Il Pisa Siamo Noi

Fermo Posta

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Apriamo la nostra cassetta delle lettere virtuale per far rispondere ai vostri quesiti il nostro Giuliano Fontani. Subito dopo la richiudiamo per metterla a disposizione dei lettori per scrivere opinioni, commenti e formulare domande sull’attuale momento del Pisa. A ruota libera. Aspettiamo fiduciosi i vostri messaggi, con una raccomandazione: non abbiate paura di essere irriverenti. Le risposte, di sicuro, non lo saranno. Per inviare una domanda basta commentare questo Post oppure via email a info@ilpisasiamonoi.it

LE DOMANDE

Non ho avuto il coraggio di seguire la squadra al “Picco” di Spezia e me ne dispiace. Ho visto la partita alla televisione ed è stata una grande soddisfazione. Ma immagino che sulla curva sarebbe stata un’emozione ancora più forte. Come ti spieghi che contro le cosiddette grandi il Pisa dia il meglio di sè? non dovrebbe essere il contrario? E un’altra cosa: a me sembra che questo Pane si stia conquistando la conferma sulla panchina a forza di risultati e di bel gioco. Non è così? Dunque anche tu ti devi ricredere perché non hai mai fatto mistero della simpatia per Pagliari.

Alessio Andreuccetti

Non credo ancora ai miei occhi. A Spezia ho visto un Pisa straordinario. Hanno giocato bene tutti, dai meno giovani ai più anziani. Mi viene da pensare che sarebbe meglio pensarci bene prima di fare una vera e propria rivoluzione cambiando tutti i giocatori. Ce ne sono molti, mi sembra, che meriterebbero la conferma. Me ne vengono in mente alcuni, tanto per fare qualche nome: Pugliesi, Benvenga, Benedetti, Bizzotto, Raimondi, Tulli, Obodo, Perez, Perna, Favasuli e forse ne dimentico qualcuno.

Ramon

A vedere la partita di Spezia mi vengono alla mente tante cose…. Quanti punti abbiamo buttato via! Ma lasciamo perdere. Piuttosto mi fa piacere la consacrazione di Obodo, un ragazzo che è sempre stato uno dei migliori e che per lungo tempo è stato snobbato (per non dire peggio) da una parte della tifoseria. Ora penso, e mi dispiace, che sarà difficile trattenerlo in nerazzurro. Molta gente, che lo chiamava spregiativamente Obrodo, dovrebbe fare sincera autocritica. Non mi riferisco a lei, che l’ha difeso anche in tempi difficili.

Natalino Marchetti

A Spezia eravamo non più di cento. Ce la siamo goduta in pochi, peccato. Ora spero che per la partita di ritorno e che vale la Coppa Italia l’Arena si riempa, come ai vecchi tempi. C’è in palio un titolo prestigioso, la possibilità di dare un senso e un significato a un’intera stagione. Invece, purtroppo, dubito. Caro Fontani, cosa è accaduto? Perché la gente si è disaffezionata? D’accordo, le televisioni, la tessera del tifoso, i risultati che non sono venuti. Ma lo zoccolo duro della tifoseria possibile che sia ridotto ai minimi termini? Speriamo che Spezia abbia segnato il punto di risalita, in tutti i sensi.

Gabriele C.

LE RISPOSTE

Non è insolito dare il meglio contro avversari forti e blasonati. Se poi, come lo Spezia, sono più blasonati che forti, meglio ancora. Del resto il calcio si gioca tra due formazioni e non può essere una sola a confezionare un bello spettacolo. Quanto a Pane, egregio signor Andreuccetti, penso proprio che abbia ragione lei. Il tecnico si stato conquistando la stima e la fiducia del pubblico con il gioco e con i risultati. E’ stato accolto con una certa tiepidezza, per non dire con vero e proprio scetticismo, ma alla resa dei conti il suo lavoro si vede.Quindi lei può mettermi benissimo nella schiera di coloro che stanno gradatamente cambiando parere, ma lasci perdere le simpatie per Pagliari. Consideri che se dovessi ascrivere un merito particolare a Pane sarebbe quello di aver ricostruito intorno nella squadra quello spirito di combattività che le aveva dato Dino Pagliari e che tanto era piaciuto al pubblico. Adesso c’è Pane e il mister si sta dimostrando un buon punto fermo per la prossima stagione anche se, come tutti gli allenatori, il suo futuro è appeso a un filo sottile, quello dei risultati, ma chi fa quel mestiere lo sa benissimo.

