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Un Nerazzurro Da Raccontare – Volpecina

Nerazzurro da Raccontare 5

Per il “Nerazzurro da Raccontare” di questa settimana, vogliamo ripercorrere una carriera di un calciatore importante, che ha calcato i maggiori stadi italiani di serie A degli anni ’80: Giuseppe Volpecina.

Il 1° maggio 1961 nasce, a Caserta, Giuseppe Volpecina.

Giuseppe inizia a giocare a calcio nelle squadre locali, per poi passare nelle giovanili della Casertana a 15 anni.

Di ruolo difensore, e per la precisione terzino, nel 1977 viene chiamato dal Napoli, per giocare nelle giovanili azzurre. Con i partenopei vince, due anni più tardi, il campionato primavera.

L’allenatore della prima squadra, il Brasiliano Luis Vinicio, lo fa esordire a 18 anni in serie A, dove Giuseppe riesce a fare altre due presenze. A fine campionato 1979 – 80, il Napoli decide di mandarlo in prestito, per farsi le ossa, nel Palermo. In una squadra di serie B un giovane può crescere e maturare velocemente, ma non è poi così veloce la crescita di Volpecina, che rimane con i rosanero per quattro stagioni. In cadetteria raccoglie 133 presenze e 6 reti, con retrocessione nell’ultima stagione in C1. Il Napoli pensa bene se richiamarlo o girarlo ancora in prestito. La decisione finale poi la prende Romeo Anconetani che se lo porta a Pisa. La squadra, allenata da Gigi Simoni, deve affrontare un campionato di serie B da protagonista, perché appena retrocessa dalla A. La formazione schierata è quasi come una filastrocca: Mannini, Armenise, Volpecina, Masi, Ipsaro, Caneo, Berggreen, Mariani, Kieft, Giovannelli, Baldieri. Nel girone di andata Volpecina segna due reti fondamentali: la prima nella trasferta difficile di Bari, dove i neroblu pareggiano 1 a 1 e poi il goal vittoria, all’Arena, contro il Genoa. Il Pisa fa 40 punti in 16 partite e si laurea campione d’inverno. Le squadre che la tallonano da vicinissimo sono le due pugliesi (Lecce e Bari) e il Perugia.

Qualche difficoltà inizia ad incontrarla il Pisa, che non riesce più ad essere così costante, pareggia tre volte ed ottiene due vittorie, ma perde a Campobasso e soprattutto a Lecce, riesce a perdere anche a Cagliari, ma si riprende con la vittoria sulla Sambenedettese, da lì in poi Kieft e compagni non perdono mai, ad eccezione della trasferta di Genova. Addirittura riescono nell’impresa di battere all’Arena, il Perugia, imbattuto da 30 giornate e unica partita persa del torneo. Il Pisa chiude a pari punti del Lecce ed uno in più del Bari, ma in testa grazie alla differenza reti, con “i tre moschettieri”, Kieft-Baldieri-Berggreen, che risulta il miglior attacco, segnando 30 reti in 3.

Il campionato 1985-86 si presenta difficilissimo, con tanti campioni veri che militano nel nostro campionato di A, basta rammentare il Napoli di Maradona. Il Pisa si priva di un punto fondamentale come Gigi Simoni, che va ad allenare la Lazio in serie B, e Romeo affida, quindi, la panchina a Vincenzo Guerini.

Certo è che se ci si mette anche un calendario sfavorevole, i pisani non è che possono certo gioire: trasferta a S. Siro contro l’Inter, all’Arena il Napoli di Diego Armando e trasferta a Torino con la Juventus. Le due trasferte finiscono tutte e due per 3 a 1 per i padroni di casa, mentre il match interno col Napoli, termina con un buonissimo 1 a 1. I nerazzurri alternano ottime partite, come la trasferta vinta a Bergamo o la vittoria in casa contro l’Inter, con le sconfitte sonore col Torino (4 a 1) e Sampdoria (3 a 0). I cannonieri dell’ultima stagione si afflosciano un po’, a parte Baldieri che dopo i 5 goal del campionato di B, riesce a siglare ben 7 reti. Le ultime speranze del Pisa svaniscono in casa con la Roma, dove dopo essere stati sul 2 a 2 (anche grazie ad un goal di Volpecina, ma anche un suo autogoal), prendono altre due reti da Bonetti e Pruzzo, fissando il risultato sul 2 a 4. Verona si trasforma in un martirio (3 a 0 e a casa) e il derby all’Arena contro la Fiorentina perso 2 a 1 fa davvero diventare un incubo in pura realtà.

Il Pisa retrocede in B con il terz’ultimo posto e 23 punti, le squadre che la precedono (Udinese, Avellino e Sampdoria) concludono rispettivamente a 25, 27 e 27 punti: con una vittoria sola l’Udinese sarebbe stata scavalcata e quindi la permanenza in serie A sarebbe stata realtà, ma purtroppo non andò così.

Volpecina è finalmente pronto per una squadra grande di A, il Napoli lo richiama a sé per la stagione 1986-87, stagione che rimane nei cuori e nella mente di tutti i partenopei. Gli azzurri guidati da Ottavio Bianchi e dalla determinazione, dalle giocate e dai goal di gente come Maradona, Bagni, Carnevale e Giordano, riescono a vincere il primo campionato della storia azzurra, con 3 punti di vantaggio sulla Juventus. Proprio un goal di Volpecina fissa il risultato sul 3 a 1, della storica vittoria di Torino contro i bianconeri. Nello stessa stagione vince anche la terza Coppa Italia della storia, grazie alla vittorie per 3 a 0 e 1 a 0 nelle finali di andata e ritorno contro l’Atalanta.

Nonostante le ottime prestazioni, Giuseppe non viene riconfermato e si trasferisce a Verona che arriva decimo in classifica e successivamente passa alla Viola, dove resta per due stagioni, con l’arrivo a metà classifica di A e una finale di Coppa Uefa nel 1990, poi persa, contro la Juventus. Per la sua ultima stagione da professionista si trasferisce, a 30 anni, nella sua Casertana, in serie B. Segna anche un goal nelle 30 partite disputate.

Terminata la carriera di calciatore, Volpecina rimane sempre nell’ambiente calcistico: ha coperto il ruolo di direttore sportivo della Mariano Keller, società attiva a livello giovanile. Viene anche ricordato per aver dato, nel 2008, uno schiaffo ad un ragazzo di 16 anni, durante una rissa tra la Mariano Keller e la Vico Equense, dove ha preso una squalifica di due anni.

Infine è passato alla Boys Caserta Calcio.

Ringraziamo, Giuseppe Volpecina, che è stato titolare in una delle formazioni e stagioni più esaltanti dell’era Romeo, regalandoci forti emozioni indimenticabili con la sua tenacia, grinta e corsa, assicurandosi un posto tra i Nerazzurro Da Raccontare.

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One Comment

  1. Andrea

    03/12/2011 at 13:03

    Insiema a Lucarelli (più grintoso ma meno dotato tecnicamente) ed al povero Andrea Fortiunato (forse troppo giovane quando arrivò a Pisa) il miglior terzino sinistro visto a Pisa. Segnò gol fondamentali, in particolare quello a Bari che non fece vincere la squadra di casa nell’anniversario, se non erro, della costruzione del vecchio stadio della Vittoria, considerato dai baresi ancora il vero stadio di Bari …….

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