo verde. La salvaguardia della categoria passa anche dall’accettazione che per le due ore della partita la priorità va data a mister Gattuso ed ai suoi ragazzi, che credo abbiano dimostrato ampiamente di meritare tutto l’apporto di cui è capace il pubblico pisano. Comprendere questo aspetto e ricreare per quanto possibile l’Arena che tutti noi ben conosciamo significherebbe avere mezza salvezza in tasca.

Gabriele Bianchi

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3 Comments

  1. stefano marmeggi

    15/03/2017 at 17:09

    caro gabriele, ma anche a mente fredda, non hai detto tutta la verità sulla debacle del pisa a vicenza. Gattuso questa volta bisogna dirlo ha gestito male i suoi uomini, in quanto che birindelli non avrebbe retto x 90 minuti lo sapeva sin dall’inizio….ha fatto bene a mettere manaj x provarla a vincere, ma quando ha sostituito birindelli avrebbe dovuto mettere un centrocampista d’esperienza come lazzari…abbiamo regalato il centrocampo al vicenza e questo non dovevamo proprio farlo….xchè poi non dici che lisuzzo è stato il peggiore in campo ? ebagua l’ha surclassato, emblematiche sono l’azione del gol dell’ 1 1 di testa, ma anche pochi minuti prima in un triangolo stretto con de luca, il sindaco si è perso ebagua che poi a tu per tu con ujikani fortunatamente l’ha graziato….su zonta poi, stenderei un velo pietoso, è entrato in campo in stato confusionale ed ha finito anche peggio….come detto nei 20 minuti finali abbiamo regalato il centrocampo al vicenza, ma i 4 d’attacco (manaj, gatto, peralta e masucci) sono stati penosi….l’unica attenuante di gattuso è la sfortuna di aver perso cani e golubovic e poi del fabro (de luca andava ammonito nell’occasione del 1° fallaccio su del fabro e espulso sul 2° che ha messo fuori causa il nostro miglior difensore….speriamo di riaverlo, col latina ci serve)…..zonta ha fatto un fallo da rigore incredibilmente ingenuo, ma è stato un azzardo assurdo metterlo in campo in quella bolgia in cui era il menti nei minuti finali, meglio sarebbe stato mettere zammarini, ma meglio ancora lazzari.

  2. Luca bruguier

    14/03/2017 at 13:39

    Beh, veramente c’è solo da applaudire questo redazionale, quello che scrivete sono dati di fatto e non opinioni, io vorrei solo aggiungere che se due mesi addietro ci avessero detto che vincendo in casa con il Latina saremmo usciti dalla zona retrocessione diretta nonostante i 4 punti di penalizzazione tutti avremmo fatto salti di gioia . I tifosi dell’atalanta dopo il 7 a 1 di Milano sono andati in 7.000 a zingonia ad applaudire la squadra. Noi dopo 7 miracoli sportivi abbiamo ritenuto giusto dare la colpa a Gattuso perché non ha inserito lazzari.

  3. Claudio

    14/03/2017 at 11:24

    Io credo che in sede di campagna acquisti di gennaio si doveva fare molto di più in virtù del fatto che avremo 4 punti di penalizzazione (uno e già stato tolto). C’è scarsa qualità nei centrocampisti abili in fase difensiva ma non eccellenti in fase offensiva(come si sa ci vogliono i piedi buoni) escluso Lazzari che tecnicamente è un giocatore da categoria superiore ma inspiegabilmente non gioca quasi mai. Il gioco del pisa sembra quello da lega pro cioè palla lunga e pedalare ma la serie b e tutt’altra cosa il livello tecnico è decisamente superiore e si vede, questo è il motivo per cui il pisa fatica a fare un goal. Ci sono grandi progetti da parte della nuova proprietà ma se retrocederemo sarebbe una tragedia sportiva quindi ripeto si doveva fare un grande sforzo in fase di campagna acquisti e non è stato fatto. Speriamo bene e forza pisa.

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