Ramon. come tutti coloro che erano a Spezia, ha ammirato un “altro” Pisa e oggi, come molti altri, hanno rivisto il giudizio su tanti nerazzurri. Il campionato di quest’anno e la Coppa Italia ci dicono, per la verità, che non siamo affatto all’anno zero del Pisa. Forse sarebbe sbagliato considerare solo questo finale di stagione e la partita di Spezia in particolare, ma qualche buon elemento c’è. La società sbaglierebbe a considerare che c’è da lavorare su un ammasso di macerie: c’è ancora qualcosa da fare perché il Pisa sia competitivo ad alti livelli. Ma c’è anche qualcosa di buona da cui ripartire.

Natalino Marchetti, al contrario di Andreuccetti, mi riconosce un merito, quello di aver sostenuto Obodo in tempi di contestazione dilagante. Il ragazzo non sarà un campione, ma nella categoria non c’è molto di meglio. Nel Pisa, in particolare, è l’unico vero incontrista dotato di forza fisica sufficiente per reggere il colpo. Ma non è solo questione di forza: anche tecnicamente il giocatore è apprezzabile, la palla fra i più non gli brucia mai, il palleggio e i movimenti del corpo (le cosiddette sterzate) anche con l’avversario alle costole, sono il suo forte. E poi c’è un’altra considerazione: da quando è a Pisa ben cinque allenatori su cinque che si sono avvicendati sulla panchina non ne hanno mai fatto a meno. Vorrà pur dire qualcosa. Per giunta – e l’ho già detto una volta prendendomi qualche critica – certe malevolenze contro il ragazzo contenevano una venatura di latente e forse inconsapevole razzismo, di cui Obodo si sta facendo giustizia.

Gabriele pone domande sui massimi sistemi. Cosa è accaduto? Perché questa disaffezione del pubblico? I fattori che ha elencato sono reali e consistenti, ma negli ultimi tempi ho avuto anche la sensazione che in questa diserzione ci fosse anche dell’altro. Ad esempio una sfiducia complessiva che le cose possano cambiare, che la società sia in grado di cambiare marcia e a partire da adesso lavorare per mettere insieme una squadra da promozione. C’è il presente, è vero, fatto di molte delusioni e di una classifica che non ha più niente da dire, ma c’è anche il futuro, fatto di aspettative. E molti “annusano” un’altra stagione di transizione, anonima, priva di speranze in un rilancio. Forse fiutano male, oppure hanno ragione. E’ presto per dirlo, ma le aspettative si misurano sulle previsioni. E l’asticello del barometro è sul variabile, secondo molti con tendenza al nuvoloso. Tocca alla società vincere lo scetticismo e anche il meteo.

Poi c’è la questione dell’ordine pubblico, delle centinaia di Daspo, delle limitazioni vere o presunte all’accesso allo stadio e all’esplicarsi del tifo sulle tribune. Terreno scivoloso perché la legalità è un valore non negoziabile, ma non è contrattabile neppure l’applicazione delle leggi e dei regolamenti. A Spezia ho visto tracannare in tribuna birra a fiumi, quando all’Arena fra poco ti danno solo il decaffeinato. Al “Picco” ho visto perfino una signora andare in tribuna con il cagnolino al guinzaglio. Certo, non era un leone, e personalmente sono portato a simpatizzare per il cagnolino sui gradoni. Però Spezia non fa parte del Principato di Montecarlo, anzi fino a qualche secolo fa era sotto la Repubblica pisana. Lì, a Spezia, non valgono le leggi del governo italiano? I primi a doversene dolere dovrebbero essere i rappresentanti della Questura di Pisa, costretti a fare i cerberi ai cancelli dell’Arena mentre i loro colleghi, a pochi chilometri di distanza, fanno come le classiche tre scimmiette.

GIULIANO FONTANI


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