Il Pisa Siamo Noi

110 Pisa : Grazie Associazione Cento !

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Si è conclusa ieri la quattro giorni delle Officine Garibaldi dedicata ai centodieci anni di storia del calcio pisano.

Sono stati quattro giorni densi di eventi che hanno confermato – non che ce ne fosse comunque bisogno – quanto sia forte il legame fra la squadra di calcio di neroazzurro vestita e la propria gente, i propri tifosi, la propria città, la propria provincia.

Ogni mezzo di comunicazione, pubblico e privato, cartaceo o digitale, video o radio, ha saputo diffondere ai quattro venti tutto quello che è successo all’interno della manifestazione ; inutile quindi fare ancora una volta l’elenco di tutto quello che si è potuto ammirare nella curatissima esposizione allestita nei minimi dettagli dai ragazzi dell’Associazione Cento.

Perché questo non vuole essere un articolo di cronaca relativo a quanto è accaduto in questa settimana così densa di significato per la storia della squadra di calcio che rappresenta la nostra città.

Queste vogliono essere righe di ringraziamento, forse pure scontate, ma quantomai sincere.

Ammetto candidamente che ho pensato per due giorni interi se cimentarmi o meno nella stesura di questo pezzo.

Semplicemente perché il modesto scribacchino che sono non è sicuramente in grado di mettere per scritto tutto quello che ha provato nel corso della giornata di mercoledì, quella dedicata alle vecchie glorie che nel corso degli anni hanno saputo far grande il sodalizio neroazzurro.

Un pomeriggio tanto grande da essere diventato ad un certo punto persino insostenibile per le mie esili spalle.

L’uomo di quaranta anni finiti che torna per qualche ora bambino, sopraffatto dalla meraviglia per tutto quello che lo circonda, a volte incapace di trovare la parola, quasi reso stupido dai personaggi che gli passano accanto senza soluzione di continuità.

Lacrime ricacciate indietro a fatica.

Quel nodo alla gola che non va né su né giù.

I miei trentacinque anni passati all’Arena Garibaldi ed in altri cento stadi su e giù per l’Italia che mi passano davanti agli occhi con una velocità impressionante e che si trasformano in un rutilante caleidoscopio di emozioni.

Gli eroi di quando ero un bambino, quelli che hanno saputo far grande il Pisa di Romeo Anconetani.

Gli artefici della faticosa risalita dalle polveri delle categorie minori, quei calciatori che mi hanno per certi versi accompagnato nel corso della mia adolescenza.

I simboli delle ultime promozioni, i calciatori che hanno segnato il mio trapasso dal ragazzo di allora all’uomo di adesso.

Ed infine tutti quelli che ho intervistato, che ho incontrato, di cui ho raccontato le gesta, di cui ho tratteggiato i profili in questi ultimi anni di frequentazione del magico mondo della stampa pisana.

Lo so, è quasi esagerato dirlo, ma in poche ore è come se mi sia passata davanti una vita intera.

Non farò nomi.

Non ricorderò vittorie indimenticabili o sconfitte brucianti.

Non rammenterò parate o goal.

Rischierei di fare un torto a qualcuno.

Perché tutti i presenti hanno contribuito a farmi tornare a casa con addosso brividi che proprio non volevano saperne di abbandonare il mio corpo.

Perché tutti i presenti hanno detto un qualcosa che ha riempito la mia mente per due giorni interi, quasi rapendomi dalle incombenze della realtà quotidiana.

E fra i presenti annovero volentieri anche i moltissimi tifosi giunti alle Officine Garibaldi, dai più giovani ai più attempati.

Tutti alla ricerca del proprio giocatore preferito, della propria squadra del cuore, del proprio cimelio di riferimento.

Tutti alla ricerca del proprio Pisa.

Anche loro hanno saputo emozionarmi.

Non voglio dilungarmi troppo, rischierei di annoiare chi sta leggendo queste righe, aggiungendo così la beffa al danno di non riuscire a trasmettere a questo scritto il bagaglio di emozioni che chissà per quanto tempo ancora custodirò gelosamente nel mio cuore.

Chiudo rimangiandomi quanto affermato poc’anzi, quando ho detto che non avrei fatto nomi.

Ed invece dei nomi li voglio fare (ed in rigoroso ordine alfabetico).

Senio Calvetti.

Francesco Carmignani.

Marco Castellano.

Nicola Davini.

Maurizio Gagliardi.

Nicola Giglioni.

Inaco Panichi.

Valerio Pisani.

Francesco Vallerini.

Fabio Vasarelli.

Federico Viti.

Alberto Zampieri.

In altre parole, nella speranza di non aver dimenticato nessuno – ed in tal caso me ne scuso umilmente – il cuore pulsante dell’Associazione Cento.

A voi dico grazie.

Cento, centodieci, mille, diecimila volte grazie !

Siete i depositari dei nostri cimeli.

Siete i depositari dei nostri colori.

Siete i depositari dei nostri ricordi.

Siete i depositari della nostra storia.

Siete i depositari di quanto di più prezioso hanno migliaia e migliaia di persone.

E’ un bene che dovrete custodire sempre gelosamente, perché è un bene davvero inestimabile.

Mercoledì sera, a fine giornata, mi sono un attimo soffermato a guardarvi negli occhi.

Oltre la stanchezza, oltre la tensione, oltre l’emozione, beh, ci ho letto tanta gioia.

La gioia di chi sapeva di aver fatto battere all’impazzata tantissimi cuori neroazzurri.

E questa gioia è davvero tutta vostra.

Ve la meritate tutta.

Ve la siete sempre meritata.

E sono sicuro che ve la meriterete sempre.

Grazie.

Di cuore.

Gabriele Bianchi

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