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Viterbese – Pisa : Mi Ricordo …
- Updated: 25/01/2018

Faccio fatica a ricordare un Viterbese – Pisa degno di menzione.
Mi ricordo invece una miriade di partite che in quel momento della stagione sembravano una sorta di dentro o fuori per quello che era l’obbiettivo dichiarato della squadra neroazzurra.
Di tutte queste gare mi fa piacere ricordarne una in particolare.
Mi ricordo il campionato di serie C della stagione 2006/07.
Mi ricordo che il Pisa guidato da Piero Braglia la domenica precedente aveva perduto in casa contro la Cremonese, fra l’altro la prima ed unica sconfitta casalinga di quel campionato.
Mi ricordo una settimana di passione, di critiche feroci, di play off che venivano addirittura considerati a rischio.
Mi ricordo che la trasferta di Cittadella contro una nostra diretta concorrente faceva paura da morire.
Mi ricordo una domenica da tregenda in Veneto : un freddo cane ed una pioggia incessante che la fecero da padrone per tutto il pomeriggio.
Mi ricordo un Pisa in difficoltà, orfano di Biancone infortunatosi sette giorni prima, con gli uomini praticamente contati.
Mi ricordo però che quella gara fu la summa di tutte quelle caratteristiche che rendono quel Pisa ai miei occhi una squadra impossibile da dimenticare.
Mi ricordo, tanto per ripetermi rispetto a quanto scritto la scorsa settimana, un Pisa con i coglioni quadrati.
Mi ricordo il calcio di punizione calciato da distanza siderale da Fabrizio Ferrigno.
Mi ricordo una rincorsa sghemba ed irregolare, un calcio di mezzo collo che vista la distanza dalla porta veneta sembrava un autentico azzardo.
Mi ricordo il pallone che sembrò partire al rallentatore e che invece sposò il vento impetuoso di quel pomeriggio ed assunse una traiettoria imprevedibile e per certi versi magica.
Mi ricordo di un esterrefatto Pierobon che vide suo malgrado infilarsi la sfera all’incrocio dei pali dopo aver forse valutato la traiettoria incapace di minacciare la propria porta.
Mi ricordo di lì in poi una gara di autentica sofferenza.
Mi ricordo una difesa granitica che respinse a più riprese gli assalti dei padroni di casa.
Mi ricordo di un Pisa che sudava, sbuffava, soffriva ma che alla fine riusciva ad ottenere quello che voleva.
Mi ricordo una gioia irrefrenabile al fischio finale del direttore di gara.
Mi ricordo che pensai subito che quella era una vittoria che valeva doppio.
Mi ricordo che ancora una volta in quella magica annata mi ritrovai a dire a me stesso che quello era l’anno buono.
Mi ricordo sempre con estremo piacere che i fatti da lì a qualche mese mi dettero ragione.